Lezione del 11 novembre 2010


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Sana07.07.2017
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Le repubbliche marinare sono importanti non solo per la storia della navigazione e del commercio: nei loro porti non arrivano solo preziose merci altrimenti introvabili in Europa, ma anche nuove idee artistiche e notizie su paesi lontani. Lo spirito di avventura dei navigatori di queste città è sempre stata una gloria per l'Italia, sebbene offuscata dalla rivalità commerciale che le metteva l'una contro l'altra.



Origini

  • Origini

  • La ripresa economica che si ebbe in Europa intorno all'anno mille, abbinata all'insicurezza delle vie di comunicazione interne via terra, fece sì che le principali rotte commerciali si sviluppassero lungo le coste del Mediterraneo. In questo contesto, la crescente indipendenza via via assunta da alcune città portuali le portò ad assumere un ruolo di primo piano nello scenario europeo.

  • Queste città, esposte alle incursioni dei pirati e dei corsari, soprattutto musulmani, organizzarono in modo autonomo la loro difesa, dotandosi di flotte sempre più forti da guerra, e furono in grado nei secoli X e XI di passare all'offensiva, sfruttando le rivalità tra la potenza marittima bizantina e quella islamica, con le quali vennero in competizione per il controllo del commercio con l'Asia e l'Africa e delle rotte mediterranee.



Sviluppo

  • Sviluppo

  • Sul piano istituzionale, le città formarono dei governi autonomi repubblicani, espressione del ceto mercantile che costituiva il nerbo della loro potenza. La storia delle repubbliche marinare si intreccia, infatti, sia con l'avvio dell'espansione europea verso Oriente, sia con le origini del moderno capitalismo, inteso come sistema mercantile e finanziario. I mercanti delle repubbliche marinare italiane utilizzarono monete coniate in oro, in disuso da secoli, misero a punto nuove operazioni di cambio e di contabilità. Vennero inoltre incentivati i progressi tecnologici nella navigazione, supporto fondamentale per la crescita della ricchezza mercantile.

  • Le crociate offrirono loro occasione per le proprie mire espansionistiche. Venezia, Amalfi, Ancona e Ragusa erano già impegnate nel commercio con il Levante, ma con le crociate il fenomeno si accrebbe: migliaia di italiani delle Repubbliche marinare si riversarono in Oriente, creando basi, scali e stabilimenti commerciali.



Questi centri mercantili italiani ebbero inoltre una grande influenza politica a livello locale: i mercanti italiani costituivano, infatti, nei centri dei loro affari, associazioni di carattere corporativo, dirette a ottenere dai governi stranieri privilegi giurisdizionali, fiscali e doganali, entro un preciso quadro politico; ne nacquero varie signorie personali.

  • Questi centri mercantili italiani ebbero inoltre una grande influenza politica a livello locale: i mercanti italiani costituivano, infatti, nei centri dei loro affari, associazioni di carattere corporativo, dirette a ottenere dai governi stranieri privilegi giurisdizionali, fiscali e doganali, entro un preciso quadro politico; ne nacquero varie signorie personali.



Amalfi

  • Amalfi

  • Amalfi, forse quella delle repubbliche marinare che raggiunse per prima un'importanza di primo piano, aveva sviluppato intensi scambi con Bisanzio e con l'Egitto. I mercanti amalfitani sottrassero agli Arabi il monopolio dei commerci mediterranei e fondarono nel X secolo basi mercantili nell'Italia meridionale ed in Medio Oriente.

  • Tra le testimonianze più importanti della grandezza di Amalfi, sono le Tavole amalfitane, un codice che raccoglieva le norme del diritto marittimo rimasto valido per tutto il medioevo.

  • Per lungo tempo, sulla base di un'erronea tradizione, ad Amalfi è stata attribuita l'invenzione della bussola.

  • Amalfi nel 1137 fu saccheggiata dai Pisani, in un momento in cui era indebolita da catastrofi naturali (gravi inondazioni) e dall'annessione al regno normanno. Dopo la conquista da parte dei Normanni, iniziò una rapida decadenza e venne sostituita nel suo ruolo di principale polo mercantile campano da Napoli.



Genova

  • Genova

  • Genova era risorta agli albori del X secolo, quando - dopo la distruzione della città per mano saracena - i suoi abitanti ripresero la via del mare. L'importanza della sua flotta le guadagnò il riconoscimento, da parte del sacro romano imperatore, delle rivendicazioni autonomiste in materia legislativo-consuetudinaria ed economica.

  • L'alleanza con Pisa consentì la liberazione del settore occidentale del Mediterraneo dai pirati saraceni, con la riconquista di Corsica, Sardegna, Isole Baleari e Provenza.

  • La costituzione della "Compagna Communis", riunione di tutti i consorzi commerciali della città (chiamati appunto Compagne), cui aderirono anche i nobili feudatari delle valli limitrofe e delle riviere, sancì definitivamente la nascita del governo genovese. Le fortune del comune aumentarono notevolmente grazie all'adesione alla prima crociata: la loro partecipazione procurò l'acquisizione di grandi privilegi per le comunità genovesi trasferitesi in molte località della Terra Santa.



L'apice della fortuna genovese si ebbe nel XIII secolo con la stipula del Trattato di Ninfeo (1261) con l'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, che, in cambio dell'aiuto alla riconquista bizantina di Costantinopoli, estrometteva di fatto i Veneziani dagli stretti che conducono al Mar Nero, che in breve divenne un mare genovese. Poco dopo venne definitivamente sconfitta Pisa nella battaglia della Meloria, nel 1284.

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