Piano regolatore generale


DIMENSIONAMENTO DEL PIANO


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DIMENSIONAMENTO DEL PIANO  

 

  



Nel PRG 1993 era ipotizzato un andamento della popolazione crescente sino al valore di  

4500 abitanti al 2006 ed un numero di famiglie ala stessa data pari a 1375 unità. I dati 

riportati nella Tabella riportata di seguito, relativi ai movimenti registrati dall’anagrafe 

comunale nel periodo tra il 1994 ed il 2002 per la popolazione residente e le famiglie, 

mostrano come, pur non verificandosi le ipotizzate condizioni di sviluppo demografico, 

l’unità di fabbisogno costituita dal numero delle famiglie residenti, in base alla quale il 

PRG è stato dimensionato, è sostanzialmente confermata. 

Si può pertanto sostenere che il dimensionamento del PRG ’93 per quanto attiene il 

comparto residenziale rimane sostanzialmente valido e che non vi è dunque necessità di 

formulare nuove previsioni riguardanti le zone di espansione; tali previsioni viceversa 

devono essere il più possibile ridimensionate, pur tenendo conto dei diritti acquisiti. 

Per quanto concerne invece il dimensionamento dei servizi residenziali si ritiene di dover 

prendere atto di un limite superiore di popolazione residente che verosimilmente non 

sarà superato nel prossimo ventennio, che si ritiene di dover fissare in 4.000 abitanti; a 

tale dato pertanto dovrà essere riferita la verifica degli standard di legge. 

Per quanto attiene i comparti produttivi, i dati di seguito riportati, che si riferiscono 

all’ultimo censimento dell’industria e dei servizi del 2001, indicano una percentuale di 

occupati in attività produttive (industrie) superiore alla media provinciale e regionale; tale 

presenza va ulteriormente rafforzata con la previsione di nuove aree specificamente 

dedicate alle attività produttive.

 

 

Tab. 1 – Popolazione e famiglie tra il 1994 ed il 2002 



 

Anno Var. 

per 

movim. 

naturale 

rispetto 

all’anno 

precedente 

Var. per trasf. 

di resid. 

rispetto 

all’anno 

precedente

Variazione 

totale rispetto 

all’anno 

precedente

Popolazione 

alla fine 

dell’anno 

Numero di 

famiglie

 

 



 

1994 -29 -41

-70

3543 


1350

1995 -30 +25

-5

3538 


1334

1996 -8 -16

-24

3514 


1342

1997 -8 -6

-14

3500 


1418

1998 -20 -17

-37

3463 


1414

1999 -17 -21

-38

3425 


1407

2000 -38 -27

-65

3360 


1394

2001 -9 -33

-42

3318 


1355

2002 -27 -28

-55

3263 


1339

 

 



 

 

 



 

 11

Tab. 2 – Attività economiche al Censimento 2001 

 

Tipo 



Num U.L.  Occupati

Pop. 

attiva

Addetti x 

Azienda



O.P.A.

% Prov  % Reg

Industrie 

52 

118 


1.960

2,27


6,02 

5,43 


5,87 

Commercio 

60 

86 


1.960

1,43 


4,39 

5,67 


6,08 

Servizi 


44 

116 


1.960 

2,64 


5,92 

8,03 


7,98 

Istituzioni 

23 

120 


1.960 

5,22 


6,12 

10,86 


10,23 

Totale 


179 

440 


1.960 

10,95 


22,45 

29,99 


30,17 

 

Note: 



- % O.P.A. = Occupati sulla pop. attiva 

- Popolazione attiva = tutti i maschi e le femmine fra 16 e 65 anni 

- Nelle ultime due colonne ci sono i raffronti (sempre di percentuale occupati sulla popolazione attiva) con la 

provincia e la regione 

- U.L. Unita' locali; ovvero numero di aziende nel territorio; puo' anche essere una filiale di azienda principale fuori 

dal territorio 

- Chiaramente non viene tenuto conto del fenomeno di migrazione territoriale (sia positiva che negativa) di addetti  

 

 



 12

Capitolo IV 

IL PROGETTO 

 

1.



 PREMESSA

 

 

Nella redazione della Variante Generale al P.R.G. si è tenuto conto del fatto che le sue 



previsioni verranno ad incidere su un territorio il cui stato di diritto è stato precisamente 

definito dal previgente PRG, del quale il nuovo piano costituisce variante. 

Tale notazione, di per se importante, assume una maggiore rilevanza in relazione a 

quanto previsto dal Decreto legge del maggio 2001 contenente il Testo Unico sul 

procedimento di espropriazione per pubblica utilità; in esso si prevede infatti che i vincoli 

espropriativi, decaduti per il trascorso decennio di validità, se riproposti nei nuovi 

strumenti urbanistici, debbano essere indennizzati. Tale disposizione, in vigore dal luglio 

2003, vincola l’attuazione del nuovo Piano alla disponibilità delle somme occorrenti per 

gli indennizzi. 

Nella redazione del nuovo piano pertanto è stata valutata, caso per caso, con la massima 

attenzione l’opportunità di riconferma dei vincoli espropriativi, che dovrebbe in linea di 

principio ammettersi soltanto nel caso di comprovata necessità. 

Sotto questo profilo sono risultate molto opportune le indicazioni formulate dal 

Consiglio Comunale, laddove invitano ad eliminare le previsioni relative ad attrezzature e 

servizi non immediatamente realizzabili. 

Di contro, le previsioni non vincolative del previgente PRG sono state confermate nel 

caso in cui non contrastino con il sistema degli invarianti strutturali, con i principi di 

tutela posti a fondamento della Variante, ovvero con disposizioni normative intervenute 

successivamente alla approvazione del PRG. 

 

 



2.

 

R

APPORTI TRA IL 

PRG

 E LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

 

 

Il progetto di Variante al PRG deve ovviamente tenere conto della pianificazione 



sovraordinata. 

L’unico degli strumenti di pianificazione sovraordinata nella Regione Siciliana che ad oggi 

ha raggiunto una codificazione normativa è il documento di Linee guida del Piano 

Territoriale Paesistico Regionale, predisposto dall’Assessorato regionale dei Beni 

culturali ed ambientali ed approvato con D.A. 21 maggio 1999. In esso vengono stabiliti 

criteri e vengono forniti indirizzi progettuali per la redazione dei Piani paesistici da parte 

delle Sovrintendenze ai Beni Culturali ed Ambientali. 

Nelle more della approvazione di tali piani gli strumenti urbanistici comunali (PRG) 

svolgono le funzioni di tutela paesaggistica e devono pertanto uniformarsi alle indicazioni 

contenute nelle Linee guida. 

Tali indicazioni riguardano sostanzialmente i criteri da seguire nella delimitazione dei 

centri storici e nella individuazione dei beni da sottoporre a tutela nonché le forme di 

protezione da porre in essere per ciascuna categoria di beni. Vengono pure forniti alcuni 

elenchi di beni individuati in ciascun territorio comunale. Nel territorio di Chiusa

 


 13

vengono individuati i seguenti beni, ricadenti nel territorio extraurbano: 

Abbeveratoi (n.8 localizzati in varie contrade) 



Cappella S. Lucia 

Cimitero di Chiusa S. 



Cimitero di San Carlo 

Fontana Zotta Origano 



Fontana Burgio 

Masseria Lissandro dara 



Masseria S. Margherita 

Masseria S. Venere 



Mulino Giulfo 

Mulino Lissandro 



Mulino di San Carlo.  

Nella predisposizione della Variante, come si dirà in seguito, tali indicazioni sono state 

verificate ed approfondite pervenendo alla definizione di un quadro di tutela paesaggistica 

del territorio assai articolato. 

Per quanto concerne gli altri Enti sovraordinati (Provincia regionale, ARTA; Ispettorato 

Foreste, …) si è verificato che nessuna delle iniziative assunte sino a questo momento 

può avere refluenze dirette sul progetto della Variante.  

 

 

3.

 

L

E INVARIANTI STRUTTURALI

 

 

Sono state considerate invarianti nella progettazione del piano alcune indicazioni 



progettuali derivanti da varie fonti normative sia regionali che statali, che compongono 

un quadro vincolistico in parte diverso da quello vigente al momento della approvazione 

del PRG, da recepire integralmente nella Variante. 

Le principali di tali norme sono: 

1.  la legge 431/1985 e succ. mod. attraverso le quali sono dichiarate di interesse 

paesaggistico alcune parti del territorio comunale. Nella pianificazione di tali ambiti la 

Variante al PRG ha tenuto conto della necessità di non compromettere il valore 

ambientale e paesistico con previsioni lesive dei caratteri propri di ciascun sito;  

2.  le leggi che fissano distanze minime delle costruzioni a protezione di infrastrutture 

pubbliche, quali le strade, il depuratore, il cimitero. Per quanto concerne quest’ultimo nel 

progetto di Variante si è tenuto conto della indicazione data dal Consiglio comunale, 

tendente a ridurre la fascia di rispetto del cimitero di Chiusa da 200 a 50 m. ; va però 

tenuto presente che, affinché la riduzione possa avere effetto, occorre che vengano 

seguite le procedure fissate nel Testo unico delle leggi sanitarie, come modificato dall’art. 

28 della Legge 1 agosto 2002, n.166; sino a quando non verranno espletati tali 

adempimenti l’indicazione contenuta nel PRG non potrà avere effetti giuricamente 

vincolanti.  

3.  la legge n. 16/1996, come modificata dalla L.R. 13/1999 e successivamente dalla L.R. 

6/2001, che stabilisce limiti di edificazione nei boschi e nelle relative fasce di rispetto. Per 


 14

quanto riguarda le fasce di rispetto il Consiglio comunale ha deliberato di avvalersi delle 

disposizioni contenute nell’art. 89, 8°comma della L.R. 6/2001 e succ. mod, che 

consentono di prevedere all’interno dei PRG una deroga al vincolo assoluto di 

inedificabilità nelle fasce di rispetto boschivo, ammettendo nuove costruzioni con il limite 

di 0,03 mc/mq. Tale disposizione è stata pertanto introdotta nelle Norme di Attuazione 

della Variante. 

4.   Il D.A. n. 298/41 del 04.07.2000 dell’Assessorato Regionale del Territorio e 

dell’Ambiente, revisionato con D.A. 43/41 del 12.02.2001, con il quale è stato approvato 

il Piano straordinario del rischio idrogeologico; in esso vengono individuati nel territorio 

di Chiusa alcuni ambiti, in parte coincidenti con le aree di frana già individuate nel PRG 

1993, classificate come aree soggette a rischio di frana molto elevato “R4”. In tali zone si 

applicano le norme vincolative previste nei decreti stessi. Occorre pure tener presente che 

nel Piano straordinario di assetto idrogeologico in corso di predisposizione da parte 

dell’Assessorato Territorio ed Ambiente vengono perimetrati altri ambiti come “aree 

soggette a rischio di frana moderato e medio “R1 ed R2”, visualizzati negli elaborati del 

Piano. 

5. il D.M. 3 aprile 2000 con il quale è stato approvato l’“Elenco dei siti di importanza 



comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 

92/43/CEE e 79/409/CEE.”, pubblicato sulla G.U.R.I. n. 95 del 22 aprile 2000, che ha 

incluso  una parte assai consistente del territorio comunale di Chiusa in due diverse Zone 

di Protezione Speciale.

  

Per effetto di tale inclusione il PRG, ai sensi della CIRC. 23 gennaio 2004 dell’Assessorato 



territorio ed Ambiente, deve essere sottoposto a valutazione di incidenza.  

Il territorio comunale di Chiusa Sclafani è inoltre gravato nella sua interezza dal vincolo 

sismico nonché, quasi totalmente, dal vincolo idrogeologico ex R.D. 3267/1923; ma tali 

vincoli non hanno una incidenza diretta sulle scelte urbanistiche. 

 

 

4.



 

R

APPORTI TRA IL 

PRG

 E LE INIZIATIVE PER LA PROTEZIONE DEL 

PATRIMONIO NATURALISTICO

 

 

4.1 Riserva Naturale Orientata “Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio” 

Una parte consistente del territorio comunale di Chiusa rientra in una delle riserve 

previste dal vigente piano regionale dei parchi e delle riserve. Precisamente la Riserva che 

interessa il territorio comunale di Chiusa è la Riserva naturale orientata dei “Monti di 

Palazzo Adriano e della Valle del Sosio”.  

La riserva, che interessa i territori di Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Burgio e Bivona, 

ha una estensione di ha 5862,07, di cui ha 2058,95 ricadenti in aree di preriserva.  Dalla 

data della sua istituzione (luglio 1997) è gestita dalla Azienda Foreste Demaniali della 

Regione Siciliana. 

E’ un’area di straordinario interesse naturalistico, la cui importanza, dal punto di vista 

geopaleontologico, venne sottolineata dal Gemellaro, già nel lontano 1887: “In mezzo a 

queste rocce, diverse di natura e d’età nel tratto fra la Serra di San Benedetto e la Portella 

di Gebbia, ci sono tre rupi calcaree: le Rocce di S. Benedetto, la Rupe di Passo di Burgio

 


 15

e la Pietra di Salomone che costituiscono le rocce più antiche di tutta la serie de’ terreni 

della parte occidentale della Sicilia”. 

Lungo il corso del fiume Sosio si incontra la diga di Gammauta, una concavità naturale 

chiusa in mezzo ad una lussureggiante vegetazione, caratterizzata dalla tipica macchia 

mediterranea. Ed ancor prima, il lago Piano di Leone da cui ha inizio il corso del fiume, 

mentre sul versante orientale incontriamo il lago Raia o di Prizzi da cui si diparte 

l’omonimo fiume affluente del Sosio. 

Lungo il fiume Sosio, erano dislocati numerosi mulini e due centrali idroelettriche, oggi 

quasi tutti ridotti ad uno stato di ruderi, e sono visibili due siti archeologici, Hyppana e 

Scirtea-Cristia. 

Di importanza notevole sono i monasteri che mostrano ancora l’antico splendore: S. 

Cristoforo, S. Antonio, S. Maria di Adriano. 

L’aspetto botanico è caratterizzato da essenze arboree ed arbustive tipiche dell’entroterra 

siciliano: quali il Lecceto, la Roverella, il Corbezzolo, il Terebinto, l’Orniello, l’Acero 

campestre ecc. Sono anche presenti essenze esotiche introdotte dall’Ispettorato 

Ripartimentale delle Foreste come il Pino d’Aleppo, il Pino domestico, gli Eucalipti. Il 

sottobosco della lecceta, o spesso quello della residua macchia mediterranea che da esso 

ne deriva per degradazione, è invece costituito da arbusti quali l’Alterno, il Viburno, 

l’Olivastro, l’Erica multiflora, la Palma nana, la Rosa Selvatica, il Pungitopo e numerose 

liane (tamaro, smilace, onicera, clematide) che si arrampicano sugli arbusti e sugli alberi 

nel tentativo di aprirsi un varco verso la luce. Sulla Montagna delle Rose è possibile 

ammirare Peonie, Giacinti, Agrifogli, Pungitopi, Lavagelli, Biancospini, Primule, 

Anemoni, Vitalba e varie specie di Orchidee. Secondo un recente censimento floristico, le 

specie presenti sono ben 634, a conferma di una diversità floristica e di una importanza 

botanica davvero considerevole. 

Nessuna iniziativa è stata assunta sino ad oggi per la pianificazione delle aree di riserva; 

non risultano dunque ancora redatti né il Piano di Sistemazione della zona A di riserva, né 

il Piano comunale di utilizzazione delle zone B di preriserva. 

 

4.2 Zone di Protezione Speciale  

Una parte assai consistente del territorio comunale di Chiusa, come già detto, risulta 

classificata come “Zona di Protezione Speciale”; precisamente il territorio comunale è 

interessato, nella parte nordorientale, dalla ZPS dei Monti Triona e Colomba e nella parte 

meridionale dalla ZPS Boschi di Sant’Adriano.  

Tutto il territorio incluso nelle ZPS è stato considerato nel PRG inedificabile; tuttavia, a 

seguito di Valutazione di incidenza, e tenendo conto dei caratteri particolari che hanno 

determinato l’inclusione di tale territorio nell’ambito delle ZPS, potrà consentirsi in 

alcune zone l’attività edilizia nei limiti stabiliti comunque per le aree di verde agricolo di 

tutela. 


 

 

 



 

 


 16

5.

 

L



Z

ONIZZAZIONE 

 

Nelle linee generali la Variante conferma il quadro complessivo degli interventi e la 

regolamentazione urbanistica edilizia previsti dal PRG. Tuttavia, facendo riferimento alle 

indicazioni consiliari riportate nel 2° paragrafo del Capitolo 1, nella variante generale del 

PRG sono state introdotte le modifiche di cui a punti 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7), eliminando le 

corrispondenti previsioni che si riferivano ad attrezzature e servizi, sono state parimenti 

introdotte le modifiche relative al punto 9) eliminando varie previsioni viarie che 

comportavano vincoli espropriativi dei quali non era facile prevedere la attuazione. 

Viceversa, in accoglimento delle indicazioni contenute nei punti 11) e 12), sono state 

introdotte nuove previsioni relative alla realizzazione di attrezzature, che comportano 

l’apposizione di nuovi vincoli espropriativi.  

Infine sono state introdotte le modifiche di cui ai punti 8), 10) e 13), che non comportano 

l’apposizione di vincoli urbanistici preordinati all’espropriazione. 

Di seguito sono specificate, per ciascuna zona territoriale omogenea, le modifiche 

introdotte.

 

 



5.1 Il centro storico 

Lo strumento urbanistico vigente propone per il centro storico di Chiusa Sclafani 

un’unica classificazione urbanistica di “zona A” ed una normativa sostanzialmente 

conservativa.  

Successivamente alla approvazione del PRG, per meglio regolamentare gli interventi di 

recupero del patrimonio edilizio esistente in tale zona, è stato redatto uno specifico 



“Regolamento per il decoro degli aspetti esterni degli edifici ricadenti nel centro storico”, approvato con 

delibera di C.C. n. 72 del 30.08.2000 ed oggi operante. 

L’insieme normativo sopra descritto ha consentito di guidare con efficacia gli interventi di 

recupero e valorizzazione del patrimonio storico, pertanto non si è ritenuto di dover 

introdurre alcuna modifica alle previgenti previsioni urbanistiche, né in termini di 

perimetrazione né in termini normativi. 

Va però evidenziato come il Consiglio comunale abbia suggerito di diminuire il numero 

dei colori previsti nel regolamento approvato; tale modifica non riguarda però il PRG ma 

il Regolamento sopra citato.  

 

5.2  Le zone di edilizia esistente e di completamento 

Le zone “B” erano suddivise nel PRG vigente in quattro sottozone regolate da differenti 

norme.  

In particolare, le sottozone B1 identificavano tessuti urbani in parte degradati nei quali 

intervenire attraverso piani di recupero. Per una delle due aree così classificate, la più 

estesa, è stato redatto un piano particolareggiato tutt’oggi vigente, la cui applicazione non 

ha dato luogo a particolari difficoltà e che si ritiene pertanto di dover confermare e 

recepire nella Variante.   

L’altra area, comprendente il quartiere S. Vito, è in atto sottoposta ad un doppio vincolo 

idrogeologico e sismico, che non ne consente alcuna trasformazione. La concreta 

applicazione delle previsioni del PRG in tale area resta dunque ancora subordinata alla

 


 17

realizzazione delle necessarie opere di consolidamento ed alla conseguente eliminazione 

dei vincoli di inedificabilità in atto agenti. 

Le sottozone B2 si riferiscono a parti di città da completare, situate prevalentemente ai 

margini del centro antico. In tali sottozone sono consentiti, per singole concessioni, 

interventi di conservazione e di trasformazione del patrimonio edilizio esistente e nuove 

costruzioni sulle aree libere.  

Per tener conto del processo di urbanizzazione verificatosi nell’ultimo decennio, oltre che 

per rispondere a precise indicazioni consiliari, il perimetro delle sottozone B2 è stato 

ritoccato, includendovi anche le aree precedentemente sottoposte a vincoli espropriativi 

che si è ritenuto di non dovere riconfermare nel nuovo piano. 

Analogamente un leggero ampliamento è stato apportato pure alle sottozone B3, che 

costituiscono i tessuti esistenti del nucleo abitato di S. Carlo. 

Pressocchè immutata è rimasta la sottozona B4 che comprende il quartiere di recente 

formazione di Santa Lucia, nato da iniziativa pubblica dopo il sisma del 1968, per il 

trasferimento di alcune parti del centro antico. 

Il processo di attuazione del PRG ha infine determinato la necessità di introdurre una 

nuova sottozona omogenea B (denominata “B5”), nella quale sono comprese le aree, 

prima classificate come “sottozone C1”, che hanno raggiunto i parametri di edificazione 

stabiliti dall’art. 2 del D.I. 2.04.1968 (Rc > 12,5%; It >1,5 mc/mq). Sono pertanto state 

riclassificati come zone B5 due comparti ubicati in contrada Mallà, interessate già da 

moltissimi anni da iniziative lottizzatorie, anche se ancora incomplete, e un comparto in 

contrada Santa Lucia nel quale è in corso di definizione una più recente iniziativa 

edificatoria. Infine è stata inclusa nelle zone B5 anche il comparto, prima classificato C1, 

interessato dalla realizzazione di edilizia residenziale pubblica in contrada San Leonardo. 

In tali zone si potrà edificare con gli indici e parametri precedentemente vigenti, per 

singola concessione in lotti già dotati di urbanizzazione primaria; attraverso piani di 

lottizzazione negli altri casi. 

 


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