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riconoscendone come «sopravvivenze» sul terreno «i tratti di strada campestre sterrata che seguono il dosso» 216 . Analogamente, sull’altra riva del fiume correva la cosiddetta via di “Destra Tagliamento”, di età romana, proveniente da Concordia 217
. L’attestazione dignanese è avvalorata da altre testimonianze documentarie coeve, relative al passaggio della via Portogruaro-Gemona attraverso località poste a sud del territorio considerato: S. Odorico e Turrida 218
. Il tracciato di quella che è conosciuta anche come “via d’Alemania” viene così descritto in un documento del 1538: Portogruaro, Cordovado, Biauzzo, Turrida, Dignano, San Daniele, Ponte Ledra,
214 Friulano “crupignâr”. Dizionario etimologico storico friulano, II, Udine 1987, sub voce; e C. C. D ESINAN , Agricoltura e vita rurale nella toponomastica del Friuli-Venezia Giulia. Prima parte , Pordenone 1982, p. 247. Cfr. anche doc. 14, 1238: campo nel luogo detto «del Clupignar», presso la strada. 215
La questione è assai complessa e da lungo tempo dibattuta. Secondo gli storici la strada Crescentia avrebbe costeggiato il Tagliamento fino a Ragogna, dove avrebbe incrociato il tracciato di un’altra strada, di epoca protostorica, proveniente dalla destra del fiume, nota perché citata da Venanzio Fortunato. Lodovico Quarina parla di “via Germanica” proveniente da Concordia e diretta, correndo sulla destra Tagliamento, ad Osoppo-Gemona dove si sarebbe ricongiunta con la strada di Aquileia, mentre un’altra strada, denominata “via del Tagliamento”, saliva da Codroipo verso Osoppo passando per Flaibano e San Daniele: L. Q UARINA , Le vie romane del Friuli, Udine 1970, p. 28-30; F. P RENC
, Viabilità e centuriazioni nella pianura aquileiese, in Cammina, cammina... Dalla via dell’ambra alla via della fede , a cura di S. B LASON S
, Gruppo archeologico aquileiese 2000, p. 43-58: p. 49; T. C IVIDINI
-P.
M AGGI ,
, Tavagnacco 2004, p. 28-30; T. C IVIDINI
, Le testimonianze archeologiche , in Rivis e dintorni. Per una storia della comunità e del suo territorio, Rivis 2007, p. 19-63: La viabilità, p. 29-32. 216 M. P. M
UZZIOLI ,
P.
M AGGI ,
C.
M AGRINI , Il territorio di Coseano, Flaibano, Dignano in epoca romana: M. P. M UZZIOLI ,
, in Terra di castellieri, a cura di A. B IANCHETTI , Tolmezzo 2004, p. 89-90. La studiosa poi aggiunge: «Una serie di piccoli centri a distanze fra loro cadenzate (da sud a nord S. Odorico, Bonzicco, Dignano, Vidulis) su quella linea gravitanti ne indica infatti la persistente importanza topografica». 217
E. M IAN
, La viabilità romana nel territorio di sinistra Tagliamento, in Cammina, cammina..., p. 75-80. 218
Escomio da un campo in S. Odorico «vocato il campo Pangart subtus cortinam iuxta viam tendentem ad Portum Gruarii». ASU, NA, b. 2149 (Giovanni Battista Tiritelli), “Instrumenta sub anno Domini 1558”, c. 130r, 1558 agosto 17. Compravendite di un bearzo con muri diroccati a Turrida, confinante a meridione con la piazza e a occidente con la «viam publicam Portum Gruarium et Glemonam» e di una casa nello stesso luogo, confinante a oriente «viam publicam tendentem Portum Gruarium et Glemonam». ASU, NA, b. 2150 (Zaccaria Tiritelli), “Liber primus”, cc. 4v-5r e 15v-16r, 1579 febbraio 24 e agosto 12. Si noti come la strada passasse attraverso il centro degli abitati. 74 Gemona 219 . È suggestivo pensare che anche Cesare di Anselmo, il tedesco che il destino portò a morire a Dignano nel 1547, fosse un mercante di passaggio diretto al Nord, oppure, all’opposto, verso il Mediterraneo (doc. 158; cfr. supra). Nello stesso documento 227 appare inoltre l’odonimo fortemente suggestivo «viam de Chiacil», strada con la quale confinava, verso nord, un campo denominato «là del Pivador», sempre a Dignano; verso mezzogiorno il campo confinava con la «viam de Cooz tendetem ad prata». “Chiacil” è una variante del nome tedesco Katzil, Katzilin, documentato dall’XI secolo, e il pensiero corre subito al conte Cacellino, che avrebbe donato molti dei suoi beni, tra cui il villaggio di Dignano, in vista della fondazione dell’abbazia di Moggio. Dallo stesso antroponimo si è formato il nome di un altro villaggio friulano: Villacaccia, oggi frazione del comune di Lestizza. Le antiche attestazioni suonano infatti “Villa Cazil”, “Villa Cacilini” e, in tedesco, “Katzlinsdorf” che ne è l’esatta traduzione (dorf = villaggio); in documenti più tardi abbiamo “Villa Chiazil”. Il nome attuale si è affermato all’inizio del XVIII secolo per etimologia popolare 220
. Le descrizioni degli immobili lasciati in legato così come le confinazioni sono naturalmente dense di nomi di luogo, ghiotte informazioni per gli studiosi di toponomastica, che potranno accedervi sia tramite i regesti e i relativi indici, sia consultando direttamente gli originali. Informazioni tanto più preziose perché, da una breve indagine effettuata sul posto e sui sommarioni che corredano le mappe catastali, molti nomi risultano ormai caduti in disuso. Numerosi documenti contengono cenni a beni di proprietà comunale 221
, distribuiti tra il “Basso” e i campi aperti a est dell’abitato: i mulini presi a livello nel 1360 e posti sulla roggia confinavano con pascoli comunali e con il saletto (doc. 37), mentre nel 1368 Fuscut da Bonzicco lasciò alla chiesa di S. Giorgio un prato ubicato fra le comugne di Dignano e i prati di Cooz (doc. 39). Oltre allo sfruttamento diretto, le comunità traevano beneficio da questi terreni in termini monetari, ad esempio mettendo all’asta il fieno. In caso di necessità il ricavato poteva essere
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Il documento, proveniente dall’archivio De Concina, è riportato in R. T OSORATTI
, S. Giovanni di Gerusalemme. Chiesa e ospizio in S. Tomaso di Majano , Majano 1999, p. 30. L’autore segnala anche un ponte citato dal 1194 che oltrepassando il torrente Corno serviva ai carradori per imboccare la “strade di Puart”: ibidem, p. 18. 220
G. F RAU
, Dizionario toponomastico del Friuli-Venezia Giulia. Primo repertorio organico di nomi di luoghi della regione, [Udine 1978], p. 123; A. d I P
, Saggio di un glossario geografico friulano dal VI al XIII secolo del conte Antonino di Prampero. Ristampa con correzioni, aggiunte, bibliografia ed indice generale dei toponimi , a cura di G. F RAU , Tavagnacco 2001, voce Villa Cacilini ; C. C. D ESINAN , Escursioni fra i nomi di luogo del Friuli, Udine 2002, p. 352-353; F. F INCO , Nomi di luogo e appunti sul friulano , in Lestizza. Storia di un borgo rurale, a cura di M. E. P ALUMBO , Lestizza 2008, p. 169-177: p. 172-174. 221 Sulle proprietà collettive e gli usi civici esiste un’ampia bibliografia. Segnaliamo qui alcuni tra i numerosi studi: F. B IANCO
, I paesaggi del Friuli. Economia e società rurale nella cartografia storica, Udine 1997; S. B ARBACETTO , “Tanto del ricco
, Tolmezzo 2000; A. B IANCHETTI , Ville friulane e beni comunali in età veneta, Udine 2004; e i recentissimi S. B ARBACETTO , «La più gelosa delle
, Venezia 2008; F. B IANCO -L.
R ONCADIN , L’immagine del territorio. Società e paesaggi del Friuli nei disegni e nella cartografia storica (secoli XVI-XIX) , Udine 2008. 75 devoluto alla chiesa: così fece nel 1650 il comune di Dignano, donando l’intero prezzo di lire 77 e soldi 12 alla chiesa di S. Pietro per l’acquisto di arredi liturgici (un baldacchino, un calice e una pianeta festiva), precedentemente derubati (doc. 327). Nel 1715 il comune di Vidulis diede in affitto a un privato due appezzamenti di terreno comunale situati nel luogo detto «le mità in Selva», stabilendo che l’affitto, composto di una quarta e due quartaroli di frumento e due polli «buoni e grassi», andasse versato alla chiesa di S. Michele (doc. 608). Per favorire la ricostruzione e l’ampliamento di S. Sebastiano il comune di Dignano cedette in legato due appezzamenti situati fra Dignano e Bonzicco, entrambi nel “Basso”, presso la roggia: il primo, piuttosto ampio, a prato; il secondo adibito a pascolo (doc. 660-661, 1723). Entrambi erano destinati a essere dissodati e resi produttivi, a spese del comune, perché poi il ricavato fosse devoluto a vantaggio di S. Sebastiano. Da questo atto veniamo a sapere che nei primi decenni del Settecento esistevano beni comunali ancora indivisi tra le due comunità di Dignano e Bonzicco: infatti mentre il primo appezzamento risultava da una divisione già fatta tra i due comproprietari in data imprecisata, il secondo, il cui toponimo suonava “Ortali” 222
, confinava con altri beni goduti in unione («resto del comunale possesso promiscuamente dai comuni») e, verso occidente, con un precedente alveo della roggia («roia vecchia»).
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Altrove “Ortali del commun”: doc. 579, 1708. Download 0.9 Mb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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