Re dei Franchi Re dei Longobardi Imperatore del Sacro Romano Impero
“Frank” significa “libero”: ancora oggi questo termine ha mantenuto lo stesso significato (per es. “porto franco” - porto “libero” da dogane) “Frank” significa “libero”: ancora oggi questo termine ha mantenuto lo stesso significato (per es. “porto franco” - porto “libero” da dogane) Si impadronirono della Gallia, cacciarono i Visigoti e assoggettarono i Burgundi (Borgogna) Si convertirono al cattolicesimo Nel 496 fu battezzato il re franco Clodoveo e iniziò l’alleanza tra Francia moderna e Chiesa di Roma
Siagrio, il generale romano che, in seguito al collasso dell'Impero Romano d'Occidente (476), creò un regno tra il regno dei Visigoti e i territori dei Franchi Siagrio, il generale romano che, in seguito al collasso dell'Impero Romano d'Occidente (476), creò un regno tra il regno dei Visigoti e i territori dei Franchi Fu sconfitto nel 486 dal re franco Clodoveo
La conversione di Clodoveo al cattolicesimo mise in luce la sua posizione agli occhi del papa e facilitò l'accettazione del dominio franco da parte della popolazione e del clero locale. La conversione di Clodoveo al cattolicesimo mise in luce la sua posizione agli occhi del papa e facilitò l'accettazione del dominio franco da parte della popolazione e del clero locale. I Merovingi dividevano le terre tra i propri figli, e le frequenti divisioni, riunificazioni e ri-divisioni del territorio scatenavano spesso guerre tra le famiglie principali, generando una strutturale debolezza del potere centrale e favorendo l'ascesa, tra V e VI secolo, dell'aristocrazia.
Fra VII e VIII secolo, gli ultimi re merovingi (detti "re fannulloni") avevano ormai perduto ogni potere e il regno era governato di fatto dai potenti maestri di palazzo. Fra VII e VIII secolo, gli ultimi re merovingi (detti "re fannulloni") avevano ormai perduto ogni potere e il regno era governato di fatto dai potenti maestri di palazzo.
Nel 687, Pipino di Herstal, maestro di palazzo d'Austrasia, riunificò le regioni franche Nel 687, Pipino di Herstal, maestro di palazzo d'Austrasia, riunificò le regioni franche Suo figlio Carlo Martello fermò gli Arabi a Poitiers nel 732.
Carlo Martello, sconfisse gli Arabi nella battaglia di Poitiers, arrestando l’invasione islamica. Per la prima volta un cronista dell’epoca parla di “Europa” in anteposizione al mondo arabo Carlo Martello, sconfisse gli Arabi nella battaglia di Poitiers, arrestando l’invasione islamica. Per la prima volta un cronista dell’epoca parla di “Europa” in anteposizione al mondo arabo Gli succede il figlio Pipino il Breve
Fu nominato, dal re legittimo, maestro di Palazzo Fu nominato, dal re legittimo, maestro di Palazzo Usurpò, con un atto di violenza, il trono e si fece proclamare re, in accordo col papa Zaccaria Nacque la dinastia carolingia, chiamata così in ricordo di Carlo Martello, il vincitore di Poitiers
Per legittimare l’usurpazione, Pipino si fece consacrare dal papa Stefano II, in cambio di una promessa di intervento contro i Longobardi di Astolfo, allo scopo di scacciarli dai territori bizantini che avevano occupato. Per legittimare l’usurpazione, Pipino si fece consacrare dal papa Stefano II, in cambio di una promessa di intervento contro i Longobardi di Astolfo, allo scopo di scacciarli dai territori bizantini che avevano occupato. Attraverso l’unzione, il re diventava persona sacra e sacerdote: Pipino, “l’Unto del Signore”, è superiore a tutti gli altri sovrani della terra.
Pipino scese in Italia, sconfisse i Longobardi, ricacciandoli in Longobardia Maggiore con roccaforte Pavia. Pipino scese in Italia, sconfisse i Longobardi, ricacciandoli in Longobardia Maggiore con roccaforte Pavia. Nel 756 donò al papa tutto il territorio ex bizantino da Roma a Ravenna Le regioni donate al papa divennero il Patrimonio di San Pietro Dopo la morte di Pipino e Astolfo, Desiderio, ultimo re dei Longobardi, tenta la carta della diplomazia dando in sposa le sue figlie “Ermengarda” (nome inventato dal Manzoni nella tragedia “Adelchi”) a Carlo, e Anselperga a Carlomanno. Rimasto solo al potere dopo la morte del fratello primogenito Carlomanno, Carlo riprende la lotta contro i Longobardi, ripudiando la moglie longobarda che muore nel convento della sorella.
Desiderio, approfitta della morte di papa Stefano III per attaccare il Patrimonio di San Pietro arrivando fino a Roma. Inoltre spinge perché il nuovo papa Adriano I ungesse con l’olio santo i figli di Carlomanno per impedire a Carlo (secondogenito) di prendere il potere Desiderio, approfitta della morte di papa Stefano III per attaccare il Patrimonio di San Pietro arrivando fino a Roma. Inoltre spinge perché il nuovo papa Adriano I ungesse con l’olio santo i figli di Carlomanno per impedire a Carlo (secondogenito) di prendere il potere Carlo Magno reagì e sconfisse i Longobardi alla Chiusa di San Michele (Torino); marciò poi su Pavia conquistandola nel 774. Il 774 segnò la fine del Regno longobardo e del Ducato di Spoleto. Carlo Magno si proclamò re del Regno d’Italia
Carlo Magno decise di convertire al Cristianesimo i popoli confinanti non cristiani: Carlo Magno decise di convertire al Cristianesimo i popoli confinanti non cristiani: A Nord: i Sassoni (pagani), nelle foreste della Germania settentrionale A Ovest: gli Arabi (musulmani), in Spagna
Carlo Magno: Carlo Magno: uccise 4000 ostaggi nemici per un’imboscata ordinò le deportazioni in massa di tutta la popolazione rimasta ripopolò quelle terre con coloni franchi Fu una guerra sanguinosa che durò oltre 30 anni. Alla fine i Sassoni si convertirono e si integrarono nel Regno carolingio
La lotta contro gli Arabi non portò a vittorie decisive, ma rafforzò i confini con la creazione della Marca spagnola (una striscia di confine in mano ai franchi) La lotta contro gli Arabi non portò a vittorie decisive, ma rafforzò i confini con la creazione della Marca spagnola (una striscia di confine in mano ai franchi) La guerra divenne famosa per l’agguato di Roncisvalle durante il quale morì il paladino Orlando I paladini divennero i protagonisti di poemi famosi in lingua volgare francese, le “Chansons de geste”
Gli Avari scomparvero come popolo Gli Avari scomparvero come popolo Durante gli scontri, Carlo Magno trovò un tesoro accumulato da Attila che gli Avari avevano custodito Questo tesoro fu diviso tra il re e i nobili franchi; il gesto legò più strettamente Carlo Magno ai suoi guerrieri e al clero cattolico
Grazie alle continue vittorie, nell’800 Carlo Magno divenne il re del più grande regno dell’Europa occidentale Grazie alle continue vittorie, nell’800 Carlo Magno divenne il re del più grande regno dell’Europa occidentale Il giorno di Natale, papa Leone III lo nominò Imperatore del Sacro Romano Impero. Il potere imperiale da questo momento dovrà essere sempre legittimato dal Papa. L‘Imperatore e il Papa, con questo gesto, vollero sminuire il prestigio dell’imperatore bizantino, che almeno formalmente, dai tempi di Giustiniano, possedeva anche l’Occidente. Tra l’altro in quel momento sul trono c’era una donna, Irene che aveva fatto accecare il suo stesso figlio, coreggente, per governare da sola e per questo non godeva di grande prestigio fra l’opinione pubblica. Irene tentò anche di concludere un matrimonio con Carlo, progetto che poi naufragò
Il governo centrale è costituito dal palatium, con sede ad Aquisgrana, ma la sua corte di chierici e cavalieri è itinerante Il governo centrale è costituito dal palatium, con sede ad Aquisgrana, ma la sua corte di chierici e cavalieri è itinerante L’organismo politico più importante è la cancelleria che era retta da un chierico che compilava gli atti legislativi, curava gli archivi di Stato e i rapporti col clero. Il conte palatino, amministrava la giustizia in assenza dell’Imperatore Il camerario amministrava il tesoro imperiale e le entrate fiscali Carlo emanava leggi dette capitolari (perché divise in capitoli)
I territori franchi non erano omogenei: erano, infatti, frazionati in un centinaio di territori più piccoli che non obbedivano direttamente all’imperatore, ma ciascuno al proprio signore I territori franchi non erano omogenei: erano, infatti, frazionati in un centinaio di territori più piccoli che non obbedivano direttamente all’imperatore, ma ciascuno al proprio signore
La famiglia franca dipendeva da un capofamiglia, il signore, che aveva un potere di carattere sacro chiamato “mundio”. La famiglia franca dipendeva da un capofamiglia, il signore, che aveva un potere di carattere sacro chiamato “mundio”. Tutti gli altri, compresi i figli maschi, erano i suoi servi (vassalli).
I vassalli crescendo diventavano cavalieri attraverso una cerimonia chiamata investitura che si svolgeva in tre fasi: I vassalli crescendo diventavano cavalieri attraverso una cerimonia chiamata investitura che si svolgeva in tre fasi: La prova: il re appoggiava una spada sulla spalla del vassallo L’omaggio: il vassallo metteva le mani giunte in quelle del re e si faceva “uomo di un altro uomo” Il bacio: il re prometteva al vassallo la sua eterna protezione. Chi contravveniva a questo patto si macchiava di fellonìa ed era detto fellone
Il signore era indispensabile ai vassalli, ma i vassalli erano indispensabili al signore perché insieme formavano un’unità di combattimento il cui obiettivo era la guerra oppure la razzìa Il signore era indispensabile ai vassalli, ma i vassalli erano indispensabili al signore perché insieme formavano un’unità di combattimento il cui obiettivo era la guerra oppure la razzìa La guerra si combatteva contro un nemico armato, la razzìa era una spedizione contro popolazioni inermi, quasi sempre contadine, ma lo scopo era lo stesso: entrambe miravano non tanto alla conquista di un territorio quanto a portarsi a casa un buon bottino, da cui dipendeva il prestigio del capofamiglia I vassalli dovevano obbedire al signore che, per tenerli legati a sé, era costretto a coprirli di doni: armi, stoffe, oggetti d’oro, schiavi…
I Franchi regolavano le loro questioni richiamandosi alle antichissime consuetudini della Legge salica, la quale non faceva neppure cenno alle prerogative di un re: riusciva a comandare solo chi aveva molti amici, era un grande guerriero e progettava campagne militari contro territori dove c’era molto da razziare. Il suo potere dipendeva dal suo prestigio. I Franchi regolavano le loro questioni richiamandosi alle antichissime consuetudini della Legge salica, la quale non faceva neppure cenno alle prerogative di un re: riusciva a comandare solo chi aveva molti amici, era un grande guerriero e progettava campagne militari contro territori dove c’era molto da razziare. Il suo potere dipendeva dal suo prestigio.
Il furto era ritenuto più grave dell’omicidio; infatti il derubato poteva subito vendicarsi uccidendo il ladro, i cui parenti avrebbero poi risposto con un’altra uccisione. Il furto era ritenuto più grave dell’omicidio; infatti il derubato poteva subito vendicarsi uccidendo il ladro, i cui parenti avrebbero poi risposto con un’altra uccisione. Questo modo di agire era una vera e propria piaga sociale, perché il fondamento del diritto non era la legge, ma la faida che faceva strage di guerrieri e indeboliva la consistenza stessa degli eserciti.
La ferrea organizzazione familiare della società fornì a Carlo Magno lo spunto per dare all’Impero una sua originale organizzazione politica. La ferrea organizzazione familiare della società fornì a Carlo Magno lo spunto per dare all’Impero una sua originale organizzazione politica. Carlo Magno: si proclamò “sacro” entrava in possesso del ”mundio” nominò ogni capofamiglia suo “vassallo” consacrò questo legame con l’investitura che aveva lo scopo di trasformare anche l’Impero in una grande “famiglia combattente” concedeva un “dono” ad ogni vassallo che consisteva in un vasto territorio che i Franchi chiamavano “feudo”: per questo motivo l’organizzazione politica carolingia è stata definita dagli storici contemporanei feudalesimo. Il vassallo: si impegnava a obbedire alla chiamata alle armi dell’imperatore forniva all’Imperatore una squadra di cavalieri (da 10 a 50) proporzionata alla potenza della sua famiglia e, quindi, alla vastità del suo feudo poteva investire di un feudo uno dei suoi guerrieri, che diventava valvassore
Per proteggere il sistema feudale e per rendere i nobili più deboli e più fedeli al re, Carlo Magno decise che: Per proteggere il sistema feudale e per rendere i nobili più deboli e più fedeli al re, Carlo Magno decise che: i feudi non potevano passare di padre in figlio perchè erano affidati dall’imperatore in “custodia”e rinnovati solo ai meritevoli. La piramide feudale del potere garantì stabilità al suo regno
Le chiese e i monasteri erano spesso oggetto di lasciti di terreni o donazioni; in questo modo si erano formati vasti latifondi ecclesiastici. I sovrani corolingi cercarono di tutelare questo patrimonio. Per questo monasteri, abbazie e vescovadi ottennero “immunità” (privilegi) che li esoneravano dal pagamento delle tasse e dall’alienazione dei loro beni. Inoltre tali istituzioni potevano godere della protezione da parte dei feudatari dei feudi più vicini. Nelle terre in suo possesso anche la Chiesa aveva le sue rendite, ma non doveva nulla a Carlo. Le chiese e i monasteri erano spesso oggetto di lasciti di terreni o donazioni; in questo modo si erano formati vasti latifondi ecclesiastici. I sovrani corolingi cercarono di tutelare questo patrimonio. Per questo monasteri, abbazie e vescovadi ottennero “immunità” (privilegi) che li esoneravano dal pagamento delle tasse e dall’alienazione dei loro beni. Inoltre tali istituzioni potevano godere della protezione da parte dei feudatari dei feudi più vicini. Nelle terre in suo possesso anche la Chiesa aveva le sue rendite, ma non doveva nulla a Carlo.
Carlo Magno si dedicò anche ad un’accurata riorganizzazione economica della parte agricola dei feudi dando vita alla cosiddetta: Carlo Magno si dedicò anche ad un’accurata riorganizzazione economica della parte agricola dei feudi dando vita alla cosiddetta: corte o azienda agricola, la parte produttiva del feudo che era alla base della signoria rurale (sistema curtense); i contadini producevano tutti i beni necessari a nutrire il signore e i guerrieri La corte si divideva in 2 parti: il dominico, la parte a gestione diretta del feudatario che si avvaleva del lavoro dei servi della gleba i mansi, i campi esterni al dominico su cui il signore esercitava una gestione indiretta affidandoli ai massari (contadini liberi) in cambio di un affitto costituito da prodotti agricoli e di altri obblighi onerosi: la corvée e i diritti di banno
La corvée consisteva in 3 giorni a settimana da dedicare al signore nel dominico La corvée consisteva in 3 giorni a settimana da dedicare al signore nel dominico La corvée era l’obbligo più odiato perché sottraeva il massaro al proprio campo nella stagione in cui ce n’era maggiore bisogno.
I diritti di banno (dal germanico ban = signoria assoluta) rendevano il signore padrone assoluto delle sue terre e di tutto ciò che esse contenevano, uomini compresi. I diritti di banno (dal germanico ban = signoria assoluta) rendevano il signore padrone assoluto delle sue terre e di tutto ciò che esse contenevano, uomini compresi. I massari dovevano pagare al signore una tassa se volevano utilizzare il forno, il mulino o il frantoio Il signore aveva diritto alla taglia: poteva recarsi nella fattoria da lui affittata al massaro e requisire ciò che preferiva (grano, vino, un maiale e persino un figlio o una figlia)
Vuol dire consumare unicamente ciò che si riesce a produrre da soli. Vuol dire consumare unicamente ciò che si riesce a produrre da soli. Sostituisce l’economia basata sugli scambi quando, per qualche motivo, si interrompono i commerci. Il sistema curtense fornì un lavoro a costo zero che consentì all’economia dell’autoconsumo di sopravvivere per ben cinque secoli.
Carlo Magno, re analfabeta, costruì chiese, edifici ed incoraggiò le scuole dei monasteri Carlo Magno, re analfabeta, costruì chiese, edifici ed incoraggiò le scuole dei monasteri Tra le sue opere più meritorie vi fu quella di imporre l’adozione di una calligrafia chiara, rapida e uguale per tutti, la cosiddetta “minuscola carolina” che permise finalmente a chiunque di leggere i testi manoscritti, prima spesso incomprensibili.
La Scuola palatina o Schola palatina di Aquisgrana fu fondata da Carlo Magno nel 742 . Già vi erano scuole episcopali e parrocchiali nelle città e scuole monastiche presso i monasteri. Tuttavia l’insegnamento non aveva basi sicure, perché allora solo in Inghilterra esisteva un centro di studi che si valeva di una lunga tradizione scolastica. La Scuola palatina o Schola palatina di Aquisgrana fu fondata da Carlo Magno nel 742 . Già vi erano scuole episcopali e parrocchiali nelle città e scuole monastiche presso i monasteri. Tuttavia l’insegnamento non aveva basi sicure, perché allora solo in Inghilterra esisteva un centro di studi che si valeva di una lunga tradizione scolastica. Per effettuare il suo piano di riforma, Carlo Magno fece venire presso di sé, dall' Inghilterra, Alcuino di York. Consigliato da lui, emanò i capitolari circa l’organizzazione delle scuole ed elaborò un programma di studio che si diffuse in tutte le scuole, episcopali e claustrali, e rimase invariato per tutto il Medio Evo, Il programma comprendeva le sette arti liberali, distinte in «trivio» (grammatica, retorica, dialettica) e in «quadrivio» (aritmetica, geometria, astronomia, musica), a cui poi si aggiunse la medicina. Completava la cultura nelle scuole superiori lo studio della teologia. Sotto la direzione di Alcuino, fu costituito un centro di studi nel palazzo stesso dell’imperatore ad Aquisgrana: la scuola palatina o scuola di palazzo, appunto. Accanto ad essa esisteva una piccola accademia, dove il latino classico era la lingua preferita. L’imperatore vi chiamava studiosi, letterati, uomini di cultura da ogni paese. Ben presto queste istituzioni divennero un cenacolo di intellettuali provenienti da ogni parte dell'impero carolingio. Ad Alcuino si aggiusero, Eginardo e Paolo Diacono.
814: Muore Carlo Magno, gli succede il figlio: 814: Muore Carlo Magno, gli succede il figlio:
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