Studio di fattibilità per la fusione dei Comuni di
Download 391.11 Kb. Pdf ko'rish
|
- Bu sahifa navigatsiya:
- 5. ORGANIZZAZIONE COMUNALE
- 7. INCERTEZZA SUI SERVIZI EROGATI : Nel progetto manca un lista netta di chi fa cosa e dove . Quali collegamenti tra il centro e la periferia.
- 8. DESTINAZIONE DELLE MAGGIORI RISORSE
- Il Modello di Governance territoriale.
- La sede del Comune
- L’organizzazione delle municipalità
4. RAPPRESENTANZA POLITICA : SE OGNI EX COMUNE FUSO IN CIVITANOVA POLESINE PRESENTASSE UNA LISTA CIVICA CITTADINA DISTINTA PER EX COMUNE, POTREMMO AVERE 6 LISTE TERRITORIALMENTE DISTINTE. POICHE' LA POPOLAZIONE E' SOTTO 15.000 ABITANTI VINCEREBBE LA LISTA DEL COMUNE CHE HA PIU' VOTANTI . (COSTA ED ARQUA'). Quindi i discorsi sull'omogeneità territoriale e sulla uguale ponderazione elettorale presentano spunti di riflessione e di contraddizione. Questa ipotesi (6 liste, una per ciascun ex comune) è un’ipotesi poco realistica. Le elezioni amministrative, sia pur predisposte per liste civiche, si organizzeranno per aree di appartenenza politico/culturale, in quanto, l’eventuale nascita di Civitanova Polesine obbligherà le forze sociali e politiche ad organizzarsi sul nuovo livello comunale. Tutte le liste dovranno fare lo sforzo di includere rappresentanti delle varie municipalità perché diversamente si correrebbe il rischio di avvantaggiare la lista concorrente. L’osservazione non risulta condivisibile. 5. ORGANIZZAZIONE COMUNALE : i comuni di ARQUA' e di Costa presentano una realtà organizzativa più complessa rispetto a Villanova del Ghebbo. Inoltre i comuni partecipano in Società di capitale, proprietarie dei terreni e fabbricati delle rispettive zone industriali. L'organizzazione di tali realtà necessita oggi e necessiterà domani di maggiori fondi rispetto alle altre piccole realtà comunali. In previsione di futuri sviluppi e di nuova pianificiazione territoriale AGEVOLATA , CHI CERCHERA' DI TRARNE MAGGIORI BENEFICI . Mi spiego gli Ex Comuni con partecipazione in società IMMOBILIARI (i cui attivi sono "artificialmente ancorati al costo storico) dovranno risolvere il ritorno dei loro investimenti "pubblici" e solo successivamente vorranno condividere tali vantaggi con altre comunità. Le organizzazioni comunali dei sei comuni sono molto simili, sia in termini dimensionali che organizzativi. Le partecipazioni societarie apporteranno del capitale aggiuntivo non appena si sarà superata l’attuale congiuntura economica. I vantaggi derivanti dalle partecipazioni societarie saranno decisi dall’amministrazione che amministrerà Civitanova Polesine, senza vincoli alcuni. Il PATI ha già disciplinato le perequazioni urbanistiche. Quanto osservato è già stato oggetto di valutazione nello studio di fattibilità. Si ritiene, pertanto, che dette considerazioni non comportino una sua modifica. 6. RISPARMI EFFETTIVI AL NETTO DEI TRASFERIMENTI INCERTI Mi sembrano che i risparmi possano essere conseguiti anche con una Unione. I risparmi che sono stati quantificati non possono essere conseguiti con una Unione se non in piccolissima parte. L’osservazione non risulta condivisibile. 7. INCERTEZZA SUI SERVIZI EROGATI : Nel progetto manca un lista netta di chi fa cosa e dove. Quali collegamenti tra il centro e la periferia. Manca l'indicazione esatta cosa farà l'ex municipio di Villanova del Ghebbo o Costa. Inoltre i territori mancano di un collegamento ferroviario e urbano. CHI E' SENZA MEZZO DI LOCOMOZIONE QUANTE CORSE AVRA' AL GIORNO PER RECARSI PRESSO IL NUOVO MUNICIPIO se il servizio non è presente presso la sede dell'ex municipio. Il progetto prevede che il personale attualmente in essere sia riorganizzato in un modo simile ai comuni aventi le medesime dimensioni (ipotesi di benchmarking). Presso il municipio di Villanova del Ghebbo sarà dislocato uno sportello multi servizio e un servizio “specialistico” di tutta Civitanova Polesine. L’osservazione non risulta condivisibile. 8. DESTINAZIONE DELLE MAGGIORI RISORSE Il progetto non descrive dove verranno indirizzate le maggiori risorse. Immagino che la fusione porterà degli Le maggiori economie saranno indirizzate al potenziamento dei servizi oggi esistenti secondo quanto previsto nell’osservazione n. 1. Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 113 investimenti sulla struttura (SISTEMI INFORMATICI DI TRATTAMENTO DEI DATI, CANCELLERIA E STAMPATI...) e l'implementazione di nuovi servizi oggi assenti. Questi dati sono mancanti e dovrebbero essere gli aspetti che qualifichino la bontà di un progetto di fusione. Si propone la modifica dello studio di fattibilità al cap. 5.6. Ringrazio innanzitutto per l'attenzione accordata e mi piace l'idea di una progettualità condivisa, che va incoraggiata per verificare sempre più i punti di debolezza e i punti di forza, i vantaggi e le minacce di un progetto. Anche il nome forse l'avrei scelto in modo più democratico, anche perchè a me sinceramente non piace (ma questo non conta). Propongo : MARIAPOLI Consiglierei quindi di : - attendere che il quadro normativo ed istituzionale sia più chiaro; - se non vi sono altre strade, iniziare con l'Unione dei Comuni; - individuare quale servizi saranno implementati e migliorati in seguito alla Fusione; - valutare un assetto urbanistico che riunisca le due sponde dell'ADIGETTO; - valutare con Lusia, Fratta Polesine, San Bellino, Costa e Lendinara un progetto che veda la nascita di un comune con una popolazione maggiore di 25.000 abitanti; Il nome Civitanova Polesine è frutto della decisione di sei consigli comunali. In merito agli altri punti, i primi tre sono già stati oggetto di una risposta. Rispetto al nuovo assetto urbanistico che riunisca le due sponde dell’Adigetto si rinvia alla pianificazione urbanistica, che potrà essere meglio affrontata nel caso di un comune unico piuttosto che due (Costa di Rovigo e Villanova del Ghebbo). L’ultima considerazione è già stata esaminata ai punti 3 e 4 della presente osservazione. La prima parte dell’osservazione (Mariapoli) non risulta condivisibile, mentre le restanti parti sono già state controdedotte nei punti precedenti. Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 114 3) Osservazione Rossi Luigina, presentata presso il Comune di Costa di Rovigo il 27.04.2013, prot. n. 4604 Proposta pervenuta Controdeduzione (art. 7, c. 3°, L.R. 25/92) Lo studio di fattibilità illustrato alla cittadinanza, in linea generale, presenta una situazione di “totale vantaggio” per tutti i Comuni e i cittadini a seguito della costituzione del nuovo Comune Civitanova. Nel ritenere troppi i vantaggi presentati, ma soprattutto troppo teorici esprimo alcune “considerazioni” con valenza di proposta, al fine di contribuire a chiarire le prospettive della fusione stessa. Partendo dal presupposto della “necessità” di addivenire ad una Fusione, per le criticità finanziarie dei Comuni a causa dei minor trasferimenti statali e regionali, rimane forte la questione di iniziare un percorso di Fusione nel segno della lealtà con i cittadini e della concretezza degli obiettivi rispetto ad un passo che non prevede la possibilità di ripensamenti. Gli aspetti, anche se ce ne sarebbe altri, sui quali ho intenzione di soffermarmi sono: - La Governance; - La sede del Nuovo Comune; - L’organizzazione delle municipalità; - L’offerta dei servizi. Le osservazioni si riferiscono alle “conclusioni” e ai “possibili effetti della fusione”, previsti al capitolo settimo e quinto, visto che tutta la parte precedente è una semplice elencazione dei dati recuperati dai Comuni, anche se alcune obiezioni si potrebbero fare in relazione alle riduzioni dei costi ipotizzate, che sulla carta “filano”, ma che nella realtà poi saranno il risultato di corrette scelte degli amministratori, e quindi non così certe e automatiche. Il Modello di Governance territoriale. La preoccupazione di garantire ai cittadini strumenti di partecipazione, molto ridotti dalle limitazioni normative riportate dallo studio stesso, e dal fatto di non “poter intervenire sulla legislazione elettorale comunale”, hanno dato vita ad una idea, che io definisco “fantasiosa”, di ipotizzare un sistema di governo comunale “ su due Piani”, il Primo “Istituzionale” e “ufficiale”, che risponde alle leggi in materia elettorale, con un Sindaco e dei Consiglieri Eletti, e con una giunta, ridotti però nei numeri, ed un secondo “interpretativo” e “informale”, nominato “Consiglio di Municipalità” che dà proprio l’idea della serie B. In pratica, viene definito organo collegiale di rappresentanza, viene proposta la composizione, 5 componenti con un Presidente, “suggerendo” anche modalità di elezione, ma non vengono definite reali funzioni o poteri, ma solo auspicate possibilità. Su questo aspetto l’assurdità della proposta è “allarmante”, perché ipotizzare di “escludere” le “connotazioni politiche” dalla elezione delle municipalità e come dire, per rimanere collegati alle vicende attuali, che è possibile fare “il governo” senza avere convergenze tra le forze politiche. E’ vera utopia scindere la politica da ogni situazione di elezione che abbia valenza di amministrazione pubblica, perché la politica è vocata a questo, amministrare un Comune o “rappresentare” una Municipalità, non è una attività benefica o caritatevole, non è una vocazione volontaria, ma è il realizzarsi di un progetto politico, è la capacità di trasformare le idee in azioni, con il fine di portare benessere e sviluppo alle comunità locali. Dire che è possibile trasformare l’importante azione amministrativa, ciò l’attività di governo di un Comune, anche in una semplice attività collegiale “di buone intenzioni” è non aver chiara la funzione giuridica dell’Ente Locale. Se si aggiunge poi che “il Consiglio di municipalità” si vede assegnati compiti consultivi obbligatori non vincolanti”, si avrà un organismo obbligato a svolgere attività di rappresentanza, senza retribuzione, con l’aggravio di non vedere riconosciuta dignità al lavoro svolto, perché, l’organismo “ufficiale” potrebbe, e io tolgo il condizionale, costantemente “ignorare” i pareri ricevuti. A me sembra un po’ il mondo delle buone intenzioni, ma delle scarse soluzioni. Il D.Lgs.n. 267/2000 prevede: Articolo15 -Modifiche territoriali fusione ed istituzione di comuni 1. omissis… 2. La legge regionale che istituisce nuovi comuni, mediante fusione di due o più comuni contigui, prevede che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi. 3. omissis 4. omissis Articolo 16 -Municipi 1. Nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse. 2. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto. Si applicano agli amministratori dei municipi le norme previste per gli amministratori dei comuni con pari popolazione. Lo studio di fattibilità è stato predisposto tenendo conto dell’obbligo di istituire delle forme di partecipazione e decentramento, prevedendo i municipi, in merito ai quali sarà lo statuto di Civitanova Polesine a decidere in via definitiva. L’ipotesi formulata ha evidenziato come non vi sia una soluzione ideale, ne che la soluzione prospettata sia immodificabile. Nella relazione si evidenzia che non si vuole escludere le connotazioni politiche, ma, “nei limiti che la proposta presenta, di evitare connotazioni “politiche” per questo tipo di elezione”, e favorire “un impegno civico a favore della propria municipalità . Qualora i pareri siano previsti per statuto, anche sia pure anche nella formulazione della non vincolatività, il comune dovrà richiederli (la mancanza potrebbe venire sanzionata Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 115 Al dì là della specifica proposta, quello che non va è l’illusione che si vuole creare nella cittadinanza che questi due “livelli di governo” permettano una migliore rappresentatività dei cittadini. PROPOSTA Sarebbe più serio e rispettoso dei cittadini iniziare fin da ora a dir Loro che non nella realtà di oggi non servono “ulteriori e diversi” organismi di rappresentanza, ma che si va verso il Nuovo Costituendo Comune per necessità, soprattutto finanziarie, e che quello che si può auspicare, in termini di rappresentanza, sia lo sforzo delle forze politiche per creare momenti di confronto e di dialogo con le istituzioni “ufficiali”, così che si lavori per il bene comune. E’ inutile e irrealistico, inventare organismi a livelli diversi, ipotizzare obblighi di “poltrone” e di “attività”, non farà altro che limitare, se non impedire la reale e concreta aggregazione, che è l’unica strada per ottenere la rappresentanza e l’equità per tutti i cittadini, indipendentemente dal Comune di provenienza. L’aggregazione è il vero motore della rappresentanza, e l’obiettivo primario della fusione. Invece di “prefissare un organismo di rappresentanza”, meglio sarebbe riconoscere in capo all’associazionismo, al volontario e agli organismi già esistenti, la piena titolarità ad interloquire e a fare proposte al Consiglio Comunale, così si eviterebbe una nuova sovrastruttura, con il vantaggio invece di dare voce ai cittadini attraverso le varie associazioni. Infine mi permetto di “suggerire” che “la possibilità di stanziare delle piccole somme, nel bilancio del nuovo comune, da destinare alle municipalità per iniziative di promozione del territorio, dovrebbe completare l’ipotesi di valorizzazione delle municipalità”, come scritto nello studio è proprio una affermazione assurda, perché queste “piccole somme”, invece, diventeranno motivo di scontro e di divisione e al massimo garantiranno le “piccole operazioni clientelari” degli amministratori. Quindi è meglio non introdurle. come vizio di legittimità) e qualora non intendesse prenderli in considerazione il parere ne dovrebbe esplicitare le motivazioni (la mancanza di motivazione di un atto amministrativo è pure questo un vizio di legittimità). Si ritiene accoglibile l’osservazione di riconoscere una forma di interlocuzione diretta delle associazioni con il nuovo Comune, soluzione che troverà disciplina nello statuto e nel relativo regolamento. Si accoglie la proposta di eliminare la destinazione di piccole somme alle municipalità; in tal senso si propone la sua cancellazione nello studio di fattibilità (parte finale cap. 7.1). La sede del Comune La proposta di “deturpare” l’unico vero patrimonio artistico, culturale, storico di una certa rilevanza, di tutto il nuovo costituendo Comune di Civitanova, trasformando in una “prestigiosa” sede di rappresentanza, significa iniziare subito con un grave errore storico, che minerebbe tutto il futuro assetto comunale. Si sta “progettando” di costituire un Comune con una estensione di 100 km quadrati, che a differenza di quanto viene detto nello studio di fattibilità, “fonde” realtà comunali profondamente diverse, perfino nel “dialetto” usato dai cittadini non c’è omogeneità, senza la preoccupazione di individuazione punti, anche fisici, aggreganti e strategici. “Sprecare” le possibilità offerte da una struttura come il “Castello”, per creare un punto di aggregazione collettiva e per tentare di trovare anche una identità comune tra tutti i “futuri cittadini” è un grave errore e una grave mancanza di lungimiranza. Vincolando gli spazi coperti del Castello a “uffici Amministrativi”, di fatto si congela ogni possibilità di migliore e diverso utilizzo dello stesso, fermo restando che comunque strutturalmente l’architettura poco si presta a concetti di funzionalità e di fruibilità degli spazi. PROPOSTA Le potenzialità del Castello sono ben altre, e provo ad elencarne solo alcune: - spazi adeguati e idonei per progettare uno spazio culturale importante, con una biblioteca, una ludoteca, uno spazio lettura per i bambini, con il vantaggio di poter offrire locali ideali alla lettura e alla riflessione, con spazi esterni molto piacevoli da vivere. - Possibilità di avviare iniziative museali, anche di piccola entità, ma con possibilità di inserimento nei circuiti di tutto il sistema Veneto e Provinciale; - Convenzionare un centro di ristoro stagionale, che permetta sia l’aggregazione di tutti i cittadini, ma che sia anche strumento di piccolo sviluppo economico; - Il grande spazio verde a lato potrebbe essere trasformato in un “teatro La sede del nuovo Comune costituirà una valorizzazione per la municipalità di Arquà Polesine. Già oggi, anche solo con le piccole iniziative svolte per la fusione, se ne è colto il significato (incontri, convegni, visibilità mediatica, ecc.). Questa maggiore opportunità andrà controbilanciata con gli altri comuni in quanto non è oggi pensabile una unica grande biblioteca o spazio culturale a scapito delle altre municipalità. Le altre attività esterne non ne verranno pregiudicate, anzi vi sarà un ambito di maggior visibilità presso il quale veicolare le informazioni. Si precisa che non tutti gli uffici del nuovo comune saranno collocati ad Arquà Polesine (v. ipotesi municipalità). Si deve altresì ricordare che il finanziamento regionale ricevuto per la ristrutturazione prevedeva espressamente che il castello venisse destinato anche a sede municipale proprio per consentirne la costante vivibilità (v. copia BUR allegato). Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 116 all’aperto” in una piccola “arena” o comunque allestito in forma ricettiva per eventi; - Per non parlare poi della piena e libera accessibilità e fruibilità, anche per manifestazioni e cerimonie, con vantaggi economici, se ben gestiti, anche per le casse comunali. Insomma ci sarebbe un mondo nuovo e diverso da “pensare” se vi fosse la reale volontà di trasformare 6 piccoli Comuni, in un grande Comune vitale, importante e omogeneo. Una sede per gli uffici comunali si può ricercare in tanti altri luoghi. L’organizzazione delle municipalità Organizzare le municipalità e le sedi comunali, parte dal dato fondamentale delle risorse umane disponibili, visto che non sarà possibile prevedere aumento di personale, perché altrimenti cadrebbe “l’ipotesi” del risparmio. Quindi si dovrà fare con quello che c’è!! Obiettivo dello studio è la riorganizzazione degli uffici comunali per ottenere risultati di razionalizzazione delle risorse, senza ridurre o cambiare i servizi offerti ai cittadini, grazie al forte decentramento dei servizi. Fin qui nulla da eccepire, anzi obiettivo condivisibile, ma è il percorso di realizzazione di tutto ciò che risulta poco realistico. Le criticità che non vengono evidenziate, anzi che si tenta di nascondere, sono di due tipi: - rispetto ai criteri di organizzazione aziendale; - rispetto alla gestione delle risorse umane con conseguente gestione dei cambiamenti e dei conseguenti conflitti. La teoria organizzativa della divisione tra attività di “front office” e attività di “back office”, risulta di difficile attuazione pratica, in molte attività, e nei servizi pubblici questa divisione è difficile anche in via teorica. Gli “sportelli polifunzionali” non si sono rivelati nella maggior parte delle esperienza pubbliche utili a migliorare i servizi ai cittadini, anzi hanno, in molti caso, accentuato i disagi, perché si è incrementata la burocrazia. Il problema pratico si avverte nell’individuare “le prime e più ricorrenti domande dell’utenza all’amministrazione”, ciò nel capire quali sono le competenze minime dell’operatore addetto allo sportello polifunzionale, al quale si aggiunge poi l’individuazione dei livelli di responsabilità, sia dell’addetto, sia dagli operatori “più competenti e formati” che lavorano invece nella sfera del back office. Anche per il back office c’è da capire quale competenze deve avere il personale che “può fornire risposte di maggior complessità tecnico normativa”, fermo restando che è in una sola municipalità. Faccio un esempio: se il cittadino di Civitanova, magari utenza debole e/o con ridotte capacità di mobilità, che ha bisogno di riposte in materia di tributi, va allo sportello polifunzionale della sua municipalità ad Arquà Polesine, ma non riceve adeguata risposta, deve spostarsi (esempio) nella municipalità di Villamarzana, perché solo lì che il “back office”, e quindi “l’esperto” dei tributi. Se questo lo chiamate servizio all’utenza debole? Io dissento. Per quanto riguarda poi le gestione delle risorse umane, ci sono le innumerevoli criticità che riguardano in primis la scarsità degli addetti, le tutele dei diritti sindacali dei lavoratori, i costi di formazioni per le riqualificazioni, le resistenze al cambiamento, e anche il concreto problema dell’apertura degli sportelli polifunzionali, perché se sono ben sei, bisogna prevedere almeno una decina di operatori in grado di svolgere tale mansione, perché bisogna considerare le ferie, i permessi, le malattie, rispetto alla garanzia della continuità del servizio in tutte le municipalità. Mi sembra che si stia promettendo troppo ai cittadini, ma è facile promettere ora, per poi dire dopo alcuni mesi dalla nascita del Comune, bisogna ridurre i servizi perché non ci sono risorse. Puntare sull’organizzazione degli uffici dislocati nelle municipalità è un modo sbagliato di iniziare. Download 391.11 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
Ma'lumotlar bazasi mualliflik huquqi bilan himoyalangan ©fayllar.org 2024
ma'muriyatiga murojaat qiling
ma'muriyatiga murojaat qiling