V V b d V u o L p r o V a r e
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- Dresano 1997. Come si distrugge una cultura.
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- . . . E f i n i s c e Q U I
Comunicazione di Politica Locale di Giuseppe Simoni - Consigliere Comunale di Minoranza della lista NUOVA DRESANO Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it V V B D V U O L P R O V A R E , Sommario
1 - Dresano 1997. Come si distrugge un cultura 3 - Due pesi e due misure: a proposito di associazionismo ed aggregazione 4 - La nostra millenaria civiltà cristiana 5 - Dagli aneddoti della storia di Dresano... alla grande cultura europea il passo è breve - Ultimissime: il temporale colpisce ancora! 6 - La citazione dello scritto che spiega al turista quel “campione” di giardino rinascimentale messo a Cervia... C ulture intese come quei complessi di valori diffusi e condivisi, che, messi insieme, fanno di un coacervo di donne e uomini una società. E cioè un gruppo motivato che, pur nel necessario confronto e dialettica interna, cerca di perseguire gli obbiettivi che quei valori condivisi additano. Naturalmente il tutto riferito alla comunità di Dresano. Ho pensato quindi di scrivere tre articoletti. Uno che parla di vissuto dresanese e di quella particolare “cultura” che è stata, prima la formazione, e poi la condivisione di un concetto che è poi molto semplice. E cioè che è realmente possibile, se si vuole, far stare insieme da una parte sviluppo, progresso, tecnologie, con, dall’altra parte, rispetto dell’ambiente, amore e protezione della natura. E l’articolo non è che il racconto di fatti che testimoniano come questa cultura, che era inizialmente fiorita spontaneamente nel nostro paese, sia invece stata devastata e distrutta in un istante. E da chi e perché. Il secondo articolo, anch’esso fortemente legato al nostro territorio, parla della cappelletta subito fuori Balbiano, sulla strada sterrata che arriva fino a Lanzano, e vuole riflettere un attimo su come in mezzo secolo l’ambiente, le acque superficiali, e principalmente le persone, siano diventate diversissime, praticamente irriconoscibili. E siano destinate a cambiare ancora drammaticamente. Il terzo è sulla mia scoperta, del tutto casuale, di una interessante e sorprendente connessione storica fra Bernabò Visconti [il protagonista del famoso aneddoto del suo incontro col povero dresanese nella foresta del castello di Melegnano (vedi VVBD di alcuni numeri fa )],
anzi fra la sua famiglia, e l’altra nobile famiglia dei Wurttenberg di Stoccarda, una connessione che ha segnato la diffusione in Europa dell’arte rinascimentale italiana dei giardini. Dresano 1997. Come si distrugge una cultura. A Dresano, verso la fine del 1996, c’era stato il successo corroborante, e così intensamente vissuto dalla nostra comunità, dell’uscita definitiva dall’ìncubo del potenziale disastro ambientale ex ICEP. E quindi occuparsi appassionatamente di questioni ambientali locali, era diventata quasi un’abitudine, una gradita e diffusa pratica regolare. Perché la CAD, Cittadinanza Attiva Dresanese, che aveva poi espresso il Comitato spontaneo di cittadini, si era riunita regolarmente una volta alla settimana per più di un anno, e aveva vissuto la grandissima soddisfazione di vedersi ascoltata in pieno nelle sue sacrosante rivendicazioni, a dispetto dell’inganno che stavano orchestrando inizialmente le istituzioni. E, dobbiamo dire, eravamo contenti anche perché il Comitato aveva ricevuto forti apprezzamenti da Legambiente Lombardia e in particolare dal suo presidente di allora. Addirittura io ero ufficialmente membro del gruppo di persone che si riuniva regolarmente tutti i sabato pomeriggio con il presidente nella sede di Milano di Legambiente, che allora era dalle parti di Piazzale Loreto, per esaminare le svariate questioni e vertenze ambientali allora in essere in tutta la Regione Lombardia (discariche, morìe di pesci dovute a immissioni pirata di rifiuti tossici nei fiumi, attività delle ecomafie non certamente cessate col fallimento della Petroldragon di Andrea Rossi, problematiche di traffico, questioni relative al trasporto pubblico su ferro, eccetera). Ed io ero chiamato a contribuire, come “esperto”, suggerimenti pratici riguardo alle azioni che Legambiente pianificava nei vari luoghi (assemblee, comunicati e conferenze stampa, costituzione di Comitati, manifestazioni e presidii, raccolte di firme, eccetera). Perché Dresano era considerato allora come una specie di “modello” da imitare, perché quello che aveva fatto era stato fatto bene e aveva funzionato appieno. A Legambiente poi, e in particolare proprio al suo presidente, era molto piaciuta la grande festa finale che il nostro Comitato organizzò nel campo sportivo in una magnifica serata di giugno del 1996. Con un gruppo rock sul palco, birra, panini col salame (le signore del Comitato assieme a mia moglie ne fecero seicento), torte fatte da altre componenti del Comitato, spumantini, e con la consegna di una targa ricordo a Dario Fo. Che venne a Dresano e salì sul palco applauditissimo. (Aveva donato otto milioni di vecchie lire, che furono essenziali e decisivi per fare tutte le attività che ci fecero conseguire il successo), e con grandissima partecipazione di gente anche dai Comuni vicini. Insomma a Dresano e nei Comuni vicini si era formata una vera e propria “cultura”, un interesse diffuso, un credere convinto che se ci si impegna seriamente per qualcosa in difesa dell’ambiente nel quale viviamo, per viverci bene e nel rispetto della legge, i risultati alla fine si ottengono. .
VVBD SU WWW.NUOVADRESANO.IT e WWW.NUOVADRESANO.ORG Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it 2 La stessa donazione da parte di Dario Fo, come lui stesso ci disse, era stata decisa dal suo apposito “ufficio” (con tanto di segretaria multilingue che ebbi occasione di conoscere), perché gli articoli sui giornali, le trasmissioni TV sia locali che nazionali (e sia in telegiornali che in trasmissioni di approfondimento come Mixer di Giovanni Minoli) avevano convinto appunto il suo “ufficio” sulla bontà della nostra causa, e ci aveva appunto fatti selezionare, come Comitato, per quella donazione. In una parola, c’era vero e proprio entusiasmo e coinvolgimento diffuso. Tanto è vero, che a Dresano, come erede del Comitato per il problema ex ICEP che era stato risolto già verso metà 1996, si costituì ufficialmente, nella seconda metà di quell’anno, un Circolo di Legambiente. Che contava 19 soci iscritti, con tanto di presidentessa, riunioni regolari, partecipazione, interesse, iniziative, vitalità. Diciannove iscritti era un vero primato per un piccolo paese come il nostro. E allora ancor di più (eravamo allora soltanto 850 famiglie e oggi ne siamo 1300). L’argomento che proprio allora si manifestava e si imponeva a Dresano per i suoi aspetti di impatto sull’ambiente, e in particolare sui volumi di traffico veicolare della Sordio-Bettola e della Pandina, già allora compromesso perché coinvolto nel perenne “ ” del traffico nel “ ” di Melegnano, era il seguente. Con la liberazione dall’incubo del potenziale disastro ambientale, i 13 ettari dell’area dove oggi c’è il villaggio Helios e che allora erano a verde ma costruibili, diventarono di colpo una specie di eldorado, un’ ”attrazione fatale” per diverse entità imprenditoriali sia private che costituite da Cooperative Edilizie. Perché appunto a metà 1996 scomparve d’improvviso quel lugubre, sinistro, pauroso, maleodorante, misterioso, minaccioso, immenso e abbandonato “mostro” del deposito tossico e infiammabile ex ICEP, che prima dissuadeva chiunque dal pensare di venire ad abitare a Dresano. Ma 1500 abitanti in più, previsti nella lottizzazione, significavano alcune centinaia di auto in più che al mattino dovevano uscire dall’abitato sulla Sordio- Bettola e sulla Pandina (e in senso contrario la sera), andando a sovraccaricare ancora di più l’orrendo calderone del “ ” del suddetto “ ” di Melegnano e sue diramazioni. Con l’aggravante che anche altri Comuni come Casalmaiocco, Colturano ecc. erano allora anch’essi in piena crescita di nuovi insediamenti, e anche di logistiche e capannoni, con effetti analoghi di forte peggioramento della mobilità anche pesante, su gomma, in tutta la nostra area. (Il passante ferroviario sarebbe arrivato ben 13 anni dopo quel 1996, e la TEEM con tutti gli interventi sulla viabilità locale arriverà, forse chissà, 20 anni dopo quel 1996). Ebbene, il neo-costituito Circolo di Legambiente di Dresano decise di occuparsi proprio di questo problema, perché era di gran lunga la questione ambientale locale allora più allarmante. E fra le iniziative di cui si discuteva, c’era quella di farsi ricevere da Sindaco e Giunta per porre la questione se, prima di procedere all’approvazione della convenzione per un nuovo insediamento residenziale così importante, fosse opportuno approfondire le problematiche della mobilità, magari anche coinvolgendo i Comuni vicini. (Allora già si parlava della possibilità di un sovrappasso della Sordio- Bettola sulla Cerca a Colturano, con sottostante rotatoria raccordata appunto al sovrappasso. Idea che poi stranamente i nostri Comuni hanno dimenticato completamente quando invece al Tavolo dell’Accordo di Programma TEEM si sarebbe dovuta riproporre.) E a questo punto facciamola corta, perché mi viene ancora oggi un groppo solo a pensarci. Fui chiamato in Sezione G. Rossa dal segretario locale del Partito, che trovai insieme a un altro esponente locale del Partito. E mi dissero chiaro e tondo che c’erano intendimenti nella partecipazione futura alle gare per la realizzazione di alloggi in edilizia economica e popolare (legge 167) nell’àmbito della lottizzazione, e che quindi era opportuno che il Circolo cessasse di pensare ad azioni che in qualunque modo ostacolassero la realizzazione dell’intera iniziativa. All’interno del Circolo fummo in tre gli iscritti che si opposero immediatamente a questo dictat. E ne seguì una situazione in cui il Circolo nel suo insieme non stava decidendo di desistere. E facciamola ancora più corta. Venne quindi chiamato a Dresano dai responsabili locali del Partito, in una fredda notte di fine gennaio 1997, l’allora presidente di Legambiente Lombardia, lo stesso che come detto era raggiante di felicità la sera della festa organizzata dal Comitato al campo sportivo soltanto sei mesi prima. E sciolse il Circolo Legambiente di Dresano. ……..Ecco come si decide di distruggere una “cultura”. Ma anche di deludere spinte partecipative e di contrastare aggregazione. E pensare che durante la precedente attività del Comitato per la questione ex ICEP ero stato invitato in svariati paesi qui intorno alle Feste dell’Unità durante tutta l’estate del 1995, a fare presentazioni con tanto di slides e proiettore. E la gente si interessava e faceva domande. Insomma: l’ambientalismo va benissimo e viene dato in pasto alle “masse” come un valore di cui il Partito si fa portabandiera. Ma quando l’ambientalismo rischia di danneggiare gli intendimenti, allora lo si ammàina e lo si rinnega con grande disinvoltura. .
Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it A proposito di associazionismo e aggregazione Due pesi e ... 3 E attenzione, lo si ammaina e rinnega nei retrobottega, ed è una cosa che fanno solo i quadri lontano dalle “masse”. Le quali continuano imperterrite a credere in quello che i quadri gli propinano. E (pensierino finale) penso amaramente che per esempio oggi, se quella cultura non fosse stata distrutta nel 1997, forse non ci sarei stato io e soltanto io ad oppormi, quando nel 2008 l’attuale Amministrazione Comunale è arrivata a firmare la scheda 6 dell’allegato 4 dell’Accordo di Programma della TEEM, richiedendo e ottenendo contro le volontà scritte di 1382 cittadini e della Maggioranza nel Consiglio Comunale dell’ 8 gennaio 2008, e a loro insaputa, la stessa sciaguratissima circonvallazione vecchia di 24 anni attaccata a est del paese, che era stata deliberata nel 1987, quando dell’esistenza dell’autostrada non si aveva nemmeno la più pallida immaginazione. Come non sarei stato solo neppure quando tutti i Consiglieri di Maggioranza, in piena consapevolezza e da me preavvertiti per scritto 15 giorni prima, hanno votato il 28 luglio (e poi il 28 dicembre) 2009 a favore del PGT ora in vigore, che recepisce un innegabile Falso Materiale. Il quale inficia la futura edificabilità dei 16 ettari a ovest del Viale Lombardia, che invece sono ora nel PGT stralciati dai vincoli del Parco Agricolo Sud Milano e vengono chiamati con la denominazione equivoca di “Aree Agricole di Salvaguardia”. Salvaguardia di che? Provate voi a indovinare che cosa viene salvaguardato. Perché quando io lo chiesi a suo tempo in Consiglio Comunale, non ci fu risposta. Ad ogni modo, tornando alle “culture”, dobbiamo comunque ricordarci bene che nonostante quella “botta”, la CAD (Cittadinanza Attiva Dresanese) fu, sì, costretta a interrompere quell’azione su viabilità/lottizzazione Helios, e a sentirsi umiliata (e anche risentita per non dire altro). Però cinque anni dopo quel 1997, quando nel 2002 apparve per la prima volta in internet il primissimo studio per la TEEM, con i tre possibili tracciati allora in ipotesi, di cui uno passava per Dresano, la CAD si ritrovò subito pronta. Fece girare il tam-tam e, per esempio, la prima Presidentessa del Comitato Giungla d’Asfalto (la quale tra l’altro inventò lei stessa appunto la denominazione “Giungla d’Asfalto”) fu esattamente la stessa attivissima concittadina che aveva colloquiato sette anni prima con la Dr.ssa Ferri della Segreteria del Quirinale nel 1995 sulla questione ex ICEP. Insomma, le botte ce le danno, ma la CAD è tosta. E la storia ci dà ragione, perché proprio la storia ha dimostrato che le idee avanzate, e cioè quelle che i conservatori tentano di soffocare per i loro scopi, alla fine vincono. E, come vedete, mi astengo da ogni commento e non mi soffermo di più, sul significato di quello che fecero Partito e Legambiente a Dresano in quel 1996/7. Perché i cittadini sono perfettamente capaci di capire e di commentare da soli. C’è soltanto una chicca, che non posso tralasciare di raccontare a chiusa di questo articolo. Il segretario locale del Partito, quando partecipava alle riunioni della CAD nei vari Comitati, soleva dire che un conto era agire con i Comitati, e ben altra cosa era invece fare politica. Parole profetiche, perché si è poi visto in concreto, quella sera di gennaio del 1997 cosa voleva dire veramente “fare politica”, quando il Circolo di Legambiente di Dresano fu sciolto d’autorità, e proprio per ragioni “politiche”. Ma della solita politica con la p minuscola, anzi microscopica, per non dire altro. La mia opinione è invece che, specialmente quì a Dresano, ci sono, ormai e nonostante tutto, ben radicate, anche se poco visibili, le basi culturali, e le esperienze concrete, sia di successi (l’ex ICEP) sia di insuccessi (circonvallazione del 1987 attaccata a est del paese e decisa in solitaria a dispetto di 1382 cittadini e della Maggioranza nel Consiglio Comunale del gennaio 2008, e 16 ettari stralciati dal Parco Sud solo grazie a un Falso Materiale trascinato disinvoltamente dal vecchio PRG al nuovo PGT in luglio 2009), per ben sperare. E la mia opinione è anche che alla prossima competizione elettorale comunale della primavera 2012, vincerà la lista che si presenterà a Dresano, dichiaratamente come bandiera dei cittadini che sono stati i veri partecipi di quella cultura e di quelle esperienze, sia positive che negative, e sempre lontane dai retrobottega. Faccio giusto una piccola riflessione comparativa sull’atteggiamento della parte politica attiva a Dresano, che ora governa il Comune, davanti al tema dell’aggregazione. E cito due casi.
Maggioranza portò in Consiglio la costituzione della Consulta dei Giovani (a proposito, sbaglio o sono mesi che “Il Consultino” non viene più distribuito?), osservai durante la seduta del Consiglio che l’Art. 79 comma 2 dello Statuto del nostro Comune stabilisce inequivocabilmente che fra i membri delle Consulte non possono esserci Consiglieri Comunali, e che invece il presidente di quella Consulta era addirittura il Capogruppo di Maggioranza. (Il quale in più è stato recentemente nominato Assessore all’Associazionismo eccetera, generando così forse anche qualche possibile dubbio di conflitto di interessi). La mia osservazione di allora fu respinta dalla Maggioranza con la solita votazione bùlgara. Nonostante il contrasto con lo Statuto del Comune fosse davvero solare, clamoroso, bestiale, pazzesco, da urlo.
parte politica, allora all’opposizione, fece sciogliere il Circolo di Legambiente di Dresano. Un’associazione nata per gemmazione diretta dal Comitato spontaneo di cittadini di tutti gli orientamenti politici, che si era occupato da due anni prima della questione ex ICEP, producendo grandissimi risultati per il bene dell’intera nostra comunità. Si tratta soltanto di due pesi e due misure? Oppure la verità è che si vorrebbero soltanto associazioni che siano sotto il ferreo controllo della propria parte politica, e per farlo non si guarda in faccia a nessuno, nemmeno a statuti e regolamenti? E le altre associazioni? … Si tollerano e si osservano attentamente. E appena c’è qualcosa che si dovesse mettere per traverso per gli intendimenti della parte politica, si stroncano.
Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it . . . l a n o s t r a m i l l e n a r i a c i v i l t à c r i s t i a n a . 4 S ono alcune delle parole che mi sono restate in testa dai tempi della naia, quando ho servito come alpino nel 1964-65. E questo era un pezzettino della “Preghiera dell’Alpino”, che recitavamo in coro nelle messe al campo. E quando uno va a camminare nelle nostre campagne, le tracce viventi di questa millennaria civiltà le vede e le tocca. E si accorge di quanto esse fanno semplicemente parte integrante, essenziale e radicata, del nostro territorio e delle emozioni che percorrono il rapporto tra l’uomo e la terra. Dopo aver parlato alcuni numeri fa dell’immaginetta dell’”Anno Mariano 1954” vicino a Belpensiero, stavolta VVBD parla della “Madonnina delle Rogge”. La cappella appena fuori Balbiano andando verso Lanzano, per la strada campestre che va verso est dall’abitato. E’ il risultato del restauro, fatto nel 1950, di una edicola preesistente. E’ interessante la lapide che ricorda questo restauro e qui affianco riprodotta. C’è scritto in latino: FERMA IL PASSO, VIANDANTE. IN QUESTA PACE AGRESTE LA DOLCISSIMA VERGINE INFONDE DALLE FONTI IN TE, COME MADRE, LE GRAZIE DEL PARADISO, DI CUI TOCCHERAI LE STANZE. SE BERRAI NON SARAI PIU’ ASSETATO. FELICE, DELLA FAMIGLIA GANDINI, CAVALIERE DI SAN GREGORIO MAGNO, E BESOZZI TEODORA, PER VOTO DI GRATITUDINE, CON GRANDISSIMO AMORE COSTRUI’. IN DATA PRIMO MAGGIO 1950 Anche se è una lapide di soli 61 anni fa, ci si ritrova dentro tutta l’enorme distanza che oggi ci separa da quel tempo. Per esempio in tema di inquinamento delle acque, si parla qui di bere quell’acqua (anche se in senso allegorico). E mi viene in mente che Angelino Marchesi raccontava di quando era ragazzino e andavano con i compagni di giochi a fare d’estate il bagno proprio in quelle rogge.
E in più, oggi sappiamo che purtroppo il mirabile sistema idraulico di tutte quelle rogge che si intersecano davanti a quella cappella, “preparate dai nostri padri con ammirevole maestria e industriosa laboriosità per dissetare i nostri campi” (come scriveva il parroco di Balbiano don Mario Zacchi nel 1991 su un numero de “La Quarta Campana”) sarà sconvolto, buttato all’aria (e chissà mai quando, e se mai, ricostituito) a causa dei prossimi lavori della costruenda autostrada. Non parliamo poi della “pace agreste”. Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it La fogna colpisce... ANCORA! Ultimissime... 5 V i ricordate l’articolo su Bernabò Visconti di alcuni numeri fa di VVBD con l’aneddoto del povero dresanese che per caso si imbattè nella foresta di Melegnano con il nobile milanese in incognito? Ebbene, in vacanza a Cervia faccio un giro in bici e passo per il giardino pubblico che è tra i magazzini del sale (a Cervia ci sono le antichissime saline che producevano il sale fin dai tempi dell’antica Roma) e il portocanale. Un giardino che a maggio di ogni anno si rinnova, con aree dedicate ad altre città, secondo accordi che prende ogni anno il Comune. Quest’anno c’è un’area dedicata e realizzata a cura di Stoccarda. La città conosciuta in tutto il mondo perché sede della Daimler Mercedes Benz. E leggendo le varie didascalie che sono scritte sia in italiano che in tedesco, che ti trovo? Ti trovo che una delle figlie di Bernabò e di sua moglie Beatrice della Scala, e cioè Antonia Visconti, andò in moglie a un nobile svevo, di alto rango, di Stoccarda, Eberardo terzo detto “il mite”, conte del Wurttemberg. Ed essa fu protagonista, al suo tempo, del “trapianto” (è proprio il caso di dirlo) in terra germanica, dell’arte rinascimentale dei giardini. Un’arte tutta italiana, e che è stata poi modello in tutto il mondo.
E riporto alla pag. 6 qui appresso la didascalia che ho ricopiato, e che deve essere letta sùbito ora prima di proseguire nella lettura di questa pag. 5 . Se ora rileggiamo il vecchio articolo su Bernabò e il povero dresanese, ciò che salta agli occhi ancor più tragicamente rispetto al vecchio articolo, è come a quei tempi (sette secoli fa) accanto alle grandissime performance della cultura italiana nell’architettura, nelle arti figurative, nella letteratura, nella scienza (basti pensare a Leonardo, e abbastanza più tardi a Galileo), nella filosofia della storia (Machiavelli e Guicciardini), ma poco dopo anche nelle grandi scoperte geografiche, la stragrande maggioranza della popolazione italiana viveva in mezzo agli stenti, ai soprusi, alle pestilenze e alle carestie, nella miseria più nera e senza speranza. Un’altra cosa che meraviglia è come alle turpitudini del padre Bernabò si contrapponessero, sotto lo stesso tetto, le raffinatezze dell’educazione al bello, in campi molto differenziati fra loro (com’è scritto nella didascalia del giardino a Cervia), della figlia Antonia. Ma riferendoci oggi a Dresano, l’altra considerazione che si può fare è su come, coinvolgendo anzitutto la scuola, il territorio può diventare una insospettabile e interessantissima fonte di approfondimenti, rimandi, collegamenti, estensioni ad altri àmbiti storici e culturali, che potrebbero stimolare e far crescere, tanto più nelle nuove generazioni di dresanesi, l’amore e i legami proprio con il territorio, e con un insieme di valori locali e di una storia collettiva, con cui identificarsi. E sarebbe un’altra via per cercare di cancellare definitivamente qualsiasi residuo di immagine di Dresano paese dormitorio e senza motivi di unione, affiancandosi all’egregio operato di tutte le altre associazioni e gruppi che già agiscono nel nostro Comune in altri campi. Parlo ad esempio del fatto che Comuni a noi vicini come Mulazzano e Colturano, hanno pubblicato delle interessanti opere che ricostruiscono le rispettive storie, risalendo fino a verso l’anno mille. E a quanto so, ci sono già qui a Dresano pregressi in questo campo, come ad esempio lavori già portati avanti dal compianto Vincenzo Ravenna. E c’è la grande e preziosa risorsa degli archivi della nostra Parrocchia, oltre a quello che si può trovare nell’Archivio di Stato della provincia di Milano. E se ne potrebbe fare, di un lavoro di team del genere, un bellissimo argomento di serate culturali, in cui per esempio vengono presentate dal team, e poi discusse, le varie fasi del work in progress in atto, fino al risultato finale. Che potrebbe essere appunto un libro sulla storia di Dresano. Magari con CD di taglio documentaristico allegato. Un’altra idea potrebbe essere quella di borse di studio per tesi di laurea su argomenti anch’essi legati al nostro territorio. Sogni? Io dico di no. Perché così le culture si possono coltivare, far nascere e crescere. Non distruggerle. Anzi meglio, tentare di distruggerle, come il Partito e Legambiente tentarono di fare nel 1996, senza (fortunatamente) esserci riusciti. C’è una parte della rete fognaria, all’incirca all’altezza dell’incrocio fra le via del Pino e del Pioppo, dove l’ultimo temporale ha di nuovo provocato l’allagamento di garage e cantine in parecchie case. Dopo gli importanti lavori di qualche anno fa, fatti dal CAP per eliminare una strozzatura del collettore di Via delle Margherite, è la prima volta che il problema si ripresenta. E dobbiamo dire che il temporale è stato di breve durata. Il Comune ha ricevuto diverse segnalazioni dai cittadini danneggiati, che ora si aspettano azioni rapide, dato l’approssimarsi delle piogge autunnali.
Castello di Melegnano Distribuzione gratuita - Disponibile sul sito www.nuovadresano.it L a c i t a z i o n e d e l l o s c r i t t o c h e s p i e g a a l t u r i s t a q u e l “ c a m p i o n e ” d i g i a r d i n o r i n a s c i m e n t a l e m e s s o a C e r v i a , c o m i n c i a Q U I 6 . . . E f i n i s c e Q U I Download 100.11 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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