Futuro montagna valle imagna
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- PINO CAPELLINI
- OROBIE
- Pagina a fronte, dall’alto
- I NUOVI VOLTI DELLA VALLE IMAGNA
- CORNO IMAGNA REGORDA RONCAGLIA CALCINONE MEDILE BOTTA
- Il Centro Studi Valle Imagna è una istituzione culturale. Ma ora promuove anche iniziative economiche. Com’è avvenuto
- Cà Berizzi cosa rappresenta in questo progetto
- Montagna è sinonimo di crisi. Non solo economica: spopolamento, fuga verso le città, perdita di servizi
- Il Centro Studi è noto per l’attività editoriale. L’ultimo volume è sui bergamini. Vedremo altre pubblicazioni
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26 OROBIE >> AMBIENTE | ALPI 27 ALPI | AMBIENTE << OROBIE FUTURO MONTAGNA
VALLE IMAGNA
L’IDENTITÀ LOCALE SULLA STRADA DELLO
STRACCHINO Ripristinata, la mulattiera della Petola a Corna Imagna collega il caseificio del «Tesoro della Bruna» all’Antica Locanda Roncaglia e alla nobile dimora di Cà Berizzi. Un forte legame tra storia e territorio. Nel comprensorio dell’alta valle cresce e si sviluppa il progetto del Centro Studi: accoglienza, animazione culturale e sociale e anche posti di lavoro TESTO DI PINO CAPELLINI FOTO DI MARCO MAZZOLENI 28 29 FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE << OROBIE Delimitata in alto dai pascoli della Costa del Pallio che si estendono fino al tre Faggi di Pralongone, l’alta Valle Imagna si dispiega in un ambiente per buona parte intatto e sul quale domina la mole del Resegone. Nelle pieghe del territorio si distende una rete di sentieri e di mulattiere molto frequentati.
impegnata nel recupero della mulattiera delle Pettole, a Corna Imagna. LA COSTA DEL PALLIO VERDE CORONA DELLA VALLE IMAGNA Q uando li abbiamo incontrati erano a una svolta della mulattiera della Peto- la, un antichissimo percorso che colle- gava le «cà» a Corna Imagna. Mezza dozzina di muratori in pensione tra le decine di pendo- lari della Valle Imagna che avevano lavorato nei grandi cantieri di Milano. Cinque o sei anni fa avevano aderito alla proposta di Antonio Car- minati, direttore del Centro Studi Valle Imagna e allora sindaco del paese, di dare una mano al recupero delle mulattiere. Rustiche vie consi- derate uno dei valori espressi dalla comunità perché erano stati gli abitanti a decidere di realizzarle, dove e come. «Erano le autostrade di una volta», commenta Carminati, fondamen- tali per il territorio e per la vita collettiva della valle. Vi passava la gente, i mercanti, i cavalli, i muli carichi, il bestiame diretto all’alpeggio. Tante vite e tante storie. Si può dire che ogni abitante si sentisse impegnato nella manuten- zione: se c’era un sasso smosso, chi passava lo metteva a posto. Poi tutto questo è stato di- menticato. Decenni di abbandono. Cedimenti, crolli, o la lenta ma inarrestabile azione della natura fino a coprire con strati di terra spessi fino a mezzo metro il tracciato originale. Per i muratori pensionati la mulattiera che at- traversa la Valle della Petola diventa un appun- tamento fisso. Ogni sabato, al mattino, eccoli lì con badili, carriole, martelli a rimuovere ma- teriale, a ricostruire muretti, a ripristinare sel- ciati. La materia prima non manca: la «prida» cavata dal fianco della montagna dove affiora in strati ben ordinati e con la quale i valdima- gnini hanno costruito per secoli le loro case, stalle, fienili e anche chiese conferendo al ter- ritorio solcato dall’Imagna una caratteristica inconfondibile. Sabato dopo sabato gli «angeli delle mulattiere» hanno lavorato al ripristino dell’antico manufatto, un tempo fondamentale per la vita nella valle e che sta recuperando la propria importanza. L’ideale per una bella
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GRANDI ORIZZONTI | LECCO | MONTE BARRO << OROBIE Quella degli artigiani della pietra, i «pecapride», è una tradizione molto antica in Valle Imagna. Tutto l’antico complesso di Cà Berizzi è stato realizzato con materiale tolto dal fianco del monte. Pagina a fronte, dall’alto: Pietro Invernizzi impegnato nella ricostruzione del caratteristico tetto in «piode» di una stalla adiacente alla Casa dello Stracchino a Corna Imagna, e volontari mentre sistemano il selciato di una mulattiera. L’ARTE DEI «PECAPRIDE» PER SALVARE LA TRADIZIONE DELLE «PIODE» passeggiata in un ambiente tipico delle Prealpi orobiche: prati che vengono ancora falciati, orti ben tenuti, belle piante di noce (questa è una buona annata, così come per i castagni), un rustico sedile accanto alla tribulina, fitte siepi dove trovano riparo passeri e uccelletti che vi resistono anche d’inverno. La mulattiera invita a percorrerla anche perché si incontrano alcune significative presenze dalla Casa dello Stracchino, all’Antica Locanda, alla nobile di- mora di Cà Berizzi, che – sottolinea Carminati – mostrano come dalle risorse locali si possano costruire forme di microeconomia che fanno ben sperare per un territorio fino a poco tempo fa destinato all’abbandono. Ma la mulattiera non rappresenta solo un forte legame tra i luoghi e la loro storia. Consente anche, grazie ai progetti e alle realizzazioni del Centro Studi Valle Imagna, di riscoprire valori destinati a tramutarsi in un’autentica risorsa per le popolazioni. La Casa dello Stracchino, in lo- calità Finiletti, è stata la prima realizzazione in questo contesto e ha anche segnato un punto a favore della tradizione agricola della valle. Sor- ta per mettere a disposizione di alcuni piccoli allevatori moderne attrezzature per la lavora- zione del latte e uno spazio per la vendita, oggi è frequentatissima da una clientela che giunge anche da lontano. Il «Tesoro della Bruna», la cooperativa di cui fanno parte anche il Comu- ne di Corna e il Centro Studi, è lo stracchino che è prodotto e offerto a «chilometro zero» con altri alimenti che derivano tutti dalla lavo- razione quotidiana del latte fresco. Accanto a questo vero e proprio «centro servizi per l’agri- coltura» c’era un rudere semidiroccato: grazie al generoso impegno del «pecapride» Pietro Invernizzi, è stato trasformato nella testimo- nianza di un edificio in cui sono presenti tutti gli elementi costruttivi e identificativi delle antiche stalle della zona. Questo intervento ha offerto preziosi elementi di valutazione e di indirizzo per l’intervento che il Centro Studi ha portato a termine tre anni fa nel borgo di Roncaglia con l’apertura dell’Antica Locanda. Un tempo le case, molte d’impronta medievale, accoglievano numerose famiglie, poi a poco a poco si sono svuotate. La locanda sta facendo rivivere il luogo. Era uno degli obiettivi del Centro Studi Valle Imagna. Dove c’era un vecchio edificio abbandonato, dopo averne acquisita la proprietà, il Centro lo ha recuperato restituendogli le strutture
Cultura, tradizioni, buona cucina e valorizzazione dei prodotti locali. Sono gli aspetti più interessanti e i punti forti del programma che il Centro Studi Valle Imagna sta sviluppando con la valorizzazione dei caratteristici edifici in pietra. La gestione dell’Antica Locanda Roncaglia è affidata a Sara Gandolfi: «Era il sogno della mia vita», dice. Primo obiettivo è far sì che questo sogno sia realtà anche per i clienti con un’accoglienza calorosa e un servizio di qualità in trattoria e nelle camere. Tra le iniziative di richiamo le serate dedicate al canto. Dopo cena con un menu un po’ speciale, incominciano i canti nella tradizione più genuina delle trattorie e delle osterie di un tempo (per prenotare, tel. 349.4216170). Nella foto accanto: Sara Gandolfi con il cuoco Roberto Facchinetti. Foto successiva: il casaro Egidio Cassi, che prepara i formaggi in vendita alla Casa dello stracchino; nell’ultima foto: Valeria Offredi, di Berbenno, alla quale sono affidate le due biblioteche del Centro Studi: nella sede di Sant’Omobono e quella di Cà Berizzi. Ricca di opere di pregio, la catalogazione inizierà l’anno prossimo. I NUOVI VOLTI DELLA VALLE IMAGNA IL LU ST RA ZI O NE D I D AMI
AN O NE MB RINI
Bergamo Bergamo > L’ITINERARIO > 1.500 EDIFICI SUL WEB L’Antica Locanda a Roncaglia, la Casa dello stracchino a Finiletti, il complesso di Cà Berizzi a Regorda. Sono tre tappe significative lungo un percorso che lega storia e tradizioni nel territorio di Corna Imagna lungo una mulattiera che la gente del posto utilizza ancora e oggi frequentata anche da escursionisti e turisti. Grazie alla facilità di accesso, la si può imboccare da Cà Berizzi o anche da Roncaglia. Molti, dopo una piacevole sosta ai tavoli della locanda nel borgo medievale di Roncaglia, si avviano a piedi verso la Casa dello stracchino per degustare o anche acquistare formaggi di qualità prodotti localmente, tra cui il ben noto stracchino. A questo punto si può tornare sui propri passi, oppure proseguire per Cà Berizzi e visitare (il sabato pomeriggio) la biblioteca storica del Centro Studi. Il percorso si completa passando per il centro di Corna e quindi seguendo la mulattiera che scende alla Roncaglia, dove l’anello si chiude. Certo ne ha fatta di strada il Centro Studi Valle Imagna da quando venne istituito nel 1997 per promuovere – dice lo statuto – la storia sociale e l’ambiente delle aree montane. Ma, a differenza di altre associazioni il cui scopo principale sono le ricerche storiche e la cultura locale, il Centro Studi si è posto l’obiettivo di «costruire processi di valorizzazione e governo di questi territori, attraverso azioni di sviluppo concrete, coerenti e sostenibili, partendo dalla cultura e dalla popolazione locale». Molta concretezza, anche perché arriva da gente di montagna che aveva ben presenti le difficoltà e problemi della valle non solo a seguito della recente crisi economica. C’erano già prima. A ogni riunione dei fondatori, tra cui personalità di grande prestigio, come l’etnologo di fama mondiale mons. Vittorio Maconi, presidente onorario del Centro, scomparso alcuni anni fa, l’attenzione era rivolta al problema di recuperare valori e ridare slancio alle comunità. Ma come? Il Centro, che dispone di una bella sede a Sant’Omobono con una ben dotata biblioteca, fin dall’inizio ha messo in programma una intensa attività di ricerca e di indagine sul territorio per quanto riguarda il patrimonio edilizio. Il passaggio successivo è stata la realizzazione, d’intesa con l’Ecomuseo della Val Taleggio, dell’Atlante dell’edilizia tradizionale, un censimento di tutti gli elementi dell’architettura caratteristica: cà, baite, stalle, fienili, attraverso una sistematica raccolta di informazioni tra documenti d’ogni genere e una indagine sul territorio che comprende le Valli Imagna, Taleggio e Brembilla. Un lavoro imponente. Quasi 1.500 edifici, tutti consultabili sul web.
Quando la cultura si fa economia > L’INTERVISTA | Antonio Carminati Ne ha fatta di strada il Centro Studi Valle Imagna da quando venne istituito quasi vent’anni fa. Non solo studi, non solo ricerche, ma un forte impegno in campo sociale e nella concretezza di opere e di interventi a sostegno dell’economia locale e anche per dar vita a nuovi posti di lavoro. Mentre nell’attività editoriale spiccano ben 15 linee di ricerca e la pubblicazione di decine di volumi. Fiore all’occhiello del Centro Studi – presidente Giorgio Locatelli e direttore Antonio Carminati – sono la realizzazione dell’Antica Locanda Roncaglia e il progetto per il recupero del complesso di Cà Berizzi dove è già stata inaugurata la biblioteca dedicata a Costantino Locatelli, nota figura di studioso ed educatore. La primavera prossima entreranno in funzione, tra l’altro, l’area ristoro con cucina, le quattro camere, la sala lettura e la sala convegni. Il Centro Studi Valle Imagna è una istituzione culturale. Ma ora promuove anche iniziative economiche. Com’è avvenuto questo passaggio? La cultura deve essere funzionale al cambiamento e propedeutica allo sviluppo, soprattutto nei contesti rurali e di montagna. Vogliamo credere in una cultura che cammina accanto all’economia e al governo del territorio: non troppo avanti e nemmeno in posizioni di retrovia, ma a fianco delle persone. La cultura deve avere il coraggio di «sporcarsi le mani» e diventare soggetto attivo e promuovere azioni concrete per il progresso sociale ed economico delle popolazioni. Da questo punto di vista uno stracchino o un capitello o un pascolo hanno lo stesso valore di un libro, ossia sono un concentrato di saperi, conoscenze ed esperienze di vita straordinarie e assolutamente irrinunciabili per il futuro sostenibile di valli e versanti, come pure delle città e delle periferie urbane. Studiare e conoscere il territorio vuol dire prendersi cura di esso, volergli bene e quindi sforzarsi per difenderlo e renderlo migliore. È la nostra casa. Non solo con le parole, ma con i fatti. Ricordo, tra l’altro, che l’intervento per il Social center Cà Berizzi gode dei finanziamenti delle Fondazioni Cariplo, Credito Bergamasco e Banca Popolare di Bergamo. Invece la biblioteca storica è stata finanziata con fondi europei per lo sviluppo rurale ottenuti attraverso la Regione Lombardia. Cà Berizzi cosa rappresenta in questo progetto? Cà Berizzi è destinata a diventare un’oasi di pace dove le persone sono invitate a entrare «dentro» la storia della contrada, la vita delle famiglie che l’hanno abitata, le produzioni agrarie e le attività. Ma non intende vivere quale luogo isolato e alla caratteristica mulattiera selciata che la unisce alla Casa dello Stracchino e all’Antica Locanda Roncaglia segue un programma di relazioni più ampie. L’obiettivo è di dar vita alla Strada della pietra e dello stracchino che coinvolge l’alta Valle Imagna, orientale della Valsassina, ossia un’area di monte accomunata dalla medesima tradizione dell’abitare, come i tetti in piöde, e dell’attività zoocasearia. Alcuni punti del percorso, tra cui l’Antica Locanda Roncaglia, Cà Berizzi, Baite Bed & Breakfast di Vedeseta e Taleggio, sono una realtà, altri attendono di essere realizzati, per assicurare l’accoglienza soprattutto sugli snodi di comunicazione di Arnosto e Morterone, tra la Costa del Palio e la Culmine di San Pietro. Il percorso sarà arricchito da offerte espositive sulla civiltà della pietra e del latte, oltre che da un centro espositivo permanente sull’importante fenomeno del movimento autonomista bergamasco. Un sogno? Forse. Ma potrebbe davvero diventare realtà.
Studio e ricerca fungono da laboratori di pensiero che consentono di tracciare sul campo alcuni percorsi da intraprendere per uscire da uno stato di generale difficoltà, che non è solo di natura economica. Non è ancora giunta a completa maturazione la consapevolezza dei valligiani circa le preziose risorse ambientali di cui dispongono, che consenta loro di ripartire dalla stalla e dalla contrada, dalla casa e dal prato, dal bosco e dal torrente per impostare nuove azioni e progetti di sviluppo. Togliere dall’oblio una mulattiera selciata per restituirla al pubblico transito, oppure recuperare un antico fabbricato di pietra riassegnandogli funzioni residenziali e produttive, significa sostenere con i fatti un’importante inversione di tendenza, necessaria per uscire dalla crisi e cercare di costruire con ciò che ci sta intorno. I manufatti della tradizione devono cessare di essere un peso, per ritornare a diventare vere risorse, non difficoltà sedimentate ma nuove chance. Dalla loro difesa dipenderà in futuro la possibilità di costruire nuove economie connesse alle identità locali. Il Centro Studi è noto per l’attività editoriale. L’ultimo volume è sui bergamini. Vedremo altre pubblicazioni? In quest’ultimo periodo stiamo trasferendo nella realtà il bagaglio di conoscenze sedimentate e le sensibilità maturate nel corso di anni di osservazioni, indagini e ricostruzione di quadri d’insieme. Anche la pubblicazione «Bergamini, vacche e stracchini» è finalizzata a riscoprire e proporre alle nuove generazioni l’antico orgoglio bergamino, per ricominciare da lì a costruire nuove economie rurali.
Guarda l’intervista ad Antonio Carminati su OROBIE.IT 36 OROBIE >> AMBIENTE | ALPI 37 ALPI | AMBIENTE << OROBIE Si deve al Centro Studi Valle Imagna se l’antico edificio nella contrata medievale Roncaglia di Corna Imagna, dove un tempo esisteva un’osteria, è tornato come era in origine con l’accurato recupero delle strutture. Nel complesso ha trovato posto l’Antica Locanda Roncaglia che offre una cucina con piatti tradizionali ed è anche dotata di camere per l’accoglienza e il soggiorno. RIVIVE L’ANTICA LOCANDA RONCAGLIA NELLA CORTE LA BUONA TAVOLA IN COMPAGNIA 38 originarie a partire dal tetto in piode. Un’ope- razione di una delicatezza estrema e pienamente riuscita. Oggi la Roncaglia offre l’occasione per piacevoli soste. Ai tavoli della locanda si siedono escursionisti e gitanti assieme alla gente della valle. Le indicazioni portano dalla strada a una corte invisibile a chi passa. Quasi un varco nel tempo: oltre all’osteria e trattoria con arredi originali, sono disponibili quattro camere per l’accoglienza e il soggiorno che si affacciano su una corte oltre la quale la vista spazia fin sul Resegone. La quiete è garantita: c’è uno studiolo e un locale dove è stato ricostruito un essicato- io per le castagne. L’ospitalità, l’offerta di valori genuini, i legami con il territorio sono tra i punti forti della locanda, sempre molto frequentata. Lo sarà anche il complesso di Cà Berizzi, un autentico «monumento» in pietra che, dopo decenni di abbandono, il Centro Studi Val- le Imagna sta recuperando con un’operazione destinata ad avere ripercussioni non solo sul- lo sviluppo locale, ma anche sulla stessa Valle Imagna. Alla Roncaglia lavorano stabilmente due persone, la caposala e il cuoco. Altri posti di lavoro sono previsti anche a Cà Berizzi con l’entrata in funzione del «Social service». Ac- canto alla biblioteca inaugurata la scorsa estate, adesso è in corso il cantiere, sempre su progetto dell’architetto Cesare Rota Nodari e finanziato dalla Fondazione Cariplo, negli spazi attigui per collocarvi sala multimediale, sala convegni, sala lettura con camino, cucina, camere per il soggiorno e foresteria. Verrà consolidata la for- mula dell’accoglienza avviata con successo alla Roncaglia. Dalla primavera prossima ci si potrà sedere ai tavolini nella corte o nella sala all’inter- no e consumare anche un buon pasto. Ma agli ospiti sarà offerto qualcosa in più, e di molto originale. In ogni camera ci sarà spazio per una raccolta bibliografica, fondi particolari o sezioni tematiche, un prolungamento della biblioteca principale. Si andrà a letto con i libri. E così a Cà Berizzi avremo una «bibliosteria» e una «biblilocanda». Il tutto con vista sul Resegone.
Un piccolo borgo, una locanda, i colori e i sapori di questa terra... a 25 km da Bergamo, ideale per le fughe nel verde anche durante la settimana.
È sempre necessaria la prenotazione: info@locandaroncaglia.it - tel. 349 4216170 Nel cuore della Valle Imagna, accoglienza familiare e discreta in due spaziose camere con bagno e balcone. Ideale per famiglie con bambini e persone che amano la natura. www.cadelbello.com tel. 035 852 718 - cell. 366 1368 401 Sant´Omobono Terme (BG) località Valsecca, via Ca´del Bello 19 Recentemente inaugurata e dedicata al professor Costantino Locatelli, la moderna biblioteca è il primo importante obiettivo del progetto di recupero del complesso di Cà Berizzi messo a punto dal Centro Studi Valle Imagna. Entro la primavera prossima saranno disponibili una sala convegni, un’area ristoro con cucina, una sala lettura e quattro camere. A sinistra: Antonio Carminati e Giorgio Locatelli, rispettivamente direttore e presidente del Centro Studi Valle Imagna. COSÌ DIVERRÀ CÀ BERIZZI ACCOGLIENZA, LETTURA E ANCHE
UN’AREA RISTORO OROBIE >> FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE Download 76.88 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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