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- BREVE STORIA DELLARCHIVIO
- I INTERVENTO CRITERI ARCHIVISTICI
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COMUNE DI DIGNANO INVENTARIO DELL’ARCHIVIO STORICO E DI DEPOSITO Riordino eseguito dalla dott.ssa Anna Maria Toneatto, 1997 Inventario rivisto, corretto e aggiornato da Guarnerio soc. coop., 2010 a cura di GUARNERIO Soc. Coop. – UDINE 2 3 PREMESSA (a cura della dott.ssa Toneatto) Dignano, con le sue frazioni di Bonzicco, Carpacco e Vidulis, è un piccolo centro agricolo dall'area pedemontana Centro‐orientale della provincia di Udine. Le prime notizie di Dignano risalgono al 5 giugno 875. ENGAN è il suo nome antico, poi fu chiamato ENGANIO, IGNANO, ed infine DIGNANO. Anticamente Engan era situato sulla sponda sinistra dell'alveo del Tagliamento, ma gli abitanti, temendo che col tempo potessero crescere le acque del fiume e distruggere il loro paese, cominciarono, intorno all'XI‐XII sec. , a costruire un nuovo insediamento abitativo nella campagna limitrofa. Con l'avvento dei feudatari il territorio di Dignano e della sua Pieve divenne feudo del Conte Palatino Kaccellino Kaccellone, Maggiordomo dell'Imperatore Federico II. Costui, con il testamento del 1072, cedette tutti i suoi beni allodiali, compreso il territorio di Dignano, al cugino Federico, Patriarca di Aquileia, per l'istituzione di un convento di Benedettini a Moggio. Così la Pieve di Dignano, comprendente le ville di Ignano, Nogaredo di Corno, Baracetto, Flaibano, Carpacco, Vidulis, Bonzicco, Cooz e Villotta, passò sotto la giurisdizione civile, militare, e religiosa dell'Abbazia di Moggio. Nel 1773 furono soppresse tutte le Abbazie e nel 1777 il dominio fu concesso alle persone acquirenti dei beni venduti all'incanto, ed in particolare alle famiglie Leoni e Magili. Nel XV sec. Il territorio subì le incursioni dei Turchi che distrussero quasi completamente il centro di Dignano e le sue ville nei dintorni. In seguito nella seconda metà del XVI sec. La peste fece strage anche in questi luoghi come in tutto il Friuli. In epoca moderna la storia di Dignano e del suo comprensorio sottostette alle vicende della Repubblica di Venezia fino alla caduta della Serenissima. Nel 1797 la Repubblica Cisalpina pose termine al dominio veneto, e probabilmente a quest'epoca possiamo far risalire la data di costituzione del Comune di Dignano 1 . Durante la successiva dominazione austriaca l'ente amministrativo assunse un riconoscimento ufficiale, in quanto comparve nei prospetti del compartimento territoriale delle Province Venete del 1816, come Comune appartenente al Distretto Territoriale di S.Daniele (II Distretto Territoriale della Provincia del Friuli), con le località di Bonzicco, Carpacco, Coseanetto, Coseano, Maseriis e Vidulis. Nei successivi prospetti Territoriali del 1822, il Comune di Dignano mantenne come proprie località solo le attuali frazioni di Bonzicco, Carpacco e Vidulis, e venne classificato come comune di III classe con Consiglio Comunale, ma senza ufficio proprio 2 , e 1 Non sono stati rintracciati elementi utili per stabilire con certezza la data di costituzione del comune, giacché l'archivio storico comunale risulta disperso durante la I Guerra Mondiale. Dal "Libro Storico" esistente presso l'ufficio Parrocchiale di Dignano si recava la seguente notizia: "1772 ‐ Allargamento della Chiesa di S. Sebastiano ‐ Fu fatto procuratore il Comune di Dignano ..." 2 Veniva denominato Comune di III classe senza ufficio proprio, l'ente comunale che usufruiva del servizio di un Agente comunale nominato dal Consiglio, con il compito di seguire gli affari del Comune e farne resoconto al Commissario Distrettuale, e incaricato di assistere e sorvegliare le attività amministrative dei Comuni del distretto di competenza. 4 rimase tale sino all'Unificazione, nel 1866, con il Regno d'Italia, quando assunse l'attuale configurazione amministrativa. 5 NOTA BIBLIOGRAFICA (a cura della dott.ssa Toneatto) Coll. Leggi e regolamenti pubblicati dall'I.R. Governo delle Province Venete, Venezia 1816, vol. III Coll. Leggi e regolamenti delle Province Venete, Venezia 1822, vol. X F. DI MANZANO, Annali del Friuli, Udine 1858‐1866 Enciclopedia monografica del Friuli‐Venezia Giulia, vol. I, parte II G. FRAU, Dizionario toponomastico del Friuli‐Venezia Giulia, Udine 1978 P.S. LEICHT, Breve storia del Friuli, Udine 1922 G.C. MENIS, Storia del Friuli, Udine 1969 P. PASCHINI, Storia del Friuli, Udine 1954 L. VALVASONE (di Maniago), Invasione die Turchi in Friuli, cronaca inedita di Jacopo Valvasone di Maniago, storico del secolo XVI, Udine 1860 6 BREVE STORIA DELL'ARCHIVIO (a cura della dott.ssa Toneatto) L'archivio del Comune di Dignano è costituito da documenti relativi prevalentemente al XX secolo ed in particolare posteriori al secondo dopoguerra. Si segnala comunque la presenza di alcuni registri ed incartamenti risalenti allo scorso secolo, ed in particolare dei registri del periodo della dominazione austriaca: Catasto dei Livelli dal 1850 e Ruoli della popolazione dal 1851, con dati anagrafici dal 1768. Troviamo poi documenti post‐unitari come i Ruoli Matricolari per i nati dal 1875, i Repertori dei contratti comunali dal 1888, e concessioni cimiteriali dal 1895. I registri dello Stato Civile sono regolarmente presenti dal 1871, anche se è opportuno ricordare che da tale data al 1918 compreso, essi sono in copia 3 , perché asportati e distrutti insieme a quasi tutto il materiale dell'archivio durante il corso della I Guerra Mondiale 4 . Si ricorda l'esistenza di un elenco sommario del materiale d'archivio compilato nel 1935 5 , che riferisce della presenza di atti e registri tuttora conservati, ma anche di materiale andato disperso o distrutto come gli atti amministrativi del 1919, i registri di Protocollo e scolastici, e il materiale del censimento della popolazione del 1921 e del 1931. Da una dichiarazione del Commissario Prefettizio dell'8.10.1945 6 apprendiamo appunto che gli atti del periodo anteriore alla II Guerra Mondiale sono andati distrutti nel corso degli ultimi eventi bellici. Nel 1962 si è provveduto alla compilazione di un inventario 7 del materiale d'archivio, redatto in seguito alla richiesta formulata nel 1961 dalla Sovrintendenza Archivistica, dal quale si è potuto verificare una completa rispondenza con il materiale tuttora conservato, tranne che per i registri di Protocollo, arbitrariamente eliminati fino al volume del 1969. 3 I registri dello Stato Civile mancati furono ricostruiti in base al R.D. n. 1159, 13.5.1923. 4 Si è reperita la testimonianza di questa distruzione da una dichiarazione contenuta in un registro del Catasto del 1924 (busta n. C. II. 6), confermata poi da una relazione di servizio del Commissario Prefettizio del 5.5.1944 (busta n. B. 19). 5 L’elenco sommario è parte integrante dell'Inventario dei Beni Mobili di Uso Pubblico del 1935 (busta n. G. I. 4). 6 La dichiarazione rilasciata dal Commissario Prefettizio è in risposta ad un'indagine di rilevamento della Sovrintendenza Archivistica per le Venezie, dei danni bellici subiti dagli archivi (busta n. B. 21). 7 Busta n. 7 I INTERVENTO CRITERI ARCHIVISTICI (a cura della dott.ssa Toneatto) Il materiale archivistico del Comune di Dignano, in seguito all'operazione di riordinamento, è stato trasferito dalla vecchia sede municipale a quella nuova, trovando la propria collocazione definitiva al primo piano dell'edificio, nel locale adibito ad archivio di deposito. Le condizioni climatiche del locale sono da ritenersi idonee, trattandosi di edificio recentemente ristrutturato, e conseguentemente isolato in maniera adeguata onde evitare forti escursioni termiche e presenza di umidità, che potrebbero comprometter la buona conservazione delle carte. I cartolari sono stati sistemati su scaffalature nuove disposte parallelamente, con uno sfruttamento razionale dello spazio, e che permettono una consultazione agevole del materiale. I criteri di ordinamento e inventariazione dell'archivio comunale hanno tenuto presenti due direttive principali: Rilevazione di tutto il materiale presente, con descrizione sommaria su schede provvisorie Riorganizzazione del materiale stesso avvenuta nel rispetto della precedente fisionomia dell'archivio, eccetto che per alcune buste, smembrate e ricomposte, tenendo presenti le vigenti normative archivistiche comunali. Più precisamente si è operata una suddivisione per materia, secondo il titolo di competenza, all'interno di ogni singola serie è stato seguito l'ordinamento cronologico. Trattandosi di un archivio formato da materiale moderno e ad incremento continuo, è apparsa più idonea la compilazione di un inventario con numerazione a serie aperta, che costituisce un valido strumento di consultazione ed inserimento dei nuovi documenti in forma continuativa e coordinata. 8 II INTERVENTO RELAZIONE (a cura di GUARNERIO soc. coop.) L'archivio del comune di Dignano è stato interessato da un primo intervento di riordino intorno alla seconda metà degli anni '80, conclusosi con la stesura di un inventario cartaceo comprensivo degli atti prodotti fino al 1987. Un secondo intervento ha portato all'aggiornamento dell'archivio di deposito fino al 1997 circa, utilizzando le serie principali individuate e inserendo il relativo materiale sugli scaffali o, per mancanza di spazio, sulla sommità dei palchetti. Il presente intervento di schedatura, scarto e riordino ha interessato le quasi 1300 unità archivistiche prodotte sino al 31/12/2006; nello scarto è stata coinvolta anche la parte di archivio precedentemente ordinata. Svolgimento del lavoro Lo svolgimento dei lavori ha previsto due fasi preliminari consistite in: 1) controllo della corretta corrispondenza e completezza dei dati presenti nell’inventario elettronico in formato MS Access 97 rispetto alla versione cartacea dattiloscritta redatta dalla dott.ssa Toneatto: in seguito al riversamento dell’inventario dattiloscritto su Ms Access a cura di operatori non archivistici si rendeva necessario il controllo dei dati inseriti e la modifica della struttura del database per facilitare la ricerca (es.: unione del campo descrizione e note, inserimento del campo categoria) per renderlo più coerente con l’inventario originale 2) controllo dell’aderenza tra le schede descrittive e le rispettive unità archivistiche in quanto erano stati segnalati problemi di reperimento di alcuni pezzi. E’ risultato che: • in alcuni casi lo stesso numero di corda era stato assegnato a due o più unità archivistiche distinte senza segnalare nell’inventario la consistenza delle unità a cui il numero faceva riferimento 8 . • in alcuni casi non è stato possibile reperire buste o registri inventariati e si è provveduto o inserire nel campo Nota la dicitura “Manca a scaffale”. A queste sono poi seguite: schedatura, scarto, riordino, etichettatura. Schedatura La schedatura ha riguardato la parte di documentazione prodotta dal 1997 al 2006 oltre ad un nucleo consistente riconducibile all’Ufficio Tecnico e probabilmente tralasciato nelle precedenti schedature. A questo nucleo si sono aggiunte circa 200 unità archivistiche relative alle ricostruzioni avvenute a seguito del terremoto del 1976. Sono state prese in esame tutte le unità archivistiche (buste, registri e fascicoli) e ne è stata fatta una descrizione recante i dati essenziali per l’identificazione del pezzo: n° di corda, categoria, descrizione (contenuto dell’unità archivistica), estremi cronologici, definizione archivistica (registro, busta o fascicolo), eventuali note ad integrazione o complemento della descrizione. Per consentire l’inserimento di tali informazioni ogni unità archivistica è stata visionata internamente, è stata verificata l’effettiva corrispondenza tra l’oggetto rilevato e la descrizione sul dorso e l’ordine dei 8 E’ il caso, ad esempio, dei numeri di corda C.V.6 - 10 e N.IV.11. 9 documenti all’interno della stessa. Ad ogni unità archivistica è stato poi apposto un numero progressivo provvisorio. Tale attività ha permesso di ricostruire il nesso archivistico tra i documenti, di identificare le diverse serie e di numerare provvisoriamente i singoli pezzi nella loro posizione fisica al fine di avere un preciso quadro della situazione dell’archivio nello stato in cui si è trovato. Il lavoro di schedatura è stato effettuato in formato elettronico utilizzando un software di gestione dati compatibile con MSAccess. Scarto La selezione, basata sul Massimario di Scarto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e approvata prima con determinazione del responsabile del servizio e poi con nulla osta della Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia, ha permesso l’eliminazione di circa il 16% della documentazione. Vista la scarsità di spazi e data l’impossibilità di reperire a breve termine un locale idoneo alla conservazione, con l’approvazione dell’Ente è stato effettuato lo scarto dei mandati di pagamento e delle reversali d’incasso originali fino al 1999, come previsto dal nuovo massimario 9 . La redazione dell’elenco di scarto è stata preceduta dallo spoglio delle unità archivistiche interessate, che non ha rilevato la presenza di documentazione destinata alla conservazione. Riordino Con l’ausilio delle schede di descrizione è stato possibile procedere con un riordino “virtuale” dell’archivio che ha permesso di ristabilire i nessi logici tra i documenti. Il riordino è stato eseguito basandosi su quello svolto in precedenza ed ha comportato il mantenimento delle serie e della numerazione precedentemente adottata. L’aderenza al riordino iniziale ha tuttavia implicato alcune problematiche derivate dalla opinabilità di alcune scelte, e in particolare: 1) la successione di serie e sottoserie all'interno delle categorie talvolta non corrisponde a quella per classi prevista dal titolario di classificazione Astengo; 2) all'interno delle serie è stato spesso privilegiato un ordinamento di tipo cronologico piuttosto che per omogeneità di affare, cosicché alcuni gruppi di sottoserie risultano spezzati, o addirittura, anche se più raramente, collocati in diverse categorie. Queste imprecisioni interessano in particolare il secondo intervento di riordino. Per mantenere l’aderenza alla struttura già formata dell'archivio, nei casi in cui atti della stessa natura hanno trovato posto in serie o categorie diverse, si è preferito tenere come punto di riferimento la scheda inventariale più recente e collocare in coda a quella le nuove acquisizioni 3) alcuni archivi aggregati non sono stati considerati tali (es.: ONMI, Giudice Conciliatore) e inseriti all’interno delle categorie. Dal momento che una revisione in toto dei criteri di riordino avrebbe richiesto una modifica degli accordi contrattuali presi con l’Ente committente e avrebbe costretto ad una etichettatura ex‐novo del materiale già inventariato, si è cercato di accordare nel migliore dei modi possibile le nuove acquisizioni con le schedature già presenti eventualmente integrando le serie esistenti con altre di nuove. Questa metodologia ha richiesto talvolta di operare scelte critiche su alcune collocazione inventariale: 1) Serie Deliberazioni ‐ Lettera A: oltre alle deliberazioni di Giunta Municipale e Consiglio comunale, gli indici e le copie delle deliberazioni con allegati sono state aggiunte le determinazioni dei responsabili e delle liquidazioni di spesa 9 http://www.archivi.beniculturali.it/SAMI/Piano%20di%20classificazione%20comuni.htm 10 2) Serie fascicoli separati (cat. I) ‐ Lettera C: gli atti relativi al Personale si trovano parte in cat. I, parte in cat. V: in particolare, a differenza di quelli precedenti, i Modelli 770 fino al 1993 sono stati inseriti nella serie del Personale di cat. I mente quelli dal 1994 in poi sono stati inseriti in 5 a10 . Con in aderenza ai criteri sopra descritti, i successivi Modelli 770, CUD, etc.. sono stati collocati di seguito operando di fatto una separazione tra le competenze amministrative (fascicoli personali, stipendi, concorsi) da quelle economico‐gestionali del comune (versamenti a favore dei dipendenti da parte del comune – INPDAP, IRPEF, IRAP, INAIL, Cessione del quinto ecc.). 3) Serie fascicoli separati (cat. II) ‐ Lettera D: presenta le serie dedicate a ONMI ed ex‐ENAOLI, mentre la documentazione relativa all'ECA risulta correttamente trattata come archivio aggregato (lettera U). Le nuove unità archivistiche del Servizio Assistenza Domiciliare (SAD), che costituiscono un nucleo riconoscibile, sono state accodate a quelle già inventariate nonostante queste siano purtroppo ordinate cronologicamente rispetto alla complessità degli atti della II categoria. 4) Serie fascicoli separati (cat. V) ‐ Lettera G: contiene la documentazione relativa alla categoria V, con l'eccezione dei registri contabili e di tutti gli allegati, che trovano posto alla lettera S. Oltre agli atti relativi al personale dipendente di cui si è sopra accennato, all'interno della categoria si trovano i Contratti, che diversamente il Titolario di classificazione colloca in cat. I, e, relativamente alla serie Inventari e beni del comune, alcune Concessioni cimiteriali, che peraltro trovano posto anche in X e dove si è stabilito di collocare le rimanenti in quanto cronologicamente le più recenti. La documentazione relativa al Catasto trova posto sia in Categoria V (G. II), oltre che in X 11 , dove trovano posto anche i piani di riordino fondiario (N. XXI). La classe G. XIII (miscellanea) è ordinata cronologicamente, cosicché il nucleo relativo alla SOCOF (Sovrimposta Comunale sui Fabbricati) – che a rigore dovrebbe rientrare nelle classi precedenti dedicate alle Imposte Comunali ‐ e all’IVA risulta disgregato; in coda è inoltre collocato il gruppo di documenti relativo al Personale (Denunce dei redditi, CUD, versamenti IRAP, IRPEF, Cessioni del quinto). 5) Serie fascicoli separati (cat. VII) ‐ Lettera I: come nel caso dell’ONMI, all'interno è collocata la serie riferita al Giudice Conciliatore. 6) Serie fascicoli separati (cat. X) – Lettera N: le serie dedicate all’edilizia pubblica (strade, fognature, ambulatori, impianti sportivi, cimiteri, altri edifici comunali, N. I ‐ N. X) sono al loro interno ordinate cronologicamente 12 ; l’attuale riordino è stato eseguito sulla base dello stesso principio. Successivamente ai documenti dedicati all’acquedotto, in N. XII. bis erano state collocate tre buste riguardanti le discariche abusive e la realizzazione di aree ecologiche per cui si è stabilito di far seguire la documentazione relativa all'Ufficio Ambiente. In N. XIII trova posto la parte relativa ai Consorzi, la cui documentazione peraltro è sparsa tra le categorie a seconda del settore di competenza; di seguito, emerse nella fase di più recente schedatura, sono state collocate le buste relative al Consorzio Collinare del Friuli che trattano della tutela delle acque dall’inquinamento. I Piani regolatori si trovavano collocati parte in N. XV parte in N. XXI (miscellanea); dal momento che la serie N. XV è ordinata per data, è risultato di fatto impraticabile un riordino per serie. La documentazione relativa all'area PIP è stata tuttavia mantenuta compatta a discapito della datazione. Le pratiche di concessione edilizia (N. XIX) precedono una miscellanea relativa all’edilizia privata che si conclude con le Autorizzazioni edilizie; le nuove unità archivistiche sono state collocate di seguito insieme alle DIA e ai Certificati di destinazione urbanistica (N. XX). Segue un altro tronco di miscellanea (N. XXI) all’interno della quale trova posto materiale tra il più disparato: planimetrie fondiarie, piani particolareggiati, varianti al piano regolatore, pratiche relative ad abusi edilizi eccetera. Da evidenziare che le carte relative agli impianti telefonici sono collocati sia in N. XX. bis. che in N. XXII. 10 Si vedano i numeri di corda G.XIII.03, G.XIII.13 e G.XIII.14. 11 Cfr. specialmente G. II.10 e N. XX.01. 12 Il Verde attrezzato è collocato in N. IV; tuttavia un’unica busta presenta numero di corda N. X.19. 11 In coda alla categoria, preceduta dalle determinazioni, dalle richieste di contributo e dal carteggio relativo all’Ufficio Tecnico, è stato inserito il materiale riservato al Terremoto (N. XXIV). Le buste contengono in successione i fascicoli personali con le pratiche per il recupero degli edifici colpiti dal sisma e gli interventi pubblici, ordinati alfabeticamente; i rendiconti; le domande di contributo; le assunzioni di personale; il carteggio. 7) Serie fascicoli separati (cat. 5) ‐ Lettera S: all’interno trovano posto i registri contabili con i relativi allegati; da segnalare che i mandati di pagamento e le reversali d’incasso precedono il resto della documentazione. I giornali e le verifiche di cassa erano stati ordinati cronologicamente assegnando in alcuni casi un unico numero di corda a due unità distinte: il giornale di cassa e i quadri di svolgimento dei capitoli del bilancio. A partire dal 1993 questi ultimi si presentano rilegati in forma di registro; in fase di riordino sono stati accodati ai giornali di cassa. Etichettatura Come richiesto dall’amministrazione, l’etichettatura ha interessato anche la parte d’archivio già sottoposta a riordino, dove è stata applicata un’etichetta recante una breve descrizione del contenuto delle buste; il dorso infatti risultava interamente coperto da una banda bianca recante unicamente l’indicazione del numero di corda. Nel caso in cui tale rivestimento fosse stato usato anche per i registri, soltanto laddove la larghezza del dorso lo permetteva è stata applicata anche l’etichetta descrittiva. Nella parte di archivio trattata ex novo è stata invece applicata una piccola etichetta riportante il numero di corda sull’estremità inferiore dei dorsi o sul piatto interno dei registri al fine di non coprire eventuali dorsi parlanti; stesso trattamento è stato riservato alle serie più consistenti di registri non etichettati nelle fasi precedenti (Registri dei verbali di deliberazione, Contratti, Registri di stato civile). Il numero di corda risulta composto da una lettera alfabetica indicante la categoria, un numero romano per le serie, e infine un numero progressivo ad identificare la singola unità archivistica 13 . L’inserimento delle nuove acquisizioni ha comportato un’ulteriore ramificazione della numerazione già esistente attraverso l’utilizzo di numeri arabi preceduti da barra “/” 14 . Download 5.06 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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