Interpretazione e riflessione parrocchiale in cremosano
Download 50.07 Kb. Pdf ko'rish
|
ASSEMBLEA ECCLESIALE 2011
Premessa
Nel tentativo di fare proprio l’impegno di contribuire con la propria disponibilità alla riflessione sul- la “Assemblea Ecclesiale”, la Parrocchia di Cremosano attraverso il proprio Consiglio Pastorale esprime il proprio stato d’animo con la prospettiva di sostenere il cammino della chiesa e condivi- derne le preoccupazioni insite nell’attuale momento storico e locale.
Considerando la consistenza dei credenti nella nostra Parrocchia, non vi è alcun dubbio che tutti, forse nella totalità siamo accomunati nell’aver ricevuto il sacramento del Battesimo, e si potrebbe dire altrettanto per il sacramento della Santa Comunione e della Cresima, da questo punto di vista la comunità è da ritenersi per tradizione: “ Cristiana”. Nella realtà la nostra gente pur avendo una radi- ce cristiana è dedita sempre più, in numero crescente ad escludere dalla propria vita la Chiesa e con esso le pratiche proprie dei credenti: la Santa Messa, la confessione e quindi l’Eucarestia. Tuttavia è dovere di chi opera nella pastorale riconoscere chiunque senza esclusioni, come fratello nella fede, consapevoli che si è credibili con la testimonianza e la perseveranza nel servizio alla par- rocchia e alla Chiesa.
Le prospettive evidenziano sempre di più l’impossibilità dei Pastori ( assenza di vocazioni ) a gesti- re la Pastorale ne consegue una chiara richiesta di aiuto rivolta ai laici in modo particolare ai mem- bri dei consigli pastorali coinvolti in prima linea nel sostenere tutte le attività sia organizzative che formative, necessarie a rendere operosa la propria Parrocchia. A noi laici è richiesto di essere testimoni / esecutori di indicazioni provenienti dalla Chiesa e riprese dal nostro Vescovo, le ripetute sollecitazioni a generare una nuova mentalità ci devono spronare ad abbandonare schemi che ci arroccano spesso nelle nostre posizioni e che nei migliore dei casi pro- ducono documenti o assemblee disattese o partecipate da soli addetti ai lavori: sono situazioni che si ripetono, gli incontri producono commissioni che producono documenti e che rimangono tali in mano agli specialisti o ai promotori, senza mai raggiungere la comunità. Che senso dare che ad un incontro organizzato dalla Parrocchia per trattare i problemi dell’educazione: su dieci genitori di al- trettanti bambini in preparazione alla prima comunione tutti hanno disertato l’invito del Parroco, pa- rallelamente una mamma “ non praticante “ chiede per il proprio figlio il battesimo e alla richiesta di garanzie del sacerdote risponde: per mio figlio non solo il Battesimo ma molto di più per non negar- gli Dio.
Gli stessi operatori di pastorale hanno il proprio vissuto con impegno gravoso nella famiglia e nella professione, difficilmente riescono ad assolvere con adeguata attenzione alle seppur legittime esor- tazioni provenienti dalla Chiesa o dalla Diocesi, si ha la sensazione che la vita comunitaria vada ar- ricchita di gesti semplici che esprimano testimonianza e coerenza, trasmettendo a chiunque una cos- cienza di vera appartenenza alla chiesa e a Cristo che l’ha voluta.
IL CAMMINO FORMATIVO DEL CREDENTE ( gesti semplici e testimonianza ). La Liturgia: la celebrazione della Santa Messa costituisce il centro di tutta la vita cristiana: è il luo- go dove noi credenti arricchiamo la nostra coscienza partecipando all’eucarestia e assorbendo paro- le semplici e principi che condizionano ogni nostro respiro di vissuto quotidiano. Dopo la celebrazi- one Eucaristica e l’ascolto della parola, la maggior presenza che il credente può esprimere è la sua partecipazione a dimostrazione che lo Spirito Santo ha operato in lui. Chi ne è consapevole e pos- siede energie le offra con determinazione affinché i fratelli presenti per tradizione o relegati in fon-
do alla Chiesa ho addirittura appostati dietro le colonne ne assorbano l’entusiasmo e non abbiano la sensazione di una celebrazione improvvisata dove i gli animatori si sono organizzati all’ultimo mi- nuto. Per dare senso di partecipazione convinta e profonda forse bastano pochi ingredienti. Proposte: costituire il gruppo lettori
“ il gruppo chierichetti
“ il gruppo per gli addobbi e gli arredi
il gruppo dei cerimonieri
“ il gruppo animazione dei canti
il gruppo della preghiera e del Rosario.
“ il gruppo della pulizie della Chiesa e degli ambienti Parrocchiali. Ogni gruppo si riconosca attraverso un cammino di formazione come sostegno alla cristianità della Comunità.
La Famiglia: le nostre comunità hanno tutte i segni evidenti di ciò che sta accadendo in Italia e nel mondo: la crisi nella coppia, le separazioni, l’aborto, il proliferare di schemi diseducativi che man- dano allo sbaraglio gli adolescenti: a 15 anni bisogna avere il fidanzato e soprattutto bisogna aver vissuto esperienze sessuali. Un altro luogo comune che ci vede uniti nelle prospettive è che ci stia- mo avvicinando sempre di più all’eutanasia, pur propensi a sostenere con impegno le difficoltà di un famigliare solo, malato e anziano, anziché trasmettere questo “ impegno cristiano “ ai nostri figli siamo protesi a dimostrare che queste difficoltà non ci appartengono e che quando si è ammalati e sofferenti ci pensino le istituzioni o addirittura nei casi più gravi si stacchi la spina. La Chiesa è consapevole della gravità della situazione, e lo sono anche i pastori e gli operatori di pastorale, in questo senso dovremmo forse inventarci che in una celebrazione dedicata ad accogliere le “ nuove famiglie” vengano presentate e abbracciate da tutta la comunità facendole oggetto di preghiera e di augurio per un futuro di felicità. In tutte le nostre Parrocchie almeno una volta all’anno viene rea- lizzata la festa della famiglia con il rinnovo delle promesse del matrimonio, in queste funzioni si ha la sensazione di una partecipazione ricca di buoni sentimenti e di fede profonda chi vi partecipa si riscopre “famiglia consacrata in Dio”. Un’altra funzione che dovrebbe essere più comunitaria, è la celebrazione del battesimo: sia manifesto il calore a la testimonianza della comunità in un mome- nto di grande apertura a Gesù, anche da famiglie lontane dalla Chiesa. Proposte:Utilizzare il momento della messa per parlare di:
Testimonianze di esperienze di vissuto “cristiano” in famiglia “
di centro aiuto per la vita ( contro l’aborto )
“ di famiglie impegnate nel sostegno nella malattia.
“
di famiglie che hanno fatto un percorso di adozione. Inoltre fare: celebrazioni in cui viene presentata la nuova famiglia alla comunità.
Celebrazioni del Battesimo non come funzione privata ma comunitaria.
L’iniziazione Cristiana: condividendo che il percorso tradizionale di iniziazione cristiana è insuffi- ciente e avendo consapevolezza di un quasi fallimento di iniziative “ nuove “ tipo i centri di ascolto: la nostra comunità ha vissuto questa esperienza inizialmente con entusiasmo e partecipazione per poi andare ad affievolirsi fino quasi a spegnersi. È doveroso guardare i fatti è constatare che volen- do comunicare con la comunità tutta o a settori non vi sono molte strade, perlomeno quelle che ci sono comportano risposte non rappresentative, dopo il cammino dovuto per la preparazione alla cre- sima: assolta spesso con spirito non formativo ma come una festa tradizionale, le opportunità sono legate alla catechesi o per gli adulti ad appuntamenti legati all’amministrazione del sacramento del battesimo o del matrimonio. Gli operatori di pastorale dovrebbero interrogarsi se la risposta è defi- nire un percorso con riunioni, corsi o formazione di gruppi dove la partecipazione è relativa sola- mente agli organizzatori ed eventualmente a qualcuno ( pochi ) non rappresentativi numericamente della comunità. Volendo andare più a fondo nel discorso, un cristiano impegnato deve prendere consapevolezza di contribuire alla formazione dei propri fratelli con la testimonianza: gli incontri di
formazione siano per addetti ai lavori con l’obbiettivo di dimostrare entusiasmo e perseveranza per operare nel nome del Signore. In tal senso la Santa Messa è sempre una platea numerosa di conve- nuti convinti e spontanei: chi viene alla casa del Signore per libera scelta è recettivo nel cogliere i messaggi del Vangelo, si propone che con una durata media di una Santa Messa festiva di 40 minuti vi sia prima della benedizione finale un momento di 10 – 15 minuti gestito dai laici con il proposito di esprimere testimonianza o meglio “le istruzioni per l’uso del Vangelo nella vita”.
I Giovani: chi ha un figlio giovane o adolescente è consapevole di quanto tutto fuori dalla porta di casa è tendenzialmente ostile, si sono formati nella scuola e nel passatempo, dei modelli tutt’altro che cristiani, si ha la sensazione che anche nelle cose più elementari i genitori siano assenti, o forse senza voce in capitolo. I giovani riconosco molto la testimonianza e il buon esempio, più di qualsi- asi altra cosa, i genitori hanno delle grosse responsabilità soprattutto quando non incoraggiano la frequenza della Santa Messa a favore di altre attività. Noi adulti dovremmo con il dovuto tatto pro- porre esperienze forti di preghiera, impegno nel sociale e nella sofferenza, al fine di aiutare le cos- cienze a riconoscere come buone le virtù dell’insegnamento cristiano.
Formare i Formatori: la funzione in Diocesi dove il Vescovo da mandato a membri dei consigli pa- storali è di forte sollecitazione interiore, riteniamo che in ogni parrocchia vi sia un mandato con Sa- nta Messa dedicata per ciascun settore pastorale e che in essa vi sia il mandato ai laici con il calore affettivo e la preghiera di tutta la comunità, che deve essere consapevole che persone di buona vo- lontà si adoperano in sostegno alla fede.
LA COLLABORAZIONE PASTORALE
La Corresponsabilità: il consiglio pastorale ha il dovere di definire nel proprio calendario una serie di iniziative tendenti ha fortificare le ragioni del proprio ministero di operatori di pastorale, stando attenti di scegliere il modo e il momento: il vissuto esprime fatica a corrispondere tutte le sollecita- zioni e comunque c’è sicuramente un modo per far crescere il senso di donazione gratuita alla chie- sa in quanto popolo di Dio.
La Collaborazione tra Diocesi e Parrocchie: anche in questo senso le energie inteso come tempo e spazio sono poche molti di noi hanno consapevolezza di quanto siano significative e formanti le ini- ziative della Diocesi: tutti i settori dovrebbero imporsi di partecipare almeno ad un incontro di spe- cifico settore. Inoltre tutte le esortazioni del Vescovo dovrebbero giungere alla comunità nei mo- menti di maggior aggregazione.
La Collaborazione zonale: è sempre difficile esprimere opinioni ed energie al di fuori della propria realtà parrocchiale, si ha la sensazione che qualsiasi affermazione sottintenda ipocrisia causa la con- sapevolezza di non avere tempo per sostenere iniziative. Forse sarebbe opportuno che in ogni par- rocchia vi siano figure pastorali che dedicano il loro impegno solo nella zona con l’obbiettivo di ar- ricchirle con le informazioni delle “esperienze pastorali “ adottate nelle varie comunità.
Le unità Pastorali: è un argomento molto delicato sicuramente le comunità non hanno ancora con- sapevolezza della situazione e le assemblee ecclesiali hanno lo scopo di smuovere e sollecitare l’im- pegno dei laici, in generale tutti abbiamo i nostri tempi, è necessario che i Pastori prendano per ma- no i laici più recettivi per condurli nella giusta direzione, chiusure di dialogo, incomunicabilità pre- se di posizione severe non rispettose dell’impegni altrui produrrebbero cattivo esempio e un risul- tato opposto a quello auspicato.
IL VOLTO MISSIONARIO DELLE NOSTRE PARROCCHIE
Sono diverse le circostanze in cui la parrocchia può manifestare una maggiore attenzione missionaria, tra le sue varie realtà ricordiamo la struttura dell’oratorio come luogo di annuncio e di condivisione del “Vangelo”. Lì dove i giovani cercano momenti di svago e di sport può e deve esserci l’occasione per avvicinarli ad un discorso di Fede con l’ascolto e il dialogo. Poi ricordiamo la visita alle famiglie per la benedizione delle case che si fa annualmente; tra le mura domestiche il sacerdote incontra le persone con le loro difficoltà, i loro problemi, le loro paure…è un’occasione favorevole per annunciare la gioia di essere cristiani e di trovare pace e serenità nel vivere come famiglia cristiana. Una terza circostanza può essere la visita ai malati e ai sofferenti. In ultimo pensiamo al giornalino parrocchiale che nel nostro paese arriva in tutte le case…come strumento di annuncio aiuta a rendere partecipe ciascuno delle attività parrocchiali (e non solo). Per quanto riguarda la famiglia dobbiamo constatare la necessità che i genitori diventino i protagonisti nel cammino di fede dei propri figli; il loro coinvolgimento deve essere pensato non solo come soggetti passivi di un percorso di formazione ma soggetti attivi del cammino di fede. Di conseguenza si chiede non solo maggior partecipazione ai vari momenti pensati per loro (catechesi parrocchiali e diocesane) ma essere loro stessi educatori nelle proprie case percorrendo strade da condividere con i catechisti della parrocchia; maggior disponibilità e presenza per attività caritative e non solo…. Altro confronto costruttivo può essere fatto con le coppie separate che non si devono sentire esclusi dalla parrocchia né tantomeno discriminati... a tal proposito si potrebbero aprire momenti di dialogo e di confronto in forma privata con il parroco che si prende a cuore tali situazioni. Per i giovani il discorso di missionarietà non è semplice. La parrocchia deve dare una proposta valida alle nuove generazioni affinché attraverso l’incontro e il confronto si cresca nella consapevolezza che solo Cristo realizza i veri desideri e trova risposte profonde e vere alle domande della propria esistenza. Innanzitutto bisogna creare percorsi di catechesi validi e ben curati (i catechisti non vanno improvvisati ma formati !); coinvolgere molto i genitori in questo ambito; proporre diversi momenti di aggregazione dove far crescere tra di loro una sana amicizia; più campiscuola, più incontri con realtà significative che esistono nelle nostre vicinanze (case di accoglienza, comunità per le dipendenze…),maggior confronto con persone grandi nell’animo e concrete nella carità… la cosa importante è che vedano con i loro occhi adulti, capaci di trasmettere l’amore che loro stessi hanno ricevuto da Dio; c’è molto più bisogno di testimoni che di predicatori! A livello diocesano e zonale sono diverse le iniziative pensate per i giovani…nella nostra parrocchia sì è migliorati molto nella partecipazione a tali eventi c’è però la consapevolezza che spesso queste stesse iniziative stimolino poco interesse e siano poco coinvolgenti: bisogna migliorare la qualità delle proposte (incontri non solo nelle chiese ma in luoghi comuni frequentati dai giovani, animazione più curata, più presenza di testimonianze forti di vita concreta.) In ultimo considerando i “lontani” , quelli che insomma non si ritengono credenti o credenti in altre religioni….ci vuole maggior confronto e meno paura di affrontare i grossi temi della vita…ognuno matura una propria concezione dell’esistenza e di Dio…la Fede cristiana ha molte cose da dire su questo; non dobbiamo aver paura a cogliere occasioni seppur quotidiane o insolite per aprire un discorso su temi così importanti! Download 50.07 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
ma'muriyatiga murojaat qiling