Quaderno di traduzioni
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- I am very bothered when I think
- One night as he sat at his table…
- As one in his right mind
Andrea Valenti Quaderno di traduzioni 2 Simon Armitage Samuel Beckett Elizabeth Bishop Emily Bronte George Byron Raymond Carver E.E. Cummings Emily Dickinson Thomas Stearns Eliot Robert Frost Seamus Heaney Gerald Manley Hopkins James Joice Jack Kerouac Robert Lowell Edgar Lee Masters James Merrill Silvya Plath Ezra Pound Robin Robertson William Shakespeare Percy Bysshe Shelley Wallace Stevens Mark Strand Dylan Thomas Derek Walcott Charles Wright 3 Simon Armitage 4 "My party piece" Il mio pezzo forte: accendo un fiammifero, e da quando balugina la fiamma, a quando la luce supera se stessa e muore, io racconto la storia della mia vita - data e luoghi, le verità portate, nomi e volti, tanti, chi mi ha dimostrato amore, chi c'è andato vicino, i cambiamenti fatti, le lezioni prese - poi trovo pure il tempo di esitare e arrossire prima che la fiamma morda e bruci. Ma un consiglio a chi culli una sola oncia di tristezza, a chi è solo: non fatelo; è pericoloso, folle. I am very bothered when I think Mi rattrista davvero ricordare tutto il male che ho fatto. Anche la volta al laboratorio di chimica quando presi per le lame un paio di forbici e ho temuto l'impugnatura sulla viva fiamma lilla di un becco Bunsen; poi ho chiamato te e te le ho passate. O, il tanfo della pelle bruciata, quando infilasti pollice e medio senza a riuscire a liberarti dai due anelli roventi. Segnata, disse il dottore, eternamente. Ma ti prego di non credermi, se dico che era il mio modo da tredicenne maldestro di chiederti in sposa. No convictions Senza convinzioni - questo il mio unico grande difetto. Nulla che mi spinga ad urlare, nulla per scatenare un inferno o fare una canzone per ballarci su. Potrei essere incontenibile, uno che di notte s'impregna di benzina, 5 uno che s'infiamma per il mondo intero, il sangue che ribolle, capelli che s'arricciano. Ho un neo tre pollici a sud est del naso, un cuore che gareggia con un orologio da taschino, un pugno che s'apre come un coltellino svizzero, e trucchetti che che fan scattare applausi spontanei. Ma non ho causa, nessuna causa. Some unimportant A volte una parola non importante o una frase mi ronza in testa per giorni. Accendere e rimanere a distanza. Non avvicinarsi ad una girandola accesa. Stasera sono vuoto fuso parcheggiato in garage con il motore acceso al buio. Chi mi conosce mi tiene a distanza gli altri mi vorrebbero veder morto. Non ancora. Strappo dal libro l'ultimo fiammifero un'unica strisciata secca sul parabrezza. Sul vetro c'è la mia immagine colta sul fatto - conduce luce fino a quando il calore sfiora il pollice e le dita, sblocca la mano, mi scuote, attiva qualcosa nel flash del mio cuore. To poverty Sei qui di nuovo, dopo essere stata per anni nei paraggi. Accomodati. Ne riconosco l'ombra ovunque, quella silhouette senza volto, quella forma. Sii mia ospite, vivremo fianco a fianco come siamesi uniti alla tasca. Troppo a lungo ho tentato di evitarti. L'inverno scorso quando avesti l'influenza avrei dovuto svignarmela, e invece ti ho dato ogni responsabilità, la malattia, sangue marcio. È freddo di nuovo, avvicinati al fuoco, alla luce, fatti riconoscer meglio. 6 Quanto male mi hai fatto: tutte quelle domeniche che m'hai lasciato al buio al rosso a terra senza lavoro. Interminabili settimane a pane senza burro, a letto senza cena. La volta in cui sfondando il capodanno di Schofield mi spezzai entrambe le gambe, e Schofield non poteva staccare una gamba dal tavolo per farci una stecca. Rimasi immobile tredici settimane. Un povero può solo aspettare. E aspettare. Perché mi stai addosso? Va dalla Regina, premi sul dotore, sul decano, alita sul maggiore, spremi il massone o il manager, va a Londra, o da un romanziere da scocciare e prosciugare. Ma ripensandoci, resta. Tutti dobbiamo avere qualcuno vicino da accoltellare alla schiena. L'ha detto Robert Frost. E poi è meglio averti sott'occhio che alle spalle ad ogni svolta in ogni strada in ogni città. Siediti, va. Ho detto siediti. White christmas E per una volta è bianco Natale, tanto bianco che le strade sono impraticabili, e mia moglie è bloccata in una città non percorsa da trattori o spazzaneve. È a letto sveglia e sola. Chiama e ci passiamo i regali al telefono. Il mio è un orologio, proprio quello che avrei scelto. Il suo è una canzone, quella che fa Here come the hills of time e resta nella copertina nessuno la canta, la scarta. Il cane di sotto però sbuffa, rosicchia, latra così lo porto sulla neve limpida 7 lungo il canale fino alla rimessa delle barche poi fino a casa dei miei dove mia madre è Marie Curie che scopre il radio in cucina e mio padre è Fred Flinstone, e un'ospite del passato con un'espressione che dice, menti, ragazzo: farò una collana coi tuoi denti e orecchini coi tuoi occhi, e colazione con le cazzate che racconti, poi c'è Gesù, la mia nipotina di due anni, passa tra noi con il frutto della terra e la luce del mondo - Christingle - un'arancia rossa infilzata con una candale accesa. Mangiamo, ma il cane questua beve dal cesso, canta in cantina. Solo Gesù m'accompagna sotto le scale con un osso. Poi, quando sto per andarmene vuole stringermi la mano, ma mi pesano le braccia, fatte di vile metallo, e il cane mi trascina verso la strada buia, di nuovo alla casa vuota. Passa mia sorella in auto e per darmi la buonanotte solleva un braccio del Gesù che dorme, ma io guardo l'ora e mi sento come il tizio della barzelletta, quello che in un mondo d'amici con gli orologi fermi sincronizza il suo. Song of the west men Nel lontano del lontano dalle isole delle isole accanto alle rocce delle rocce che le urie striano con la merda della loro merda, un peschereccio colò a picco nell'onda delle onde, e un pescatore nuotò per la vita della sua vita attraverso il crescere dell'acqua 8 a temperatura un grado. E le ossa delle sue ossa erano più fredde della pietra ed il suo sangue andava più lento del lento. Arrivò a terra dove le scogliere delle scogliere erano più ripide del ripido, dove pascolavano pecore con i denti dei loro denti. Allora puntò di nuovo verso la spiaggia, e si ritrovò tra la lava che lo scarnificò fino ai piedi dei suoi piedi e arrivò a una porta con il decimo di un racconto più inverosimile dell'inverosimile, freddo e sanguinante come un uomo uscito dal frigo. Eppure vivo. Il bene del bene verrà per questa strada, dicono: logoro e lacero, improbabile e fuori dalla tempesta sempre che venga. For the record È da quando brutalmente m'hanno estratto quattro denti del giudizio che mi sono ritrovato a parlare con la bocca di un altro, come dire, e la mia lingua è diventata un mollusco simile a un'ostrica o a una vongola violata, penetrata, che si lecca le ferite dentro la conchiglia. M'ha intrappolato nel sonno uno sorridente, che m'ha passato la dose come uno zio passa al nipote preferito dieci sterline, proprio così, col dorso della mano e l'occhiolino. Sono finito nel mondo dei sogni, 9 ma mi sono risvegliato urlando, desiderando stringere la mano all'infermiera. Prima di questa, l'unica esperienza sotto i ferri risale ai miei cinque anni, quando le tonsille appese in gola come pipistrelli in fondo ad una caverna andavano stanate. Ma fu una stronzata in confronto a questa: tra le altre cose ci sono voluti tre uomini bene in carne, una chiave inglese e la lussazione della mandibola. Non è forse un abuso della forza? Un po' come cacciare una famiglia di quattro persone trascinandole fuori mentre strillano e tirano calci aggrappandosi ai mobili. Come voler far passare i quattro angoli della terra attraverso l'Arco di Trionfo. Si potrebbe anche pensare che il progresso medico possa estrarre denti come quelli dalle orecchie o dall'ano, o frantumarli come calcoli renali con il laser a sicura distanza. Ma pare non ci siano stati i barcollanti passi in avanti rispetto a quando il dentista piazzava scranni alle fiere o in circhi itineranti. Mi torna in mente anche Jhon Henry Small di Devizes, che si ficcò un pugno in bocca e non riusciva a risputarlo e quando gli rimossero la mano vennero fuori anche canini e incisivi. 10 The ram Mezzo morto, travolto da un'auto, in ogni sua forma scattavano i nervi, come un pesce sul prato. Per finirlo, mi chiede di salire sulla sua gola, come chiedesse ad un amico di tenere stretto con un dito, un nodo da stringere. Poi gli sollevò la testa, la fece ruotare mezzo giro usando le ammoniti, membrane spirografidi delle corna fino agli occhi, su filamenti, guardavano indietro le ossa. Canis major A piedi lungo le colline, un cane si unì a noi e per oltre venti miglia non volle tornare nonostante uno di noi lo picchiasse. A disagio, pensammo di pagargli un taxi che lo riportasse a sud, ma mezzo morto zoppicò verso la casa dove guarda caso abitava, la stessa, guarda caso, dove avremmo dormito. Così morì quieto sotto il tavolo mentre cenavamo. Leo minor Quando arrivarono le foto storiche del primo gatto verde autentico, non ero rintracciabile, guardavo in bianco e nero un set preso a nolo. E pensai a mia madre dentro casa il giorno in cui assassinarono Kennedy, guanti di plastica, a pianger vere lacrime sui piatti da lavare. Canis minor Avevamo preso dalla credenza il cane di porcellana che predice il tempo: azzurro per la neve oro d'estate. Luce invernale quando mia sorella si chiede se il suo Einstein di due anni sia adatto a segni e stagioni di questo o di un altro mondo. Il cimelio di famiglia, il suo senso di futuro dov'è ora, nelle mani di chi e di che colore? 11 Incredible Dopo la prima fase e la grande caduta tra le assi del pavimento al piano di sotto, l'atterraggio morbido e in piedi alto un pollice nel maestoso tempio tra le gambe del tavolo o, sempre un pollice, nel letto di una scatola di cerini… E dopo le guerre ben documentate: il gatto in mimetica da deserto il ragno nel suo carro d'arti, il passero nel suo aereo ad un posto solo… Dopo quello, di nuovo tutto in scala. Sorgere di ultimo sorriso umano. La pura inconseguenza della nudità, l'obsolescenza poi di carne ed ossa. Gonfio ogni atomo, quelle molecole divennero palle da biliardo e passarono come lune. Neutrini spuntati e sbocciati, ogni capocchia di spillo divenne portale vicino e spalancato. Ma le stecche da una iarda, sostegni per fossi, si torsero, fallirono. Passarono vite. Con la massa critica poco più di un pensiero di pensiero andai avanti fino al punto di cessazione. Cercai una fine, una dimensione per resistere, ma ancora esisto. 12 Samuel Beckett 13 All strange away Morta immaginazione immagina. Un luogo, lo stesso. Mai un nuovo quesito. Un luogo. E lì qualcuno, lo stesso. Striscia fuori dal sudicio letto di morte e spingilo altrove e muòrici. Fuori, giù in strada, nel vecchio cappotto cappello come dopo la guerra, no, non lo stesso. Cinque piedi quadrati, altezza sei, senza ingresso, senza uscita, prova a cercarlo lì. Sgabello, pareti spoglie quando la luce s’accende. Volti di donna alle pareti quando la luce s’accende. Buio, e fa che lui sia sullo sgabello che parla da solo all’ultima persona, mormorando, suono alcuno, Ora dove è, no, Ora è qui. Seduto, fermo, camminando, in ginocchio, trascinandosi, giacente, arrampicato, al buio e alla luce, tu prova tutto. Immagina la luce. Roundelay lungo tutta la spiaggia al termine del giorno i passi unico suono unico lungo suono finchè spontaneamente non si fermano e allora nessun suono lungo tutta la spiaggia a lungo nessun suono finchè spontaneamente non riprendono i passi unico suono unico lungo suono lungo tutta la spiaggia alla fine del giorno Song L’età è quando un uomo raggomitolato vicino al fuoco rabbrividisce, cosicchè la strega si ricordi di portar lo scaldino ed il grog fumante. E viene tra le ceneri lei, l’amata mai posseduta o l’altra, posseduta senza amore o qualcosa di simile arriva dalle ceneri in quella vecchia luce quel volto nelle ceneri vecchia luce di stelle di nuovo sulla terra. 14 Cascando I perché no semplice disperar di occasione di pronunciarsi non è meglio l’aborto che esser sterili dopo che te ne vai le ore son plumbee e sempre troppo presto esse cominciano One night as he sat at his table… Mentre sedeva al suo tavolo di notte la testa tra le mani vide se stesso alzarsi e andarsene. Una notte o un giorno. Perché quando l'unica luce si spense non restò al buio. Una specie di luce arrivava dall'unica alta finestra. Ancora lì sotto lo sgabello sul quale finchè non poteva o non voleva più era solito salire per vedere il cielo. Perché non si sporgesse per vedere cosa giacesse sotto era forse perché la finestra non si poteva aprire o perché egli non poteva o non voleva aprirla. Forse sapeva anche troppo bene cosa giacesse sotto e non desiderava vederlo ancora. Semplicemente voleva restarsene là in alto sopra la terra a vedere attraverso il vetro sporco il cielo privo di nuvole. La sua immutabile debole luce 15 diversa da ogni altra luce poteva ricordarla dai giorni e dalle notti quando il giorno diventava notte all'improvviso e la notte giorno. Quella luce fuori che da quando la sua s'era spenta divenne la sua unica luce finchè anch'essa a sua volta si spense lasciandolo al buio. Finchè anch'essa a sua volta si spense. Dunque una notte o un giorno mentre sedeva al suo tavolo la testa tra le mani vide se stesso alzarsi e andarsene. Prima alzarsi restando aggrappato al suo tavolo Poi sedere ancora Alzarsi ancora aggrappato al tavolo ancora. Poi andarsene. Incominciare ad andarsene. Su piedi invisibili incominciare ad andarsene. Così piano che solo il cambiamento di posto dimostrava che se ne andava. Come quando spariva solo per riapparire più tardi in un altro posto. Poi spariva ancora per riapparire ancora più tardi 16 in un altro posto ancora. Così ancora e ancora spariva ancora solo per riapparire ancora più tardi in un altro posto ancora. Un altro posto nel posto dove sedeva al suo tavolo la testa tra le mani. Lo stesso posto e lo stesso tavolo per esempio di quando Darly morì e lo lasciò. Come quando anche altri a loro volta prima e dopo. Come quando anche altri anche loro a loro volta lo avrebbero lasciato finchè anche lui a sua volta. La testa tra le mani a metà sperando di sparire ancora senza riapparire ancora e metà spaventato di non riapparire. O semplicemente domandando. O semplicemente aspettando. Aspettando di vedere se sarebbe o non sarebbe. Lasciarlo o meno da solo di nuovo 17 ad aspettare il nulla di nuovo. Visto sempre da dietro ovunque andasse. Stesso cappello e mantello come ai tempi in cui vagava per le strade. Le strade remote. Ora come uno in un posto ignoto che cerca l'uscita. Nel buio. In un posto ignoto ciecamente nel buio di una notte o di un giorno alla ricerca dell'uscita. Un'uscita. Verso le strade. Le strade remote. Un orologio lontano suonava ore e mezzore. Lo stesso di quando fra gli altri Darly una volta morì e lo lasciò solo. Rintocchi ora chiari come portati da un vento ora deboli nell'aria calma. Lontane grida ora deboli ora chiare. La testa tra le mani mezzo sperando quando l'ora suonava che non suonasse la mezz'ora e mezzo temendo che non sarebbe suonata. Allo stesso modo quando le grida un attimo cessavano. O soltanto domandando O soltanto aspettando. Aspettando di sentire. 18 C'era stato un tempo in cui qualche volta sollevava la testa abbastanza per vedersi le mani. Ciò che di esse si poteva vedere. La prima appoggiata sul tavolo e l'altra sulla prima. A riposo dopo tutto ciò che avevano fatto. Sollevava la sua testa di un tempo un momento per vedere le sue mani di un tempo. Poi l'appoggiava di nuovo su di esse per riposare anch'essa. Dopo tutto ciò che aveva fatto. As one in his right mind Come uno con la testa a posto quando fu fuori ancora senza sapere come mai fosse fuori ancora, ma non da molto, allora cominciò a domandarsi se avesse la testa a posto. E fu al modo di un uomo più o meno ragionevole che alla fine egli emerse senza sapere come al mondo esterno e non c'era rimasto più di sei - sette ore d'orologio quando non potè non cominciare a domandarsi se avesse la testa a posto. I rintocchi dello stesso orologio erano quelli uditi innumerevoli volte nella sua reclusione al rintocco delle ore 19 e delle mezz'ore e così forse prima una fonte di sicurezza e poi una fonte d'inquietudine non essendo ora più nitidi di quando venivano smorzati e spenti dalle quattro mura. Allora sperò soccorso nel pensiero di uno che la sera s'affretta al tramonto cercando una vista migliore di Venere e non la trova. L'unico altro suono le grida che animavano la sua solitudine mentre perso nella sofferenza sedeva al suo tavolo la testa tra le mani era vera la stessa cosa. Della loro provenienza quella dei rintocchi e delle grida era vera la stessa cosa: che non era più determinabile ora di quanto fosse naturalmente allora. Forzando i suoi rimasugli di ragione per tirare avanti cercò conforto nel pensiero che la sua memoria dell'interno fosse forse in errore e non ne trovò. E s'aggiunse al suo smarrimento il suo passo silenzioso come quando a piedi scalzi 20 camminava sul pavimento. Così ciò che udiva di male in peggio finchè non cessò se non di udire di ascoltare e cominciò a guardarsi intorno. Alla fine era su un prato d'erba ciò almeno sembrava al suo passo silenzioso e poi poco più tardi come per compensare un modo di accrescere il suo turbamento. Poiché non poteva ricordare alcun prato d'erba dal cui cuore diventasse introvabile qualsiasi confine ma sempre da una parte o da un'altra qualche visibile confine, un recinto o una staccionata o qualcos'altro da cui far ritorno. Né guardando più da vicino a peggiorar le cose questa era l'erba verde e corta che gli sembrava di ricordare brucata da greggi e mandrie una lunga e grigio pallido qua e là quasi bianca. Poi ciò che vedeva di male in peggio 21 finchè non cessò se non di vedere di guardare (intorno a sé o più vicino) e cominciò a meditare. A questo scopo mancando una pietra dove sedere come Walter e incrociare le gambe non potè fare meglio che immobilizzarsi cosa che fece dopo un istante di esitazione e naturalmente piegare la testa come in profonda meditazione cosa che fece dopo un altro istante di esitazione. Ma presto stanco di cercare invano in quelle rovine s'incamminò tra le lunghe erbe biancastre rassegnato a non sapere dove si trovasse o come ci fosse arrivato o dove stesse andando o come tornare indietro là dove non sapeva come fosse venuto. Andava così, nulla sapendo e senza meta in vista. Non sapendo e per di più senza desiderio di sapere anzi senza desideri di alcun tipo e perciò senza alcuna pena salvo che avrebbe desiderato che i rintocchi cessassero e le grida 22 ed era dispiaciuto che non succedesse. I rintocchi ora deboli ora nitidi come portati dal vento e invece non un alito e le grida ora deboli ora nitide. 23 Download 5.01 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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