I popoli dell’Italia antica Campania, Lucania, Molise, Puglia


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Sana30.06.2017
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I popoli dell’Italia antica

  • Campania, Lucania, Molise, Puglia


Sommario

  • I popoli dell’Italia antica in numeri

  • La primavera sacra

  • I popoli della Campania antica

    • Gli Osci
    • I Sanniti
  • I popoli della Lucania antica

    • I Lucani
  • I popoli della Puglia antica

    • Gli Apuli/Japigi
  • La campagna di Pirro

  • La battaglia di Canne

  • La via Appia



I popoli dell’Italia antica in numeri

  • Si stima che in Italia vivessero all'inizio del VI a. C. all’incirca 3 milioni di abitanti, di cui:

  • 130’000 Lucani

  • 570’000 Siculi

  • 450’000 Messapi

  • 200’000 Bruzi

  • 200’000 Campani

  • 200’000 Sanniti

  • 250’000 Osci

  • 600.000 Etruschi

  • 1’000’000 Greci



La primavera sacra

  • La Primavera Sacra (latino Ver Sacrum) era una ricorrenza rituale di origine italica, praticata poi da diversi popoli dell'Italia antica, che comportava la fondazione di nuove colonie.

  • Veniva celebrata in occasione di carestie e in momenti difficili, o per scongiurare un pericolo particolarmente grave.

  • Un altro fattore importante era la pressione demografica, per cui tramite questo rituale si favorivano i processi migratori.



La primavera sacra

  • Questo rituale era diffuso presso le popolazioni italiche traeva origine da una promessa al Dio Mamerte/Marte e consisteva nell'offrire, come sacrifici, tutti i primogeniti nati dal 1º marzo al 1º giugno (oppure quelli nati dal 1º marzo al 30 aprile) della seguente Primavera.

  • Gli animali venivano effettivamente sacrificati, mentre i bambini non venivano realmente immolati, crescevano piuttosto come sacrati (cioè protetti dagli Dei) per poi, giunti all'età adulta, dover emigrare per fondare nuove comunità (colonie) altrove.

  • In questa maniera nasceva un nuovo popolo.



La primavera sacra

  • La migrazione era guidata secondo una procedura totemica: si interpretavano i movimenti ed il comportamento di un animale-guida, per trarne auspici e indicazioni sulla direzione del viaggio.

  • Ogni tribù aveva un animale sacro agli Dei: per i Sanniti era il toro, per i Lucani il lupo, per i Piceni il picchio e così via.

  • È molto probabile che non si facesse ricorso ad un animale reale, ma che gli abitanti marciassero sotto un vessillo su cui l’animale era raffigurato.



La primavera sacra

  • Con ogni probabilità le vie di espansione dei popoli italici seguivano gli antichissimi sentieri battuti ancora oggi durante la transumanza del bestiame nella parte meridionale degli Appennini.



I popoli della Campania antica: gli Osci

  • Gli Osci/Oschi erano una popolazione indoeuropea di ceppo sannitico della Campania antica preromana.

  • Il nucleo centrale del loro insediamento era l'entroterra del Golfo di Napoli, ma testimonianze osche, soprattutto linguistiche, sono attestate in un'area assai più ampia, estesa verso est e verso sud, fino all'attuale Calabria settentrionale.



I popoli della Campania antica: gli Osci

  • Campania, anticamente usato per la designazione della pianura attorno a Capua, deriva dal nome del popolo dei Campani a sua volta riconducibile a osco kappano, kapvano cioè abitante di Capua da etrusco capys “falco” quindi “luogo del falco (delle paludi)” (NDI 75. 85);



I popoli della Campania antica: gli Osci

  • Pompei ed Ercolano furono fondate da genti osche nel VI secolo a.C.

  • Pompei deriva da osco *pompe “cinque” e allude forse alla riunione di cinque villaggi (NDI 300).

  • Ercolano anticamente si chiamava Resina e dovrebbe essere ricondotto a un appellativo osco che significava “terra impaludata” (NDI 155).

  • Nola deriva da osco *Nuvla (*Nuvela/*Nuvila) “città nuova” (NDI 261)

  • Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed edifici di Pompei, dove in epoca romano-repubblicana veniva ancora parlato l'osco.



I popoli della Campania antica: gli Osci

  • Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed edifici di Pompei, dove in epoca romano-repubblicana (fino al I sec. a. C.) veniva ancora parlato l'osco.

  • L'osco è stato scritto in alfabeto latino, alfabeto greco e in alfabeto etrusco.



I popoli della Campania antica: gli Osci

  • Il termine Osci deriva da osco ops-ci (cfr. lat. ops “risorsa, forza, potenza”, VLI 1004-1005).

  • Il significato del nome etnico potrebbe essere "popolo dei lavoratori" o forse anche "popolo degli adoratori della dea Ops” (cioè la Dea dell’Abbondanza e della Fertilità, VLI 1005).



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • I Sanniti furono un antico popolo italico stanziato nel Sannio, corrispondente agli attuali territori della Campania nordorientale, dell'alta Puglia, di gran parte del Molise, del basso Abruzzo e dell'alta Lucania.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • I Sanniti definivano il proprio territorio come Safinim e se stessi col il nome di Safineis.

  • Il nome è riconducibile alla radice italica *Sab-/*Saf- presente anche in Sabini e Sabelli che deriva a sua volta da indoeuropeo *swe-bho “proprio”.

  • In latino Safinim è diventato Samnium e Safineis si è trasformato in Samnites.

  • Il significato del nome Sanniti dovrebbe essere quello di “coloro che appartengono alla tribù” (Pokorny 1986 300, DNI 351)



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • I Sanniti sono particolarmente conosciuti nella Storiaper le loro guerre contro i Romani (le cosiddette tre Guerre Sannitiche combattute tra il 343 a. C. e il 290 a. C.).

  • Nella seconda guerra sannitica i Romani furono sconfitti nel 321 a. C. presso la località di Caudium (probabilmente nei pressi di Montesarchio in provincia di Benevento) e subirono l’onta delle cosiddette “forche” attraverso le quali dovettero passare i soldati sconfitti.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • I Sanniti si suddividevano in quattro tribù principali: Caudini, Irpini, Pentri e Carricini.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • Secondo alcune antiche leggende la tribù dei Pentri, guidata dal "bove", si sarebbe fermata a nord del fiume Tifernus e avrebbe fondato la città di Bovianum (Bojano/Boiano in provincia di Campobasso, NDI 53) che era, secondo lo storico romano Tito Livio, capitale del Sannio.

  • Il Tifernus corrisponde oggi al fiume Biferno nel Matese. Il significato dei due nomi potrebbe derivare rispettivamente da osco *tifa “colle” o greco tîfos “palude stagnante, palude” e da osco *mat “montagna” (NDI 51, 221),



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • La tribù degli Irpini guidata dal "lupo" (in osco hirpus, NDI 193-194) si sarebbe fermata nelle valli del fiume Calore. L’Irpinia è dunque “la terra degli Irpini”.

  • Avellino, anticamente Abellinum, da prelatino *abel “mela”, quindi “luogo dove ci sono tante mele” (NDI 34);



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • La tribù dei Picentini guidata dal "picchio" (lat. picus) si sarebbe fermata a sud del Terminio (tra la provincia di Avellino e quella di Salerno).



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • i Caudini, guidati dal "cinghiale“, si sarebbero stanziata tra i monti del Partenio nella Conca avellana (Avella in provincia di Avellino, NDI 34).

  • Il termine Partenio deriva dal greco parthenos “vergine” (cfr. il santuario di Montevergine).

  • Secondo la leggenda Napoli fu fondata dalla sirena Parthenope.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • Nel Sannio preromano esistevano pochi centri urbani di una certa grandezza.

  • Quella sannitica era una società rurale e le città erano costituite principalmente da capanne di pastori.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • Molto popolari erano i combattimenti tra gladiatori: fu probabilmente dai Sanniti che tale cruento passatempo venne importato a Roma.

  • Per lungo tempo, infatti, il solo tipo di gladiatore conosciuto a Roma era quello noto come sannita.

  • Originariamente i combattimenti si svolgevano solo in occasione dei funerali.



I popoli della Campania antica: i Sanniti

  • Benevento, anticamente Maleventum, da prelatino mal “colle, altura”, quindi “luogo di montagna” (NDI 47).

  • I Romani confusero mal con latino malus “cattivo” e eventus “evento”, quindi “luogo malvagio”, e lo cambiarono in beneventus “buon evento” dopo la vittoria su Pirro avvenuta nei pressi della città;



I popoli della Lucania antica: i Lucani

  • I Lucani (in greco Leukanoí) furono una popolazione appartenente al ceppo italico e di lingua osca, che giunse, nel V secolo a.C., nella terra che da essi prese il nome di Lucania.

  • Il termine greco fa riferimento alla voce osca *leuc- “capo, estremità” e i Lucani erano dunque “gli abitanti residenti all’estremità (della Penisola)” (NDI 212).



I popoli della Lucania antica: i Lucani

  • Il rapporto tra i Lucani e i loro vicini Bretti/Bruzi in Calabria, i Greci delle colonie in Italia, i Sanniti e i Romani fu oscillante tra alleanze e conflitti.

  • I Lucani furono definitivamente “romanizzati” solo nel primo secolo a. C., quando ottennero la cittadinanza insieme ad altre popolazioni italiche sottomesse.

  • I Lucani e i Sanniti furono gli ultimi ad ottenere la cittadinanza romana.



I popoli della Lucania antica: i Lucani

  • La necropoli di Paestum costituisce un’importante fonte su alcuni aspetti della società lucana.

  • Il tema principale degli affreschi delle tombe lucane è quello del ritorno del guerriero.

  • Sempre dagli affreschi e dagli arredi funebri si possono osservare alcune caratteristiche dell’abbigliamento dei guerrieri: il cinturone di bronzo, elemento distintivo dei maschi in età adulta, la corazza a tre dischi e l’elmo corinzio, spesso adornato con penne d’uccello (costumi tipici delle popolazioni sannitiche)



I popoli della Lucania antica: i Lucani

  • Gli usi dei Lucani erano in tutto simili a quelli delle altre popolazioni sannitiche: abitavano città poste su alture e vivevano prevalentemente di pastorizia, anche se, nel secolo successivo al loro insediamento, alla pastorizia si associò l'agricoltura e si diffuse l'uso di abitare in fattorie sparse sul territorio.



I popoli della Puglia antica: gli Apuli/Japigi

  • Gli Apuli o Japigi furono un'antica popolazione indoeuropea proveniente dall'Illiria che stabilirono tra il secondo e il primo millennio a.C. nell'attuale Puglia.

  • Il nome di Puglia era anticamente Apulia, a sua volta un riadattamento del greco Iápudes/Iápuges “iapigi” da una forma illirica *jap “oltremare” (NDI 311).

  • Gli Apuli/Japigi erano popolazioni di pastori e agricoltori, oltre che ottimi allevatori di cavalli.



I popoli della Puglia antica: gli Apuli/Japigi

  • Quando gli Iapigi attraversarono il mar Adriatico sbarcarono in Puglia e si amalgamarono con la popolazione indigena dando origine ai due gruppi che i Greci chiamarono Dauni e Peucezi: rispettivamente i Dauni nella provincia di Foggia (Capitanata) e i Peucezi nella Terra di Bari e sulle Murge.

  • La parte meridionale della Puglia, cioè il Salento, invece, era abitata dai Messapi.

  • Successivamente la zona abitata dai Dauni e dai Peucezi venne chiamata Apulia dagli storiografi romani e Apuli quei due popoli.



I popoli della Puglia antica: gli Apuli/Japigi

  • La zona dei Messapi venne denominata dai Greci Calabria e Salentini il popolo che vi abitava.

  • Calabria, originariamente usato solo per il Salento, dal IX sec. solo per l’attuale regione deriva dal nome dell’antico popolo dei Calabri forse riconducibile a una forma prelatina *cal(a) “roccia”, quindi i Calabri erano gli “abitanti delle rocce” (NDI 70);

  • Salento da illirico *sala “luogo presso l’acqua”, latino salum “mare”, quindi “luogo presso il mare” (NDI 336);



La Campagna di Pirro

  • Nel 281 a.C. la città di Taranto entrò in conflitto con Roma che era già diventata una potenza egemone, e si muoveva con l'intenzione di sottomettere tutte le città greche dell'Italia meridionale.

  • I tarantini mandarono una delegazione a Pirro, perché intervenisse e la salvasse dalla conquista romana.

  • Tra i più importanti alleati di Pirro ci furono le tribù dei Lucani, dei Bruzi e dei Messapi.



La Campagna di Pirro

  • Nel 279 a.C. i Romani si scontrarono con Pirro ad Ascoli Satriano (FG), dove furono nuovamente sconfitti (persero 6000 uomini), infliggendo tuttavia, in proporzione, perdite talmente alte alla coalizione greco-italico-epirota (3500 soldati) che Pirro fu costretto a riparare in Sicilia con l'esercito, presso quelle stesse città che pretendeva di proteggere, per evitare ulteriori scontri.

  • Nel 275 a.C. i Romani mossero a battaglia contro un esercito epirota stanco e provato da anni di lotte lontano dalla patria, presso Maleventum.

  • La battaglia, sebbene risultasse inconcludente dal punto di vista tattico, segnò la decisione del re epirota di ritornare in patria, dal momento che non aveva ricevuto alcun rinforzo dalla Grecia e dagli altri sovrani ellenistici cui era stata fatta richiesta.



La battaglia di Canne

  • La battaglia di Canne del 2 agosto del 216 a.C. è stata una delle principali battaglie della seconda guerra punica, ed ebbe luogo in prossimità della città di Canne nell'attuale Puglia.

  • L'esercito di Cartagine, comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore della Repubblica romana guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone.

  • È considerata come una delle più grandi manovre tattiche della storia militare e, in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte di Roma.



La battaglia di Canne

  • Un elenco dettagliato delle città e popoli italici che parteciparono alla battaglia di Canne è riportato nel libro VIII del poema Le puniche di Silio Italico (Mai l'itala terra fu scossa da maggiore tempesta di armi e di cavalli, ché si temeva l'ultimo destino di Roma e del popolo, né si aveva più speranza di tentare dopo di questa un'altra battaglia).

  • Tra di essi c’erano anche i Sanniti, i Lucani e i Salentini.



La Via Appia

  • La via Appia è una strada romana, che collegava l'antica Roma a Brundisium (Brindisi), il più importante porto per la Grecia e l'Oriente, nel mondo dell'antica Roma. L'Appia è probabilmente la più famosa strada romana di cui siano rimasti i resti; la sua importanza viene confermata dal soprannome che i Romani le avevano dato: regina viarum.



La Via Appia

  • I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C., per volere del censore Appi Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, appartenente alla Gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma alle colline di Albano.

  • I lavori di costruzione si protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino al porto di Brindisi.



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