Una storia di impronte pietro Calamandrei


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Sana27.02.2017
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#1367



UNA STORIA DI IMPRONTE



Pietro Calamandrei (Firenze, 21 aprile 1889 – 27 settembre 1956)



“Discorso sulla Costituzione” (1955) “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: lo lascio cadere e non si muove. Perchè si muova bisogna ogni giorno, in questa macchina, rimetterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere quelle promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica, l'indifferentismo. È un po' la malattia dei giovani. 'La politica è una brutta cosa'. 'Che me ne importa della politica'. Quando sento pronunciare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due migranti, due contadini che attraversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime. Il piroscafo oscillava e allora quando il contadino, impaurito, domanda ad un marinaio: 'Ma siamo in pericolo?' e quello dice 'Se continua questo mare, fra mezz'ora i bastimento affonda'. Allora lui corre nella stiva, va a svegliare il compagno e grida: 'Beppe, Beppe, Beppe! Se continua questo mare, fra mezz'ora il bastimento affonda!' E quello: 'Che me ne importa, non è mica mio!'



Giorgio La Pira (Pozzano, 9 gennaio 1904 – Firenze, 5 novembre 1977)



“La nostra vocazione sociale” “Non si dica quella solita frase poco seria: la Politica è una cosa 'brutta'! No: l'impegno politico – cioè l'impegno diretto alla Costituzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico – è un impegno di umanità e santità: è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità”



Vittorio Bachelet (Roma, 20 febbraio 1926 – 12 febbraio 1980)



“L'impegno politico non è altro che una dimensione del più generale ed essenziale impegno al servizio dell'uomo” “E' necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente, alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.” “(La Politica è) Corresponsabile costruzione della città, in cui ognuno deve portare il contributo delle sue capacità in vista della costruzione di quel bene comune che rappresenta il fine relativamente ultimo della politica”



Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 - Roma, 9 maggio 1978)



“Quando si dice la verità, non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”



Paolo Borsellino ( Palermo, 19 gennaio 1940 – 19 luglio 1992)



“Chi ha paura muore ogni giorno, chi invece non ha paura muore una volta sola” “E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.”



Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 - Capaci, 23 maggio 1992)



“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe degli altri uomini.” “Perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello sirito, del bene, dell'amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere.”



Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 - 11 luglio 1979)



“Lettera alla moglie” “E indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perchè per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese. Con l'incarico ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo, e ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell'interesse del paese, creando ovviamente solo nemici perchè tutti quelli che hanno, per mio merito, avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perchè pensano di aver avuto solo quello che a loro spettava”



Padre Pino Puglisi (Palermo 15 settembre 1937 – 15 settembre 1993)



“Credo a tutte le forme di studio, di approfondimento e di protesta contro la mafia. La mafiosità si nutre di una cultura e la diffonde: la cultura dell'illegaità. La cultura sottesa alla mfia è la svendita del valore della dignità umana. E i discosi, la diffusione di una cultura diversa sono di grande importanza. Ma dobbiamo stare molto attenti che non ci si fermi alle proteste, ai cortei, alle denunce. Se ci si ferma a questo sono soltanto parole. Le parole vanno convalidate dai fatti.”



Don Tonino Bello (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993)



“Con sobrietà, con giustizia e con pietà” “Il termine 'sobrietà' traduce una parola greca più complessa e più ricca, che corrisponde a: saggezza, equilibrio, padronanza di sé, moderazione, temperanza. Sobrietà è l'opposto di ubriachezza. Gli uomini immersi nell'attività politica devono vivere con sobrietà. Non ubriacarsi di potere. Non esaltarsi per un successo. Non montarsi il capo con i fumi della gloria. Guardarsi dal capogiro dei soldi e della carriera. Coltivare religiosamente l'autocoscienza del limite. Evitare la sbornia delle promesse. Mantenere l'equilibrio del vortice delle passioni. Preservarsi dalle vertigini che può dare il potere d'acquisto della propria parola, sul tavolo delle spartizioni e delle promesse. Da queste considerazioni deve scattare per voi una sincera revisione critica dei vostri comportamenti pubblici, che vi porti a ripudiare ogni intemperanza di potere, ad aborrire dall'esercizio smodato dell'autorità, a convincervi umilmente che anche senza di voi il mondo riesce a sopravvivere e a trovare l'equilibrio nelle parole del Signore: 'Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare' (Lc 17, 10)”



Don Peppe Diana (Casal di principe, 4 luglio 1958 – 19 marzo 1994)



“Per amore del mio popolo” “Parole e idee possono cambiare il mondo” “Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venir meno. Dio ci chiama ad essere profeti. Coscienti che il nostro aiuto è nel nome del Signore, come credenti in Cristo Gesù il quale, al finir della notte “si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Prgehiera che è la fonte della nostra speranza. Non una conclusione: ma un inizio.”



Libero Grassi (Catania, 19 luglio 1924 – Palermo, 29 agosto 1991)



“Volevo avvertire il nostro ignoto estortore che non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia” “(A proposito di pizzo), non sono pazzo... non mi piace pagare. Perchè la rinunzia è una rinunzia alla mia dignità di imprenditore, io, così facendo, divido le mie scelte col mafioso” “Se tutti i comportano come me, si distruggono gli estortori”



Rosario Livatino Canicatti 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990)



“Quando morireremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”



Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – 9 maggio 1978)



“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso, con tutto il loro squallore, da operazione speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il sol fatto che è così, parr dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognrebbe educare la gente alla bellezza: perchè in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”



Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – 23 settembre 1985)



“Puoi cadere migliaia e migliaia di volte nella vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore, e se possiedi l'animo saggio, potrai cadere anche infinite volte durante il percorso della tua vita, ma non lo farai mai in ginocchio, sempre un piedi. Potrai essere tu la nave, il destino potrebbe riservarti di essere una grande nave, che però può morire e naugfragare, andando per mare e dopo una tremenda tempesta, finire a picco nelle profondità degli abissi, ma il salvagente in nome della giustizia, gli onesti lo troveranno sempre.”



Renata Fonte (Nardò 10 marzo 1951 – 31 marzo 1984)



Renata Fonte fu assessore alla cultura ed alla pubblica istruzione del Comune di Nardò (Lecce) ed eletta nel 1982 nelle file del Partito Repubbicano Italiano. In quegli anni iniziò a scoprire illeciti ambientali e si oppose con tutte le sue forze alla speculazione edilizia di Porto Selvaggio. Renata Fonte combattè spesso sola e contro tutti. Venne assassinata a pochi passi dal portone di casa la notte fra il 31 marzo e il 1 april del 1984 mentre rientrava da un Consiglio Comunale. È il primo omicidio di mafia nel Salento, per altro perpretato contro una donna.



Gianni Carnicella



Morto a 43 anni per un permesso negato. Sindaco di Molfetta da poco più di un mese. Aveva subito suscuitato ammirazione per alcune sue iniziative rivolte a ripulire il paese e lo stesso Municipio da presenze legate alla criminalità organizzata. E fece scalpore la sua decisone di licenziare uno dei custodi del cimitero, pregiudicato nonché capo riconosciuto del racket delle esorsioni.



Don Luigi Ciotti (Pieve di Cadore, 10 settembre 1945)



“Contro la corruzione ci sono tre parole che non possiamo solo leggere con gli occhi, le dobbiamo fare nostre. Sono continuità. Da parte di tutti, non possiamo essere cittadini a intermittenza. La seconda parola è condivisione. E’ il noi che vince, costruire insieme, camminare insieme. La terza è corresponsabilità. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi.”





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