Quaderno di traduzioni
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- TWO STICK DRAWINGS 1
- The walk 154 A dog was crying tonight in wicklow also
Un'invocazione Non avercela con me, dalle Shetland, Mac Diarmid, il tuo sguardo fatto di pietra fissando la pietra, sobrio e irritabile. Non il vecchio vigilante che ce l'ha con noi dall'angolo del camino, parte lui, il re dei bevitori; no, comprendi, come il saggio dei venti che si burla della roccia, come il gabbiano sulla brezza marina, custode dei cancelli aperti dietro la fronte degli uccelli - non voglio sentirmi rimangiare le mie note acute sul tuo stile spesso alla Mac Gonagall, no, ma aggiungo, nel mezzo del cammino: ho sottovalutato il tuo eccessivo genio trombone. Soprattutto gli anni in cui vivevi in riva al mare. Più capro intellettuale che capro espiatorio, oltre i limiti pietrosi, pazzo della scrittura. L'orgoglio di cimento e solitudine. La tua grande fronte pallida al vetro della finestra come la curva della terra all'orizzonte nord. Eri in panne, avanti e indietro dalla spiaggia, sceglievi di slancio tra orizzonte e dizionario, intransigente sulla faccia rocciosa delle vecchie domande e risposte, a cui aggiungo la mia: - Chi è il mio vicino? Tutta l'umanità - E se non vorrai esser conciliante, rimani ad una distanza di comprensione. Sii il piccolo bastian contrario che sempre sei stato, l'occhio alla poesia con qualsiasi tempo, forza che muta, fattore incluso nel calcolo, che prevalga o meno, costantemente 151 la funzione del proprio tempo e luogo e talvolta anche del nostro. Mai, comunque, oltre noi, anche se straniera. Nell'accento, nell'idioma, nel- l'idea, come un cardo al vento, catechismo che occorre ripetere. Remembered columns Le solide lettere del mondo divennero aeree. Le grazie di marmo, i montanti squadrati di netto costruiti su rocce e messi sulle cime, sorsero come colonne ricordate in una storia sulla casa della Vergine, che salì, fluttuò per atterrare sulla collina di Loreto. Alzo gli occhi in un credo delirante, scoprendo ciò che di vero resta tradotto. Poet's chair Leonardo disse: il sole non ha mai visto un'ombra. Ora osserva la scultrice muoverai attorno alla prossima opera, come un'amante degli angoli in moto e del fisso amore. 1 Ombre angolo di se stessa, la tua “Sedia del Poeta” s'innalza e resta contro loro nel suo cortile del centro inseguito dal sole. Sempre sul qui vive, le sue quattro zampe che atterrano sui piedi – piede di gatto, di capra e anche grande, morbido, valgo; lo schienale dritto germoglia in fronde bronzee. Ogni persona frivola in città, vecchi e ubriaconi, chi piscia di notte o si bacia, almeno una volta ci si sono seduti. E' come l'aria, alata e piena, vola dietro a loro o come un innesto tocca le loro scapole a farli felici. Mutata natura tornano foglia e fiore e passo d'angelo. O qualcosa di simile. Foglie su una sedia di sangue. Puoi crederci? 2 Poi la sedia è in una prigione bianca seduto e calvo come un uovo c'è Socrate, 152 sta discorrendo al sole con gli amici. Gli resta poco tempo. Il giorno del processo una verde nave salpò dal tempio di Apollo a Delo, per il rito di commemorazione annuale. Finchè il sartiame frondoso non rientrerà al porto di Atene la vita della città sarà sacra. Nessuna esecuzione, né coppa di cicuta o lacrime mentre il veleno fa il suo dovere e l'esperto aguzzino parla accompagnandoli lungo le fasi del torpore. Socrate al centro della città e del giorno ha dimostrato che l'anima è immortale. Le foglie di bronzo odono incredule l'alto silenzio. Presto Critone gli chiuderà occhi e bocca, ma al momento ogni cosa è un dolore differito previsto immaginato verissimo. 3 Mio padre ara ogni lato del prato dove siedo nel mezzo, onniveggente, la schiena al biancospino mai tagliato. I cavalli son zoccoli e fianchi di bronzo, io sono tutto preveggenza. Della poesia, come un vomere che muove il tempo e lo rivolta. Dalla sedia con foglie che la spina fatata iscrive ora al futuro. D'esser qui, per sempre, in ogni senso. TWO STICK DRAWINGS 1 Claire O'Really usava il bastone di sua nonna - con il collo curvo - per arrivare ai rovi più alti dove crescevano le more più mature. Quando era ora di raccoglierle, Persefone non era niente in confronto a Claire. Scavalcava cancelli, passava sui binari - fuliggine soffiava sul convolvolo come un re impotente dal suo carro di ferro. 2 Con i bastoni da mandriano e di susino e di frassino, il ripiano posteriore dell'auto di mio padre sembrava una vetrina di bastoni, ma l'unico che curiosava era Jim mascella cadente, perché era un semplice e pioggia o luce non fermavano il suo disperato avanti e indietro dal parabrezza al lunotto, 153 le mani sul volto, scrutando e gemendo. Così ogni tanto i bastoni venivano tirati fuori per lui, e appoggiati al parafango uno dopo l'altro. Jim li misurava ad uno ad uno, li puntava, brandiva affettava, attaccava, parava con aria inoffensiva; finchè in uno non trovava l'esatta estensione di se stesso. Gioiva, allora, e correva cantando vittoria, si piegava in avanti con il bastone tenuto parallelo al suolo, come se fosse tirato, come un cavallo alla stanga dell'inesorabile. A call - Aspetta - mi disse - che corro a chiamarlo. Il tempo è così bello, che ne ha approfittato per togliere un po' di erbacce - Così lo vidi in ginocchio vicino alla fila dei porri, toccare, ispezionare, separare uno dall'altro ogni gambo strappando con gentilezza ogni stelo non rastremato, fragile e senza foglie, compiaciuto di romper le radici ma nello stesso tempo dispiaciuto… Poi ascoltavo il grave ticchettio degli orologi nell'atrio col telefono in attesa nella quiete di specchi e pendoli colpiti dal sole… E cominciai a pensare: se fosse il momento, così la Morte ci convocherebbe… Poi parlò, quasi gli dissi di averlo amato. The walk 154 A dog was crying tonight in wicklow also Quando gli uomini si resero conto della morte mandarono il cane con un messaggio per Chukwn: volevano tornare alla casa della vita. Non volevano finire persi per sempre come legno arso sparso in fumo, o cenere soffiata via nel nulla. Vedevano invece le loro anime al tramonto gracchiare appollaiate allo stesso trespolo, la stessa aria frizzante, e stiracchiarsi d'ali di ogni mattina. Morte simile ad una notte nel bosco, per tornare alla casa della vita all'alba. (Il cane avrebbe dovuto dire tutto ciò a Chukwn) Ma non si curò molto di morte ed umani quando trotterellò via, abbaiando dalla riva di un fiume. Così da Chukwn arrivò prima il rospo, che aveva ascoltato per caso ciò che il cane aveva da dire. "Gli uomini" riferì (e fu subito creduto) "vogliono che la morte duri per sempre" Allora Chukwn vide le anime umane in uccelli volare a lui come macchie nere fuori dal tramonto, andare dove non c'erano alberi o trespoli, senza via di ritorno alla casa del giorno. E la sua mente tramontò di colpo, nulla di ciò che disse poi il cane potè mutare la visione. Grandi capi e grandi amori nella luce calata, il rospo nel fango, il cane latra al buio dietro la casa dei morti. 155 Gerald Manley Hopkins 156 The windhover Fu stamane che vidi il falco screziare l’alba; ruotare saldo in aria liscia; in alto, torcere la briglia d’un’ala crespa. In un’estasi sua. E via nell’impeto, stridere lieve di pattino in curva: slancio e planata senza giogo di vento. Il mio cuore tremò per lui – gesto e maestria. Bellezza bruta e valore e atto, oh, aria fierezza e piume fuse! E il fuoco che tu puoi sprigionare pericoloso incantevole cavaliere! Non stupire: l’aratro un solo istante lùccica, e blu brulle braci, mio caro, cadono, per squarciare il rosso d’oro 157 James Joice 158 Sweethheart, hear you Ascolta dolce cuore le parole del tuo amante; un uomo avrà pena quando gli amici l’abbandonano Ma allora lui saprà che son loro i bugiardi e diverrà di cenere ogni loro parola. Ma con passo leggero verrà avvicinato da una che leggera lo condurrà per le vie dell’amore. Ora la sua mano resta sotto il suo rotondo, morbido seno; così colui che ha pianto si queterà. He who hath glory lost nor hath Colui che avrà perduto la gloria e non avrà trovato un’anima accanto, sdegnoso e irato tra i suoi stessi nemici onorando una nobiltà antica, quell’altero asociale- avrà per amico soltanto il suo amore. 159 Lightly come or lightly go Vai o vieni leggera anche se il tuo cuore preveda ogni pena per ogni valle e ogni sole deserto Oreade lasci libero il tuo riso finchè ondula i tuoi capelli sciolti l’aria irriverente dei monti. Ah, leggera, sempre così leggera: quando le nubi colmano le valli all’ora del crepuscolo son le guardie più umili: amore e riso svelati dal canto quando il cuore più pesa. Though I thy Mithridates were Anche fossi il tuo Mitridate uso a sfidare il dardo avvelenato, dovresti pur sempre abbracciare me ignaro per conscere l’estasi del tuo cuore ed io non avrei abbastanza forza per oppormi ad ogni tua tenera malizia. Cara, l’antica frase elegante rende le mie labbra troppo prudenti; non conosco un amore che i flautati poeti celebrassero con frasi adornate, né conosco un amore dove non sia qualche piccola ipocrisia. 160 Jack Kerouac 161 123 chorus L’essenza è realizzabile a parole Che si sfaldano appena s’avvicinano. Che fare Bodhisattva? Vivi quieto, vivi per amare Chiunque. Sii devoto steso a terra Sotto gli alberi a mezzanotte. Non sperare di dissolvere In una stanza la tristezza Accumulata dai tempi di Mosè. La vita è come la morte Ma l’anima continua Nella solita luce che t’accieca. Mangiare è come non mangiare Ma c’è lo stomaco Si continua a pensare. Interrompi il pensiero, il respiro. Come fai a viaggiare da Muzzy a Muzzy? Perdona a ognuno i tuoi peccati E bada di dir loro Che ciò che fai è amarli. da Prelude Duro compito analizzare un’anima: perché non solo desideri e abitudini, ma anche il più ovvio e singolo pensiero, e non in senso mistico e generico ma di sagge parole ragionevoli è privo di un inizio. (321-330) Mi piaceva camminare da solo, tra bufere e tempeste, o notti di stelle sotto un cielo acquietato, e a quel tempo ho compreso che ogni suono ha il potere d’infondere uno stato d’animo alto, non violato da immagine o da forma; e sotto una roccia ascoltavo suoni spettrali, lingua antica della terra che ha vaga, alta dimora anche nel vento. E assorbii il potere visionario. 162 Robert Lowell 163 Insonnia A casa per la notte nel decimo anno del mio letto di fogli dove chiedevo voce ai muri di fronte. E ritrovare al risveglio il mio sorriso conscio che m’incriminava ascoltando la solita sirena, ansimante ed esile, come di un vaporetto di pattuglia sull’Hudson, lamento costante senza cima né fondo attraverso le ore dell’insonnia. Ascolto questa blanda monotonia, voce che resta ma non trova trascendenza troppo a lungo corteggiata, e con arroganza. Tutti scrittori i miei amici. Non merito di dormire, dopo aver colto le occasioni, premuroso in questa duratura tenerezza di rivali prodighi come fratelli? Natale Il tedio e le abitudini di casa Me la rendono cara. Verrà la malinconia Ad acclimatare i regali di Natale: un orso di legno, lo sciampo all’uovo, un proiettore, un grande libro rosso tramonto con la dedica di Lizzie: “Perché non perderti scrivendo un dramma sulla caduta del Giappone?” Lievi spiriti d’uccelli, miseri fardelli, è facile apparire socievole e gentile… Siamo a casa al caldo, come appena scampati a fauci pronte- ma sotto di noi nuota, come un sottomarino nucleare e materno, il vero squalo, l’ombra della fuga Foche Potendo rinascere sceglieremmo le foche, per trattarci meglio: capaci di trastulli, capaci di lanciarsi come siluri, sicure nei nostri tre elementi, scoglio acqua cielo – Ah, poter frenare la mano… Pagaiamo per il porto tra le chiazze di petrolio, più blu dell’acqua, da crederle cielo. È così che la creatura potrebbe incontrare il creatore, pescatori di pesci, mica d’uomini. Un qualche agosto la quieta foca potrebbe dire: -La scorsa notte non ho potuto dormire: improvvisamente potevo scrivere il mio nome…- 164 Necrologio Non tornerà sulla ruota della fortuna il nostro amore- Alla fine ci prende, sebbene l’uomo conosca ciò che desidera: vecchie auto, vecchio denaro, vecchio argento, ma non il rame argentato…vecchie mogli; potrei restare tanto di quel tempo con la mia… Alla fine, ogni ipocondriaco diventa profeta di se stesso. Prima del riposo definitivo, c’è il riposo Della trascendenza in un modo di essere, che soffoca Qualsiasi divenire. Ma per me preferisco essere altro, nell’eterno ritorno dei figli più belli della terra, il giglio, la rosa, il sole che tramonta sul mattone, l’amato e l’amante, e la loro paura della vita, il loro flusso indomabile, l’insensata unità, il patetico “Fu così…” Dopo averti amato tanto, come dimenticarti Per sempre e senza scelta? Tornando a casa Che è stato…dal 1930; i ragazzi della banda son diventati soci maggioritari. S'allungano calvi come uccellini appena nati verso la pensione. All'altare della resa t'incontrai all'ora credula. Com'era evidente la tua sfortuna a vent'anni. Al casinò di marzapane com'erano innocenti quelle notti in cui lo facevamo coi nostri martini Vesuvio senza vermouth ma vodka per addolcire il gin secco - la sferzata al volto quella notte che pregammo… ben presto ogni notte, quando la tua dolce, amorosa ripetizione cambiò. La fertilità non è dei precoci, né la bellezza dei precipitosi - le cose andate male vestono l'estate 165 con foglie d'oro. A volte sorprendo la mia mente aggirarsi con occhio vitreo in cerca di te, il mio amore perduto a caccia del tuo volto perduto. Estate all'estate, i pioppi riarsi nel bagliore - è una città per i giovani, che si frangono contro la risacca. Nessun cane mi riconosce a fiuto. Last walk? Insperato giorno d'aprile in Irlanda, viziato da un sole annunciato il giorno prima dai cavaturaccioli dell'eterna neve che vortica, si scioglie, muore e infanga pascoli dipinti verde - e lo stesso verde… Potevamo anche illuderci di star assaporando la gran svolta della nostra vita - mano nella mano con sorrisi dolci sottovalutando garbatamente il nostro rovinoso precipizio. Arrivammo a piedi fino a un lago artificiale arginato per riflettere il Castello - una composizione naturale per uno sbiadito acquerello in calmi giorni radiosi o più radiose notti. All'inizio il lago ci sembrò un'ansa del fiume - selvaggio torrenziale Liffey accelerato per uccidere, più largo qui che venti miglia più a valle verso Dublino - nero, le ginocchia di pietra, che si schianta sulle rocce - in un eccesso di coraggio che sposa l'oceano. Tu: "Quei cigni… se uno perde il compagno l'altro muore. Questa primavera un esule persiano ne uccise uno per crudeltà, ed il compagno smise di mangiare- quando morì ci fu un'esplosione di xenofobia" Sempre più frequenti qui le esplosioni; 166 e tutte queste storie sul cigno reale diventano sciocche ed esagerate, un lussuoso giocattolo che non si può permettere neanche il bimbo fortunato. Ci sedemmo a guardare una mamma cigno seduta sul suo trono, come la testa colossale di un faraone, le sue uova il doppio di quelle dell'oca. Il cigno maschio era scappato dal loro sicuro, stagnante, matriarcale laghetto giù, galantemente verso Dublino tra rapide ricche di birra scura, sorridendo ubriaco, sobbalzando, come per dimostrare che un re aveva il diritto di essere troppo felice. Desideravo soltanto scrivere di questa nostra ultima passeggiata non c'era nulla da fare, se non guardare fisso - sette anni, ora nulla se non un sorriso distratto amoreggiare lungo il fiume, un cigno che sfreccia… L'ingannevole promessa di gioia, di durare quanto i nostri stessi corpi, nostalgia polverizzata dal pensiero, nomade come la neve che vorticava ieri, la bianca lucentezza inzaccherata. Departure Aspettando che spiova ma cosa stai aspettando? Il temporale può fermarsi, prender fiato, e riprendere… sempre in sospeso per colpire il fuggitivo in volo. I tuoi vestiti, come tarmati dalle bruciacchiature delle sigarette incurvano l'asta dell'armadio. I tuoi libri son file di vuoti abiti; "Chi ci vive?" chiediamo acidi, e li tiriamo giù battendo via la polvere. Sono tanti i disturbi secondari, curar il corpo è una distrazione; 167 ma cosa importa, se uno è se stesso non c'è perfezione con cui scambiarsi. Adesso non si è più come da giovani… Orazio a cinquant'anni aveva una fanciulla ligure prigioniera nel sonno della notte, inseguì il suo volo sull'erba del Campo Marzio, la vide persa nel Tevere senza poterla salvare. Riesci a sentire la mia prima voce, divertita nel dolore drammatica nel divertimento… Catastrofi di descrizioni sapendo quando fermarsi e quando continuare. Non si può ripetere; soltanto esagerando potrei essere sincero. Non mi furono d'aiuto né un giovane né una donna. Preso nel temporale che cresce la scelta è in sé sbagliata, il detto e il non detto non parlano - scroscio di pioggia informe sul terreno… Perché Amore, perché ci sono lacrime sparse sulle mie guancie?" Our afterlife I Verso sud - coppia di passo due cardinali del Tennesseee fuori, nel verde dicembre sfrecciano si toccano s'accoppiano - giovani quanto vogliono. Noi no. Da quando ho avuto il mio secondo figlio e vivo in Inghilterra sono più vecchio di una generazione. Siamo pericolosamente felici - i nostri volti dissanguati dai libri van via come uccelli rossi, sfrecciano instabili, orecchie dritte a cogliere il primo sussulto di sordità. Quest'anno ha ucciso Pound, Wilson, Auden… 168 la promessa ha perso il suo fiore, l'erede rosseggia come una rosa finta - s'appisola e s'appisola e s'appisola. Peter, quando eravamo ancora giovani, dai 30 ai 40, quando Cupido era ancora il Cristo della religione amorosa, il tempo si reggeva sulle sue stesse mani. Un gioco di prestigio. C'imbeviamo del calore centrale per tener fuori l'onda fredda. Il telefono sordo che mi squilla nell'orecchio non c'è. Dopo i cinquanta gli orologi non fanno più fermate, ogni salvifico respiro ti toglie qualcosa. Ecco la ricchezza: l'eminenza che non devi invidiare, il conto che accumula strato e angolo volto e profilo, 50 anni d'istantanee scala di somiglianze che maturano. Siamo cose lanciate in aria vive in volo… la nostra ruggine color camaleonte. Download 5.01 Kb. 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