Il laboratorio n° 6 ha avuto come oggetto: “Fare rete: i rapporti con l’extrascuola, le associazioni, gli enti locali”. Il laboratorio n° 6 ha avuto come oggetto: “Fare rete: i rapporti con l’extrascuola, le associazioni, gli enti locali”. Il metodo di lavoro del gruppo e’ stato la rete. In questo contesto la rete è stata utilizzata come lo strumento principale di lavoro per condividere problemi, trovare soluzioni.
Il concetto di rete che abbiamo condiviso: Il concetto di rete che abbiamo condiviso: La rete non è la somma dei soggetti partecipanti. La rete è “una struttura di servizio” che si attiva per rispondere ad un problema che condivide obiettivi, mission, linguaggio, strumenti, risorse professionali, finanziarie, ect. La rete va sostenuta e alimentata continuamente. La rete definisce i compiti di ciascuno sulla base delle competenze individuate.
La rete nasce per trovare risposte ad un problema percepito e condiviso tra i partner pertanto deve essere flessibile e adattabile al contesto territoriale e ai bisogni rilevati. Si innesta in una logica di curricolo unitario, verticale e per competenze. La rete nasce per trovare risposte ad un problema percepito e condiviso tra i partner pertanto deve essere flessibile e adattabile al contesto territoriale e ai bisogni rilevati. Si innesta in una logica di curricolo unitario, verticale e per competenze. La rete è una risorsa, una solidarietà organizzativa che, partendo da problemi e pratiche comuni, sviluppa un sentire comune, si attiva per trovare risposte a problemi attraverso un percorso progettuale sempre in progress.
La Rete deve essere caratterizzata da: La Rete deve essere caratterizzata da: Flessibilità,continuità,integrabilità. Quanto più la flessibilità, la continuità, l’integrabilità caratterizzano l’agire sinergico e condiviso di più Soggetti/Partners, tanto più la rete può svolgere un ruolo di catalizzatore di innovazione e favorire la costruzione di nuovi saperi e di interventi condivisi. Carattere orizzontale e verticale delle relazioni. Questo agevola il passaggio dall’esercizio solitario dell’intelligenza elettiva, alla pratica solidale dell’intelligenza collettiva, chiamando ciascuno a vivere consapevolmente e responsabilmente il proprio, attivo “appartenere” ad una comunità.
La rete deve essere attivata vari livelli istituzionali e territoriali. La rete deve essere attivata vari livelli istituzionali e territoriali. La costruzione di una “rete interistituzionale con gli altri Soggetti, flessibile e interconnessa, articolata ai vari livelli” è indicata come una dei criteri di riferimento del “Piano nazionale di orientamento”. La rete con i suoi terminali territoriali serve a garantire la governance di tutto il percorso e dei connessi processi di sviluppo”. (C.M. n. 43 del 15 aprile 2009)
I nodi della rete devono essere collegati, “parlanti” tra di loro e coniugati con un approccio sistemico e centrato sulla persona e i suoi bisogni. La rete ha bisogno anche di supporto giuridico, quale può essere l’accordo di programma, che definisca chi fa cosa e come e con quali risorse. La rete deve essere collegata e articolata ai vari livelli con modalità chiare e definite e continue di comunicazione e scambio.
Il rapporto con la famiglia Il rapporto con la famiglia Stabilire un rapporto e un dialogo diretto e reciproco con le famiglie è la base di partenza per realizzare la rete principale per un progetto educativo condiviso e coerente con le singole individualità degli alunni. L’interazione scuola- famiglia favorisce altresì la conoscenza e la valorizzazione della cultura e della identità di cui sono portatori i bambini Rom, Sinti e Camminanti.
La scuola è presidio di legalità e tutela della persona in ogni luogo e contesto e nonostante le difficoltà che attraversa. Per sostenere gli operatori della scuola e necessaria un’azione capillare e sistematica di formazione iniziale ei n servizio. La scuola è presidio di legalità e tutela della persona in ogni luogo e contesto e nonostante le difficoltà che attraversa. Per sostenere gli operatori della scuola e necessaria un’azione capillare e sistematica di formazione iniziale ei n servizio. Il tema dell’inserimento e dell’integrazione dei Rom, Sinti e Camminati andrebbe inquadrato nell’ambito di una pedagogia “interculturale”che coinvolge tutti, nessuno escluso. Questo per evitare il rischio di stigmatizzare il problema dei Rom.
Composizione del gruppo Composizione del gruppo BALESTRIERI ASSUNTA – D.S. I.C. “DIOTTI” Casal Maggiore (Cr) CASCELLI LOREDANA – D.S. I.I.S. CIVITA CASTELLANA (VT) COLLA GABRIELLA- Docente Referente USP NOVARA CRIPPA ANDREA - D.S.- II CIRCOLO - Treviglio CUSAMAI MICHELA –D .S. USR Lombardia EMMET FRANCA- D.S. -I C. Falconara Marittima EVANGELISTA CLARA – Docente Referente intercultura USR Abruzzo MIOLA GIANNA – Dirigente UFFICIO II USR Veneto MARANDO TERESA- Docente I.C. Marina di Gioiosa Ionica MAZZOLA CARLA – Docente Referente USR Sicilia PELLEGRINI BRUNA – D.S. II Circolo di Desenzano
PETRELLA MARIA RITA- Docente Referente Ufficio Stranieri USR Lombardia POZZAR ROBERTO - Docente referente Integrazione USR Liguria PRESUTTI SERENELLA – D.S. C.D. n°143 Spinaceto- Roma SABELLICO VINCENZO – D.S. I.C. “Romolo Onor”San Dona di Piave SAPONEDDA RITA – D.S. 9°Circolo- Sassari SASSO MARIA LUISA - D.S.- I.C. n°1 - Pescara SCARABELLO ADELAIDE- Docente I.C. Breda di Piave (TV) SOZZI MILENA- . . I.C. “T. Grossi” di Milano. VOLPE RINONAPOLI LINA RITA - D.S. S. Media “Nistri Respiri”Roma ZANBONI SILVANA - D.S. I.C. Valeggio (VR) ZANNONI GIOVANNI BATTISTA - D.S. 5° I.C. PADOVA
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