Piano Regionale della Mobilità e della Logistica


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Sana13.01.2018
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ll Piano Regionale della Mobilità e della Logistica, approvato con D.C.R. 63 del 22.6.2004, costituisce l’atto di programmazione regionale del sistema infrastrutturale e dei servizi di trasporto pubblico (ai sensi dell’art. 13, comma 2, del Piano di Indirizzo Territoriale)

  • ll Piano Regionale della Mobilità e della Logistica, approvato con D.C.R. 63 del 22.6.2004, costituisce l’atto di programmazione regionale del sistema infrastrutturale e dei servizi di trasporto pubblico (ai sensi dell’art. 13, comma 2, del Piano di Indirizzo Territoriale)

  • Si registra un aumento della mobilità + 30% e su ipotizza da qui al 2015 un ulteriore incremento del 30% sia per le persone che per le merci

  • Ci si pone l’obiettivo di orientare la mobilità delle persone verso il trasporto pubblico tramite:

      • Offerta di servizi ad elevata capacità, frequenza, regolarità (a partire dai servizi ferroviari che costituiscono l’asse portante del sistema)
      • Miglioramento degli Interscambi fra le diverse modalità di trasporto
      • Rinnovamento e adeguamento del parco veicoli
      • Integrazione tariffaria e progetti di monetica / card
      • Informazione all’utenza in tempo reale (Numero Verde per i reclami, Contact Center per l’informazione sulla rete integrata regionale: come spostarsi da luogo a luogo, orari, corrispondenze, costo del viaggio...)


Il Quadro di Riferimento Gli accordi AV / AC

  • Gli accordi per l’Alta Velocità / Alta Capacità

    • Dall’Accordo Quadro del 1995 fino agli “Accordi Bersani” del 2001 per Area Metropolitana e Area Vasta, perseguono il principio della connessione ed interoperabilità della nuova infrastruttura nell'attuale rete ferroviaria e della piena valorizzazione anche per la rete regionale.
    • Definiscono i progetti obiettivo di SFR (Servizio Ferroviario Regionale) e SFM (Servizio Ferroviario Metropolitano)
  • La domanda di mobilità

    • La domanda di servizi ferroviari è cresciuta (+12,5% di media con punte del 25% sulle relazioni più frequentate, come la Firenze-Prato-Pistoia) e chiede livelli di offerta superiori sia per quantità che per qualità
    • Nelle aree metropolitane si registrano condizioni sempre più critiche alle quali solo i servizi su ferro (ferrovie e tranvie) possono dare risposta adeguata
  • Occorre prevedere uno sviluppo dei servizi

    • a interventi ultimati (scenari SFR e scenari SFM)
    • durante la fase intermedia, compatibilmente con gli interventi infrastrutturali e tecnologici in corso, definendo un “percorso di crescita” del sistema di trasporto ferroviario regionale e metropolitano, (riorganizzazione e potenziamento dei servizi) in avvicinamento al 2010 (sottoattraversamento realizzato e attivato) e in coerenza con i progetti obiettivo.


Il Quadro di Riferimento SFR - SFM

  • I programmi di riorganizzazione e sviluppo del servizio ferroviario di valenza regionale e di quello metropolitano e di area vasta sono ben caratterizzati negli Accordi, che:

  • perseguono la razionalizzazione e la riqualificazione di tutti i servizi ferroviari che interessano la Regione Toscana, con l'obiettivo di ottenere un effetto rete tale da consentire collegamenti funzionali fra le principali città della Toscana e tra queste e il capoluogo regionale, limitando la necessità di cambi di treno o riducendo al massimo i tempi relativi;

  • garantiscono dell'accesso ai servizi primari nazionali da ogni stazione ferroviaria della Regione, mediante la predisposizione di servizi locali di adduzione e distribuzione, di collegamento fra nodi principali e nodi secondari.

  • pongono obiettivi su:

    • 1) fascia di esercizio
    • 2) frequenza dei servizi
    • 3) fermate fisse per ogni relazione e per ogni categoria di treni
    • 4) standardizzazione dei tempi di percorrenza (utilizzo di materiali omogenei)
    • 5) adozione per fasi dell'orario cadenzato sull'intera rete.
  • Per attuare SFR e SFM è necessario quindi un rilevante potenziamento del servizio sia in termini quantitativi e qualitativi, per rispondere adeguatamente al fabbisogno della domanda e strutturare realmente il servizio ferroviario come rete portante del sistema del trasporto pubblico regionale



Lo sviluppo del servizio ferroviario regionale e metropolitano

  • Un progetto complesso:

  • non basta aumentare i treni

  • occorre razionalizzare e strutturare il sistema per rispondere alla nuova domanda di mobilità diffusa

    • realizzare le infrastrutture
    • programmare i servizi
    • reperire le risorse per l'esercizio e per gli investimenti in materiale rotabile
    • coordinare gli interventi per l'intermodalità e la gestione della mobilità
    • coinvolgere il territorio


  • Con l’attuazione della delega alle Regioni del trasporto regionale ferroviario e la stipula dei primi contratti di servizio (2001 - 2003), si è provveduto a un primo incremento - riassetto dei servizi sulle principali direttrici regionali:

    • risorse impiegate 6,5 milioni di Euro l’anno, oltre il corrispettivo “storico”,
    • incremento di 50 nuovi treni e di 800.000 km*treno anno, di cui 450.000 nell’Area Metropolitana, pari al 55% del totale
    • incremento di oltre 20.000 passeggeri*giorno sull’intera rete regionale (+ 12,5%)




La riorganizzazione del trasporto ferroviario Le azioni di sistema

  • L’Accordo Quadro fra Regione Toscana - RFI del 2003

    • Incremento dei servizi:
      • garantisce la disponibilità delle tracce per i servizi di interesse della Regione
      • definisce ipotesi di sviluppo dei servizi regionali, a breve termine: 2004/2005, di oltre 900.000 km*treno, 2006/2009 di oltre 3 milioni di km-treno anno (dai 19 milioni attuali ai 22 milioni)
  • Progetto Orario Cadenzato Coordinato Toscana (MEMORARIO)

    • Qualità dei servizi:
      • alta frequenza dei treni
      • maggiore regolarità
      • orario mnemonico
      • corrispondenze nelle stazioni
      • integrazione ferro - gomma
      • intermodalità nei nodi
      • Mantenimento di treni spot rispondenti a specifiche esigenze di pendolarismo


Memorario Il Cadenzamento



Memorario Un progetto per fasi





Evoluzione dei servizi ferroviari (completamento Memorario)



Evoluzione dei servizi ferroviari (completamento Memorario)



Memorario Controllo e Monitoraggio

  • Formazione di uno staff dedicato - Trenitalia - Regione

  • istituzione di un Contact Center regionale di interfaccia con i cittadini

  • attività giornaliera

    • comunicazione: ascolto clientela: proteste, proposte, richieste
    • trasmissione in tempo reale delle informazioni sull’andamento del servizio
      • Regione - Trenitalia: notizie dal contact center e dall’ispettorato
      • Trenitalia - Regione: andamento dei ritardi e soppressioni
  • sintesi settimanale

    • risultati, comparazione dati e valutazioni qualità servizio erogato
  • attività periodica

    • verifiche soddisfazione clientela
    • controlli puntualità, affollamento, coincidenze nei nodi












Lo sviluppo del servizio ferroviario regionale e metropolitano

  • Necessità di governare il complesso della mobilità tramite un PUM Il Piano Regionale della Mobilità e della Logistica prevede l’elaborazione di Piani Urbani della Mobilità intesi appunto come progetti comprendenti un insieme organico di interventi sul sistema della mobilità

  • Necessità dell’integrazione dei servizi ferroviari con la rete locale 1. Integrazione con la rete tranviaria (nelle principali stazioni) 2.Integrazione con il trasporto pubblico locale specialmente con quello ad alta frequenza (tipo LAM) 3. Integrazione infrastrutturale (Parcheggi di interscambio)

  • 4. Integrazione tariffaria (Progetto Pegaso)



L’ultimo Piano Generale dei Trasporti (2001) nella definizione delle politiche per la gestione, riorganizzazione e coordinamento del trasporto pubblico locale, richiama l’attenzione sulle problematiche di mobilità che riguardano le aree densamente urbanizzate;

  • L’ultimo Piano Generale dei Trasporti (2001) nella definizione delle politiche per la gestione, riorganizzazione e coordinamento del trasporto pubblico locale, richiama l’attenzione sulle problematiche di mobilità che riguardano le aree densamente urbanizzate;

  • La risoluzione dei problemi di traffico, viabilità, sicurezza stradale, impatti sull’ambiente, che riguardano queste aree complesse, caratterizzate spesso dalla continuità del tessuto urbanizzato tra comuni confinanti, richiede un’attività di coordinamento tra Amministrazioni e un potere decisionale sugli interventi da adottare che con lo strumento del PUT (Piano Urbano del Traffico) non è perseguibile

  • I Piani Urbani della Mobilità (PUM) hanno il compito di realizzare questo “progetto di sistema dei trasporti”



Il Piano Urbano della Mobilità (PUM) è stato istituito dalla Legge n. 340 del 24/11/2000 “Dispositivi per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999” al fine di, come riporta l’art. 22 comma 1 della Legge:

  • Il Piano Urbano della Mobilità (PUM) è stato istituito dalla Legge n. 340 del 24/11/2000 “Dispositivi per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999” al fine di, come riporta l’art. 22 comma 1 della Legge:

  • soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane

  • Elementi caratteristici del PUM:

  • Per la prima volta si tratta di finanziare "sistemi" invece di singoli progetti.

  • In un ambito decennale, di fronte a diversi obiettivi fissati, viene individuato nel PUM l’insieme di investimenti, progetti, elementi di innovazione tecnologica ma anche organizzativa, necessario a razionalizzare e migliorare la mobilità intervenendo, quindi, sui sistemi di trasporto pubblico, sui parcheggi di interscambio, sul governo della domanda attraverso i mobility managers, sulle infrastrutture, anche con l’obiettivo di ridurre incidentalità e aumentare sicurezza.



  • Si tratta di progetti di ampio respiro, dei quali viene evidenziata anzitutto la capacità di soddisfare in sinergia i fabbisogni di mobilità dell’Area.

  • L’insieme degli interventi, sia infrastrutturali che organizzativi, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di piano previsti dal PUM deve essere portato a termine nell’arco di 10 anni

  • Gli interventi devono essere frazionati in fasi successive di sviluppo delle strategie di piano, con la definizione per ciascuna di esse dei risultati parziali ottenibili, per una verifica immediata in corso d’opera

  • E’ fondamentale quindi individuare indicatori e sistema di monitoraggio dei risultati

  • Con il Fondo di Rotazione per i Servizi Urbani e l'intermodalità di Ambito Metropolitano, istituito nell’ambito della Conferenza per la definizione dei Servizi Minimi del 30/7/2002, con l’obiettivo di “…supportare politiche locali di investimento per la riorganizzazione della struttura della mobilità urbana (…) tramite contributo specifico, limitato nel tempo, per lo svolgimento di servizi di trasporto pubblico correlati…”, la Regione Toscana, ha inteso finanziare progetti di sistema, tipo PUM







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