Bollettino Parrocchiale di Per le offerte, servirsi del C. C. P
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- Bu sahifa navigatsiya:
- Eran partiti da terre lontane: in carovane di quanti e da dove Sempre difficile il punto d’avvio
- Naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, dietro alla stella che appare e dispare
- Quanti finirono in mezzo ai deserti, quanti pentiti tornarono indietro! Molti dicevano al loro passaggio
- Magi voi siete il segno che Dio mai abbandona chi segue la stella, che Dio è dentro e cammina con noi
- Un ultimo passo avanti nel suo com- pletamento funzionale e dell’arreda- mento.
- (cf. Nota pastorale della Commissione ecclesiale per le comunicazioni sociali: “La sala della Comunità: un servizio pastorale e culturale”).
- Ogni anno una festa tra di noi organizzata e sostenuta soprattutto dai giovani: per i giovani un dovere farsi avanti.
- G. Tramontini Dall’Archivio fotografico Giuseppe Schiava
- 1 - Bollettino Parrocchiale di Per le offerte, servirsi del C.C.P. n. 15911332 Parrocchia di 33020 Sutrio - Tel. 0433 778005 G. Boggio Dir. Resp. - Aut. 74 del 31/12/1987 SUTRIO
PRIOLA e NOIARIS Numero 157 - Dicembre 2008 Vieni Signore Gesù I Santi più nostri P er un’antichissima tradizione, che risale agli albori della Chiesa di Roma, i cri- stiani celebrano il mistero del Natale del Signore nel cuore della notte, ricordando il silenzio che tutto avvolgeva quando discese la Parola divina e la luce brillò davanti ai pastori, i quali, mentre erano in veglia, accolsero il lieto annuncio della nascita del Salvatore, accompagnata dal canto degli angeli, che è un bellissimo dire lo straordinario evento. In quella notte, attesa trepida della creazione, di quando la stessa notte sarebbe giunta ‘a metà del suo corso’, tutto è nobile, tutto è intenso e noi ne sentiamo la santità, la dolcezza, il conforto, la speranza, la vicinanza di Dio che si posa nella culla dell’uma- nità anche se così povera e insufficiente come una mangiatoia, come il nostro cuore, la nostra vita. Potessimo allora tutti sentire nel profondo le parole “gioisci figlia di Sion, esulta Israele... il Signore ha revocato la tua condanna, … il Signore è in mezzo a te, tu non vedrai più la sventura ... il Signore Dio è un salvatore potente… ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te come nei giorni di festa… esulta, madre dell’umanità redenta, deponi la veste del lutto e dell’afflizione, metti sul tuo capo il diadema della gloria dell’Eterno… o cieli piovete dall’alto, o nubi mandateci il Santo; o terra, apriti o terra, e germini il Salvatore.” Con il cuore colmo di riconoscenza, riviviamo dunque in verità il mistero della con- discendenza di Dio perché il Figlio, l’atteso di tutte le nazioni, è diventato per sempre il Dio-con-noi. Per grazia divina, chiediamo tutti con fede povera e sincera: nella nostra esistenza, nei nostri paesi, in questa umanità “terra deserta, arida, senz’acqua”, Marana’tha, vieni Signore Gesù. Così vorrei che tornasse ad essere l’augurio di un Santo Natale.
Buon Natale
- 2 - Paolo In Breve P aolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annun- ziare il Vangelo di Dio, è nato ebreo (Saulo) a Tarso nell’attuate Turchia, tra il 5 e il 10 d.C. A Damasco attorno al 34 è stato folgo- rato dalla luce del Cristo risorto, come racconta in un triplice resoconto l’autore degli Atti degli Apostoli. Dopo alcuni anni nel profondo silenzio del deserto siriano, attorno al 37 o 38 Pao- lo fece la sua prima visita agli Apostoli a Gerusalemme, prima sede della Chiesa. Di lì ritornò a Tarso e qui attorno al 44- 45 fu raggiunto da Barnaba che lo condusse con sé ad Antiochia, dove si fermò a inse- gnare e a testimoniare la sua nuova fede in Gesù, vero Messia e Signore. Nel viaggio attorno al 47 fece una se- conda visita a Gerusalemme, e di ritorno ad Antiochia, fu inviato, con Barnaba suo “sponsor”, nel mondo ellenista. Il primo viaggio missionario durò dal 47 al 49. Nel 50 partecipò a una riunione con gli apostoli a Gerusalemme, dove si sancì l’annuncio del cristianesimo ai non ebrei e Paolo venne inviato in missione ai pagani. Il secondo viaggio durò dal 50 al 52, con una lunga permanenza a Corinto, da dove forse Paolo iniziò a scrivere alle comunità create durante il suo primo viaggio. Da Corinto scrisse forse le lettere ai cristiani di Tessalonica, l’attuale Salonicco. Anche il terzo viaggio missionario, dal 53 al 58, fu intervallato da una lunga sosta (anni 54-57), questa volta a Efeso: da qui scrisse ai Corinti e organizzò tra la Ma- cedonia e l’Acaia la raccolta di fondi per i poveri della comunità di Gerusalemme. Nell’inverno 57-58 rientra a Corinto, da dove scrive ai cristiani di Roma, dove intende far sosta diretto alla Spagna. Nel 58 è a Gerusalemme per presentare la colletta, ma viene arrestato e condotto prigioniero a Cesarea Marittima. Qui, nel 60, si appella all’imperatore in quanto cittadino romano. Viaggia per mare, e dopo un naufragio a Malta, ar- Anno Paolino Oratorio parrocchiale
riva a Roma in catene nell’inverno del 61. Anche in prigione Paolo continua ad annunciare il regno di Dio e il vangelo a ebrei e pagani. Scrive molto alle comu- nità che ha fondato e a persone con cui ha collaborato. A Roma Paolo resta circa tre anni. Dalle fonti bibliche non sappiamo altro. Qui è morto martire intorno al 67 d.C. Un ultimo passo avanti nel suo com- pletamento funzionale e dell’arreda- mento. N ella giornata del ringraziamento, 16 novembre 2008, dopo la santa messa, abbiamo visitato e benedetto la sala parrocchiale, la vecchia sala cinema, che è stata completata nelle attrezzature audio-video, nel sipario, quinte e tende oscuranti e soprattutto nelle poltrone di sala in numero di cento. Alla spesa facciamo fronte con un contributo di € 13.000,00 da parte della Provincia e con un contributo di € 30.000,00 concessi dalla Fondazione CRUP. Restano da completare le pratiche di agibilità ed antincendio. In gennaio verrà completata anche la galleria con altri trenta posti a sedere portando la capienza a centotrenta posti a norma. Il risultato è notevole sia per la qualità tecnica degli impianti, sia per il confort delle poltrone ed il livello dell’acustica. Abbiamo infine benedetto il secondo cam- po di gioco, completato con la copertura in lamellare con progettazione e direzione lavori dello studio tecnico ing. A. Burelli di Fagagna, realizzata da STRATEX e messa in opera da Gaspari srl di Sutrio che ringraziamo cordialmente anche per il rapporto di fiducia e la disponibilità ad assecondare le nostre aspettative. Filaferro Fiore ha realizzato l’impianto elettrico ed audio, mentre la messa in sicurezza delle lampade, recintazioni e finiture sono state realizzate da volontari che ricordiamo con riconoscenza: Franco, Olinto, Bruno, Alessio, Rino, Andrea e don Giorgio. Il campo è stato intitolato a don Guerrino con la scritta: New Boy’s - 3 - Stadium (che è quindi il nuovo stadio di Boy, soprannome di don Guerrino). Gra- zie ai fratelli Piazza che hanno concesso la deroga alla distanza, consentendo così la realizzazione ottimale dell’opera. Un grande regalo poi ci ha fatto Isaia Moro che sulla fontana dell’oratorio ha realizzato una bellissima maina, come sa fare lui, come dono ai giovani per il battesimo della sua figlia Veronica. Il nonno Gianluigi Di Lena ha regalato quella nobile Madonna Immacolata in porcellana che è stata collocata nella maina. Una realizzazione questa voluta a compimento del lavoro complesso ed imponente del ricreatorio: per dire grazie al Signore di essere arrivati in fondo, per avere pagato tutti quelli che hanno lavorato e per non aver avuto incidenti sul lavoro; e perché la Madonna venerata in quella preziosa maina e affidata al ri- spetto di tutti, voglia esprimere, come lei saprà, la nostra gratitudine a tutti coloro che ci hanno in ogni modo aiutati e ci aiuteranno, perché questa opera sia utile all’elevazione umana, cristiana e civile delle nostre comunità, particolarmente della gioventù. Sempre “ad majorem Dei
La sala della comunità (cf. Nota pastorale della Commissione ecclesiale per le comunicazioni sociali: “La sala della Comunità: un servizio pastorale e culturale”). I l concetto di sala della comunità non è un modo diverso per indicare la tradizionale sala cinematografica parrocchiale. Esso racchiude la riscoperta di una vocazione propria della comunità ecclesiale, chiamata ad un dialogo franco e aperto nei confronti del mondo e della cultura di oggi. La sala della comunità deve diventare luogo di confronto, di partecipazione e di testimonianza, espressione di una comunità viva e dinamica. Come struttura com- plementare alla chiesa, la sala della comunità si pone a servizio della comunione e dell’azione educativa. E’ ancora attuale l’appello del Papa: “la sala della comunità diventi per tutte le parrocchie il complemento del tempio, il luogo e lo spazio per il primo approccio degli uomini al mistero della Chiesa e, per la riflessione dei fe- deli già maturi, una sorta di catechesi che parta dalle vicende umane e si incarni nelle “gioie e nelle speranze, nelle pene e nelle angosce degli uomini di oggi, so- prattutto dei più poveri” (cf, Gaudium et Spes, 1) materialmente e spiritualmente”. In considerazione dell’utilità che questa struttura pastorale può avere per la missione della Chiesa, è necessario invertire la tendenza che ha portato in questi ultimi anni molte comunità a privarsi di spazi così importanti, alienando le sale o cambiandone la destinazione d’uso. Trascurare questo spazio di azione pastorale sarebbe segno di scarsa attenzione ai nuovi contesti sociali e culturali, come già si affermava nella nota del 1982: “Una posizione rinunciataria è non soltanto autolesionista ma è anche gra- vemente lesiva di una presenza qualificata della Chiesa e dei suoi figli in settori, come quelli della cultura e dello spettacolo, aventi una forte potenzialità di aggregazione e di spinta”. Coloro che desiderano la pubblicazio- ne di propri scritti sul Bollettino Par- rocchiale possono inviarli al seguente indirizzo di posta elettronica:
- 4 - Trentacinquesimo di sacerdozio di Don Giorgio D omenica 24 agosto, la comunità cri- stiana della Parrocchia di Ognissanti si è ritrovata per la S. Messa delle ore 11.00, non solo per pregare il Padre nel giorno in cui si fa memoria della Pasqua del Signore Gesù e nostra, ma anche per una preghiera di ringraziamento per i trentacinque anni di vita consacrata a Dio del nostro parroco don Giorgio. Molto bella e significativa la preghiera scritta all’inizio del foglietto della messa stampato per l’occasione e che desidero riportare integralmente:
Non poteva certo mancare, al termine della liturgia, il famoso “ghirindello” allestito sul sagrato della chiesa di Ognissanti, durante il quale è stato consegnato a don Giorgio un singolare regalo: un paio di manette-giocattolo che vorrebbero simboleggiare innanzi- tutto il legame tra lui e quel Dio a cui ha dato la sua totale adesione trentacinque anni fa, ma anche tra lui e quelle comunità che lo stesso Signore gli ha affidato. Vogliamo rinnovare il nostro augurio a don Giorgio con la speranza di poter festeggiare assieme altre ambite mete future. Giulio - 5 - Sonets e storie dal Paîs secont Gabane Il Borc di Sore S ore la rive di Alvise e Scjave la vie 1ª Maj a è planegjant fint da Pleciote, da simpri clamât “Borc di Sore”. L’ultim secul a l’ere cetant abitât cun tantes pue- mes che a spietavin la sere i fantatz in file e quasit dutes gracioses a son maridades cun paesans e forests. I oms a erin calcolâts rivolusionaris pal coragjo di meti la cravate rosse sot il dominio das cjameses neres e quanche a lavin a votâ tal segjo n. 1 cui Cjavecians, il lôr vout al pesave di falç, marcjel e soreli ros. Lavoradôrs rispetâtz erin il vouli sinistri dai scussons. Ju tegnive pa l’arie il ca- segjât dal Miedi vecjo, che sot il nostri ricuart, iodevin la vedue c’a lave drete a cjapâ il troi personâl cu la clâf da puar- tute c’à dave sul sagrât da gleisie di san Durì. Dopo la seconde guere mondiâl tal stâli dal miedi a vevin metût su buteghe di marangon i fradis Arturo e Francesco di Tamau, i cusins Di Lena e Selenati e i cusins Scjantai e Rosari di Fermo da Sie. Muarte la vedue, l’à comprât dut Bave c’al’à ingrandît la buteghe e sistemât i trei fîs: Neo, Bino e Maç cu las lôr famês, cumò encje las famês di Nino e Toni. La part dal Neo l’an comprade i farmaciscji che an mantignût la puarte tal Borc di Sore tacâts dai Cavocins, casegjât colegât cun Zef di Linç, di interes architetonic, trascurât dai proprietaris e sorestants. Lì ai stavin: l’artist mecanic Tobie c’al veve maridât Milie, tornade a Fors di Sot cu la fie Piere e Lêco che, cu la prime femine al veve vude Eme, maridade da Ban, e Elmo, lât in cuc da Trombon, e cu la se- conde : Sçiulin, Elde lade da Midio, Tite e Elie in Taviele, fate la cjase ta Buteghe vecje di Tobie, Else da Gabane, Tobie lât a Udin.. Sore da strade, in face de Filande, ex sale da bal, a stave l’Auguste, mâri di Nate e Tite Geghi. Buine femine c’à faseve pan di cjase e mi à dât un tartulin par pegno c’ai vadi a cjantâ al so funerâl. Muarts Nate e Tite Geghi, i fîs Aldo,Tato, Rico e Rialdo an contetât Stiç che, maridade la Silvì, fie di sior Lalo, l’à mantignût il çoc di famê cun doi fîs e progres da profescion idrauliche. La biele cjase di Davente, muarts i vecjos Gjon e Lussie, Vito pal mont, la Nunziade maridade fûr, Marise cun Nike di Nanto, Tochilo par sôre ta cjase nove cun femine e fie, a è stade sistemade e a ven fitade o doprade da Ense di Bino c’a ven in va- canse da Rapallo e da Osvaldo dal Talian c’al ven su da Lignan quant c’al vûl cun femine e fie. Ta cjase di Tite Gjon a sta la Irme dal Ros e la femine dal Piti, da chest an restade bessole. Ta cjase di Rubin di Mariane comprade da Bache, al sta Sisto cul fî. La cjase dai Talians, dopo muarte la Candoni, Rimo l’à sistemade e il fî l’à ocupade. Ta cjase di Tite Milo, comprade dal Pel, maridade la Franche cun Camilo di Nanto e la Irene in da Conte, al sta il Gjovanin. In dal Lîti al sta Lino pitôr e la femine ta part di agne Desuline. Da Bian son saltades fûr la Pine di Rena- to, la Eme di Pleciote,la Rite di Pierinon e Silvie di Coghet. Il fradi Vigjut dasear l’à fat la palacine in Pierinele cul fî Gjdio che cumò l’è cinc agns c’al spie jù il so amât Borc e ducji a sintin la sô mancjance: i Al- pins, la Bande, las Asociasions, i coscrits e dute la valade mi domande di lui. Ta cjase dal Gori deportât, mancjade la femine, i fîs Pieri, Jacun, Nîti, Luciano e las fies Lidie e Marie stormenâts pal mont, a è tornade nome Lidie e cu las sôs gneces à ripopolât il Borc. Ta cort dal Babul e Ture, ai stavin encje Rugjero e Vigje centenarie cul fî Rico, artist dal len che, molât la preson da fa- briche, l’à fat un Ristorant carateristic sul Zoncolan, cumò gjestît da femine Bianca, fie, fî e nevout. Alvise vedul, maridade la fie Fides cun Gjani di Val, al stave cun Calio e Zêle e Marie dal Pel Straulino Rodolfo (Tetto) Tite dal Lop, Ide dal Marder, Annio, Roberto e Catin Alvise dal Babul e Nene - 6 - il nevout Gjovanin che, comprade la cjase di Doro da Nen, an bandonât il Borc di Sore. Da Ture, Teto e Marie a vevin la Veline “partigiane”, cumò a sta la fie Gjane cu l’om e il Lip l’è lât in cuc da Giuan da Spine. Ta cjase di Tam, fat trei apartaments, ai fite e al drope cu la residence di Marie e Tite Tot pitôr, cameraman, comerciant, ex asesor. Ta cjase da Chêche e Nais stave la Rosalbe, maridade a Trep e la Gjnet, lade da Pêto cul Lalo. Da Boterie, la famê di Giuan da Mite, cumò ta nove cjase in Pierinele, an lassât il puest a fie, c’à menât in cuc William da Çurçuvint, da trent’agns fedâr ta Latarie dal Alto But, cun dôs fies. Ta cjase di Conte stave la Irene cun fie e giner, trasferîts da pouc ta vile nove in Ta- viele.
Tal stâli di Conte, buteghe campionarie dai marangons, stavin i Lops: Pieri e Tite. Pieri cul fî Pin c’al veve maridade Catin da Braide e il lôr fî Pieri c’al è muart sot il tratôr tal bosc di Prioule e il fî Tite, c’al veve maridade la Dee dal Pôder, cu las fies Teresine, Nerine e Jolande dal 38, che prin di lassanus veve comprade e gjestide la Baite ta Colonie. Cumò al sta il fî Gjorgio cu la femine e las dôs fies. Tite dal Lop, invese, al veve dôs femines: Gjudite(maridade a Tierç) e Deline(dai Cicuttis) e doi fîs: Mando Lop maridât cun Silvie da Macorie e il Neo, maridade Idute dal Marder cui fîs Anio cumò albergator a Fusine e Roberto c’à l’è sistemât cu la Fulvie di Giuanut di Peto, autist di coriere. Il stâli dai Gabies al siere il Borc e di front l’ere il stali da Boterie e Cavocins, demolît subit dopo il teremot dal 76.
La fantates dal Borc di Sore Tal Borc di Sore las fantates erin furbes come gjates, dai balcons a scjalâr spiave e as scjelgeve chel c’à ur lave. A urî aghe par amoregjâ, tant sinceres tal bussâ che tirât il fantat in file no lu jodevin plui pa vile. Dal’amât ere scontade c’as spietas la serenade e no pierdevin l’ocasion par dî grasie sul balcon. “Lopes” e “Boteries” as incjantave, “Contes” e “Tures” as combinave, “Lines” tal convent cidines cidines, gracioses scosagnes las “Cavocines”. Chês dal “Liti” bieles di bavele, “Gories” e “Bianes” di favele, las “Gjones” di comacje, da “Davente” cence pecje. Bando ai scherz e ai matez, cjase par cjase murosets, un grant vie vai di gioventût che maridales i scussons an savût. Gabane Radîs dal Borc di Sore Borc di Sore, dôs radîs, vouli sinistri dal paîs, Miedi vecjio cu la carete, Pre Nicolò da stole benedete. Vie prin Maj pal lavôr cu la fontane dal amôr, buteghes, stai e cjamoses, l’ideal das bandieres rosses. Nàte l’ultim fâri dai Nardins cui Daventes pai lôr destins, ducji i Gjons an fabricât cu la batude a bon marcjât. Dal Liti vantos di frutes, da Bian il Pin das trutes, Goris vuarfins ta bufere Sbarniçâts te ultime guere. Cavocins di tant ingegn, Zef di Linc serietât e impegn, Babui, Alvises voe di fâ dal ben, Rico artist scultôr dal len. Tures, Chêches cun Tam cantôr, un bon salustri pal Signôr. Boteries, Contes, Lops e Dês Di Sudri capuç das maravês. Gabane Rosalba, Annunziata, Elsa e Marisa: las bieles dal borc di Sore. Nicolò (Leco) e la moglie Irma prima di partire per l’Argentina. Leco e i figli Elmo ed Emma dopo il ritorno dall’Argentina. - 7 - Nuovo intinerario ciclabile a Sutrio Prima Domenica di Luglio Sagre di Sant Durì
L ’oratorio parrocchiale, nelle strutture e nella proposta e offerte di attività, è il massimo impegno della parrocchia soprattutto per i ragazzi ed i giovani. E’ normale dunque che i giovani siano al primo posto nel dare una mano. Don Giorgio si è rivolto soprattutto ai 45 ‘suoi’ cresimati del 2005 e 2007, che hanno ricevuto molto dalla parrocchia e che si sono impegnati a loro volta a dare, non al parroco ma a se stessi, al presente della comunità ed al suo futuro, con spirito di sacrificio, generosità, gioia, gratuità. Ha chiesto ai giovani di farsi avanti nel preparare la festa e nel partecipare anche come collaboratori impegnati e responsabili perché questa festa fosse una bella festa di paese, una sagra, semplice ma curata, amichevole, luogo di incontro per tutti noi, principalmente; ma questo impegno voleva essere anche un inizio per entrare in un nuovo ordine di idee, dove i giovani fossero visibili, creativi, innovatori, protagoni- sti, positivi, importanti veramente; una simpatica occasione per i giovani di vivere un’avventura nuova da rifare ogni anno nella prima settimana di luglio. Con la guida principalmente di Anita, Daniele, Giulio e Sara, responsabili dell’oratorio, assieme alle catechiste ed ai direttori dei consigli parrocchiali ed assieme al consolidato gruppo di collaboratori parrocchiali ed agli alpini di Fermo. Come è andata? Intanto è stata organizzata una bella lotteria con premi qualificati e appetibili, poi la festa è stata dimensionata su due serate ma la pioggia ci ha accompa- gnati imperterrita, fortuna che avevamo il tendone di Faccin. Alla fine abbiamo fatto un utile di circa 5.000 € e ci siamo anche abbastanza divertiti. Abbiamo verificato le nostre scelte, abbiamo intravisto altre possibilità e constatato qualche deficit. Abbiamo ancora abbastanza entusiasmo per rifare meglio al prossimo luglio. I vertici della festa sono stati riconfermati in blocco e cominceranno presto a prepararla perché riesca bene e diventi una tradizione che ci dovrà accompagnare nei prossimi anni. Grazie a tutti, soprattutto ai collaboratori. G ià dal febbraio 2000 l’ente compren- soriale con lo “Studio di fattibilità per la realizzazione di itinerari tematici collegati con un sistema di percorsi cicla- bili nel territorio della Comunità Montana della Carnia” aveva evidenziato che nella Valle del But si sarebbe potuto realizzare un percorso ciclabile attrezzato. In particolare era stato individuato un tracciato che, partendo dalla frazione di Caneva, si snodava inizialmente sulla sponda destra orografica del torrente But attraversando Zuglio fino alle Terme di Arta per poi proseguire, attraversata la S.S. 52 bis, verso gli Alzeri e discen- dendo poi verso Sutrio; qui, attraversato nuovamente il But per poi costeggiarlo lungo l’argine, la pista si dirigeva verso Cercivento, Museis, per poi passare an- cora una volta il torrente ed andare verso Naunina e Treppo Carnico. Questo percorso è stato recentemente realizzato dalla Comunità Montana della Carnia ed è stato denominato “Itinerario ciclabile Arta Terme - Treppo Carni- co”; l’importo complessivo di progetto dell’opera, che rientra fra quelle finan- ziate con i fondi dell’Obiettivo 2 Azione 4.3.1 “Realizzazione e miglioramento di infrastrutture e strutture finalizzate allo sviluppo turistico”, è pari a circa due milioni di euro. Per quanto riguarda il territorio comunale di Sutrio, il percorso ciclabile si snoda, da sud verso nord, lungo l’argine di sponda destra orografica del torrente But: dalla passerella ciclopedonabile da realizzarsi (in legno con copertura) all’altezza della peschiera il tracciato si dirige verso il torrente Saustri, che viene attraversato sull’attuale pista sterrata (guado), per poi proseguire su un breve tratto di sede promiscua, passare dietro allo stabili- mento della Stratex, al campo sportivo, arrivare fino al ponte di Sutrio e quindi attraversata la strada statale dirigersi verso il torrente Gladegna confine tra i Comuni di Sutrio e Cercivento. L’intervento complessivo, oltre alla rea- lizzazione della pista ciclabile, prevede la costruzione delle passerelle ciclopedona- li (nel caso di Sutrio quella in prossimità della peschiera), la posa di cavidotti per i cablaggi fra i centri abitati e la sistema- zione dei pendii in frana. Con le prossime programmazioni sono previsti degli interventi di completamen- to della viabilità realizzata come quelli
- 8 - della messa in sicurezza (parapetti) e del miglioramento della struttura (asfal- tatura completa della pista). Favorire uno sviluppo della viabilità ciclopedonale in Carnia consentirà di fornire nuove opportunità di incremento del turismo e dell’economia dell’am- biente montano.
Il progetto Fototeca Territoriale CarniaFotografia e l’archivio fotografico Giuseppe Schiava N ell’ambito dell’iniziativa culturale “Racconti per immagini”, giovedì 4 settembre presso la sala consiliare del municipio di Sutrio è stato presentato il progetto Fo- toteca Territoriale CarniaFotografia, un progetto della Comunità Montana della Carnia in collaborazione con il Circolo culturale fotografico carnico ed i Comuni, per salvare e valorizzare il patrimonio fotografico del territorio, testimonianza fondamentale della storia e della vita della nostra terra. L’iniziativa prevedeva due appuntamenti: il primo a Sutrio e il secondo a Zuglio con l’illustrazione del progetto e delle prime due raccolte di fotografie che ripercorrono la storia, le tradizioni e la cultura del territorio carnico. Come evidenziato dall’assessore alla cultura della Comunità Montana della Carnia Marino Corti, con queste due serate si sono raccolti i primi frutti di un progetto che da diversi anni vede impegnata la stessa Comunità Montana, attraverso l’insostituibile collaborazione di CarniaMusei ed il Circolo culturale fotografico carnico; infatti è già dal 2007 che la Comunità Montana ha aderito al Sirfost (Sistema Informativo Regionale Fotografie e Stampe gestito dal Centro di Catalogazione e Restauro di Villa Manin di Pas- sariano) ed ha siglato con i Comuni del comprensorio la convenzione “CarniaFotografia: la Fototeca territoriale della Carnia”, al fine di promuovere il recupero, la valorizzazione, la conservazione e la divulgazione del patrimonio fotografico del territorio. A Sutrio è stato presentato l’archivio di Giuseppe Schiava (1879 - 1963) che operò come fotografo in paese dal 1915 fino al 1963. Giuseppe Schiava si avvicinò alla fotografia come autodidatta fin dai primi anni del 900 e presto diventò un punto di riferimento per gli abitanti che desideravano avere un ricordo in occasione di cerimonie, oppure fotografie di gruppi familiari o foto-tessere per documenti. Le sue fotografie non hanno in realtà alcun marchio tipografico ma le cartoline del paese che venivano vendute riportano la scritta “foto Schiava”. La serata si è conclusa con l’intervento della catalogatrice Chiara Brocchetto che in particolare provvederà ad inserire on-line le informazioni riguardanti il materiale foto- grafico dell’Archivio Schiava on line. Un altro lavoro di fondamentale importanza è stato portato avanti da Giuliano Doriguzzi, che si è occupato della scansione del materiale consistente in circa 1600 pezzi (più di 600 positivi ed oltre 900 tra pellicole e lastre), garantendo una copia digitale dell’originale, tenuto conto che stampe o negativi sono particolarmente soggetti a degrado. Una copia in piccolo formato della foto, corredata dalle relative informazioni, verrà in- serita nella banca dati in rete: il Sirfost. Ecco che così l’immagine riemersa dal cassetto privato diventerà patrimonio culturale collettivo.
- 9 - Katalog: cci new -> documenti diocesi documenti diocesi -> Diocesi di Città di Castello Tracciamo insieme documenti diocesi -> Le Parrocchie coinvolte nella ricerca documenti diocesi -> Fantoni Andrea (1729), Altare dell’Orazione L’Altare, realizzato in marmi policromi, è un’opera cci new -> Qisha arbëreshe cci new -> Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen Download 4.88 Mb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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