Consistenza della documentazione
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- CONSISTENZA DELLA DOCUMENTAZIONE
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- COMUNE QUANTITÀ ESTREMI CRONOLOGICI
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COMUNE DI CHIESA IN VALMALENCO Responsabile del servizio archivistico Telefono 0342 451114 Pec protocollo.chiesa@cert.provincia.so.it Rubrica del libro novo dell’estimo 1686 CONSISTENZA DELLA DOCUMENTAZIONE La documentazione conservata all’interno dell’archivio storico del comune è pari a 4 pergamene, 411 buste e 361 registri con estremi cronologici compresi fra il 1443 e il 1964 con seguiti al 1978. L’archivio è costituito principalmente da documenti prodotti o acquisiti dall’ente nello svolgimento della propria funzione amministrativa. Fanno parte del materiale documentario conservato anche documenti prodotti da enti o istituzioni con un’amministrazione propria, distinta da quella comunale, qui denominati archivi aggregati. IL LOCALE ADIBITO AD ARCHIVIO Gli incartamenti dell’archivio storico comunale sono conservati nello stabile comunale sito in via Marconi 8, parte in un locale chiuso da una porta in ferro, parte in un locale di transito (corridoio) al piano terra dell’edificio, dietro all’ufficio anagrafe. I faldoni sono allineati in modo ordinato su palchetti ignifughi metallici.
Le banche dati create in seguito al lavoro di riordino, inventariazione e informatizzazione contengono notizie che riflettono la vita del comune nei diversi tempi e nelle plurime attività svolte. Di seguito si elencano frammenti di questa storia alfine di evidenziare ciò che si può scoprire consultando le fonti archivistiche. I paesi della Valmalenco, sotto la guida di un decano, svilupparono presto una propria individualità socio economica pur facendo parte della comunità di Sondrio. La Magnifica comunità di Malenco e le contrade si strutturarono in sei quadre, rette da un consiglio di valle. In seguito alla nascita della repubblica cisalpina, alla Valmalenco venne riconosciuta la piena autonomia amministrativa e con decreto del 3 marzo 1799 venne istituito il comune di Malenco. Nei primi anni del regno lombardo veneto vennero poi costituiti i comuni, i cui confini ricalcavano quelli delle antiche quadre, di Chiesa, Lanzada, Caspoggio e Torre, ai quali si aggiunse nel 1816 quello di Spriana. Nell’archivio storico sono conservate testimonianze antecedenti alla formazione del comune, relative all’attività della Quadra della Chiesa e all’Antico archivio di Valle. Le quadre della Valmalenco oltre a Chiesa erano Lanzada, Caspoggio, Milirolo, Campo e Bondoledo. Ciascuna Quadra aveva interessi, spese, debiti propri e consigli separati, ma facevano un corpo solo riguardo agli interessi comuni. Ogni Quadra comprendeva un insieme di abitati sparsi, ossia contrade, e un territorio delimitato da confini precisi. L’organo deliberativo era l’assemblea dei capifamiglia di tutte le contrade, le riunioni si tenevano nella contrada principale che era quella ove sorgeva la chiesa vicecurata e poi parrocchiale. Infatti le assemblee avvenivano nel sagrato o nella chiesa stessa e in seguito nella stua della casa parrocchiale, che aveva la caratteristica di essere un edificio pubblico. Infatti, le spese di manutenzione, arredamento e riscaldamento della casa parrocchiale erano a carico delle quadre come risulta anche dal quadernetto cartaceo con la ‘Memoria di tutti i denari spesi dagli uomini della quadra della Chiesa in beneficio della chiesa di San Giacomo per l’acquisto di utensili della casa per li preti serventi la detta chiesa e per la chiesa stessa’ redatto tra il 1583 e il 1591. Nella ‘Richiesta al vescovo di Como degli uomini della Quadra di Chiesa di poter usufruire dell’elemosina destinata ai poveri per dare ai luterani una casa, al fine di liberar la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo’ datata 1609 e nel decreto delle Tre Leghe che assegna un’entrata canonicale al ministro riformato Godenzo Tackio pastore della chiesa evangelica della Valmalenco dell’anno 1612 possiamo trarre interessanti informazioni inerenti il culto, infatti, abbiamo notizia della presenza di protestanti che avevano un loro predicatore e dall’inizio del Seicento un luogo di culto distinto da quello dei cattolici. L’atto più antico conservato è una pergamena del 1443 relativa all’’Accoglimento di richiesta d’appello per sequestro (di bestiame)’. Tra il carteggio della Quadra anche notizie sulle spese sostenute dal deputato Nanni per l’apertura della scuola di Chiesa risalente al XVII secolo. La documentazione che costituisce l’antico ‘Archivio di Val Malenco’, con estremi cronologici compresi fra il XVI secolo e il 1799, è stata ritrovata in seguito ai lavori di ristrutturazione del complesso della chiesa dei Santi Giacomo e Filippo e degli edifici adiacenti, e dovrebbe corrispondere a quella conservata originariamente nella casa parrocchiale di Chiesa, dove veniva custodito l’Archivio di Val Malenco o Archivio di Valle. Infatti, fino al 1776 tutte le scritture che riguardavano la Valmalenco erano riposte in una cassa chiusa da tre chiavi. Nel 1776 venne costruito un nuovo archivio, sempre nella casa parrocchiale di Chiesa. In un tempo imprecisato l’archivio venne probabilmente depositato nella soffitta del complesso chiesastico e dimenticato, nel corso degli anni in parte disperso e disordinato. Particolarmente interessanti le notizie che si possono trarre dal Libro d’estimo o Registro dei possessori compilato tra il 1589 e il 1753 e dal Libro dei consigli, delle taglie e altri atti pubblici della magnifica Valle di Malenco iniziato l’anno 1707. I contenziosi, anche annosi, per la proprietà e il godimento del territorio e per la definizione dei confini caratterizzano sia la storia delle Quadre che quella del Comune e continuano fino al XX secolo. Ad esempio, del XVI secolo la ‘Dichiarazione arbitrale del vicario Agostino Gadina al ministrale di sopra porta Anz Rodolfo Stampa e al rappresentante della quadra di Maioni relativa alla definizione dei confini tra Valmalenco e val Bregaglia e al mantenimento della strada dei monti dell’Oro’, sempre del XVI secolo la ‘Memoria relativa alla divisione dei monti tra la comunità di Montagna e la Valmalenco’ citante atti divisionali dal 1531 al 1544. Degli anni 1825 - 1836 la definizione dell’istanza per gli antichi diritti di pascolo che alcuni abitanti del comune di Chiesa vantavano sul monte Mastabbia con memoria della descrizione della divisione dei monti in seguito al rogito del notaio Sermondi del 1542 – 1543.
Antico archivio di Valle 2 buste XVI secolo - 1799 seguiti al 1813 Sezione archivistica 1 17 buste
1800 - 1897 Sezione archivistica 2 108 buste 1898 - 1949 Sezione archivistica 3 98 buste
1950 - 1964 Atti contabili 118 buste 1840 - 1964 Ruoli delle imposte e tasse 11 buste
1861 - 1949 Registri comunali 327 registri 1865 - 1964 Cessato ufficio annonario 11 buste
1938 - 1949 Sussidi militari 7 buste 1935 - 1951 Ufficio sfollati 4 buste
1942 - 1949 Schede delle vaccinazioni 2 buste 1941 - 1966 Fogli di famiglia eliminati 3 buste
1929 - 1941 ARCHIVI AGGREGATI QUANTITÀ ESTREMI CRONOLOGICI Consorzio stradale della Valmalenco 3 buste e 8 registri 1871 - 1949 Congregazione di carità 6 buste e 3 registri 1864 - 1937 Ente comunale di assistenza 16 buste e 10 registri 1937 - 1978 Azienda autonoma per l’amministrazione della stazione di cura, soggiorno e turismo della Valmalenco 2 buste e 3 registri 1930 - 1957 Scuola professionale serale 1 busta e 5 registri 1948 - 1956 Parrocchia dei Santi Giacomo e Filippo 3 pergamene, 1 busta e 2 registri 1443 - 1841 Quadra della Chiesa 1 pergamena, 1 busta e 2 registri 1443 - 1841 L’archivio storico comunale dopo l’intervento di riordino COMUNE DI CHIESA IN VALMALENCO Nel carteggio relativo alla gestione dei beni comunali hanno particolare rilevanza gli incartamenti sull’affitto delle cave comunali. Intorno agli anni ’50 dell’Ottocento la documentazione relativa alla convenienza di affittare o vendere le cave d’ardesia e pietra ollare con dettagliate relazioni sull’estrazione e la lavorazione, dell’anno 1872 il verbale di deliberazione del consiglio comunale relativo all’imposizione di una tassa annua a titolo di canone ai lavoranti nelle cave di ardesia e pietra ollare. Fra il 1898 e il 1949 sono molte le richieste per lo sfruttamento delle cave di amianto, talco, steatite, saponaria, pietra ollare, calcopirite e pirite di rame, calce corredate da mappe delle zone di ricerca, da statistiche della produzione e da una rubrica dei cavatori di ardesia e pietra ollare. Del 1964 la corrispondenza tra il professor Armando Frumento e il sindaco relativa alla ricerche di materiali ferrosi e alla presenza di antichi forni fusori e magli per la lavorazione di metalli ai piedi del massiccio del Disgrazia, nel luogo ancora oggi detto ‘Pian de la lup’ che significherebbe ‘Piano delle scorie’. Anche il carteggio relativo alla costruzione e alla manutenzione delle strade è particolarmente consistente. Già dell’anno 1530 la ‘Sentenza tra Sondrio e Montagna per le strade da Som Ponchera sino al Pont Novo e al ponte dell’Antognasco’, del 1680 la descrizione dello stato della strada ‘Cavalera da restaurarsi’, del 1821 l’avviso relativo alla prestazione di mano d’opera gratuita per la riattazione delle strade comunali. Sul territorio erano attivi due consorzi stradali, tra l’anno 1885 e il 1896 abbiamo la corrispondenza tra comune e Consorzio stradale ponte Astrico e Lanterna sulla sinistra del Mallero relativamente alle spese sostenute, alle spese consorziali ed alle opere eseguite, tra 1871 e 1949 il carteggio del Consorzio stradale di Valmalenco per la costruzione e la manutenzione della strada di valle. Molte le opere eseguite nel XX secolo, ad esempio la costruzione della strada di allacciamento della frazione Primolo al centro di Chiesa in Valmalenco tra il 1904 e il 1943 e la costruzione della strada degli Alberghi tra il 1924 e il 1925. Il territorio comunale era frequentemente colpito da eventi alluvionali. Tra gli anni 1821 e 1831 è stato ricostruito il ponte sul torrente Mallero in località Curlo in seguito alla distruzione causata da una piena, nel 1828 ci fu l’emergenza causata dalle frane apertesi sopra le frazioni di Montini, Faldarini, Somprato, Primolo e Curlo che travolsero case, coltivi, due mulini, un forno e un laboratorio di pietra ollare ed è conservata anche la relazione dell’ingegner Carlo Donegani sui danni causati dall’alluvione del 27 agosto 1834. Di fine Ottocento la richiesta per il sussidio statale accordato al comune in seguito ai danni subiti per le piene dei torrenti Somprato e Rovinaio con planimetrie e progetti di rimboschimento e rinsaldamento delle valli. Ancora, del 1955 l’esposto degli abitanti della frazione Montini per un intervento sulla frana a monte dell’abitato causata dalle abbondanti piogge autunnali e la richiesta di intervento per la messa in sicurezza di un fabbricato sulla sponda del torrente Secchione. Dell’anno 1960 la corrispondenza relativa alla valanga caduta nella valle Rovinaio, allo studio dell’innevamento della val Somprato, alla frana in località Curlo, ai danni causati dall’alluvione del 17 settembre. Sono conservate anche testimonianze relative all’attività assistenziale verso le persone colpite da calamità naturali, come nel carteggio relativo alla colletta aperta in favore degli abitanti delle contrade di Curlo, Montini e Faldarini ridotti in miseria a causa delle piene e della caduta di diverse frane nel 1821. Durante tutto l’Ottocento numerose sono le informazioni che possiamo trarre dalla documentazione sulla vita scolastica nel comune, dalle nomine degli insegnanti, alla sistemazione dei locali, alla richiesta di piante per realizzare le panche per la scuola, al mandato di pagamento per la costruzione di una stufa. Tra gli anni 1898 e 1915 venne attuato il progetto per la costruzione del nuovo fabbricato scolastico di Chiesa e la sistemazione del piazzale antistante. Mentre fra il 1914 e il 1924 venne realizzato il fabbricato scolastico della frazione Primolo. Dal 1929 sono conservati incartamenti relativi all’attività dell’Asilo infantile con decreto del presidente della repubblica del 1956 relativo all’erezione in ente morale. Intorno al 1950 vennero aperti asili infantili anche nelle frazioni di Primolo e Curlo. Da ricordare che in Valmalenco vivevano lupi e orsi come testimoniano gli incartamenti conservati inerenti il processo verbale per l’uccisione di un’orsa e la cattura di due orsacchiotti e il pagamento del premio dell’anno 1821, il carteggio relativo all’utilità di ordinare una caccia generale ai lupi sul territorio comunale e all’attivazione di lupaie del 1825 e il carteggio relativo all’uccisione di due piccoli lupi e alla richiesta del premio del 1826. Pergamena del 1443 relativa a sequestro di bestiame Copertina in cuoio del registro dei possessori 1589 - 1753 Registro dei possessori 1589 - 1753 Libro dei consigli, delle taglie e altri atti pubblici della magnifica Valle di Malenco iniziato nel 1707 Download 45.63 Kb. 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