Regione piemonte provincia di asti comune di incisa scapaccino variante parziale al P. R. G. vigente


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Classificazione climatica 

La classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta per regolamentare il funzionamento ed 

il periodo di esercizio degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia.  

La zona climatica assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993 

per il territorio di Incisa Scapaccino è la ZONA E (periodo di accensione degli impianti termici: dal 15 

ottobre al 15 aprile per 14 ore giornaliere, salvo ampliamenti disposti dal Sindaco).  

Mentre i gradi giorno (GG) (unità di misura che stima il fabbisogno energetico necessario per 

mantenere un clima confortevole nelle abitazioni e rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni di un 

periodo annuale convenzionale di riscaldamento, degli incrementi medi giornalieri di temperatura 

necessari per raggiungere la soglia di 20 °C) sono pari a 2518

 

4.2 S



UOLO E SOTTOSUOLO

 

Caratteristiche geologiche ed idrogeologiche 

Tali caratteristiche sono state analizzate e valutate nell’ambito del Piano Regolatore Generale 

approvato dalla Regione Piemonte e successivamente sottoposto a Variante generale di adeguamento 

approvata con DGR 11/1280 in data 23/01/2001 in cui sono contenuti tutti gli studi propedeutici alla 

definizione delle classi dirischio geomorfologico che sono state puntualmente riportatre nella certografia 

di P.R.G. 

 

  

 

Estratto “Carta geologica d’Italia” – Fg. 69 “Asti” – Fuori scala 

 

Il P.R.G. vigente contiene gli studi geologici che sono stati ritenuti conformi alle indicazioni della 

7/LAP/96 e successiva NTE/99 e per tale motivo il Comune è stato esonerato dall’obbligo di 

procedere alla realizzazione delle Verifiche di compatibilità dello strumento urbanistico al PAI secondo 



COMUNE DI INCISA SCAPACCINO (AT) 

Variante parziale al P.R.G. ai sensi art. 17 comma 5 della L.R. 56/77 s.m.i.

 

 

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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

quanto previsto dall’art. 18 comma 1 delle NdA del PAI medesimo, così come specificato nella D.G.R. 

n.63-5679 del 25/03/2002. 

In particolare sono state individuate nel territorio comunale le classi di richio geomorfologico così 

identificate: 



classe IIIa “Porzione di territorio inedificato, inidoneo a nuovi insediamenti” (circ. P.G.R. 7 LAP 

06-05-1996); 



classe IIIb “Porzione di territorio edificato, ad elevata pericolosità” (circ. P.G.R. 7 LAP 06-05-

1996). 

 

 



 

Estratto P.R.G. – classi di richio geomorfologico - Fuori scala 

 

Uso del suolo 

La carta dei suoli della Regione Piemonte a scala 1: 250.000 è un indispensabile prodotto di sintesi 

delle conoscenze sui suoli regionali. Le informazioni in essa contenute contribuiscono alla gestione 

delle risorse agrarie, forestali ed ambientali a scala regionale e costituiscono l'appropriato strumento di 

confronto con le altre realtà regionali, nazionali e comunitarie. 

La cartografia disponibile è prodotta a scala di riconoscimento (1:250.000). La sua utilizzazione deve 

essere effettuata tenendo conto del limite informativo geografico che ne deriva: l'approssimazione è 

quindi relativa alla scala di studio ed eventuali ingrandimenti possono generare errori interpretativi. 

In particolare il territorio comunale nell porzione nord è caratterizzato da “Alfisuoli di collina a 

tessitura grossolana” (Bric della Croce sabbiosa, fase tipica), “Entisuoli di collina a tessitura 

grossolana” (Miravalle sabbiosa, fase tipica), “Alfisuoli dei terrazzi antichi non idromorfi” (Abazia 

argilloso-fine, fase tipica, Laione  limoso-fine, fase tipica), “Alfisuoli di pianura non idromorfi e non 



ghiaiosi” (Pinella limoso-fine, fase tipica) e “Alfisuoli di collina a tessitura fine” (Castello d’Annone 

franco-fine, fase tipica). Nella porzione nord-ovest il territorio comunale è caratterizzato da “Entisuoli 



di collina a tessitura grossolana” (Vinchio franco-grossolana, fase tipica e sabbiosa). Nella porzione 

sud a ridosso del torrente Belbo, il territorio comunale è caratterizzato prevalentemente da 

“Entisuoli di pianura non idromorfi e non ghiaiosi”  (Bormida  franco-grossolana, fase tipica

Vernetto  sabbiosa, fase tipica), “Inceptisuoli di pianura non idromorfi e non ghiaiosi” (Cassine 

franco-grossolana, fase tipica), “Alfisuoli di pianura non idromorfi e non ghiaiosi”  (Felizzano 

argilloso-fine, fase tipica) e “Inceptisuoli di pianura non idromorfi e non ghiaiosi” (Grindolato 


COMUNE DI INCISA SCAPACCINO (AT) 

Variante parziale al P.R.G. ai sensi art. 17 comma 5 della L.R. 56/77 s.m.i.

 

 

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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

limoso-fine, fase tipica, Redabue limoso-fine, fase tipica, Nuova limoso-grossolana, fase tipica), mentre 

nella restante parte “Entisuoli di collina a tessitura fine” (Agliano  argilloso-fine, fase tipica, 

Castelnuovo Calcea franco-fine, fase tipica) e “Entisuoli di collina a tessitura grossolana” (Vinchio 

franco-grossolana, fase tipica e sabbiosa). 



 

 

 

Estratto “Carta dei suoli”  – Fuori scala 



 

Capacità d’uso del suolo 

La  carta della capacità d’uso dei suoli della Regione Piemonte a scala 1: 250.000, è una 

classificazione finalizzata a valutarne le potenzialità produttive, per utilizzazioni di tipo agro-

silvopastorale, sulla base di una gestione sostenibile, cioè conservativa della risorsa suolo. La 

cartografia relativa a questa valutazione è un documento indispensabile alla pianificazione del territorio 

in quanto consente di operare le scelte più conformi alle caratteristiche dei suoli e dell'ambiente in cui 

sono inseriti. I suoli vengono classificati essenzialmente allo scopo di metterne in evidenza i rischi di 

degradazione derivanti da usi inappropriati. Tale interpretazione viene effettuata in base sia alla 

caratteristiche intrinseche del suolo (profondità, pietrosità, fertilità), che a quelle dell'ambiente 

(pendenza, rischio di erosione, inondabilità, limitazioni climatiche), ed ha come obiettivo l'individuazione 

dei suoli agronomicamente più pregiati, e quindi più adatti all'attività agricola, consentendo in sede di 

pianificazione territoriale, se possibile e conveniente, di preservarli da altri usi. Il sistema prevede la 

ripartizione dei suoli in 8 classi di capacità con limitazioni d'uso crescenti. Le prime 4 classi sono 

compatibili con l'uso sia agricolo che forestale e zootecnico; le classi dalla quinta alla settima escludono 

l'uso agricolo intensivo, mentre nelle aree appartenenti all'ultima classe, l'ottava, non è possibile alcuna 

forma di utilizzazione produttiva. 

La cartografia disponibile è prodotta a scala di riconoscimento (1:250.000). La sua utilizzazione deve 

essere effettuata tenendo conto del limite informativo geografico che ne deriva: l'approssimazione è 

quindi relativa alla scala di studio ed eventuali ingrandimenti possono generare errori interpretativi. 

In particolare il territorio comunale nell porzione nord e nord-ovest è caratterizzato da suoli in 



classe VI “Suoli con limitazioni molto forti; il loro uso e ristretto al pascolo e al bosco” (sottoclasse 

e1 “Limitazione stazionale: pendenza”), in classe III “Suoli con alcune limitazioni che riducono la 

scelta e la produzione delle colture agrarie” (sottoclasse e2 “Limitazione stazionale: rischio di erosione”) 

e  classe IV “Suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture agrarie e richiedono 

specifiche pratiche agronomiche” (sottoclasse e1 - e2). Nella porzione sud a ridosso del torrente 


COMUNE DI INCISA SCAPACCINO (AT) 

Variante parziale al P.R.G. ai sensi art. 17 comma 5 della L.R. 56/77 s.m.i.

 

 

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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

Belbo, il territorio comunale è caratterizzato prevalentemente da suoli in classe II “Suoli con alcune 

moderate limitazioni che riducono la produzione delle colture agrarie” (sottoclasse s4 “Limitazione di 

suolo: fertilita”) e classe I “Suoli privi o quasi di limitazioni, adatti per un'ampia scelta di colture 

agrarie”; mentre la restante parte da suoli in classe III (sottoclasse s2 “Limitazione di suolo: 

lavorabilità”) e classe IV (sottoclasse e1). 

 

 

 

Estratto “Carta della capacità d’uso dei suoli”  – Fuori scala 

 

Consumo di suolo 

Il consumo di suolo deve essere considerato come un processo dinamico che altera la natura di un 

territorio, passando da condizioni naturali ad artificiali, di cui l’impermeabilizzazione rappresenta l’ultimo 

stadio. Il fenomeno riguarda gli usi del suolo che comportano la perdita dei caratteri naturali 

producendo una superficie artificializzata, la cui finalità non è la produzione e la raccolta di biomassa da 

commerciare. Il suolo è una risorsa non rinnovabile indispensabile che supporta numerosi processi 

naturali e consente lo svolgimento di molteplici attività umane. Sempre più spesso le attività umane 

sono in competizione tra di loro generando conflitti tra i possibili diversi usi della risorsa suolo.  

Il monitoraggio del suo utilizzo, oltre a quello del suo stato, rappresenta conseguentemente uno degli   

elementi fondamentali per  analizzare il risultato dell'azione dell'uomo sul territorio e si colloca alla base 

della definizione di politiche ed azioni. 

Uno specifico progetto si inserisce nel contesto delle politiche regionali per la tutela e la 



salvaguardia del territorio che trova riscontro nel Disegno di legge per la Pianificazione del Governo 

del Territorio e nei nuovi strumenti di pianificazione, quali il nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR), il 

Piano Paesaggistico Regionale (PPR), adottati dalla Giunta Regionale, il Piano di Sviluppo Rurale 

2007-2013, in fase di attuazione, e i processi di valutazione ambientale strategica. 

Tale gruppo di lavoro regionale ha prodotto nell’aprile del 2012 un documento “Monitoraggio del 

consumo di suolo in Piemonte”, sul consumo di suolo, che raccoglie i principi, le terminologie di 

riferimento e gli indici per analizzare il fenomeno, il documento è stato condiviso con tutte le Province 

piemontesi. Inoltre sulla base dei dati raccolti negli anni è stato prodotto in primo rapporto di 

inquadramento sugli andamenti del consumo a livello regionale e provinciale nel periodo 1991-2005. 

Tra le principali problematiche, i lavori del tavolo si concentrano su consumo del suolo, la 

frammentazione del territorio e dispersione dell'urbanizzato. 



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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

Per il Consumo di suolo si individuano alcune tipologie quali “Consumo di suolo da superficie 



infrastrutturata” (CSI)“Consumo di suolo da superficie urbanizzata” (CSU) e altri tipi di consumo 

di suolo; tali tipologie possono essere aggregabili, in particolare si può individuare il “Consumo di 



suolo reversibile” (CSR) cioè derivato da attività che modificano le caratteristiche morfologiche del 

suolo senza tuttavia esercitare un'azione di impermeabilizzazione (cave, parchi urbani, impianti sportivi) 



“Consumo di suolo irreversibile (da edifici e infrastrutture)” (CSCI) e il “Consumo di suolo 

complessivo” (CSC)

Il Piano Territoriale Regionale tende a disincentivare l'espansione edilizia su aree libere, favorendo 



la riqualificazione delle aree urbanizzate e degli insediamenti esistenti, introducendo il ricorso a 

misure di compensazione ecologica e l'utilizzo di tecniche perequative. Il piano prevede, inoltre, il 

coinvolgimento delle Province nella predisposizione di un sistema informativo condiviso e nella 

definizione di soglie massime di consumo di suolo da attribuire alle diverse categorie di comuni, in 

funzione delle loro caratteristiche morfologiche e delle dinamiche di sviluppo in atto. In assenza della 

definizione di tali parametri, il P.T.R. ammette, in via transitoria, che i comuni possano prevedere 



ogni cinque anni incrementi di consumo di suolo a uso insediativo non superiori al 3% della 

superficie urbanizzata esistente (art. 31 delle Norme di Attuazione). 

In particolare dall’analisi dei dati a livello provinciale e comunale, seppure sono da considerarsi 

indicativi, emerge che nel comune di Incisa Scapaccino (superficie 2.070,40 ha) si registra un  

“Consumo di suolo da superficie urbanizzata” (CSU) pari a circa 140,00 ha (6,80%), un “Consumo di 

suolo da superficie infrastrutturata” (CSI) pari a crica 29,20 ha (1,40%) e un “Consumo di suolo 

reversibile” (CSR) pari a circa 5,80 ha (0,30%) per un “Consumo di suolo complessivo” (CSC) pari 



a 175,00 ha (8,50% rispetto alla media provinciale di 8,40%). 

Dall’analisi ne deriverebbe che allo stato attuale vi sono 52.500 mq (1.750.000mq x 0,03) di superficie 

passibile di "incremento di consumo di suolo ad uso insediativo" nel quinquennio. 

 

 



Consumo di suolo (urbano e reversibile) dal 1991 al 2005 in percentuale sul totale 

della superficie provinciale, confronto con la media della regione 

 

 

 

 

 

               

 

        Distribuzione provinciale delle diverse tipologie      Ripartizione provinciale del consumo di suoli agricoli di pregio distinti   

              di consumo di suolo        

 

               per classi di capacità d’uso (classi I, II, III e non di pregio) 

 

 

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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

            

 

     Intensità del consumo di suolo (%) – Fuori scala 

        

           Suolo consumato al 2008 – Fuori scala 

 

Caratteristiche rischio sismico 

Con Deliberazione della Giunta Regionale 17 novembre 2003, n. 61-11017 (non più in vigore), 

pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 48 del 27 novembre 2003, la Giunta 

regionale ha recepito la classificazione sismica dei Comuni della Regione Piemonte

Successivamente, con Deliberazione della Giunta Regionale 19 gennaio 2010, n. 11-13058 

pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 7 del 18 febbraio 2010, ha provveduto 



all’aggiornamento ed adeguamento dell’elenco delle zone sismiche. Infine con Determinazione 

Dirigenziale n. 540/DB1400 del 09.03.2012 Allegato A sono state approvate le modalità per la 

predisposizione degli studi finalizzati alla prevenzione del rischio sismico a supporto degli strumenti 

urbanistici generali e loro varianti generali e strutturali dei Comuni compresi nelle zone sismiche 3S e 3, 

in vigore dal 1° giugno 2012. 

Il territorio comunale di Incisa Scapaccino ricade, come la maggior parte dei comuni della provincia 

di Asti, nella ZONA 4 (zona con pericolosità sismica bassa). 

Nell’ambito dei comuni compresi nella Zona sismica 4, sono sottoposte rispettivamente a denuncia 



prima dell’inizio dei lavori ai sensi dell’articolo 93 del D.P.R. 380/2001 e controllo a campione tutte 

le opere e gli interventi relativi agli edifici e alle opere infrastrutturali strategiche e rilevanti e le scuole di 

ogni ordine e grado. 

Per i comuni compresi nella Zona sismica 4 non è previsto  l’obbligo del parere preventivo di cui 

all’articolo 89 del D.P.R. 380/2001 sugli Strumenti Urbanistici Generali ed Esecutivi, e loro 

varianti, così come individuati dalla normativa urbanistica regionale. 


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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

 

  



 

Estratto “Classificazione sismica dei comuni piemontesi”  – Fuori scala 

 

4.3 R



ISORSE IDRICHE

 

Caratteri idrografici naturali 

Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza del torrente Belbo (86 km, bacino 516 km²) del 

Piemonte sud-orientale, principale affluente di destra del Tanaro dopo la Bormida. 

Il torrente Belbo interessa le province del basso Piemonte precisamente Cuneo, Asti, Alessandria

comprendendo come bacino idrografico in modo significativo ben 59 comuni, tre Comunità Montane, 

tre aree protette di rilievo regionale. 



L'ambito territoriale del torrente Belbo, affluente del fiume Tanaro, così come individuata dal Piano 

di Tutela delle Acque regionale (AI24-BELBO) che lo classifica come area idrografica del sottobacino 

principale del Tanaro. Il Belbo è designato come corso d'acqua significativo già ai sensi dell'ex D.Lgs. 

152/99.  Il Torrente Belbo ha origine dai colli di Montezemolo e dopo un percorso di 86 km sbocca 



nel Tanaro a ovest di Alessandria. La valle del Belbo descrive nella parte alta un'ampia curva tra i 

colli delle Langhe, piegando dalla direzione nord-ovest alla direzione nord-est, quindi si addentra 

mantenendo la stessa direzione nel Monferrato Meridionale. 

Il bacino idrografico include comuni aventi popolazione compresa tra 200 e 10.000 abitanti circa per un 

totale di circa 55.000 abitanti (dati 2004). I centri maggiori sono Canelli e Nizza Monferrato (entrambi 

con popolazione di poco superiore ai 10.000 abitanti) che, con il centro abitato di Santo Stefano Belbo, 

occupano, l'intero fondovalle costringendo il corso d'acqua a defluire in una sezione ristretta, contenuta 

da muri di sponda. Il corso d'acqua scorre in un fondovalle molto stretto e rettilineo nella parte 



alta mentre diventa piu ampio nel tratto finale. I versanti nella parte iniziale sono ricoperti da boschi 

interrotti da zone coltivate. Verso valle il torrente si allarga: i terrazzi alluvionali acquistano una notevole 

estensione e i versanti risultano meno acclivi e intensamente coltivati. 

 

 



 

Ripresa fotografica tratto torrente Belbo  

 

Portata media mensile (in m3) - Stazione idrometrica: 

nel territorio comunale  

 

 

 

   confluenza Tanaro (1951-1991) 

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Variante parziale al P.R.G. ai sensi art. 17 comma 5 della L.R. 56/77 s.m.i.

 

 

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Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica 

 

Il Contratto di Fiume del Torrente Belbo, sottoscritto il 9 luglio 2010, è uno strumento di governance 



positivo e utile se inteso non solamente come modalità di gestione delle acque a livello di bacino ma 

come modalità di gestione dell’intero territorio di riferimento, un metodo innovativo di programmazione 

e gestione partecipata, in grado di sviluppare partenariato fra soggetti pubblici e privati per raggiungere 

obiettivi condivisi. 

L’obiettivo del CdF è di attivare progetti di riqualificazione ambientale e territoriale integrati nei 

contenuti e condivisi nelle modalità di decisione. 

Dal punto di vista organizzativo la gestione del Contratto di Fiume avviene attraverso la Cabina di 

Regia, organo politico decisionale, che si avvale della Segreteria Tecnica per dare attuazione a quanto 

disposto dall’ organo politico. 

La  Cabina di Regia è costituita dai rappresentanti politici e rappresenta l'organo esecutivo 

coordinato dalla Provincia di Asti e responsabile dell'implementazione del processo.  

Lo studio per la predisposizione del Piano di Manutenzione territoriale del bacino del Torrente 



Belbo, promosso dall'Autorità di Bacino del Fiume Po, individua il Basso e l'Alto sottobacino del 

Belbo nonchè Ambiti Territoriali di intervento manutentivo strutturati sulla base dell'interpretazione dei 

principali caratteri geomorfologici del territorio. 

L'individuazione, caratterizzazione e qualificazione di questi Ambiti e Macro-Sottobacini si basa su una 

ricognizione preventiva a carattere multidisliplinare, nell'ambito delle basi dati di settore, ed è funzionale 

ad individuare le diverse tipologie di azione territoriale che occorre mettere in campo per la corretta 

manutenzione e gestione del territorio. 

Dall'analisi dei fattori morfo-fisiografici, dell'uso del suolo e dei caratteri storici del bacino effettuata è 

evidente l'elemento di discontinuità nell'organizzazione territoriale. Emerge una forte e connotante 



differenziazione tra il sottobacino dell'Alto Belbo, sino alla confluenza con il torrente Tinella, e del 

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