Futuro montagna valle imagna


Download 76.88 Kb.
Pdf ko'rish
Sana03.07.2017
Hajmi76.88 Kb.
#10427

26

OROBIE >> AMBIENTE |  ALPI

27

ALPI |  AMBIENTE << OROBIE



   

FUTURO MONTAGNA   

   

VALLE IMAGNA  



 

 

  L’IDENTITÀ LOCALE



SULLA STRADA 

DELLO 


STRACCHINO

Ripristinata, la mulattiera della Petola a Corna Imagna collega il caseificio 

del «Tesoro della Bruna» all’Antica Locanda Roncaglia e alla nobile dimora 

di  Cà Berizzi. Un forte legame tra storia e territorio. Nel comprensorio 

dell’alta valle cresce e si sviluppa il progetto del Centro Studi: accoglienza, 

animazione culturale e sociale e anche posti di lavoro     

TESTO DI PINO CAPELLINI

FOTO DI MARCO MAZZOLENI



28

29

FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE << OROBIE



Delimitata in alto dai pascoli della Costa del 

Pallio che si estendono fino al tre Faggi di 

Pralongone, l’alta Valle Imagna si dispiega in 

un ambiente per buona parte intatto e sul 

quale domina la mole del Resegone. Nelle 

pieghe del territorio si distende una rete di 

sentieri e di mulattiere molto frequentati. 

Pagine precedenti: una squadra di volontari 

impegnata nel recupero della mulattiera delle 

Pettole, a Corna Imagna.

LA COSTA DEL PALLIO

VERDE CORONA

DELLA VALLE  IMAGNA

Q

uando li abbiamo incontrati erano a 



una svolta della mulattiera della Peto-

la, un antichissimo percorso che colle-

gava le «cà» a Corna Imagna. Mezza dozzina 

di muratori in pensione tra le decine di pendo-

lari della Valle Imagna che avevano lavorato nei 

grandi cantieri di Milano. Cinque o sei anni fa 

avevano aderito alla proposta di Antonio Car-

minati, direttore del Centro Studi Valle Imagna 

e allora sindaco del paese, di dare una mano al 

recupero delle mulattiere. Rustiche vie consi-

derate uno dei valori espressi dalla comunità 

perché erano stati gli abitanti a decidere di 

realizzarle, dove e come. «Erano le autostrade 

di una volta», commenta Carminati, fondamen-

tali per il territorio e per la vita collettiva della 

valle. Vi passava la gente, i mercanti, i cavalli, 

i muli carichi, il bestiame diretto all’alpeggio. 

Tante vite e tante storie. Si può dire che ogni 

abitante si sentisse impegnato nella manuten-

zione: se c’era un sasso smosso, chi passava lo 

metteva a posto. Poi tutto questo è stato di-

menticato. Decenni di abbandono. Cedimenti, 

crolli, o la lenta ma inarrestabile azione della 

natura fino a coprire con strati di terra spessi 

fino a mezzo metro il tracciato originale.

Per i muratori pensionati la mulattiera che at-

traversa la Valle della Petola diventa un appun-

tamento fisso. Ogni sabato, al mattino, eccoli 

lì con badili, carriole, martelli a rimuovere ma-

teriale, a ricostruire muretti, a ripristinare sel-

ciati. La materia prima non manca: la «prida» 

cavata dal fianco della montagna dove affiora 

in strati ben ordinati e con la quale i valdima-

gnini hanno costruito per secoli le loro case, 

stalle, fienili e anche chiese conferendo al ter-

ritorio solcato dall’Imagna una caratteristica 

inconfondibile. Sabato dopo sabato gli «angeli 

delle mulattiere» hanno lavorato al ripristino 

dell’antico manufatto, un tempo fondamentale 

per la vita nella valle e che sta recuperando 

la propria importanza. L’ideale per una bella 

OROBIE >> FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE


30

31

OROBIE >> FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE

GRANDI ORIZZONTI | LECCO | MONTE BARRO << OROBIE

Quella degli artigiani della pietra, i «pecapride», è una 

tradizione molto antica in Valle Imagna. Tutto l’antico 

complesso di Cà Berizzi è stato realizzato con materiale 

tolto dal fianco del monte. Pagina a fronte, dall’alto: 

Pietro Invernizzi impegnato nella ricostruzione del 

caratteristico tetto in «piode» di una stalla adiacente 

alla Casa dello Stracchino a Corna Imagna, e volontari 

mentre sistemano il selciato di una mulattiera.

L’ARTE DEI «PECAPRIDE»

PER SALVARE

LA TRADIZIONE DELLE «PIODE»

passeggiata in un ambiente tipico delle Prealpi 

orobiche: prati che vengono ancora falciati, 

orti ben tenuti, belle piante di noce (questa è 

una buona annata, così come per i castagni), 

un rustico sedile accanto alla tribulina, fitte 

siepi dove trovano riparo passeri e uccelletti 

che vi resistono anche d’inverno. La mulattiera 

invita a percorrerla anche perché si incontrano 

alcune significative presenze dalla Casa dello 

Stracchino, all’Antica Locanda, alla nobile di-

mora di Cà Berizzi, che – sottolinea Carminati 

– mostrano come dalle risorse locali si possano 

costruire forme di microeconomia che fanno 

ben sperare per un territorio fino a poco tempo 

fa destinato all’abbandono.

Ma la mulattiera non rappresenta solo un forte 

legame tra i luoghi e la loro storia. Consente 

anche, grazie ai progetti e alle realizzazioni del 

Centro Studi Valle Imagna, di riscoprire valori 

destinati a tramutarsi in un’autentica risorsa per 

le popolazioni. La Casa dello Stracchino, in lo-

calità Finiletti, è stata la prima realizzazione in 

questo contesto e ha anche segnato un punto a 

favore della tradizione agricola della valle. Sor-

ta per mettere a disposizione di alcuni piccoli 

allevatori moderne attrezzature per la lavora-

zione del latte e uno spazio per la vendita, oggi 

è frequentatissima da una clientela che giunge 

anche da lontano. Il «Tesoro della Bruna», la 

cooperativa di cui fanno parte anche il Comu-

ne di Corna e il Centro Studi, è lo stracchino 

che è prodotto e offerto a «chilometro zero» 

con altri alimenti che derivano tutti dalla lavo-

razione quotidiana del latte fresco. Accanto a 

questo vero e proprio «centro servizi per l’agri-

coltura» c’era un rudere semidiroccato: grazie 

al generoso impegno del «pecapride» Pietro 

Invernizzi, è stato trasformato nella testimo-

nianza di un edificio in cui sono presenti tutti 

gli elementi costruttivi e identificativi delle 

antiche stalle della zona. 

Questo intervento ha offerto preziosi elementi 

di valutazione e di indirizzo per l’intervento 

che il Centro Studi ha portato a termine tre 

anni fa nel borgo di Roncaglia con l’apertura 

dell’Antica Locanda. Un tempo le case, molte 

d’impronta medievale, accoglievano numerose 

famiglie, poi a poco a poco si sono svuotate. La 

locanda sta facendo rivivere il luogo. Era uno 

degli obiettivi del Centro Studi Valle Imagna. 

Dove c’era un vecchio edificio abbandonato, 

dopo averne acquisita la proprietà, il Centro 

lo ha recuperato restituendogli le strutture 


Cultura, tradizioni, buona cucina e valorizzazione 

dei prodotti locali. Sono gli  aspetti più 

interessanti e i punti forti del programma che il 

Centro Studi Valle Imagna sta sviluppando con la 

valorizzazione dei caratteristici edifici in pietra. 

La gestione dell’Antica Locanda Roncaglia è 

affidata a Sara Gandolfi: «Era il sogno della 

mia vita», dice. Primo obiettivo è far sì che 

questo sogno sia realtà anche per i clienti con 

un’accoglienza calorosa e un servizio di qualità 

in trattoria e nelle camere. Tra le iniziative di 

richiamo le serate dedicate al canto. Dopo cena 

con un menu un po’ speciale, incominciano i 

canti nella tradizione più genuina delle trattorie 

e delle osterie di un tempo (per prenotare, 

tel. 349.4216170). Nella foto accanto: Sara 

Gandolfi con il cuoco Roberto Facchinetti. Foto 

successiva: il casaro Egidio Cassi, che prepara 

i formaggi in vendita alla Casa dello stracchino; 

nell’ultima foto: Valeria Offredi, di Berbenno, alla 

quale sono affidate le due biblioteche del Centro 

Studi: nella sede di Sant’Omobono e quella di Cà 

Berizzi. Ricca di opere di pregio, la catalogazione 

inizierà l’anno prossimo.  



I NUOVI VOLTI

DELLA VALLE IMAGNA

IL

LU



ST

RA

ZI



O

NE

 D



I D

AMI


AN

O

 NE



MB

RINI


Bergamo

Bergamo

L’ITINERARIO



1.500 EDIFICI SUL WEB

L’Antica Locanda a Roncaglia, la 

Casa dello stracchino a Finiletti, il 

complesso di Cà Berizzi a Regorda. 

Sono tre tappe significative lungo un 

percorso che lega storia e tradizioni 

nel territorio di Corna Imagna 

lungo una mulattiera che la gente 

del posto utilizza ancora e oggi 

frequentata anche da escursionisti e 

turisti. Grazie alla facilità di accesso, 

la si può imboccare da Cà Berizzi 

o anche da Roncaglia. Molti, dopo 

una piacevole sosta ai tavoli della 

locanda nel borgo medievale di 

Roncaglia, si avviano a piedi verso la 

Casa dello stracchino per degustare o 

anche acquistare formaggi di qualità 

prodotti localmente, tra cui il ben 

noto stracchino. A questo punto si 

può tornare sui propri passi, oppure 

proseguire per Cà Berizzi e visitare 

(il sabato pomeriggio) la biblioteca 

storica del Centro Studi. Il percorso 

si completa passando per il centro 

di Corna e quindi seguendo la 

mulattiera che scende alla Roncaglia, 

dove l’anello si chiude.

Certo ne ha fatta di strada il Centro Studi Valle Imagna da 

quando venne istituito nel 1997 per promuovere – dice lo 

statuto – la storia sociale e l’ambiente delle aree montane. 

Ma, a differenza di altre associazioni il cui scopo principale 

sono le ricerche storiche e la cultura locale, il Centro Studi 

si è posto l’obiettivo di «costruire processi di valorizzazione 

e governo di questi territori, attraverso azioni di sviluppo 

concrete, coerenti e sostenibili, partendo dalla cultura e dalla 

popolazione locale». Molta concretezza, anche perché arriva 

da gente di montagna che aveva ben presenti le difficoltà 

e problemi della valle non solo a seguito della recente crisi 

economica. C’erano già prima. A ogni riunione dei fondatori, 

tra cui personalità di grande prestigio, come l’etnologo 

di fama mondiale mons. Vittorio Maconi, presidente 

onorario del Centro, scomparso alcuni anni fa, l’attenzione 

era rivolta al problema di recuperare valori 

e ridare slancio alle comunità. 

Ma come? Il Centro, che dispone di una bella sede a 

Sant’Omobono con una ben dotata biblioteca, 

fin dall’inizio ha messo in programma una intensa attività 

di ricerca e di indagine sul territorio per quanto 

riguarda il patrimonio edilizio. 

Il passaggio successivo è stata la realizzazione, d’intesa 

con l’Ecomuseo della Val Taleggio, dell’Atlante dell’edilizia 

tradizionale, un censimento di tutti gli elementi 

dell’architettura caratteristica: cà, baite, stalle, fienili, 

attraverso una sistematica raccolta di informazioni tra 

documenti d’ogni genere e una indagine sul territorio che 

comprende le Valli Imagna, Taleggio e Brembilla. Un lavoro 

imponente. Quasi 1.500 edifici, tutti consultabili sul web.

CORNO 

IMAGNA

REGORDA

RONCAGLIA

CALCINONE

MEDILE

BOTTA

GRUMELLO

FINILETTI

SIVA

1

2

3

1. ANTICA LOCANDA

2. CASA DELLO STRACCHINO

3. CÀ BERIZZI


Quando la cultura

si fa economia

L’INTERVISTA | 



Antonio Carminati

Ne ha fatta di strada il Centro 

Studi Valle Imagna da quando 

venne istituito quasi vent’anni fa. 

Non solo studi, non solo ricerche, 

ma un forte impegno in campo 

sociale e nella concretezza di 

opere e di interventi a sostegno 

dell’economia locale e anche per 

dar vita a nuovi posti di lavoro. 

Mentre nell’attività editoriale 

spiccano ben 15 linee di ricerca 

e la pubblicazione di decine di 

volumi. Fiore all’occhiello del 

Centro Studi – presidente Giorgio 

Locatelli e direttore Antonio 

Carminati – sono la realizzazione 

dell’Antica Locanda Roncaglia 

e il progetto per il recupero 

del complesso di Cà Berizzi 

dove è già stata inaugurata la 

biblioteca dedicata a Costantino 

Locatelli, nota figura di studioso 

ed educatore. La primavera 

prossima entreranno in funzione, 

tra l’altro, l’area ristoro con 

cucina, le quattro camere, la sala 

lettura e la sala convegni. 



Il Centro Studi Valle Imagna è 

una istituzione culturale. Ma 

ora promuove anche iniziative 

economiche. Com’è  avvenuto 

questo passaggio?

La cultura deve essere funzionale 

al cambiamento e propedeutica 

allo sviluppo, soprattutto nei 

contesti rurali e di montagna. 

Vogliamo credere in una 

cultura che cammina accanto 

all’economia e al governo del 

territorio: non troppo avanti e 

nemmeno in posizioni di retrovia, 

ma a fianco delle persone. La 

cultura deve avere il coraggio di 

«sporcarsi le mani» e diventare 

soggetto attivo e promuovere 

azioni concrete per il progresso 

sociale ed economico delle 

popolazioni. Da questo punto 

di vista uno stracchino o un 

capitello o un pascolo hanno lo 

stesso valore di un libro, ossia 

sono un concentrato di saperi, 

conoscenze ed esperienze di vita 

straordinarie e assolutamente 

irrinunciabili per il futuro 

sostenibile di valli e versanti, 

come pure delle città e delle 

periferie urbane. Studiare e 

conoscere il territorio vuol dire 

prendersi cura di esso, volergli 

bene e quindi sforzarsi per 

difenderlo e renderlo migliore. 

È la nostra casa. Non solo con le 

parole, ma con i fatti. Ricordo, 

tra l’altro, che l’intervento per il 

Social center Cà Berizzi gode dei 

finanziamenti delle Fondazioni 

Cariplo, Credito Bergamasco 

e Banca Popolare di Bergamo. 

Invece la biblioteca storica è 

stata finanziata con fondi europei 

per lo sviluppo rurale ottenuti 

attraverso la Regione Lombardia.



Cà Berizzi cosa rappresenta 

in questo progetto?

Cà Berizzi è destinata a diventare 

un’oasi di pace dove le persone 

sono invitate a entrare «dentro» 

la storia della contrada, la 

vita delle famiglie che l’hanno 

abitata, le produzioni agrarie 

e le attività. Ma non intende 

vivere quale luogo isolato e alla 

caratteristica mulattiera selciata 

che la unisce alla Casa dello 

Stracchino e all’Antica Locanda 

Roncaglia segue un programma 

di relazioni più ampie. L’obiettivo 

è di dar vita alla Strada della 

pietra e dello stracchino che 

coinvolge l’alta Valle Imagna, 

la Valle Taleggio e la parte 

orientale della Valsassina, ossia 

un’area di monte accomunata 

dalla medesima tradizione 

dell’abitare, come i tetti in 

piöde, e dell’attività zoocasearia. 

Alcuni punti del percorso, tra cui 

l’Antica Locanda Roncaglia, Cà 

Berizzi, Baite Bed & Breakfast 

di Vedeseta e Taleggio, sono 

una realtà, altri attendono di 

essere realizzati, per assicurare 

l’accoglienza soprattutto sugli 

snodi di comunicazione di 

Arnosto e Morterone, tra la 

Costa del Palio e la Culmine 

di San Pietro. Il percorso sarà 

arricchito da offerte espositive 

sulla civiltà della pietra e del 

latte, oltre che da un centro 

espositivo permanente 

sull’importante fenomeno 

del movimento autonomista 

bergamasco. Un sogno? Forse. 

Ma  potrebbe davvero diventare 

realtà.

Montagna è sinonimo di 

crisi. Non solo economica: 

spopolamento, fuga verso 

le città, perdita di servizi 

essenziali. Che valore dare ai 

vostri programmi?

Studio e ricerca fungono da 

laboratori di pensiero che 

consentono di tracciare sul 

campo alcuni percorsi da 

intraprendere per uscire da uno 

stato di generale difficoltà, che 

non è solo di natura economica. 

Non è ancora giunta a completa 

maturazione la consapevolezza 

dei valligiani circa le preziose 

risorse ambientali di cui 

dispongono, che consenta 

loro di ripartire dalla stalla e 

dalla contrada, dalla casa e dal 

prato, dal bosco e dal torrente 

per impostare nuove azioni e 

progetti di sviluppo. Togliere 

dall’oblio una mulattiera selciata 

per restituirla al pubblico 

transito, oppure recuperare 

un antico fabbricato di pietra 

riassegnandogli funzioni 

residenziali e produttive, 

significa sostenere con i fatti 

un’importante inversione di 

tendenza, necessaria per uscire 

dalla crisi e cercare di costruire 

con ciò che ci sta intorno. I 

manufatti della tradizione 

devono cessare di essere un 

peso, per ritornare a diventare 

vere risorse, non difficoltà 

sedimentate ma nuove chance. 

Dalla loro difesa dipenderà in 

futuro la possibilità di costruire 

nuove economie connesse alle 

identità locali. 



Il Centro Studi è noto per 

l’attività editoriale. L’ultimo 

volume è sui bergamini. 

Vedremo altre pubblicazioni?

In quest’ultimo periodo 

stiamo trasferendo nella realtà 

il bagaglio di conoscenze 

sedimentate e le sensibilità 

maturate nel corso di anni 

di osservazioni, indagini e 

ricostruzione di quadri d’insieme. 

Anche la pubblicazione 

«Bergamini, vacche e stracchini» 

è finalizzata a riscoprire e 

proporre alle nuove generazioni 

l’antico orgoglio bergamino, per 

ricominciare da lì a costruire 

nuove economie rurali. 

Orobie EXTRA

Guarda l’intervista ad

Antonio Carminati 

su OROBIE.IT



36

OROBIE >> AMBIENTE |  ALPI

37

ALPI |  AMBIENTE << OROBIE



Si deve al Centro Studi Valle Imagna se l’antico edificio nella contrata medievale Roncaglia di Corna Imagna, dove un 

tempo esisteva un’osteria, è tornato come era in origine con l’accurato recupero delle strutture. Nel complesso ha 

trovato posto l’Antica Locanda Roncaglia che offre una cucina con piatti tradizionali ed è anche dotata di camere 

per l’accoglienza e il soggiorno. 

RIVIVE L’ANTICA LOCANDA RONCAGLIA

NELLA CORTE LA BUONA TAVOLA IN COMPAGNIA



38

originarie a partire dal tetto in piode. Un’ope-

razione di una delicatezza estrema e pienamente 

riuscita. Oggi la Roncaglia offre l’occasione per 

piacevoli soste. Ai tavoli della locanda si siedono  

escursionisti e gitanti assieme alla gente della 

valle. Le indicazioni portano dalla strada a una 

corte invisibile a chi passa. Quasi un varco nel 

tempo: oltre all’osteria e trattoria con arredi 

originali, sono disponibili quattro camere per 

l’accoglienza e il soggiorno che si affacciano su 

una corte oltre la quale la vista spazia fin sul 

Resegone. La quiete è garantita: c’è uno studiolo 

e un locale dove è stato ricostruito un essicato-

io per le castagne. L’ospitalità, l’offerta di valori 

genuini, i legami con il territorio sono tra i punti 

forti della locanda, sempre molto frequentata.   

Lo sarà anche il complesso di Cà Berizzi, un 

autentico «monumento» in pietra che, dopo 

decenni di abbandono, il Centro Studi Val-

le Imagna sta recuperando con un’operazione 

destinata ad avere ripercussioni non solo sul-

lo sviluppo locale, ma anche sulla stessa Valle 

Imagna. Alla Roncaglia lavorano stabilmente 

due persone, la caposala e il cuoco. Altri posti 

di lavoro sono previsti anche a Cà Berizzi con 

l’entrata in funzione del «Social service». Ac-

canto alla biblioteca inaugurata la scorsa estate, 

adesso è in corso il cantiere, sempre su progetto 

dell’architetto Cesare Rota Nodari e finanziato 

dalla Fondazione Cariplo, negli spazi attigui 

per collocarvi sala multimediale, sala convegni, 

sala lettura con camino, cucina, camere per il 

soggiorno e foresteria. Verrà consolidata la for-

mula dell’accoglienza avviata con successo alla 

Roncaglia. Dalla primavera prossima ci si potrà 

sedere ai tavolini nella corte o nella sala all’inter-

no e consumare anche un buon pasto. Ma agli 

ospiti sarà offerto qualcosa in più, e di molto 

originale. In ogni camera ci sarà spazio per una 

raccolta bibliografica, fondi particolari o sezioni 

tematiche, un prolungamento della biblioteca 

principale. Si andrà a letto con i libri. E così 

a Cà Berizzi avremo una «bibliosteria» e una 

«biblilocanda». Il tutto con vista sul Resegone.

Pino Capellini

Un piccolo borgo, una locanda, 

i colori e i sapori di questa terra... 

a 25 km da Bergamo, ideale per le fughe 

nel verde anche durante la settimana.

 

È sempre necessaria la prenotazione: 



info@locandaroncaglia.it - tel. 349 4216170

Nel cuore della Valle Imagna, 

accoglienza familiare e discreta 

in due spaziose camere con bagno e balcone. 

Ideale per famiglie con bambini 

e persone che amano la natura.

www.cadelbello.com    

tel. 035 852 718 - cell. 366 1368 401

Sant´Omobono Terme (BG) 

località Valsecca, via Ca´del Bello 19

Recentemente inaugurata e dedicata al professor Costantino 

Locatelli, la moderna biblioteca è il primo importante obiettivo 

del progetto di recupero del complesso di Cà Berizzi messo a 

punto dal Centro Studi Valle Imagna. Entro la primavera prossima 

saranno disponibili una sala convegni, un’area ristoro con cucina, 

una sala lettura e quattro camere. A sinistra: Antonio Carminati 

e Giorgio Locatelli, rispettivamente direttore e presidente del 

Centro Studi Valle Imagna. 

COSÌ DIVERRÀ 

CÀ BERIZZI

ACCOGLIENZA, LETTURA 

E ANCHE 


UN’AREA RISTORO

OROBIE >> FUTURO MONTAGNA | VALLE IMAGNA | L’IDENTITÀ LOCALE

Download 76.88 Kb.

Do'stlaringiz bilan baham:




Ma'lumotlar bazasi mualliflik huquqi bilan himoyalangan ©fayllar.org 2024
ma'muriyatiga murojaat qiling