Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 10 1994 del 18/4/94 Stampato da
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- EL ProvErbIo Dulùr e mal de cör, i pàsa quan che se mör LA nInnA-nAnnA
- I soPrAnnoMI (dEttI AnchE scotöM)
- “EnduInA”…LA PAroLA MIstErIosA
- Piazza e Parcheggio, così non vanno
- GArGnAno dA sALvArE ...E dA cAMbIArE
- COGNOMI GARGNANESI DEL XVI SECOLO
- Primi cognomi degli abitanti delle terre di Gargnano, villa e Muslone antecedenti il 1580
- Primi cognomi degli abitanti delle terre di Montegargnano antecedenti il 1580
RISCOPRIAMO IL DIALETTO LA cà deL cOMü Sentè s.öi tapù dèla cà del Comü te salüde la ss.et che pasa ‘n da via. Se parla de cöl che è sücès o de balù, co le mà en gaiòfa te cambie cantù. Èl paes l’è pisèn e prima de mèsdì töte le ciàcere le pasa de lì.
Approntate la pasta frolla con gli ingredienti indicati e lasciatela riposare per 30 minuti in frigorifero. Trascorso il tempo, con i due terzi della pasta foderate il fondo di una tortiera del diametro di 26 cm. e con la pasta rimasta formate il bordo di circa 3 cm. d’altezza. Sbucciate le mele, dividetele in spicchi e bagnatele con il succo di limone. Disponete gli spicchi molto vicini gli uni agli altri sul fondo della tortiera. Preparate il ripieno: montate il burro con lo zucchero, l’uovo e il succo di limone, aggiungete la farina, la panna e mesco- late.
Versate il composto sulle mele distribuendolo in modo uniforme. Tritate le mandorle gros- solanamente, mescolatele con il cucchiaio di zucchero e cospargetele sulla torta. Cuocete in forno preriscaldato a 175-200° per 50-60 minuti.
250 gr. di farina, 125 gr. di zucchero, 1 uovo, 150 gr. di burro, la buccia grattugiata di un limone.
6-7 mele asprigne, il succo di un limone, 150 gr. di burro, 125 gr. di zuc- chero, 1 uovo, 100 gr. di farina, un quarto di litro di panna, un cucchiaio di zucchero, 100 gr. di mandorle. PREPARAZIONE Ingredienti x 4 pers. Conoscere il dialetto aiuta a vivere in modo consa- pevole, con memoria e rispetto, il patrimonio ambien- tale e culturale del proprio paese.
Dulùr e mal de cör, i pàsa quan che se mör LA nInnA-nAnnA Din, don, birilòn le campane le gà sòn, darghe la pàpa no le völ mèt èl pè nel botasöl, èl botasöl l’è pié de vì da maridàr a san Martì, san Martì nol ghera din, don dera Qualcuno si chiederà cos’è èl botasöl. È questo un recipien- te di legno che serviva per travasare il mosto o il vino. È interessante ricordare come venisse chiamato per so- prannome, èl Botasöl, anche un signore di Bogliaco, di nome Dino Zuradelli che abitava in Piazza N. Sauro. LA PoEsIA I Gargnanés popolo di poeti e navigatori? Questo piccolo e simpatico componimento, che ebbe molto successo negli anni’50, lo starebbe a dimostrare. Il fatto è realmente accaduto nei giorni antecedenti la 4ª Centomiglia e il Cariànsa (Giacomo Bertanza) e il Mean- drì (Francesco Bommartini) sono Gargnanesi doc anche se ora abitano altrove. Il sig Scomiglio era il proprietario della barca affidata al Cariànsa, nullatenente e con una famiglia numerosa. Il testo è stato raccolto con l’aiuto di Ruggero Tonoli. L’au- tore è sconosciuto. Il Cariànsa, gran lupo di mare, sulla deriva vuol navigare. In casa crea gran scompiglio, vuol cimentarsi con il naviglio e per riportar pace in famiglia doveva correre la Centomiglia. Uscito quindi piano, piano dal porto amico di Gargnano, seduto della deriva sulla sponda non si curava troppo dell’onda. Mentre il Meandrì, suo fiocchista, gridava a tutti: largo, pista pista, un perfido, improvviso refolo, ohibò, sottosopra barca ed uomini mandò. E il Cariansa gran timoniere, così ruppe l’albero e le vele. Guarda che se adesso non paghiam anche in prigione assieme andiam, disse il fiocchista Meandrì pensando ai futuri tristi dì. Ma or che la vela rotta ho a pagarla, chiese il Cariansa, come fò? Rispose il Meandrì fiocchista senza perderlo di vista, beh, per i danni al sig. Scomiglio puoi sempre… lasciargli un figlio! I soPrAnnoMI (dEttI AnchE scotöM) I Cicùta = i Salvadori. Famiglia di Gargnano. Sembra do- vessero il poco attraente scotöm alla cattiva abitudine di sputare per terra di qualche loro progenitore. E i discendenti, anche se non avevano la stessa depreca- bile usanza, venivano purtroppo, loro malgrado, chiamati così.
Eh sì, talvolta i figli pagano per le colpe dei …nonni ! “EnduInA”…LA PAroLA MIstErIosA La parola osma oppure ösma da indovinare del numero scor- so sta a significare in italiano l’usta ovvero l’odore caratteri- stico lasciato dal selvatico per i luoghi dove è passato. Si dice “che ösma che te làse” di uno che emana un catti- vo odore. Il vocabolo da scoprire questa volta è la càneva. Nino Rizzi
LA POsTA DEI LETTORI Mi ricordo di quella sera nella sala consi- liare, era più o meno la fine di febbraio. Il tema del dibattito pubblico era il rifaci- mento della piazza e i tempi per la realizza- zione del parcheggio in piazzale Boldini. Oltre al sindaco do- veva esserci anche il progettista dell’opera di rifacimento di piazza
Feltrinelli, l’arch. Magri, il quale poi per ragioni poco chiare non partecipò. Secondo me per pau- ra di dover spiegare i motivi di un progetto tanto brutto quanto mal funzionante. Co- munque il sindaco sig. Festa ci rassicurò sulla bontà dell’opera e soprattutto, ad una mia precisa domanda sui tempi di realizzazione del par- cheggio di piazzale Boldini, mi rispose in maniera perentoria che l’opera sarebbe stata realizzata entro e non oltre il mese di giugno 2002. Siamo all’inizio dell’au- tunno e l’opera non è ancora fini- ta.
Non conosco i motivi del ritar- do, certo è che sono accadute cose che rasentano il ridicolo come quella dell’ingresso al par- cheggio troppo stretto. La colpa secondo me di tutto questo ritar- do non è da imputare al proget- tista arch. Molgora bensì all’am- ministrazione poco attenta a se- guire con impegno e professio- nalità l’avanzamento dei lavori. Nel frattempo in maniera solerte si è provveduto a togliere molti posti auto all’interno del paese, creando così un forte disagio per i turisti e mettendo seriamente in difficoltà le attività turistico- commerciali del centro, le quali debbono vedere i potenziali clienti, fatti due o tre giri del pa- ese, andare a fare le loro compere in altri comuni, oppure venire multati perché per pochi minuti tentavano di fare qualche acqui- sto. Fatte queste premesse mi chiedo: non era forse il caso pri- ma di stravolgere il sistema di sosta nel centro di Gargnano, aspettare che venisse reso utiliz- zabile il parcheggio in costruzio- ne? E poi ancora, mi chiedo per- ché mettere il doppio senso in via del Ruc? Invertire inoltre l’in- gresso alla piazzetta del munici- pio vecchio provoca solo diso- rientamento. Se il problema era quello dell’uscita a fianco della farmacia (si dice che le macchine lunghe abbattevano i paletti deli- mitatori) si poteva toglierne 1 oppure 2 e lasciare tutto come prima. Per quel che riguarda la piazza, passati sei mesi dal termine dei lavori, rimane da vedere il completo fallimento dell’opera che, oltre ad essere molto brutta (mancano fioriere a de- coro e il materiale usato provoca con il sole un riverbero insopportabi- le) è anche sporco e pe- ricoloso. Non a caso ho spesso assistito alla ca- duta di molte persone che non si avvedevano del dislivello creato alla fine del marciapiede. Infine sui paletti dissua- sori non voglio fare commenti nel timore di diventare offensivo. La mia attività nei tre mesi invernali in cui si sono svolti i lavori ha subìto un grave danno economico che speravo di rime- diare in stagione. Ma a causa del pessimo sistema di parcheggio proposto dall’amministrazione comunale temo che farò un’an- nata lavorativa disastrosa. Concludo dicendo che prima si dovrebbe provvedere a creare soluzioni comode e funzionali per i turisti ed i residenti (par- cheggio di piazzale Boldini pie- namente operativo con conse- guente collegamenro alla passe- rella del lungolago ed eventual- mente un parcheggio in zona Fontanella), poi si potrebbe stu- diare un piano di sosta diverso da quello esistente. Invece è stato fatto l’esatto con- trario.
Giuseppe Giambarda (tabaccheria) unA precIsAzIone Scorrendo le pagine dell’ultimo numero di “Informazione e par- tecipazione”, il periodico redat- to dall’Amministrazione Co- munale, un articolo in partico- lare ha attirato la mia attenzio- ne, poiché vi ho riconosciuto una risposta, correlata da una serie di commenti e delucida- zioni, alle osservazioni esposte nel n°32 di EN PIASA ineren- ti il nuovo marciapiede. Giustamente l’Amministrazio- ne, sentendosi attaccata sul proprio operato, ha pensato di controbattere con lo stesso mezzo …e con le stesse paro- le. È scontato che una giustifica- zione pubblica si sarebbe, in ogni caso, manifestata, visto il generale malcontento provo- cato con la realizzazione degli ultimi lavori pubblici. L’arti- colo propone una spiegazione particolarmente affascinante per rispondere all’accusa di avere rotto i legami con il pas- sato storico di Gargnano: sem- bra, infatti, che la tipologia del marciapiede sia stata desunta direttamente dalla nostra tradi- zione. Con ciò è ricordato che il materiale utilizzato per la- stricare il nuovo percorso, (pietra di Lessinia), appartiene alla nostra tradizione, poiché numerosi sono gli esempi d’ar- chitettura gargnanese in cui tale essenza è stata utilizzata, tra cui la chiesa di San France- sco… Forse, nella valutazione appena citata, non si è preso in considerazione il fatto che la pietra di Lessinia utilizzata ne- gli edifici storici di Gargnano è impiegata unicamente per realizzare particolari architet- tonici quali portali, scalinate o cornici; cosa ben diversa è pa- vimentare un intero percorso pedonale, la cui entità non pas- sa certo inosservata. Credo sia capitato a diversi frequentato- ri della piazza: percorrere la banchina in pietra di Lessinia in una bella giornata di sole ri- sulta molto disagevole, visto il riverbero abbagliante che pro- duce un materiale così chiaro! Inoltre, per ciò che riguarda un altro argomento fatto dal perio- dico comunale, ovvero l’accre- sciuta sicurezza dei pedoni in relazione all’aumento dell’area a loro disposizione, avrei qual- cosa da obiettare, viste le deci- ne di anziani che questa estate sono cadute, vittime proprio di quel marciapiede che doveva facilitarne i movimenti. Nonostante tutto, credo che nessuna parola, nessuna moti- vazione di buoni propositi e nessuna fioriera possano porre rimedio, facendo apparire più gradevole e meno indigesta un’opera che, purtroppo, reste- rà un boccone non digeribile e non assimilabile nel contesto del centro storico gargnanese. Vera Butturini Piazza e Parcheggio, così non vanno I cani non hanno tutti i torti: anche loro hanno diritto a sfogare le loro “tensioni” interne da qualche parte. Chi non ha la fortuna di avere un praticello privato, del resto non sa dove andare: in strada non si può, in montagna mettono i bocconi avvelenati, sulle spiagge, neanche a parlarne, visti i cartelli minacciosi. Così non trovano di meglio che gli scarni praticelli delle nostre aiole. Peccato che, alla fine, si trovino a competere con i bambini che pure reclamano uno spazio e che di cer- ti “omaggi” del fedele amico dell’uomo farebbero volentieri a meno. E i padroni ? Sacchetto e paletta da noi non si usano ancora e poi…basta girarsi dall’altra parte al momento opportuno. E così ci ritroviamo con aiole che… non avranno i fiori, ma in cui il concime…abbonda!
Prosegue da parte del nostro giornale la rassegna delle vedute panoramiche più interessanti del nostro territorio, un bene che va salvaguardato alla pari di un qua- dro di un pittore famoso, anzi, di più perché un eventuale oltraggio a quest’opera d’arte nata dalla combinazione tra natura e ingegno umano non sarebbe più rime- diabile, neanche ricorrendo al più abile restauratore. Questo numero presenta uno scorcio sulla frazione Formaga, una delle più belle del Montegargnano, ripreso scendendo dalla via del “Sant da Lià”. Una veduta primaverile di Formaga In piazza a Bogliaco I “dissuasori mobili”, poi rimossi, di via rucc COGNOMI GARGNANESI DEL XVI SECOLO P rendendo spunto dalle ri- cerche negli archivi comu- nali di Ivan Bendinoni e sup- portati da alcuni testi di storia locale, possiamo tracciare una piccolo, sommario censimen- to, relativo ai primi cognomi degli abitanti delle nostre terre nella seconda metà del 1500. All’epoca il territorio dei co- muni della Riviera, assogget- tato alla dominazione della Repubblica di Venezia, era popolato da 46.625 abitanti così suddivisi: • Quadra di Campagna (De- senzano, Calvagese, Musco- line, Bedizzole, Lonato, Pozzolengo, Padenghe) 13.655 abitanti. • Quadra di Montagna (Idro, Treviso Bresciano, Prova- glio, Vobarno, Sabbio, Ca- povalle) 8.473 abitanti. • Quadra di Valtenese (Ma- nerba, Polpenazze, San Feli- ce, Soiano, Moniga, Pue- gnago) 8.162 abitanti. • Quadra di Salò (Salò, Roè Volciano, Gavardo) 6.269 abitanti. • Quadra di Gargnano (Li- mone, Tremosine, Tignale, Gargnano) 5.492 abitanti. • Quadra di Maderno (Toscol. Maderno, Gardone) 4.574 abitanti. A Gargnano la percentuale fra la popolazione e aneme utili dai 18 ai 50 anni era del 21,75% ed il Comune assom- mava a 3.526 abitanti. Nelle tabelle che seguono so- no riportati i primi nominativi registrati negli atti Comunali; ricordiamo che solo dal 1569 iniziano le registrazioni rego- lari dei matrimoni negli atti comunali di Gargnano. (Per quanto riguarda le terre delle Parrocchie di Bogliaco e S.Giorgio i nominativi sono stati pubblicati sul numero precedente). Primi cognomi degli abitanti delle terre di Gargnano, villa e Muslone antecedenti il 1580 COGNOME
ORIGINARIO SOPRANNOME FRAZIONE ODIERNO
Agnolino Celetti
Villa Antonioletti
Malusà
Avanzini Avancini
Gargnano Baccinelli
Gargnano Baroncini Baronzino
Gargnano Beatici Beatris
Graziosa Gargnano Bernardi
Quaglia Villa
Bertaboni Gargnano Borana
Muslone Bottelli Botello
Gargnano Braghieri Bragher
Marabi’ Gargnano Bertolotti Calmasino Calmasini Gargnano Borana
Muslone Capelli
Muslone Cagliera Bersanì Gargnano Chierighini
Giamba Villa Chierighini
Padrì
Villa Chierighini
Larduzzi Villa Chierighini
Rebega
Villa Chierighini
Zerla
Villa Chierighini
Zordano
Villa Chierighini
Frà
Villa Chierighini
Catarì
Villa Collini
Colino Calcetto Gargnano Collini
Colino Capernino Gargnano Collini
Colino Zanela
Gargnano Collini
Colino Fanino
Gargnano Comboni
Combono Merlot
Muslone Comboni
Combono Armilì
Muslone Comboni
Combino Ventura
Muslone De Franceschi Delli Franceschi Perì
Muslone Primi cognomi degli abitanti delle terre di Montegargnano antecedenti il 1580 COGNOME
ORIGINARIO SOPRANNOME FRAZIONE ODIERNO Albertini Albertino
Formaga Andreoli Andriolo
Liano
Antoni
Musaga Baruffaldi Barufaldo Meschino Sasso Benaglia
Navazzo Bertanza
Liano Bertella
Salina
Costa Bertella
Contarèl Sasso Bertella
Casali
Costa Bertinzoli Bertinzolo
Formaga Bertolini
Navazzo-Muslone Bernardinelli Bertoni Massiglio Costa Bianchi
Mersader Villa Bianchini
Muslone Bonomi
Musaga Bontempi
Pisturì
Musaga Caldana
Formaga Capuccini Capuzino
Navazzo
Castellini Desciplini
Musaga
Comincioli Comino
Costa
Dallaguardi Delaguardo Brasa Navazzo
Delaini Delaino
Costa
Erculiani
Marsilio Musaga Oltre a questi cognomi altri ne compaiono, citati nelle cronache dell’epoca, come ad esem- pio nel 1559 quando Venezia concede a Bartolomeo Fraina di Bogliaco il diritto di pesca- re carpioni in località Culazzo. (“Pescatori del Garda” – G.Vedovelli), oppure quando in data tre maggio del 1565 viene registrata la morte del religioso francescano gargnanese
Dello stesso periodo altri gargnanesi sono protagonisti nelle vicende che vedono coinvolta la repubblica di Venezia contro gli Ottomani: l’ undici marzo del 1570 sempre a seguito della guerra contro i turchi, si riunisce a Salò il consiglio generale della Magnifica Patria. Rappresentavano Gargnano i quattro consiglieri Bortolo Conter, Marco Rizzardi, Giovan-
Dottor Vincenzo Pellecano. (La Parrocchia di Gargnano - Conforti) Rimanendo nell’ambito della guerra tra Venezia e gli Ottomani, tra i cento fanti inviati in guerra troviamo i gargnanesi: Manfredo di Orlandi, Zoan di Tamagnini, Nadal di Giava- rini, Bernardino di Beatrici, Morgante di Orlandi, Hieronimo di Colini, Bernardo di Inzi- gnini, Hieronimo di Zilioli, Hieronimo di Chiarighini, Andrea di Zoanni, Badinello di Badinelli, Francesco di Meoradi, Iacomo di Bragher, Firmo di Mori, Hieronimo di Tho- masini, Bernardo di Caligari, Iacomo di Bello, Zoan di Pederzani, Gargnano della Pasqua, Andrea di Zanni, Zoan di Pavoli e Francesco di Bazolini. (“Storia della Riviera di Salò” Bettoni)
Le cronache dell’epoca annoverano inoltre tra i caduti della Riviera nella battaglia di Le- panto il gargnanese Bortolo de’ Bertolin detto Bortolo negro. (“Storia della Riviera di Salò” Bettoni ) Nel 1583 troviamo inoltre un Ceschini Francesco di Gargnano in causa con Gomberti Bartolomeo di Riva per pagamenti di debiti. (Archivio Storico Riva del Garda).
t ra gli angoli della “Gargnano da sco- prire” un posto di riguar- do spetta all’ex chieset- ta dell’Immacolata, ap- partenente al convento settecentesco delle suore di S.Francesco di Paola. La struttura, ora riconvertita ad uso abi- tativo, è riconoscibile nella facciata che con- serva le originarie linee di edificio religioso. La sua collocazione in una zona del paese un po’ fuori dagli abituali per- corsi quotidiani e la sua architettura discreta hanno fatto sì che pas- sasse inosservata, fa- cendola cadere nel di- menticatoio. Nonostante le ricerche effettuate, del resto, po- chissime e scarne le te- stimonianze storiche raccolte, riassunte in so- lo una decina di righe nel libro del Conforti “La Parrocchia di Gargna- no”. La chiesetta, innal- zata nel 1744, fu chiusa al culto dal 1870 al set- tembre del 1897, quan- do venne ribenedetta e riaperta. L’attività non continuò comunque per molto tempo: agli inizi del secolo successivo venne definitivamente interrotta. Resta il nome di via Convento a testi- moniarne l’esistenza e la funzione religiosa.
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