Alla Comunità parrocchiale che è in Cremosano, al parroco don Emilio Luppo
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- 1. Un auspicio: fare in modo che la Comunità cristiana diventi sempre più credente e credibile.
- 2. Una meta: fare della Parrocchia un segno visibile segno dell’amore di Dio.
- 3. Le diverse attività: occasioni propizie per una vita comunitaria fondata sulla fede e sulla carità
- 4. L’oratorio, unico punto aggregativo del paese
- 5. I pre/adolescenti
- 6. I giovani e gli adolescenti
- 7. La Caritas, luogo di animazione della carità dell’intera Comunità
- 8. Rileggere e adattare le linee pastorali espresse dalle lettere pastorali sulla vita battesimale.
Il Vescovo di Crema
al parroco don Emilio Luppo, al Consiglio Pastorale Parrocchiale, alle(ai) catechiste/i, agli animatori dell’Oratorio, ai diversi gruppi…
E’ passata solo una settimana da quando ho svolto nella vostra Comunità la visita pastorale, dal 15 al 18 aprile 2010, ed eccomi di nuovo con questo scritto per aiutarvi a rileggere nella fede l’esperienza vissuta e per invitarvi, come Pastore di questa Chiesa, a proseguire con slancio il vostro cammino di fede, perché la vostra testimonianza cristiana sia sempre più attraente, così che, vedendo le vostre buone opere, ognuno dia lode e gloria a Dio.
sempre più credente e credibile. La vostra Comunità parrocchiale è inserita in un paese in continua espansione. Assieme a coloro che risiedono da sempre a Cremosano, si sono aggiunte nuove abitazioni con famiglie, provenienti da altrove, da contesti culturali, sociali e religiosi molto differenti. Ne consegue che il paese non è più omogeneo come un tempo, e questa realtà, assieme alle difficoltà che comporta, può essere interpretata anche come una ricchezza! D’altra parte, anche coloro che frequentano la parrocchia si differenziano tra loro, spesso con notevoli diversità. Ho notato con piacere la presenza di varie coppie giovani di sposi con i loro figli, di adolescenti e di giovani, senza contare le persone più adulte. C’è chi partecipa alla vita della comunità pienamente consapevole, erede di una forte educazione cristiana, ma ce ne sono altre dalla presenza 2 saltuaria, occasionale. Ci sono persone che vorrebbero partecipare, ma sono logorate o distratte dai tanti impegni professionali, familiari e sportivi.
Anche a Cremosano ci sono, poi, i non credenti, gli agnostici, i credenti, ma non praticanti; vi sono persone che sostengono la vita dell’oratorio, senza tuttavia una frequenza alla vita sacramentale. Non mancano, poi, quelli che non trovano il tempo per stabilire relazioni stabili e significative con i membri della comunità parrocchiale. In paese ci sono credenti di altre religioni o di altri orientamenti. Tuttavia occorre non dimenticare che tra voi possono esserci persone, anche straniere, che potrebbero in un futuro avvicinarsi alla fede o ricominciare a credere! 1
Davanti a questa situazione così eterogenea, vale la pena sottolineare a noi stessi qual è il compito di una comunità parrocchiale, quali sono le mete, le priorità, i tempi e i modi, perché quanti si sentono responsabili della vita della Comunità parrocchiale concentrino lì tutta la loro attenzione. E’ venuto il momento di non disperdere le energie, impegnandosi in cose che solo apparentemente aiutano la causa del Regno.
dell’amore di Dio.
La parrocchia, prima manifestazione visibile della Chiesa sul territorio, è il luogo dove l’amore di Dio è particolarmente sperimentabile per la presenza attiva del Risorto nei suoi gesti sacramentali, come anche attraverso l‘unità fraterna dei cristiani. La domenica, giorno del Signore risorto, sia il momento centrale per la vita della Comunità cristiana; soprattutto la s.Messa della comunità deve diventare ciò che caratterizza la vita della parrocchia. La domenica è anche il giorno della fraternità e della gioia, luogo di incontro, di ricupero di relazioni familiari, fraterne, amicali. E’ il momento della carità, della accoglienza reciproca, tempo per un cordiale coinvolgimento comunitario, soprattutto per l’incontro con gli anziani e i malati nelle loro case. “Occorre favorire una maggiore conciliazione tra i tempi del lavoro e quelli dedicati alle relazioni umane e familiari, perchè l’autentico benessere non è assicurato solo da un tenore di vita dignitoso, ma anche da una buona qualità dei rapporti inter
1 “L’immigrazione si presenta quale nuovo aeropago di evangelizzazione: ne è eloquente conferma il fatto che molti di quelli che si accostano da adulti al fonte battesimale sono di origine straniera” (CEI, Nota pastorale dell’episcopato italiano dopo il 4^ convegno ecclesiale nazionale”, n.9) 3
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La parrocchia è pure l’ambiente in cui, mediante una testimonianza semplice, ma continuata, di tanti cristiani, si può narrare, dentro la vita ordinaria, l’amore di Dio, che in Gesù Cristo, si è fatto visibile umanamente, dentro la storia. Invito i membri del Consiglio pastorale, le catechiste e gli animatori dell’Oratorio e del volontariato a riflettere appassionatamente con il parroco a partire da questa immagine di Chiesa che ho appena delineato. La lettura degli “Atti degli Apostoli”, particolarmente adatta a questo tempo pasquale, confermerà questa immagine di Chiesa, fondata sull’ascolto assiduo della Parola di Dio, sulla preghiera comune, sulla Eucarestia e gli altri Sacramenti e sull’amore fraterno, che si fa condivisione, comunione di vita e di beni, sostegno e consolazione nelle difficoltà, accoglienza reciproca, perdono dato e ricevuto, ecc.
Aderendo a queste convinzioni, si possono intravvedere i cammini, non solo individuali , ma anche comunitari, per diventare come comunità segno di comunione, attraverso relazioni umane significative e riconciliate. 3
Da qui deve nascere, soprattutto nelle persone che frequentano stabilmente la parrocchia, un desiderio vivo di conversione, nella certezza che esse sono le prime ad essere bisognose di evangelizzazione, primi testimoni entusiasti di un nuovo stile di vita, frutto del Risorto tra noi. La testimonianza offerta farà scaturire presso chi osserva dall’esterno salutari domande, che porteranno alcuni, in tempi diversi, ad avvicinarsi e a chiedere “ragione della vostra fede”. Questo “progetto di Chiesa” può sembrare a prima vista molto impegnativo o solamente ideale, ma solo confrontandovi con esso, anche se non pienamente raggiunto, potrete distinguere le scelte pastorali essenziali da quelle che invece sono secondarie, ciò che è solo un mezzo da ciò che veramente è il fine, lo scopo della vita ecclesiale, senza il pericolo di “aver corso invano!”. Sperimenterete di essere un comunità significativa, generata dalla fede in Dio e dalla testimonianza della carità sincera. A conferma di quanto ho esposto, riporto un testo di papa Benedetto XVI, ove indica la vera urgenza per il nostro tempo: oggi abbiamo urgente bisogno di battezzati che, dentro le situazioni ordinarie, sappiano parlare di Dio, testimoniarlo
2 CEI, Nota pastorale dell’episcopato italiano dopo il 4^ Convegno ecclesiale nazionale, n.12 3 “Lo stile di comunione che si sperimenta nella comunità costituisce un tirocinio perché lo Spirito di unità raggiunga i luoghi della vita ordinaria. Il dono della comunione che viene da Dio deve animare, soprattutto attraverso i laici cristiani, tutti i contesti dell’esistenza e contribuire a rigenerare il tessuto umano” (CEI, Nota pastorale dell’episcopato italiano dopo il 4^ Convegno ecclesiale nazionale, n.23)
4 con coraggio e umile fermezza. “Ciò che abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di lui ha oscurato l’immagine di Dio e ha aperto le porte dell’incredulità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini”.
3. Le diverse attività: occasioni propizie per una vita comunitaria fondata sulla fede e sulla carità Se è convinzione di tutti che la vita cristiana consiste nel primato di Dio e nel realizzare la vita secondo il suo progetto, allora ben vengano tutte le proposte che facilitano l’aggregazione, i momenti di fraternità, le manifestazioni sportive, ecc.. Se non finalizzate a loro stesse, le molteplici attività, quali ad esempio quelle in oratorio, sono un mezzo per generare una vita fraterna accogliente, in cui c’è spazio per tutti e dove nessuno si sente escluso. L’attenzione ai poveri, ai nuovi poveri, presenti anche sul vostro territorio, lo spirito di accoglienza nei confronti dei nuovi arrivati faciliterà ad essi di potersi progressivamente introdurre in comunità e di sentirsi a proprio agio.
Oggi le comunità cristiane sono invitate a farsi profezia di una comunione con tutti, anche con coloro che sono ai margini della comunità stessa, mediante una accoglienza incondizionata. “I cristiani sanno che il vangelo chiede di mettersi dalla parte degli ultimi, senza i quali non potrà realizzarsi una società più giusta e fraterna. Accanto all’impegno per la giustizia,…la testimonianza cristiana è costantemente chiamata a percorrere la via della carità. Essa si articola in diverse forme e mantiene uno stretto legame con l’evangelizzazione, costituisce non solo una risposta ai bisogni delle persone nella loro integrità, ma anche il segno della progressiva assimilazione della nostra vita all’amore di Cristo e la trasposizione in noi del suo stesso modo di vivere” 4 .
4 CEI, Nota pastorale…n.18 5
L’Oratorio è l’unica struttura aggregativa del paese, assiduamente frequentato da molte persone di tutte le età, anche non praticanti, con proposte diversificate per interessi. Secondo la nostra tradizione ecclesiale lombarda l’oratorio è soprattutto sede privilegiata di formazione cristiana dei ragazzi e dei giovani. E’quanto mai opportuna la formazione di educatori competenti, che diano il loro apporto per una crescita globale armonica e con un chiaro orientamento cristiano, che sappiano “far brillare davanti alla coscienza
E’ necessario che tutti coloro che frequentano l’Oratorio assumano un comportamento corretto, compreso il linguaggio e l’abbigliamento, trattandosi non di un ambiente qualunque, ma con un chiaro riferimento cristiano. Considerato anche l’apporto che il vostro Oratorio può offrire alla pastorale diocesana, è opportuno che, con l’aiuto dei diversi animatori, compresi i genitori, preparate un “progetto educativo“, che qualifichi il significato dell’Oratorio, delinei i vari percorsi secondo le età, secondo la proposta cristiana integrale.
L’oratorio è anche “casa di preghiera“ (come è suggerito dal nome stesso!!). Come vi ho già ricordato, sarebbe opportuno destinare uno spazio congruo, che richiami immediatamente alla preghiera personale e comunitaria. Ringrazio in modo particolare quanti si dedicano con grande generosità all’animazione dell’Oratorio, con una presenza assidua e con tante generose energie lì prodigate.
5. I pre/adolescenti
L’ esigua presenza di ragazzi delle scuole medie (preadolescenti) all’incontro ad essi riservato e alla stessa Eucaristia domenicale è ciò che mi ha sorpreso maggiormente e mi ha fatto pensare. Mi rimanda a un clima familiare che deve imparare a proporre ed esigere dai ragazzi ciò che è essenziale da ciò che è secondario. In occasione della mia visita pastorale desideravo incontrare tutti i ragazzi. Vista anche la programmazione dell’incontro, da lungo tempo fissata, avrebbero potuto essere sospesi anche gli impegni sportivi!
5 CEI, Nota pastorale… n.20 6 Urge un costante rapporto con i genitori e la presenza di catechisti ed educatori che sappiano valorizzare l’apporto dei ragazzi, parlare il loro linguaggio, consigliarli nella ricerca della verità, sostenerli nelle loro difficoltà e dimostrare loro quanto sia prezioso vivere come amici di Gesù. E’importante che i ragazzi scoprano la loro comunità di fede come il luogo più adatto per una vera esperienza di maturazione, senza che essi limitino la loro frequenza in oratorio per soli appuntamenti sportivi. “La formazione, a partire dalla famiglia, deve essere in grado di dare
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Invito a promuovere senza indugio e a sostenere con impegno la nascita e lo sviluppo del gruppo di ragazzi che aderiscono all’Azione Cattolica Ragazzi. In attesa che costoro, poi, crescendo, entrino nei successivi passaggi previsti dall’Associazione. La sintonia con il gruppo diocesano di AC faciliterà un immediato dialogo con le altre forze vive operanti in diocesi, evitando così di limitarsi al solo ambiente parrocchiale.
6. I giovani e gli adolescenti
Ho apprezzato il tentativo di interessare tanti giovani all’incontro con il vescovo (happy hour nel pomeriggio di sabato), anche quelli che sono ai margini e che abitualmente non frequentano la parrocchia. E’ stato predisposto un incontro, ampiamente diffuso, che ha cercato di coinvolgere, anche con linguaggi tipici, i giovani del paese e di presentarmi diverse esperienze formative compiute da alcuni di loro. Rispetto anche coloro che, dopo un primo saluto, non si sono sentiti di entrare nella chiesina per il momento di dialogo e di confronto. Si è trattato di un momento molto coinvolgente, durato almeno due ore! Ho avuto modo di conoscere anche alcuni giovani che frequentano l’oratorio e che non avevo mai incontrato in precedenza, in occasione di incontri diocesani!
Credo nella positività delle diverse esperienze educative, a condizione che esse possano essere rilette e adattate all’esistenza quotidiana e non
6 CEI, Nota pastorale… n.17, la sfida educativa 7 siano considerate nella loro straordinarietà, perché non adattabili alla vita di tutti i giorni.
E’importante anche aiutare i giovani a maturare una personale sintesi della fede, mostrando loro pure la ragionevolezza del credere, tema tanto caro oggi nella nostra società. “L’obiettivo di fondo resta quello di un nuovo incontro tra la fede e la ragione, così che i credenti possano mostrare a tutti che la vita cristiana è possibile, oggi, è ragionevole, è realizzabile” 7
Al di là di momenti di preghiera comunitaria in certe occasioni particolari, è necessario avviare i giovani a una costante esperienza di preghiera quotidiana, alla celebrazione regolare del sacramento della Riconciliazione individuale, alla direzione spirituale, alle diverse attività di volontariato, nell‘esercizio attivo della carità, non ultimo la presenza come educatori in oratorio e nei gruppi di AC. Ricordo poi ai giovani che la “prova del nove” per la positività della loro esperienza cristiana sarà confermata dalla decisione di qualcuno di loro a donarsi a Cristo e ai fratelli nella via del sacerdozio. L’ultimo sacerdote di Cremosano è don Isacco Dognini, ordinato nel lontano 1957.
Assieme alla presenza sul territorio della benemerita Associazione di volontariato AUSER, sarà bene che anche la vostra parrocchia costituisca la CARITAS, che propriamente non gestisce attività, ma aiuta tutti i membri della comunità a responsabilizzarsi sul compito della carità nei confronti delle diverse tipologie di persone che oggi richiedono un particolare aiuto o assistenza. Attorno alla Caritas potranno nascere dei servizi particolari, quali ad esempio un centro d’ascolto, come pure altre occasioni di volontariato, adatte a tutte le età.
8. Rileggere e adattare le linee pastorali espresse dalle lettere pastorali sulla vita battesimale.
Alla luce di quanto vi ho espresso, concludo queste mie osservazioni con l’invito a riprendere i testi delle lettere pastorali che ho inviato negli scorsi anni sul tema del Battesimo, ma che sottendono globalmente il grande tema dell’evangelizzazione, il vero e grande punto di interesse della Chiesa oggi.
7 CEI, Nota pastorale… n.13 8 Scorrendo le diverse lettere vi accorgerete che esse sollecitano tra l’altro a una ripresa sistematica della catechesi per adulti, alla formazione di catechisti pre-battesimali, invitano a formare animatori laici che possono aiutare chi vorrebbe ritornare a credere, pur non frequentando ancora la parrocchia. Nelle lettere pastorali a più riprese viene proposto di prendere in seria considerazione la possibilità di lavorare in rete con le altre parrocchie limitrofe, di collaborare alla formazione di una mentalità nuova, che prepara i laici a gestire le “unità pastorali”. Sono già in atto, nella vostra zona pastorale, alcuni tentativi di una pastorale più “integrata”; vi invito perciò a proseguire sulla strada delineata.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, la Comunione dello Spirito Santo, sia sempre con voi, fratelli e sorelle, amati dal Signore! + Oscar Cantoni, vescovo Crema, residenza vescovile 24 aprile 2010 Download 55.54 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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