Nuova costruzione, solide fondamenta
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- Il convoglio con gli invitati viene spinto all’interno dello stabilimen- to SVI dalla D.341.1041, apposita
- Un versatile Locotrattore Rail Rout (LRR 227) adatto per la manovra in scali ferroviari o in depositi ferroviari, tranviari e
30 31 il nuovo impianto di Lucignano nuova costruzione, solide fondamenta S inceramente non me l’aspettavo: per “curiosità ferroviaria” avevo accettato di buon grado l’invito alla inaugurazione del nuovo stabilimento SVI di Lucignano, raccordato alla ferrovia Arezzo–Sinalunga, ma mai avrei pensato di trovarmi davanti a una realtà industriale di primo piano, un’eccellenza tutta italiana con enormi capacità di sviluppo. La SVI, la cui sede principale è a Città di Castello, è stata costituita in Umbria nel 1999 da Ivano Sambuchi e Mauro Vannoni, rispetti- vamente attuali Presidente e Amministratore Delegato, con l’obiet- tivo di porre sul mercato una società specializzata nella costruzione di mezzi d’opera ferroviari. Azienda dinamica e propositiva, con un ottimo rapporto qualità-prezzo, in poco tempo si è affermata in am- bito nazionale. Nel corso degli anni le attività hanno assunto dimen- sioni sempre crescenti, tali da suggerire l’acquisizione di un’unità pro- duttiva esterna – poi inglobata a seguito di fusione per incorporazione – per lavorazioni meccaniche e carpenteria metallica; ciò ha consentito di acquisire flessibilità produttiva e prontezza di risposta nell’esecuzio- ne delle commesse, mettendo in condizione la società di guardare al futuro con la consapevolezza di poter affrontare con le proprie risorse autonome gli elevati volumi di lavoro che il mercato lasciava intendere si sarebbero concretizzati negli anni seguenti. Nei primi anni di vita la SVI ha dunque sviluppato il proprio business in ambito nazionale, favorito da alcuni fattori positivi legati alla realizza- zione della rete dell’Alta Velocità: i lavori sulle linee ferroviarie venivano di regola affidati ad aziende ormai ingessate dopo anni di stagnazione, causa la mancanza di investimenti, che aveva prodotto un parco rotabile ormai obsoleto e carente dal punto di vista sia normativo che di funzio- nalità operativa. In questo contesto la SVI ha saputo collocarsi sul mer- cato con prodotti estremamente innovativi e performanti, a prezzi assai concorrenziali. A partire dal 2006, grazie a clienti che avevano acquistato mezzi ferroviari SVI per lavorare in Italia ma poi dirottati anche all’estero, l’orizzonte commerciale si è allargato contribuendo a far conoscere la NERI BALDI Il convoglio con gli invitati viene spinto all’interno dello stabilimen- to SVI dalla D.341.1041, apposita- mente distaccata a Lucignano; è as- sai probabile che il nuovo impianto generi in futuro un significativo traffico merci sulla Arezzo-Sinalun- ga, oggi percorsa solo da sporadi- che tradotte, oltre al ben assestato servizio viaggiatori (foto N. Baldi). Il momento clou della manifesta- zione con l’inizio dello spettacolo pirotecnico a cui hanno assistito centinaia di invitati (foto. G. Sodi). Le dimensioni del nuo- vo impianto appaiono evidenti dalla panora- mica a volo d’uccello; spicca l’ampissimo piazzale ancora in lar- ga parte da sistemare; notevoli sono le pos- sibili potenzialità di sviluppo futuro (foto. G. Sodi). L’Elfo con gli invitati sosta brevemente nel- la stazione di Arezzo Pescaiola, come al solito affollata da nu- merosi rotabili LFI in sosta; sul tronchino a sinistra è ricoverata la D. 341.1063 già pron- ta per una tradotta di carri di pietrisco, pre- vista per l’indomani sulla linea del Casenti- no (foto N. Baldi). SVI
Inaugurato in grande stile il 1° ottobre, il grande stabilimento in val di Chiana permetterà all’azienda toscana spe- cializzata nel materiale rotabile per i cantieri di lavori di espandere le sue potenzialità. 32 33 qualità dei prodotti SVI. Da qui l’acquisizione diretta di commesse un po’ in tutto il bacino del Mediterraneo, nell’area del Maghreb, nell’est europeo e anche in America Latina, a cui è sempre seguito un costante apprezzamento per i mezzi forniti: con l’esperienza acquisita sul campo, visto l’ottimo feedback che SVI stava ricevendo dai propri veicoli operan- ti nelle condizioni di esercizio più gravose, e soprattutto con la fiducia che i vari mercati stavano sempre più ricambiando nei confronti della società, è stato quasi fisiologico che SVI si sia trovata a essere un mar- cato punto di riferimento nel segmento di mercato mondiale relativo ai mezzi d’opera, fino a diventare una realtà industriale capace di produrre macchine ferroviarie per lavori sull’infrastruttura ferroviaria, gestendo tutte le varie fasi del processo produttivo, dalla progettazione al servizio assistenza post-vendita. Il successo sempre crescente ha però reso evidente l’inadeguatezza del- la sede storica e l’azienda ha cominciato a guardarsi intorno. Preso atto della tiepida accoglienza in Umbria alle richieste di poter realizzare una nuova infrastruttura collegata con la rete ferroviaria, le attenzioni si sono focalizzate su un vasto appezzamento di terreno adiacente alla stazione di Lucignano, facilmente raccordabile alla ferrovia, ma anche molto vici- no all’Autostrada del Sole: il Comune ha creduto nella sfida e si è impe- gnato alla necessaria variante urbanistica a patto che l’azienda reperisse adeguati finanziamenti – e così è stato – anche grazie al ruolo di suppor- to e assistenza offerta dalla Regione Toscana. Lo stabilimento SVI di Lucignano, nell’ambito di un progetto aziendale di sviluppo con investimenti integralmente privati per oltre 15 milioni di euro, ha già portato a 13 nuove assunzioni ed altre sono programmate in futuro, vista la dimensione del complesso e la potenzialità di crescita. La nuova struttura si sviluppa su 180 000 m 2 , con 11 000 m 2 di superficie coperta, 49 000 m 2 di piazzali, 2000 m 2 di uffici, un ampio scalo con 4200 m di binari e 5000 m 2 disponibili per ulteriori ampliamenti. Il progetto è dell’architetto Lorenzo Bruni; il materiale prefabbricato è stato in massi- ma parte fornito dalla Baraclit di Bibbiena. Sono questi i numeri con i quali si presenta il nuovo opificio, ufficialmen- te inaugurato il 1° ottobre alla presenza di diverse centinaia di persone, in parte giunte il loco con un Elfo di TFT, spinto sin dentro l’edificio prin- cipale da una D.341 appositamente distaccata in stazione, che alle prime luci dell’alba aveva spostato dentro il capannone anche il Vivalto di TFT, lì posto in esposizione giusto per far capire le potenzialità della struttu- ra. Dipendenti con le loro famiglie e politici (pochi), assieme a tecnici e funzionari esteri hanno preso parte alla kermesse conclusasi con fuochi d’artificio e un banchetto a base di specialità toscane: son sincero, face- va una certa impressione sentir parlare in lingua straniera nella massa di invitati – i più con un marcato accento aretino – che si intratteneva- no con curiosità nei pressi della mostra statica allestita nel capannone, comprendente i principali rotabili attualmente in produzione. Una volta completato (il vastissimo piazzale esterno è ancora in par- te da sistemare) il nuovo stabilimento SVI diventerà il più moderno ed attrezzato sito privato italiano per la costruzione, manutenzione e pro- va in linea per omologazione dei mezzi d’opera ferroviari, direttamene raccordato all’infrastruttura nazionale. Non solo: il lungo capannone dotato di binari passanti (alcuni realizzati a tre scartamenti, con molta lungimiranza) e collegati a monte con un ponte trasbordatore, lasciano intuire enormi potenzialità pure per l’eventuale manutenzione ciclica di rotabili, magari a treno completo, tenuto conto che la struttura è dotata anche di tornio in fossa. Dunque, la SVI si propone sul mercato internazionale come partner esperto e affidabile, capace di fornire il supporto, il know-how e la capa- cità di sviluppo delle tecnologie non solo per i mezzi d’opera, ma anche in settori connessi: alcuni rotabili pronti per la consegna con il marchio Alstom lasciano intuire quali possano essere le possibili alleanze e stra- tegie di sviluppo di un’azienda in cui mi è parso di capire che si tenda l’orecchio per sentire i suggerimenti dei dipendenti e i commenti dei clienti, più che i proclami dei politici: in bocca al lupo SVI, Sambuchi e Vannoni Imprenditori! Un versatile Locotrattore Rail Rout (LRR 227) adatto per la manovra in scali ferroviari o in depositi ferroviari, tranviari e metropolitani e per il recupero di treni guasti in linea (foto G. Sodi). Il Vivalto in esposizione con- sente di apprezzare le generose dimensioni del capannone co- perto, dotato anche di tornio in fossa (foto G. Sodi). Mezzi d’opera Alstom, commis- sionati per operare sulla cate- naria, in particolare destinati all’attrezzaggio del passante ferroviario di Londra, in corso di realizzazione (foto G. Sodi). Sotto: alcune immagini dell’inaugura- zione del grande stabilimento di Lucignano. Download 27.29 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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