Parrocchia di San Giuseppe Chiesanuova di Voltana
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- Bu sahifa navigatsiya:
- Cenni storici sulla costruzione della Chiesa
- Struttura muraria esterna della Chiesa e del Campanile
- Arredo interno della Chiesa
- Elenco dei Rettori della Parrocchia
- Racconti e testimonianze dei Rettori degli ultimi 80 anni Don Giuseppe Stagni
- Il Comitato ringrazia di cuore tutti coloro che già hanno collaborato.
San Giuseppe Patrono nella nicchia del presbiterio PREGHIERA Ave, o Giuseppe, uomo giusto, sposo verginale di Maria, e Padre davidico del Messia, Tu sei benedetto fra gli uomini, e benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato: Gesù. San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen (con approvazione ecclesiastica) San Giuseppe di Chiesanuova di Voltana - Marzo 2010 Premessa La Chiesa, è situata nel piccolo centro rurale di Voltana, frazione del Comune di Lugo in Provincia di Ravenna, ed è dedicata a San Giuseppe ma più comunemente conosciuta col nome attribuitogli dalla popolazione del luogo come Chiesanuova data la novità della costru- zione nel 1721. La parrocchia si trova ai confini della Diocesi di Imola verso Ravenna, posta in via Fiumazzo a 18 Km da Lugo e a 10 da Alfonsine. Giace sulla riva destra del Fiume Santerno, fiume che dopo aver bagnato la Citta di Imola, scorre attraverso la pianura padana, per molte terre e valli confluendo nel Po d’Argenta (Po di Primaro). Confina a levante con Alfonsine, a mezzogiorno con Fusignano e San Bernardino, a ponente sia con San Bernardino e Lavezzola, a settentrio- ne, mediante il fiume Reno con Filo e Longastrino. Un tratto della Via Fiumazzo, che attraversa Voltana, era occupato, prima della bonifiche, dal letto del fiume Santerno e proprio dove ora sorge il paese, il fiume aveva un percorso tortuoso con numerose svol- te, dando il nome a quella zona “Le Svoltane”, nome in seguito trasfor- mato in Villa Voltana fino ad arrivare all’odierno nome di Voltana. Fu Don Grisostomo Bondoli agli inizi del 1800 a promuovere il riem- pimento dell’alveo del fiume abbandonato per farlo diventare via Fiumazzo. Nei primi anni del XVII secolo le acque del fiume Santerno vennero fatte confluire nella valle di San Bernardino. Voltana fu edificata sul corso abbandonato del fiume e sulle sponde demaniali dello stesso. Il primo insediamento avvenne tra il 1713 e il 1717. Dopo un secolo di dure bonifiche che videro cambiare il corso del fiume Santerno, fu possibile avviare nella zona una fiorente agricoltu- ra, consegnando hai “viandanti” di oggi il paesaggio caramente fami- liare all’odierna popolazione. 4
5 Particolare della pianta raffigurante la zona dove è sita la Parrocchia di San Giuseppe Cenni storici sulla costruzione della Chiesa In origine questo territorio apparteneva alla Parrocchia di San Bernardino in Selva, distante circa 12 Km. Questa distanza poneva in evidenza la necessità di costruire, in quella località, una chiesa per ser- vire meglio i fedeli, dato che per molti mesi dell’anno le terre erano inondate al 50-60%, recando enorme difficoltà negli spostamenti da San Bernardino. Varie promesse, nel corso degli anni furono fatte a quelle popolazioni dai conti Samaritani di Ravenna, dai Corelli e Spadazzi di Fusignano, i più ricchi proprietari in quelle terre, promesse risultate poi vane. Per realizzare tale opera occorreva un uomo di grande fede e determi- nazione, questi fu Don Francesco Belletti, della Villa di San Lorenzo. Il 9 dicembre 1715, su un fondo di sua proprietà, fece porre dal parro- co di San Bernardino, Don Marcantonio Faggioli, la prima pietra per erigere la nuova chiesa. Il 20 giugno 1717, ultimata la chiesa, fu dedicata a San Giuseppe e Benedetta da Mons. Camillo Spreti, Vescovo di Cervia. Le pratiche per far sì che la nuova Chiesa fosse dichiarata parrocchia vennero iniziate subito da Don Belletti. Il Cardinale Gozzadini si recò sul luogo, trattando con il parroco di San Bernardino, Don Gianfrancesco Rondinelli, avvalendosi, per realizzare il progetto, delle garanzie dei compatroni cioè il padre guardiano pro tempore dei Conventuali di San Francesco di Lugo e il conte ferrarese Ignazio Trotti e i suoi discendenti. Presentata la causa a Roma, sottoposta all’attenzione della Sacra Congregazione, si ebbe ufficialmente il riconoscimento della parroc- chia, con il decreto, qui sotto riportato, che deliberò lo smembramento dell’unica parrocchia di San Bernardino, in due: Fieret dismembratio dummodo oratorium nuncupatum La Pianta remaneret sub ecclesia matrici et jus praesentandi spectaret ad rev. Belletti solutis annualis 7 corb. Triticieccl. Matrici Decreto registrato dal cancelliere vescovile di Imola Giuseppe Avenali il 7 ottobre 1721. 6
Il 20 agosto, il cardinale Gozzadini si recò di nuovo a Voltana per lo smembramento della parrocchia e diede mandato al sacerdote Don Antonio Guerrini di San Lorenzo di redigere una pianta dei territori interessati dallo smembramento. La pianta della parrocchia venne designata dall’Ing. Luigi Manzieri nell’anno 1735 su commissione di Don Andrea Pasetti, Rettore della Chiesa, in cui sono indicati gli Oratori della Marmana, dell’Arginino, della Chiesa della Pianta, del Passo del Gatto e della Frascata, tutti allo- ra nella Parrocchia di Voltana. Il disegno della pianta è attualmente conservata nell’archivio parroc- chiale. 7
Il primo parroco della natia comunità di Chiesanuova fu Don Francesco Caravita (cappellano sin dal 1717) che ne prese possesso il 18 ottobre 1721. A Don Belletti, il fondatore, ed ai suoi eredi rimase il giuspatronato* della Chiesa di Voltana. Si deve al quarto rettore, Don Torelli, la targa ricordo dei primi rettori della Parrocchia, a cui aggiunse questa inscrizione a lode di Don Belletti: J.M.J. A EDEM HANC D.O.M. NEC NON SANTI P ATRIARCHAE J OSEPH
DICATAM EX INTEGRO EXCITAVIT 1717
SACRA VERO SUPELLECTILI AC CENSU DOTATAM IN PAROECHIALEM ERIGENDAM CURAVIT 1721 A
.R. D . F RANCISCUS B ELLETTI A S. L AURENTIO
.P RO TANTO BENEFACTORE D EUM EXORATE . P AULUS
A NTONIUS
T ORRELLIUS IV HUIUS ECCLESIAE RECTOR POSUIT . A
NNO D. NI MDCCLII K AL . S EXTILIS 8
Chiesa ad una famiglia. Tecnicamente era il diritto di proteggere nel senso di mantenere, e difatti veniva concesso a chi si faceva carico di dotare l’altare stes- so, cioè donargli soldi e beni immobili dal quale l’altare (e soprattutto chi lo gestiva) traeva rendite. 9 La pianta disegnata da Luigi Manzieri nel 1735 Struttura muraria esterna della Chiesa e del Campanile La facciata si erge, a levante, vaga e maestosa sulla pianura. Misura m.18 per 9 di lato, in fondo a sinistra il presbiterio e coro di circa m.10 per 4 e davanti una piazza ottocentesca antistante la Chiesa con una serie di fittoni lungo il perimetro della stessa. Molto probabilmente tale piazzale fatto costruire da Don Grisostomo Bondoli segnava il punto non valicabile delle acque quando d’inverno si allagava molto terreno. Al lato sinistro della Chiesa, dove passava il Fiume Santerno, c’era il traghetto (barca). La Chiesa è dotata di una Torre Campanaria non di grande mole, ma di buona architettura, arricchita da tre campane. Da ricordare che il tetto non era a quattro spioventi, come è ora, ma a cipolla, per intendersi cioè come quello di San Patrizio o Belricetto. Fu un fulmine all’inizio del novecento a decretarne la trasformazione. La campana grossa, venne fusa nel 1676 da Giacomo Landi di Imola, si ipotizza proveniente dal Duomo di Faenza, in ricordo del Card. Carlo Rossetti e dell’Arciprete Sebastiano Magnani, entrambi della Chiesa Faentina. La seconda fusa nel 1723 da Francesco Landi di Imola, si deve alla munificenza del Compatrono Don Francesco Belletti, e presenta questa iscrizione: F RANCISCUS B ELLETTUS PAROECH . S. J OSEPH RECTOR ET COMPATRONUS F . F . A.D. MDCCXXIII F RANC
. L AND
. I MOL
. F UND
. La terza, fusa nel 1713, è opera sempre di Francesco Landi e riporta questa epigrafe: S. M
ARIA ORA PRO NOBIS A N . MDCCXIII. Queste antiche campane sono state prese per esigenze belliche e rifuse “moderne” nel dopoguerra. 10
Dei vecchi bronzi rimane solo la campanella nel presbiterio con la sem- plice scritta: O PUS HEREDUM DE POLIS Il 6 aprile del 1725, cinquanta giorni prima di morire, Don Belletti scrisse il testamento lasciando alla Parrocchia dieci tornature di terra poste di fronte alla Chiesa perché fosse celebrata la seconda messa festiva, soprattutto a vantaggio della popolazione vicina ma inclusa nelle Diocesi di Ravenna e Faenza, eredità molto probabilmente mai goduta.
Il parroco Don Torelli registra nel 1745 l’innalzamento a sue spese del- l’argine del fiume per difendersi dalle inondazioni. Nel corso del 1800 Carlo Ruina di Lugo, nonno di Don Stagni, dipinse il soffitto e fece le decorazioni delle pareti con pitture stile impero di buon effetto. 11
Arredo interno della Chiesa Nel 1814 fu eretto il Battistero come risulta dal libro dei battesimi, aven- do ottenuto tale diritto distaccandosi così da San Bernardino. Nel promemoria della visita del Cardinale Bandi si ha la distinta delle spese sostenute da Don Francesco Belletti, primo parroco, per la costruzione e l’arredo che ammontano a 4000 scudi. Anticamente, all’interno della Chiesa, erano posti tre altari. Dietro al maggiore col quadro di San Giuseppe si legge l’epigrafe: A ER
CONSTRUIXIT 1827,
IN CORNU E VANGELII Sotto all’altare della Madonna del Rosario, con relativa statua, vi è posta un’icona con la sottostante iscrizione: I N HONOREM B.V.M. A R OSARIO : J
OANNES C HRISOSTOMI B ONDOLI
CURIO , ALTARE ORNAVIT A . D . 1838 12 Veduta interna della chiesa Sulla facciata sono riportate le icone relative ai Misteri del Rosario. L’altro intitolato a Sant’Antonio di Padova con una statua di legno non di strabiliante fattura. Alle pareti laterali interne della Chiesa sono posti dei dipinti raffiguran- ti le icone della Via Crucis comprate dallo stesso Belletti a Bologna. Nella Chiesa erano presenti tre sepolcreti, le cui lapidi di ingresso sono state nascoste dall’odierno pavimento, fatto nel corpo della Chiesa nel 1965 circa con materiale di scarto. Davanti all’altare della Madonna c’era l’ingresso del sepolcreto della Famiglia Bondoli-Pastorelli. Davanti al presbiterio c’era l’ingresso della sepoltura dei Parroci. Verso il fondo della Chiesa (entrata) molto probabilmente c’era l’in- gresso del sepolcreto della Confraternita o del Santissimo Sacramento o di San Giuseppe. 13
Alle pareti sono poste le lapidi di defunti sepolti nel piccolo cimitero posto sulla destra della Chiesa o nel sotterraneo della stessa. Dopo un centinaio di anni il cimitero venne trasferito nella sede in cui si trova ai giorni nostri. Alcuni defunti sono stati dei benefattori della Chiesa. 14 I N HONOREM B.V.M.
A R OSARIO ALTARE ORNAVIT A . D . 1838 Altare dedicato alla Madonna del Rosario Nella facciata sono riportate le icone relative ai Misteri del Rosario 15 Altare dedicato a Sant’Antonio da Padova Archivio Parrocchiale L’archivio parrocchiale è in buono stato di conservazione e racchiude: - Libro dei Matrimoni e Libro dei defunti fin dal 1721; - Libro dei Battesimi fin dal 1814; - Elenco dei Confratelli della Compagnia del Santissimo Sacramento; - Libro Mastro Parrocchiale, che registra tanti avvenimenti e rap presenta la vita semplice della gente; - Appunti di diversi parroci. Gli archivi parrocchiali generalmente sono poco apprezzati da chi ne tiene la custodia, come pure dagli studiosi, mentre meriterebbero miglior sorte e più vivo interesse per la loro singolare importanza. Nell’archivio sono conservati degli opuscoli, denominati anche “libri- ricordi” per le notizie che vi si trovano. 16
Qui sono raccolte alcune informazioni relative a tempeste, inondazio- ni, terremoti, comete, stelle cadenti ed altro. Riteniamo opportuno citare di seguito alcuni esempi degli eventi acca- duti, e in essi riportati, facendo notare la diversità di argomenti raccon- tati:
Nei suoi appunti il Rettore Don Antonio Barittoni riporta annotata una frase che denota tutta la gravità del disastro:
Nei verbali della visita del Vescovo Marelli, avvenuta nel 1739, sono riportate queste ulteriori informazioni: «I Belletti hanno dotato la par-
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La Chiesa è descritta come assai venusta, mentre la canonica è discreta. Negli appunti di Don Torelli rileviamo i dati relativi alla popolazione residente nella parrocchia: 160 famiglie con 800 abitanti. Nel 1828 il Visitatore pastorale impone ai Belletti il restauro, a proprie spese, della Torre Campanaria entro un mese dalla firma del decreto in data 29 agosto, pena la privazione del diritto di nomina. Nel frattempo la Parrocchia di Voltana si espande includendo la costru- zione di altri luoghi di preghiera, in questo modo sorge a circa 3 Km di distanza dalla Chiesa, verso mezzogiorno, un elegante e spazioso Oratorio detto l’Arginino, dedicato alla Vergine Assunta, già proprietà dei conti Emaldi. Un secondo oratorio dedicato a San Marco si trova a ponente della Chiesa nei pressi della stazione, già proprietà Bondoli-Pastorelli, poi del sig. Giovanni Giardini. Don Taglioni rende noto ai posteri la notevole espansione della popo- lazione rispetto a quanto riportato dal suo predecessore Don Torelli, annotando che nel 1891 le famiglie sono 403, con 2378 abitanti. 18
Elenco dei Rettori della Parrocchia Qui sotto è riportato in ordine cronologico l’elenco dei Parroci che si sono susseguiti a Chiesanuova: 1721 – 1725 Caravita Francesco di San Lorenzo 1725 – 1729 Tallarini Carlo di Bagnacavallo 1730 – 1739 Pasetti Andrea di San Lorenzo (morto il 15 dicembre) 1739 – 1759 Torelli Paolo Antonio di Faenza 1759 – 1767 Giampiccoli Francesco di Ravenna 1767 – 1798 Farini Gianantonio di Alfonsine 1798 – 1800 Retta da Cappellano 1800 – 1808 Toni Antonio di Solarolo 1809 – 1819 Barittoni Antonio di Fusignano 1819 – 1822 Tamborini Tommaso di Cotignola 1822 – 1869 Bondoli Giangrisostomo (unico parrocco di origi ne voltananese, membro della cospicua Famiglia Bondoli-Ortolani) 1869 – 1871 Soldati Lorenzo di Lugo, retta da economo spirituale 1871 – 1898 Taglioni Francesco di San Lorenzo (morto il 14 aprile) 1898 – 1904 Bresadola Domenico di Castelbolognese 1905 – 1920 Andalò Sante di Mordano (morto l’8 aprile) unico parroco la cui sepoltura risulta essere nel cimitero comunale di Chiesanuova 1920 – 1960 Stagni Giuseppe di Lugo 1960 – 1970 Giovanni de Sanctis di Bitonto 1971 – 1981 Albano Calamelli di Imola 1981 – 2001 Massimo Randi di Barbiano, ultimo Parroco residente 2001 – ... Felice Marchi 19
20 Santa Cresima a Chiesanuova di Voltana, amministrata dal Vescovo Mons. Benigno Carrara e Prima Comunione con Don Giovannino nel 1966 Racconti e testimonianze dei Rettori degli ultimi 80 anni Don Giuseppe Stagni Domenica 23 ottobre 1921, in concomitanza con la celebrazione del secondo centenario della sua fondazione, prendeva possesso della Chiesa il nuovo parroco Don Giuseppe Stagni. Il sacerdote troverà quella chiesa bisognosa di molti restauri e ripara- zioni, troverà inoltre molte anime aliene alle pratiche religiose, perché travolte in questi ultimi tempi in lotte di classe di fervente predicazio- ne anarchica. Gli giungono dai suoi superiori gli auguri più fervidi che possa riabbel- lire la casa del Signore e trarre sulla buona via il gregge affidatogli. 21
Don Giovanni de Sanctis Don Giovannino, come affettuosamente veniva chiamato dai parroc- chiani, arrivò a Voltana nel 1960, ma c’è chi lo ricorda officiante in Chiesa la notte di Natale del 1959. Proveniva dalla Parrocchia di Monte Mauro, che veniva in quegli anni progressivamente spopolandosi. Don Giuseppe Stagni, morto il 21 novembre 1960 a 81 anni, di cui gli ultimi due anni della sua vita trascorsi al Santa Teresa a Ravenna, aveva lasciato una canonica e una chiesa in condizioni precarie, come la trovò Don Giovannino. È da ricordare che partecipavano della missione di Don Giuseppe anche il fratello Don Luigi Stagni e la preziosissima sorella Margherita, perpetua ed anche catechista. Si ricorda pure che nei moti insurrezionali del 1910, la Chiesa di San Giuseppe non fu attaccata dai rivoltosi per rispetto alla serva (Marghe- 22
il 20 settembre 1964 rita) provvidenzialmente ammalata. Al suo arrivo alcuni parrocchiani gli regalarono vestiario di prima necessità e da parte sua si rimboccò le maniche facendo realizzare un pozzo artesiano che serve tuttora la popolazione ed iniziò a rimettere in sesto la Chiesa. Con l’aiuto di molti parrocchiani che contribuirono generosamente, ini- ziò anche il rifacimento del pavimento e della volta del soffitto. Forte del suo spirito di iniziativa, si dedicò subito ad organizzare atti- vità pastorali come gli incontri serali, a quel tempo tenuti solo fra uomi- ni, in cui si parlava di temi religiosi. Ancora, tra le sue iniziative, la benedizione del primo maggio ai mezzi di trasporto davanti al piazzale della Chiesa. Don Giovannino fu poi trasferito nel 1970 a Budrio ma nel ricordo dei voltanesi resta davvero una persona speciale. 23
Don Albano Calamelli Il successore di Don Giovannino fu Don Albano. Con grande affetto questi ricorda la sua permanenza a Chiesanuova durata dieci anni dal 1971 al 1981. Durante la sua permanenza ci fu la visita pastorale di Mons. Aldo Gobbi nel 1972. Don Albano si ricorda un episodio particolare accaduto attorno all’anno 1975 dove una sera, durante la Santa Messa crollò una parte del tetto della Chiesa causata da infiltrazioni d’acqua. Fortunatamente non vi furono feriti e dopo pochi giorni cominciarono subito i lavori per la riparazione dello stesso. 24
consacrazione del nuovo altare Un’altra cara reminiscenza rammenta la Celebrazione del 50° Anniversario di Matrimonio dei coniugi Pagani di Chiesanuova. Ricorda con che rigore le Celebrazione delle Prime Comunioni avveni- vano nel giorno di San Giuseppe. Don Albano ricopriva anche l’incarico di cappellano nella nuova Parrocchia di Voltana. 25
Don Massimo Randi Ultimo parroco a Chiesanuova Nel 1981 con l’arrivo di Don Massimo Randi comincia l’opera di ristrutturazione della Chiesa, della canonica e la costruzione ex-novo del “CIRCOLINO DELLA VALLE”. Prima di tutto sembrava evidente partire con il tetto, il taglio laterale per le infiltrazioni di umidità, il rifacimento dell’abitazione e il restau- ro del campanile. In seguito la ristrutturazione della Chiesa, iniziando dall’interno con la decorazione delle pareti e del soffitto dove sotto gli ultimi strati di ver- nice si sono trovati degli affreschi risalenti al 1800 del famoso Carlo Ruina. Con questa scoperta si è poi deciso di procedere al ripristino delle stes- se decorazioni e riaperture delle nicchie con relative statue e reliquiari. 26
Da destra il maestro Salvagni, vice-sindaco per Voltana, Don Giovannino, Don Massimo e Don Albano (foto recentemente ritrovata nell’archivio) In questi anni dal 1981 al 2001 sono nate molte iniziative a Chiesanuova come la squadra di pallavolo “MACCABEUS” ancora oggi esistente, il Centro estivo dove tantissimi ragazzi partecipavano. Don Massimo reintrodusse la Festa di San Giuseppe (allora soppressa) dove ogni anno prendevano parte numerosissime persone sia durante le processioni del Santo Patrono fino al cimitero, ma anche al succulento pranzo comunitario preparato dalle arzdore del luogo. Nella giornata della domenica si propose un gioco per famiglie “La gara del coniglio”. Consisteva nel fare entrare in una delle cassette per la frutta, poste in cerchio, un coniglio. I partecipanti al gioco radunati in cerchio all’esterno del piccolo recinto di cassette, incitavano il coni- glio a rifugiarsi in una di queste. Il possessore della casetta in questio- ne si aggiudicava il coniglio stesso. Il programma della festa includeva la serata dialettale con la polenta e i suonatori, la famosa gara del “Beccaccino” e non dimentichiamo il “Premio del Fondatore ” premio che voleva sottolineare che si promuo- 27
veva il lavoro, la cultura, lo sviluppo integrale del nostro paese. L’associazione del premio comprendeva un concerto in Chiesa. Presente per l’intera durata della festa e funzionante una “Pesca di Beneficienza” realizzata interamente con doni pervenuti con donazioni dei parrocchiani. Un’altra iniziativa introdotta da Don Massimo finalizzata al manteni- mento della Chiesa e tuttora rimasta attiva, è la presenza durante la Commemorazione dei Defunti di un banchetto presso il locale cimite- ro con la vendita dei Cartelli votivi. Non si può dimenticare il rifacimento, grazie all’impegno della Cassa di Risparmio di Lugo, della piazza ottocentesca antistante la Chiesa col recupero dei fittoni ancora esistenti avvenuta nel 1996 e la piastra poli- valente per la pallavolo estiva. 28
Edmondo Baroncini fabbro imprenditore. Ritira il premio il figlio Serafino Nello stesso periodo è stato realizzato e posto in opera il cancello in ferro su disegno di Don Massimo Randi eseguito fedelmente dal fab- bro Fernando Taroni. Prima di concludere il suo mandato, ha dovuto affrontare anche un’al- tra avversità atmosferica, un fulmine verso la fine del mese di agosto del 1998 colpì il campanile provocando notevoli danni allo stesso e anche a parte della canonica e della chiesa. 29
Don Felice Marchi All’inizio del 2001 il Vescovo Mons. Giuseppe Fabiani trasferisce Don Massimo Randi alla Parrocchia di Sasso Morelli e Giardino e nomina amministratore parrocchiale di Chiesanuova, Don Felice Marchi Parroco di Voltana. Il nuovo responsabile affida la gestione dei beni a un gruppo di perso- ne che dimostrano particolare zelo e premura per gli ambienti e la pastorale parrocchiale di Chiesanuova. Don Felice è molto soddisfatto della collaborazione con questo gruppo, perché attualizza l’orientamento che avanza nella Chiesa: coinvolgere sempre più i laici nella pastorale parrocchiale. Il comitato di gestione “San Giuseppe” con l’aiuto della “Fondazione di Banca di Romagna” e l’aiuto di benefattori e dell’intera comunità ne stanno mantenendo il decoro con alcune opere di ristrutturazione. 30
Prima fra queste il restauro del Fonte Battesimale e dell’Altare della Madonna. In seguito il restauro della porta d’ingresso della Chie- sa, il tetto della canonica ed infine lavori di riparazioni varie al “Circolino”. - La Meridiana è stata realiz- zata da Don Massimo Randi nel 1996 a conclusio- ne dei lavori di restauro della facciata della canoni- ca in ricordo di Don Fran- cesco Belletti Fondatore della Parrocchia nel lontano 1721.
31 M ANE NOBISCUM , QUONIAM AD VESPERASCIT , ET INCLINATA EST IAM DIES . Lc.24,29 Eretto nel 1814 e restaurato dal pittore Giulio Galassi di Bagnacavallo nel 2002. La parte sottostante, tavolo ot- tagonale con borchie in bronzo, è attualmente nel Museo Vescovile 32 1965 Programma Festa di San Giuseppe al tempo di Don Giovannino Si ricordano il nuovo pavimento e la tinteggia- tura dei banchi Gruppo di catechismo nei primi anni ‘80. Aprono la fila, a sinistra, i fratelli Bernagozzi e chiude la fila, ultimo a destra, Oscar Paolucci 33 1992 Programma Festa di San Giuseppe 19 marzo, festa Patronale. Uscita della processione con la statua di San Giuseppe 34 1986, gruppo di “Indiani” durante il Centro estivo in vacanza a Piedimonte 1991, la locandina del 1° Centro estivo 35 1998, serata al “Circolino” con le note bariste Gruppo di pellegrini dalla Scuola Media di Voltana alla chiesa di San Giuseppe a ringraziare per l’anno scolastico Claudio Chieffo alla Festa di San Giuseppe nel concerto in chiesa 36 In occasione della festa del patrono nel- l’anno 2009 è stato posto sul portale d’in- gresso un mosaico raffigurante “San Giuseppe con bimbo” realizzato da Elisabetta Argnani con la collaborazione del fabbro della Parrocchia, Fernando Taroni, per la struttura in ferro. A sin. San Francesco di Paola con reliquia di Santa Barbara martire; a ds. San Vincenzo Ferreri con reliquia di Santa Costanza v.m., dopo il restauro 37 Attualmente si è dato inizio al restauro dei banchi della Chiesa. Sotto allo strato di vernice, i restauratori Simonetta Zannoni e Stefano Foschini, hanno rinvenuto le decorazioni originali e i nomi delle fami- glie che avevano effettuato la donazione per la realizzazione degli stes- si, seguendo come traccia le fotografie rinvenute nell’archivio parroc- chiale degli anni sessanta.
38 Il sostentamento della Parrocchia avviene tramite l’introito ricavato dagli incassi delle Messe Domenicali in ricordo ai defunti dei parroc- chiani e benefattori. Il Comitato di Gestione per integrare e affrontare nel modo più tran- quillo e sicuro le spese da sostenere, organizza pranzi e feste varie pres- so il “Circolino” anche per proseguire lo spirito di evangelizzazione iniziato tempo addietro e chiede che quanti sono sensibili alla vita della Parrocchia si aggiungano per i vari servizi.
La documentazione storica è tratta dal volume: Le Chiese della Diocesi di Imola di P. S ERAFINO
G ADDONI
O.F.M. La parte relativa a Don Giovanni De Sanctis è tratta dal volume: Don Giovannino, un sorriso per tutti di G IUSEPPE
T ONI
Alcune fotografie e illustrazioni sono tratte dal volume: Voltana – Una Comunità particolare di A TOS
B ILLI
RINGRAZIAMENTI: Fondazione Banca di Romagna Diocesi di Imola Don Massimo Randi per il suo operato nell’ambito parrocchiale Don Felice Marchi Comitato di Gestione “San Giuseppe” a tutti i parrocchiani per testimonianze, racconti ed immagini fotografiche a tutti un grazie di cuore 39
Via F. Orsini, 11 - 40026 Imola (BO) Tel./ Fax 0542-28711 E-mail: info@angelinieditore.it Proprietà artistica e letteraria riservata. Ogni riproduzione di immagini e testi, anche parziale, è vietata. Download 100.95 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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