Microsoft Word dipignano 01 Relazione illustrativa 11 6 14. doc
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- Chiesa di S. Nicola Blandifori
- Chiesa di S. Maria Assunta
- Santuario o Convento dell’Ecce Homo
- Santuario/Basilica della Madonna della Catena di Laurignano
- Chiesa di S. Oliverio Martire
- Romitorio di S. Maria Assunta
- CHIESA DI SAN MAURO ABATE
- PALAZZO DE FALCO (LAURIGNANO) Residenza estiva del XIX secolo. • PALAZZO TROCINI (LAURIGNANO)
- Palazzo Serra
- Palazzo d’Alessandro e Casino Nicoletti
- Santuario dell’Ecce Homo
insediamento umano di etnia, lingua e provenienza sconosciute rimonta infatti al periodo Eneolitico, come ci conferma il corpus di reperti archeologici – frammenti di vasellame, crani e corpi inumati, resti ossei di sepolture plurime e reperti fittili – rinvenuto in un anfratto roccioso della località Profenna adibito per scopi funerari. Le prime notizie di Dipignano (da “Depinius” –Terra di Depinio- quindi “Depiniano”, oppure dall’ebraico “Di- binian- abbondante di case o da “luogo di pigne” risalgono al 977 quando la località corrispondente all’attuale DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 58 Dipignano venne occupata dai profughi cosentini sfuggiti alle incursioni saracene e che affollarono prevalentemente le zone dell’attuale Presila. Tuttavia sembra che in tempi ancora più antichi, il territorio di Dipignano rientrasse in una colonia militare, fondata dai romani dopo la seconda guerra punica. Ma è con l’avvento di Roma nel Bruzio che, presumibilmente, cominciarono a formarsi i primi nuclei abitativi. Con l’apertura al traffico della via Popilia (132 a.C.), la consolare romana che attraversava il territorio di Dipignano per poi snodarsi in altri territori fino a Reggio Calabria, i conquistatori romani plasmarono il paesaggio agrario attraverso insediamenti rurali, ville, semplici case coloniche, stimolando il raggruppamento in chiave urbanistica delle minuscole cellule abitative rurali sparse sulle alture lungo il tracciato del cursus publicus e sui rilievi collinari a ridosso dello Jassa. Questa sorta di “romanizzazione” invasiva dell’ager Consentinus, specialmente in età augustea e a seguito della pax romana, favorì la diffusione capillare dei praedia, poderi agricoli assegnati ai veterani che finivano quasi sempre per assumere il nome del proprietario (in genere il suo gentilizio) con l’aggiunta di un suffisso aggettivale –(i)anus/m, indicante appunto l’appartenenza. I toponimi Laurign-ano, Tess-ano, Dipign-ano, Rogli-ano, Scigli-ano, Carpanz-ano (antroponimi prediali) ubicati a sud di Cosenza, sono databili appunto al periodo romano, come ci informano studiosi del calibro di Barrio, Rohlfs, Alessio, Schulze, Russo, Givigliano. Da allora seguì le vicende feudali di Cosenza venendo puntualmente dominata da Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Francesi. Pare che il paese fosse abitato, anche se da poche persone, nel 700 d.C., ed era organizzato in frazioni, quali ad esempio Motta, Muscano, Porchiacche, dove probabilmente vi erano le prime “forge”; inoltre esisteva un romitorio che fungeva anche da cimitero, e sulle cui rovine nel XV secolo i frati minori che aderirono alla forma introdotta da S. Bernardino da Siena, fondarono la Chiesa ed il Convento si S. Maria delle conosciuta come il Santuario dell’Ecce Homo. Nei secoli successivi alla conquista di Roma il tessuto urbano dei primitivi villaggi si è progressivamente modellato secondo gli schemi topografici e le tipologie costruttive imposti dai nuovi conquistatori. Il centro storico di Laurignano, per esempio, a partire dal XII-XIII secolo, sotto la dominazione normanno-sveva, si è sviluppato ricalcando lo schema classico dell’incastellamento studiato da Toubert. Per l’epoca feudale le fonti ci danno notizia di numerosi funzionari regi che rappresentavano la Corona nelle contrade dipignanesi. Tra gli altri figurano attestati Riccardo, Pagano e Tarsitano di Dipignano, «Michaelis de Gemmitanis imperialis iudicis Dipiniani», Ugolotta e Arnone di Laurignano, Iacob di Tessano. In età normanna le università di Dipignano e Tessano, sotto la cui giurisdizione ricadeva anche Laurignano, unitamente alle università dei casali intorno alla città si aggregarono alla più grande Universitas Casalium, facente capo a Cosenza. La dominazione angioino- aragonese fu per Dipignano e il suo circondario un periodo nefasto, a causa della rapacità del fisco e delle condizioni miserevoli in cui versavano i ceti meno abbienti. Un spia sicura di questo andazzo negativo è rappresentata dalla curva demografica: nel 1276 Dipignano aveva 1.515 abitanti censiti, mentre Laurignano e Tessano ne contavano 1.215. Intorno al 1442, a distanza di meno di due secoli, da un documento conservato DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 59 presso il British Meseum di Londra, rileviamo che detta curva tendeva drammaticamente verso il basso: Laurignano e Tessano contavano 87 fuochi (nuclei familiari pari a 4,5 persone di media); Dipignano centro e le contrade Li Viciusi, Maristano, Le Porchiacche, Petrune, Le Pruneta, Capo Casale, Sancta Maria, La Motta sommavano insieme la miseria di 174 fuochi. Tra il XIII ed il XIV secolo le baglive di Dipignano e Tessano rimasero infeudate alla potente famiglia luzzese dei Firrao. Nel 1596, con i Viceré spagnoli alla guida del Regno napoletano, i casali di Dipignano, Tessano ed altri furono costretti a sborsare 40 mila ducati per riscattare il diritto di rimanere nel Regio Demanio. Ma così non avvenne nel 1644, quando il tentativo di vendita al Granduca di Toscana andò a buon fine. Tra il XVI ed il XVIII secolo, la frequentazione delle nobili famiglie del patriziato cosentino nelle contrade dipignanesi fu piuttosto assidua. Numerosi atti notarili ci informano che i Telesio, i Sersale, i De Matera, i Parisio, i Castiglion Morelli ed altri ancora, effettuavano operazioni di compravendita di terreni ed altri beni materiali con i possidenti locali. Agli Spagnoli seguirono gli Austriaci e poi i Borboni, i quali, con due decreti emanati il 19 dicembre 1807 e il 4 maggio 1811, riordinarono l’assetto amministrativo assegnando Tessano e Laurignano a Dipignano, divenuta nel frattempo capoluogo di Governo e, successivamente, Circondario. A partire da queste due date i tre centri condivisero un destino comune, sia pure con peculiarità proprie. Il centro storico di Dipignano costituisce una meta di grande interesse storico e artistico. In particolare, è costituito dal: Rione Capocasale posto nella parte alta dell’abitato, da cui il toponimo, il rione conserva ancora l’antico impianto urbano, con le costruzioni settecentesche e alcune piccole botteghe. Nella zona "Parrera" si trovavano le “forgitelle”, una specie di fornelli rudimentali all'aperto, dove gli artigiani eseguivano lavori di pulitura e stagnatura dei vasellami per uso domestico, ben altra cosa erano le “forge”, alcune arrivavano quasi a livello di fonderia; attività questa che rimase in piedi fino agli anni '30. Esistevano, inoltre, piccole botteghe di calderai, di fabbri ferrai e pure un negozietto di generi alimentari. Quattrocento, che conserva, all’interno, pregevoli tele settecentesche, recentemente restaurate. Intorno ad essa si è sviluppato il grosso del rione. Rione Petroni dominato dal Palazzo Marini (secolo XV), il rione presenta forti suggestioni di un impianto urbanistico di impronta feudale che si snoda intorno alla chiesa dello Spirito Santo risalente al XVII secolo. Nello spiazzo detto "Chianu", sorge il Palazzo Albi-Marini (secolo XVIII), di recente acquistato dal Comune, recuperato ed adibito a Centro Servizi Culturali, dove si trova una mostra permanente di manufatti in rame. Anche la frazione di Brunetta ha la sua Chiesa, che è dedicata all’Immacolata e risale al sec. XVI- XVII. Costruita in pietra locale e fango, la chiesa è ad unica navata. Al suo interno, vi si conserva una Madonna lignea databile fra il ‘700 e l’800. Rione Brunetta nello spiazzo detto "Chianu", sorge il Palazzo Albi-Marini (secolo XVIII), di recente acquistato dal Comune, recuperato ed adibito a centro Servizi Culturali, dove si trova una mostra permanente di manufatti in rame. Anche la frazione di Brunetta ha la sua Chiesa, che è dedicata all’Immacolata e risale al DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 60 sec. XVI- XVII. Costruita in pietra locale e fango, la chiesa è ad unica navata. Rione Doviziosi l’agglomerato, urbanisticamente, è costituito da stretti viottoli ed è caratterizzato dalla presenza di una chiesetta dedicata a S. Ippolito, risalente al sec. XIV-XV. Rione Basso all’interno del rione Basso, le antiche abitazioni addossate le une alle altre, formano scorci interessanti e suggestivi. Più sotto si presume che esistesse l'antico centro di Dipignano, contrada Motta, distrutta dal terremoto, attualmente ricco di ruderi e di una chiesa ormai diroccata. Più in basso ancora esiste la "Grotta Bagno" ricca di cunicoli, ancora inesplorata, che qualcuno vuole che conducesse in prossimità dei Cappuccini. Laurignano è una frazione del Comune di Dipignano, da cui dista circa siete nel sito su dipignano otto chilometri. Dalla piazza antistante la Basilica, come da un promontorio, non solo si può ammirare tutta la nuova Cosenza ed il Castello Svevo nella sua maestosità, ma anche l'amplissima valle del Crati per decine di chilometri. Lo sviluppo di Laurignano, nel tempo, ha risentito di due realtà, la vicinanza a Cosenza e la costruzione del convento dedicato alla Madonna della Catena, oggi Santuario. Oggi sulla collina di Laurignano sono nate tante villette, diventando cosi' una stupenda zona residenziale, con i pregi e i difetti che questo comporta, la frazione si è sviluppata tanto da richiedere una Delegazione minicipale . Altra frazione è Tessano che originariamente era una "università " a se stante, costituito da Tessano propriamente detto, dalla contrada Serra, dalla contrada Pulsano e comprendeva anche il territorio di Laurignano, con i decreti del 1806 e 1807 le due località furono assegnate a Dipignano. La nascita di Tessano cosi come quella di tutti i Casali dei dintorni di Cosenza, si fa risalire al 977, quando Cosenza fu distrutta dai Saraceni, e in particolare a due famiglie cosentine: De Pasquale e Rossi . La Chiesa di S. Nicola Blandifori si trova al centro del paese ed è la chiesa più grande di Dipignano. Il primo documento in cui si fa menzione della «parrocchiali ecclesie S. Nicolai de Bandiforiis de Dipignano» è datato 4 dicembre 1429, pubblicato nel Regesto Vaticano per la Calabria, ma è probabile che la costruzione di questo edificio sacro rimonti ad epoche precedenti. I numerosi rimaneggiamenti e interventi di restauro operati nel tempo rendono difficile l’identificazione dello stile architettonico originario. L’interno è a pianta basilicale, con tre navate che richiamano moduli architettonici barocchi, con linee maestose e arcate di timbro rinascimentale. Gli affreschi del coro e del presbiterio, datati 1863, raffigurano la contesa tra S. Nicola e Ario. L’opera di maggior pregio è senza dubbio la tela dell’Immacolata, dipinta da Raffaele Aloisio nel 1850. La Chiesa di S. Maria Assunta è ubicata nell’omonima contrada, isolata e attorniata da case sparse, alla fine di una stretta e antica via. È ad una sola navata, ed è documentata la prima volta in un documento datato 25 gennaio 1413, con l’appellativo di “Scalzaporri”. Nel 1538, accanto al nome di questa chiesa, legato a questioni economiche, compare un personaggio di assoluto rilievo nel panorama culturale coevo: Bernardino Telesio. L’interno della chiesa è arricchito da opere d’arte di notevole valore artistico. Tra queste la tela dell’Assunta, di gusto tizianesco, databile forse al Settecento; una Sacra Famiglia «di compiaciuto stampo DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 61 manieristico fiorentino»; un organo settecentesco, ben decorato, e un crocifisso ligneo mutilo ma di notevole forza espressiva. Il Santuario o Convento dell’Ecce Homo sorge nel quartiere Riforma, un toponimo legato all’Ordine religioso dei Padri Minori Riformati, fondatori del sacro edificio. La prima testimonianza documentaria è del 1530, ma è probabile che la struttura sia stata eretta tra il XIV ed il XV secolo. Il convento dell’Ecce Homo, come nella tradizione francescana, è ubicato a poche centinaia di metri dal centro abitato, cioè ad una distanza tale da consentire ai fratres di vivere a contatto con la natura e appartati dal mondo, senza tuttavia tralasciare la vicinanza con il popolo dei fedeli. Numerose le opere d’arte custodite al suo interno. La più famosa è senza dubbio la statua lignea raffigurante l’Ecce Homo, scolpita tra il 1622 e il 1633 e ritenuta miracolosa. Di indiscusso pregio artistico, tale scultura viene attribuita a frate Umile da Petralia, ma è forse da ricondurre alla mano artistica di frate Angelo da Pietrafitta. Il Santuario/Basilica della Madonna della Catena di Laurignano sorge su una collina panoramica dalla quale, allungando lo sguardo, si domina la città di Cosenza, i comuni pedemontani della fascia presilana e l’ampia vallata del Crati, per decine di chilometri. La posa della prima pietra risale ai primissimi anni ’50 del XIX secolo, grazie all’intraprendenza di Fra Benedetto Falcone, un pio Eremita insediatosi nel contado laurignanese intorno al 1832. Nel 1854 Fra Benedetto ottenne dal Ministero e Real Segreteria di Stato degli Affari Ecclesiastici, il "sovrano" beneplacito per il mutamento dell’appellativo liturgico della chiesetta, dall’Assunta al definitivo “della Catena”. Alla morte di Fra Benedetto (1866) il Santuario cadde in disgrazia, ma dal 1906 la sua stella tornò a risplendere. L’allora presule cosentino, Camillo Sorgente, chiamò a reggerne le sorti i Padri Passionisti, gli eredi di S. Paolo della Croce noti per la stretta osservanza e per il rigore. A partire da questa data, la devozione per la Madonna e la fama del Santuario si sono progressivamente accresciuti, senza soluzione di continuità. L’attuale struttura, ampliata a partire dal 1929, nei locali annessi può ospitare gruppi di fedeli per gli esercizi ed i Ritiri spirituali. Nel 1966 papa Paolo VI conferì al Santuario il titolo di “Basilica Minore”. L’interno è a navata unica e conserva vari affreschi dell’artista Lucillo Grassi. Ma le opere di maggior pregio sono: una Madonna col Bambino, pregevole statua lignea del Quattrocento, e il quadro della Vergine SS.ma della Catena, attribuito ad Andrea Sabbatini detto da Salerno (1484-1530). La festa in onore di Maria SS.ma della Catena si celebra l’ottava dopo Pasqua. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 62 La Chiesa di S. Oliverio Martire è da sempre la chiesa parrocchiale di Laurignano, nel centro storico del paese. Le prime testimonianze d’archivio di questo culto (Sanctus Laberius e Sanctum Laverium, attestate nel Regesto Vaticano per la Calabria) rimontano al 1413. Ma riguardo alla vita di questo Santo martire, alle origini del suo culto e su come sia pervenuto a Laurignano non si hanno notizie sicure. La chiesa è a navata unica, con un portale in tufo finemente scolpito e sormontato da un leone rampante. Al suo interno conserva un fonte battesimale (XVI sec.) di notevole pregio, ma che andrebbe restituito all’antico splendore; una statua di S. Lucia, venerata da secoli, e una di S. Oliverio di buona fattura. I festeggiamenti in onore del Santo Patrono si celebrano il 19 novembre. Il Romitorio di S. Maria Assunta costruito sul finire del Cinquecento dai frati francescani Conventuali di Castrovillari, l’antico monasterium di S. Maria Assunta sorge in località la Stozza, luogo in cui la tradizione fa risalire la nascita e il radicamento del primigenio culto mariano a Laurignano. Dal XVII secolo e fino alla Rivoluzione Francese (1789) il romitorio ha ospitato una piccola comunità di religiosi Eremiti. A distanza di qualche decennio (intorno al 1832), vi si stabilì Fra Benedetto Falcone, il quale si giunse nel contado laurignanese a seguito del fratello, che all’epoca era parroco di S. Oliverio. Ancora oggi i fedeli laurignanesi, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Catena, per mantenere in vita un’antica tradizione, vi si recano in processione. La chiesa di San Francesco Saverio eretta probabilmente nel XVIII secolo, la chiesa parrocchiale di San Francesco Saverio è ubicata nel centro storico di Tessano. Si presenta con un bellissimo portale in pietra tufacea finemente scolpito. L’interno è a forma rettangolare, a navata unica, con volta ribassata. Due gli affreschi sulle parenti interne: la Chiesa di S. Nicola Blandifori Chiesa di S. Maria Assunta Santuario o Convento dell’Ecce Homo DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 63 Decapitazione di San Giovanni Battista e San Francesco Saverio nelle vesti di evangelizzatore. Si evidenziano anche: • CHIESA DI SAN MAURO ABATE Costruzione recente, si trova in via Pulsano, nella frazione di Tessano. Presenta un portale in pietra chiara. Alla chiesa è annesso un campanile che ne riflette lo stile. • PALAZZO NICOLETTI (LAURIGNANO) Residenza estiva del XIX secolo, si erge su tre livelli. Il portale è in pietra chiara. All’ultimo piano un balcone in ferro battuto lavorato. • PALAZZO DE FALCO (LAURIGNANO) Residenza estiva del XIX secolo. • PALAZZO TROCINI (LAURIGNANO) Su tre livelli, è stato costruito nel XIX secolo. • PALAZZO ROSSI (TESSANO) Appartenne al filosofo Pasquale Rossi. Su due livelli, presenta un portale in pietra chiara con stemma. • CASINO STORINO Edificio su tre livelli, conserva un portale lapideo e balconi in ferro battuto lavorato. Palazzo Serra con annessa una chiesetta, il Palazzo Plastina, il Palazzo Mele (secolo XVIII), il Palazzo Valentini (fine secolo XVIII), palazzo degli Aloe (secolo XIX); su due livelli, vi si accede tramite un porticato che circonda l’intero edificio. Si ricordano anche gli edifici civili vincolati di Palazzo d’Alessandro e Casino Nicoletti. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 64 Santuario/Basilica della Madonna della Catena di Laurignano Chiesa di S. Oliverio Martire Ex convento Cappuccini chiesa di San Francesco Saverio Utensili in rame Petrone Parco Palagano DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 65 Emergenze naturalistico - ambientali Considerevoli sono le valenze naturalistico - ambientali del PSC di Dipignano tra queste ricordiamo le aree soggette a vincolo paesaggistico; quelle soggette a vincolo archeologico; il Comune, posto tra la valle del Crati e l’Appenino Costiero emerge, a livello naturalistico, per i corridoi fluviali lungo il Torrente Iassa e il Fiume Busento, nonchè i numerosi altri corsi d’acqua. La vegetazione è tipica delle fasce fitoclimatiche del lauretum e castanetum, con prevalenza, nella zona bassa, di ulivi, querce, lecci, viti e varie specie di latifoglie; nella fascia medio-alta prevalgono i boschi cedui, aghifoglie e conifere. Luoghi ideali per escursioni in ambiente naturale incontaminato e immerso nella vegetazione, dove l’aria salubre è impregnata degli aromi dei boschi, e dove quanti amano il contatto con la natura sono ampiamente appagati. Inoltre, la ricchezza ambientale e naturale e la diffusa varietà della vegetazione spontanea hanno un riscontro nella molteplicità faunistica, con mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi. Di particolare interesse sono i percorsi naturalistici che si possono intraprendere all’interno delle aree naturali del territorio comunale ed in particolare: - 1) Dipignano- Carolei. - 2) Dipignano-Torre Camardia. - 3) ”Pineta”. - 4) ”Grotta Lippusa” - 5) Grotte del fiume “Busento” Il primo partendo dalla località Cappuccini a circa 3 km dal centro abitato di Dipignano sulla strada provinciale Paterno – Cosenza, nei pressi del cimitero, presso l’importante edificio storico del Convento dei Cappuccini, intraprende un sentiero che scende a valle attraverso un percorso ripido e tortuoso, incrociando il vallone Tre Canali per poi risalire. Si può ammirare il panorama del versante orientale della Catena Costiera. In particolare in località Ferrari si può godere della tipica architettura rurale dei casolari abbandonati e di una sorgente. Il percorso continua attraversando il Busento, il centro di Carolei, fino ad incontrare il paesaggio tipico in cui si alternano cescuglieti, boschi di acacie e oliveti. Il sentiero termina il località A Piè La Terra dove esiste un centro storico ben conservato con un’antica fonatana. Il percorso da Dipignano a Torre Camardia, inizia nei pressi del Municipio, utilizzando la rotabile che sale verso la montagna, tangente al centro di Capocasale, vecchio centro storico, dove fiorivano le tipiche botteghe artigianali della lavorazione del rame dei calderai. Il panorama è quello tipico della Catena Costiera, dei rilievi della Presila e della Sila e della valle del Crati, puntellato dai tipici casali abbandonati. Lungo il percorso si incrocia anche il nucleo della forestale che ha riutilizzato un piccolo rifugio in legno e lamiera. Il terzo percorso conduce dal centro storico attraverso contrada Cuculini fino alla Pineta, una vasta area attrezzata anche con zone picnic con griglie, sedute e acqua sorgiva. Il quarto e quinto percorso conducono ai geositi in esame. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 66 Risorse naturalistiche - Fiume Busento - Torrente Iassa DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 67 - Aree boscate DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 68 Aree soggette a vincolo paesaggistico e/o archeologico All’interno della categoria dei Beni Identitari registrati sul territorio del PSC si è riscontrata un’ area appartenente alle CATEGORIE DI BENI IDENTITARI - INDIVIDUI (ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e succ. mod.) architetture religiose Santuario dell’Ecce Homo. Risultano inoltre presenti i vincoli architettonici su: • Palazzo D’Alessandro D.M. 03/11/1989 • Casino Nicoletti D.D.R n. 105 del 12/07/2006 Sono presenti inoltre i vincoli paesaggistici che tutelano le fasce fluviali di cui: - fascia di rispetto fluviale (10 mt ex R.D. 523/1904) - fascia di rispetto fluviale (150mt ex art. 142 c. 1 lett. c del D.Lgs 42/2004) - zona di protezione assoluta e di rispetto dei corpi idrici ( D.P.R. 236/88 e D.Lgs 42/2004) - sono inoltre tutelate le aree boschive. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 69 Il patrimonio boschivo Di rilievo ai fini ambientali è il grande patrimonio boschivo presente sul territorio. L’ immagine allegata restituisce la dimensione territoriale delle aree boscate nel rapporto con il comune di Dipignano. Elaborazione dal P.T.C.P. di Cosenza in ambiente GIS DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 70 I geositi Di notevole interesse rispetto al patrimonio identitario calabrese sono le presenze delle Geoemergenze, ovvero i “geositi”, luoghi particolarmente fascinosi dal punto di vista scientifico ed emozionale. La Calabria è una regione tra le più antiche d’Italia come formazione geologica e rappresenta un serbatoio di informazioni eccezionale dal punto di vista geologico stesso. Il Geosito, nella sua definizione corrente di “località, area o territorio dove sia possibile definire un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione” è un elemento attivo e dinamico nel continuo ed interattivo processo di definizione e costruzione del paesaggio. La conoscenza dei Geositi aiuta a capire lo sviluppo naturale del territorio e ad individuare corrette modalità di lettura anche per i territori limitrofi, non solo come conoscenza delle sue caratteristiche naturali ma anche del suo sviluppo antropico. La conservazione dei Geositi avviene soltanto attraverso un documentato ed impegnativo lavoro partecipato di individuazione, valutazione, catalogazione e pubblicizzazione dei risultati, realizzato mediante la predisposizione di un database sempre aperto e sempre migliorabile, nonché di facile consultazione.” “Sotto tale profilo appare importante l’introduzione dei Geositi nella pianificazione territoriale (Codice Urbani) che ha fornito a molte amministrazioni locali l’occasione per avviare progetti per l’individuazione e la catalogazione dei siti di interesse geologico e ambientale presenti nei loro territori. È convinzione che il patrimonio naturalistico costituisca l’elemento centrale su cui incardinare politiche di sviluppo per territori. Perché tali politiche possano essere sviluppate è fondamentale costruire quadri conoscitivi delle risorse presenti e reti relazionali in grado di esprimere quella capacità progettuale necessaria a creare sviluppo partendo dalle risorse individuate. In particolare la Calabria è una regione ricca di grotte naturali, maggiormente concentrate a Nord dove esistono estesi affioramenti di rocce carsificabili e dove, peraltro, sono sempre state indirizzate le maggiori DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 71 ricerche ed esplorazioni speleologiche. Di seguito riportiamo l’elenco delle 2 grotte di Dipignano censite nel Catasto delle Grotte della Calabria (aggiornamento: 21 gennaio 2012) con indicato il codice della grotta stessa. Download Do'stlaringiz bilan baham: |
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