Microsoft Word dipignano 01 Relazione illustrativa 11 6 14. doc
Cb 221 - Grotta Lippusa (Dipignano - CS)
|
- Bu sahifa navigatsiya:
- Catena Costiera , Valle del Crati
- Dipignano
- S.A.U. di 7,2 Ha
- 1.1.1. Tessuto urbano continuo 1.1.2. Tessuto urbano discontinuo 1.2.1. Aree interessate da attività industriali o commerciali
- 2.2.1. Vigneti 2.2.2. Frutteti e frutti minori 2.2.3. Oliveti 2.4.2. Sistemi colturali e particellari complessi
- 3.1.1.2. Boschi di latifoglie a prevalenza di querce e caducifoglie 3.1.1.4. Boschi di latifoglie a prevalenza di castagno
- 3.2.1. Aree a pascolo naturale o praterie dalta quota 3.2.2. Brughiere 3.2.4. Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione
- Caratteri, valori e vulnerabilità
- Identificazione e valutazione dei rischi PAI dell’Adb Regione Calabria Il Piano Stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico (PAI
Cb 221 - Grotta Lippusa (Dipignano - CS) Cb 328 - Grotta u’ Vagnu (Dipignano - CS) La grotta Lippusa è una risorgenza ad andamento meandriforme, lunga 234 metri. Un primo tratto è caratterizzato da morfologie ben sviluppate in altezza, con un ruscello che scorre lentamente per il poco dislivello fra il punto d’origine e l’ingresso. Nella seconda parte della cavità si assiste ad un progressivo rimpicciolimento delle dimensioni generali man mano che si prosegue. La seconda è ben nota alla gente del luogo, è formata da una prima galleria in leggera salita che, subito dopo un breve abbassamento della volta, immette in un ambiente più vasto, a tratti adorne di poderose e tozze stalattiti. La cavità termina in una condotta meandriforme di piccole dimensioni, raggiungendo infine a 160 metri dall'ingresso un cunicolo terminale. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 72 IL QUADRO AMBIENTALE Risorse Ambientali I caratteri geomorfologici L’area del Savuto si presenta omogenea e definibile come un unico contesto territoriale in quanto tutti i comuni sono caratterizzati da una zona altimetrica di tipo “montagna interna” . I rilievi montani presentano una forma lievemente arrotondata, spesso livellata nella parte terminale. In netto contrasto con le forme anzidette sono alcuni fianchi delle montagne che presentano un andamento molto ripido e scosceso. I predetti caratteri dell’area sono dovuti sostanzialmente alla struttura litologica, caratterizzata da formazioni cristalline che, nella zona in cui è presente una marcata fatturazione, denuncia spesso una tendenza alla erodibilità ed alla franosità dei versanti. Al di sopra dei 600 mt. slm, Le pendenze sono molto elevate, con valori medi del 70% e punte del 90%. Le quote del territorio variano da 0 a 1400 mt circa. Le aree piane sono relativamente poche, e la più importante per la sua posizione strategica sul territorio è Bocca di Piazza (Comune di Parenti) già sul territorio Silano. Dal punto di vista fitoclimatico i bacini ricadenti nell’area in esame sono compresi tra il Lauretum ed il Fagetum, i vari piani di vegetazione si susseguono con una certa regolarità generale. La quota media altimetrica è di 800 850 Mt slm . L’area è caratterizzata da un ampio e sviluppato sistema montano e collinare, con oltre il 60% della superficie posta al di sopra dei 600 m s.l.m.. I rilievi montani presentano una forma lievemente arrotondata, spesso livellata nella parte terminale. In netto contrasto con quest’ultime sono alcuni fianchi delle montagne che presentano un andamento molto ripido e scosceso. I predetti caratteri dell’area sono dovuti essenzialmente alla struttura litologica, caratterizzate da formazioni cristalline. Nella zona in cui è presente una marcata fatturazione si osserva la tendenza alla erosione ed alla franosità dei versanti. Al di sopra dei sopra dei 600 m s.l.m. le pendenze dei versanti sono molto elevate, con valori medi del 50-70% e punte anche dell’80-90%. Anche per le aree al di sotto dei 400 m s.l.m. i versanti, in generale, presentano pendenze superiori al 40%, con punte del 60%. L’altitudine del territorio varia tra 0 e 1480 metri. Le pianure sono relativamente poche ma situate in punti strategici del territorio. Come, esempio, Bocca di Piazza (parenti). Dipignano si trova immediatamente a SE dell’area sono presenti tre corpi di frana di limitata estensione (circa 250m di lunghezza e 120m di larghezza) che hanno i caratteri tipici di scorrimento rotazionale o traslativo. In continuità a queste, è rilevabile, verso E, una piccola frana per colamento. Tali frane sono attribuibili a fenomeni di erosione dell’alveo e presentano una direzione di scorrimento verso N. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 73 I caratteri ambientali e paesaggistici Il Il QTR pone l’attenzione sulla centralità del paesaggio, sottolineando il ruolo attivo di quest’ultimo che va oltre la tutela, per orientare in modo più incisivo i processi di riassetto e di sviluppo sostenibile del territorio. Il QTR intende rimettere in gioco ai fini dello sviluppo la totalità delle risorse culturali, ambientali e paesaggistiche regionali; garantendo certamente la tutela, ma estendendo le strategie alla considerazione del patrimonio paesaggistico come risorsa per lo sviluppo sostenibile, nella prospettiva di quella economia della qualità che va affermandosi altrove e che può generare positive ricadute anche in Calabria. Gli elementi principali dell’armatura paesaggistica, permettono di riconoscere alcuni tipi caratteristici di paesaggio regionale, dotati di specifiche qualità identitarie. Tali Paesaggi regionali vengono individuati attraverso le seguenti articolazioni principali : Pollino, Piana di Sibari e Ionio casentino, Tirreno Casentino, Catena Costiera, Valle del Crati, Sila, Piane e coste del Crotonese, Istmo Catanzarese, Serre, Monte Poro – Vibonese, Piana di Gioia Tauro, Aspromonte, Area dello Stretto, Locride e Ionio reggino. Il sistema territoriale in cui ricade Dipignano si colloca tra l’ambito della Catena Costiera e quello della valle del Crati. La Catena Costiera costituisce un’emergenza naturale di forma allungata in direzione Nord-Sud posta tra la litoranea alto tirrenica e l’alta valle Crati. Questa sua posizione ne favorisce il carattere di sfondo ambientale per i due contesti paesaggistici adiacenti, rispetto ai quali funge da elemento di cesura. Il rilievo costiero è però interessante anche per la densità e l’intensità dei valori eco naturalistici che vi si trovano, che si aggiungono alle valenze visive e percettive. Inoltre, i centri storici e antichi della zona costituiscono importanti testimonianze circa i caratteri degli insediamenti originali locali. Per altro verso, il fiume Crati ha storicamente segnato un contesto in cui i valori produttivi emergevano accanto alla necessità di bonifica. Tali situazioni territoriali successivamente hanno determinato anche le strutture socio-insediative. Gli effetti della riforma degli anni ‘50 non sono stati del tutto irrilevanti, come dimostrano i frequenti episodi di architettura rurale. Nelle ultime fasi, la crescita dei centro maggiori assieme alla realizzazione dell’Università della Calabria ha accelerato i processi di urbanizzazione dell’area, che oggi presenta connotati da area metropolitana. Laddove il territorio non è interessato dalla utilizzazione a scopo agricolo si ritrovano delle tessere di paesaggio con castagneti, querceti e, in un mosaico di zone fortemente degradate, prati stabili e macchia mediterranea. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 74 Quadro conoscitivo - QTR Calabria Anche il PTCP pone come obiettivo prioritario la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e storico- culturale definendo un vasto campo d’intervento sulle risorse naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali, ma anche su un’ampia gamma di “risorse accessorie”. La valorizzazione non può infatti essere perseguita solo attraverso azioni rivolte alle risorse stesse: è necessario agire anche su versanti complementari, relativi alle funzioni di diversa natura indispensabili per favorire l’accesso e la fruizione. Le azioni strategiche che ne derivano tendono dunque a definire interventi per la tutela dei caratteri ambientali, ecologici, paesaggistici e culturali, ma anche ad affrontare le questioni che riguardano lo sviluppo di servizi rivolti alla fruizione e il miglioramento delle capacità di raggiungere i luoghi senza disagi. Perché le azioni mirate alla protezione della natura abbiano efficacia e contribuiscano realmente alla conservazione della diversità biologica è necessaria un’azione compatibile con la natura su tutto il territorio, anche e soprattutto al di fuori delle stesse aree protette, con misure che garantiscano l’attuazione di un continuum ecologico, permettendo la messa in rete di spazi vitali ed aree protette. Naturalmente va superata la concezione secondo cui le aree protette siano l’unica risposta al problema della salvaguardia della biodiversità, maturando invece un’idea di tutela e valorizzazione della biodiversità che si estende anche fuori dai confini delle riserve, senza limiti schematici, con una continuità spaziale ininterrotta, che giunga ovunque, fin nel cuore dei centri abitati, delle campagne coltivate, delle località turistiche. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 75 In tale ottica, aree marginali o degradate, se determinanti in merito alle dinamiche di alcune specie/habitat, possono svolgere un ruolo altrettanto determinante, se non superiore, rispetto alle aree protette, nei confronti del mantenimento della biodiversità a scala provinciale. La crescente attenzione che l'U.E. va dedicando alla costruzione della Rete Ecologica Europea (Rete Natura 2000), quale momento territoriale infrastrutturale e immateriale delle reti ecologiche regionali quindi nazionali, ai fini della creazione di un sistema pan-europeo di aree protette, si concretizza nello stato membro nel processo istituzionale di complementarietà e sussidiarietà tra l'amministrazione statale e quelle regionali. Il ruolo delle Regioni, in materia di conservazione della natura nonché degli habitat di specie di flora e fauna di rilevanza europea, è sempre più incisivo, alla luce anche delle direttive europee e leggi nazionali. Espressione di ciò sono le Reti Ecologiche Regionali (già accennate precedentemente) che concorrono alla definizione della Rete Ecologica Nazionale. Tali reti sono principalmente tese a realizzare interventi finalizzati a limitare il degrado prodotto dall'abbandono dei territori collinari e montani e a creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di nuove, alternative e complementari iniziative economiche a basso impatto ambientale. Una prima ossatura della Rete Ecologica Nazionale è data dalle così dette aree di eccellenza naturalistica in cui i Parchi Nazionali e Regionali, le Riserve Biogenetiche unite ai Siti della Rete Natura 2000 costituiscono i nodi centrali della rete medesima. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 76 I caratteri agropedologici Il territorio del comune di Dipignano si presenta vario dal punto di vista pedologico. Sono presenti infatti, 11 tipi pedologici, 1 dei quali appartenente alla provincia pedologica n. 5, che interessa le pianure alluvionali interne delle valli del Crati e dell’Esaro, 5 appartenenti alla provincia pedologica n. 9 che interessa l’ambiente collinare interno, 2 appartenenti alla provincia pedologica n. 12, che interessa i rilievi montuosi della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte, 3 appartenenti alla provincia pedologica n. 13, che interessa i rilievi collinari della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte. C C a a r r t t a a P P e e d d o o l l o o g g i i c c a a D D a a s s t t u u d d i i o o A A g g r r o o n n o o m m i i c c o o DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 77 Il comune di Dipignano ha una superficie territoriale di kmq 23,19. Dai dati del Censimento Generale dell’Agricoltura (2010) risulta che nel comune di Dipignano, in totale, vi sono 146 aziende agricole. Le aziende a conduzione diretta del coltivatore (144) occupano una superficie di 692,87 Ha con una S.A.U. 381,04 Ha, mentre le aziende con conduzione con salariati (1) occupano una superficie di 7,2 Ha con una S.A.U. di 7,2 Ha, mentre le aziende con altra forma di conduzione (1) occupabo una superficie di 1,17 ha con una S.A.U, di 1,17 Ha. (i dati si riferiscono all’ubicazione del centro aziendale) C C a a r r t t a a U U s s o o d d e e l l S S u u o o l l o o D D a a s s t t u u d d i i o o A A g g r r o o n n o o m m i i c c o o DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 78 Le classi di uso del suolo presenti a Dipignano sono indicate di seguito, con una breve descrizione e un'indicazione della percentuale di estensione calcolata rispetto all'intera superficie del comprensorio. Il nome della classe è preceduto dal codice Corine Land Cover. 1.1.1. Tessuto urbano continuo 1.1.2. Tessuto urbano discontinuo 1.2.1. Aree interessate da attività industriali o commerciali 1.2.2. Reti stradali e ferroviarie e spazi accessori 1.4.2. Aree sportive e ricreative 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 2.2.1. Vigneti 2.2.2. Frutteti e frutti minori 2.2.3. Oliveti 2.4.2. Sistemi colturali e particellari complessi 2.4.3. Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 3.1.1.2. Boschi di latifoglie a prevalenza di querce e caducifoglie 3.1.1.4. Boschi di latifoglie a prevalenza di castagno 3.1.1.6. Boschi di latifoglie a prevalenza di specie igrofile (quali salici, pioppi, ontani, etc.) 3.1.2. Boschi di conifere 3.2.1. Aree a pascolo naturale o praterie d'alta quota 3.2.2. Brughiere 3.2.4. Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 3.3.3. Aree con vegetazione rada 5.1.1. Corsi d'acqua, canali e idrovie DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 79 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 80 Caratteri, valori e vulnerabilità Per l’individuazione dei caratteri ambientali ci si è avvale di un processo che prevede differenti fasi: la caratterizzazione del territorio, la valutazione e la definizione dei valori ambientali, l’individuazione spaziale dei valori e l’individuazione dei possibili fattori di rischio. La caratterizzazione dell’uso del suolo è stata individuata come strumento di base per la caratterizzazione ambientale del territorio, restituendo una situazione in grado di descrivere sia le sensibilità che le vocazioni di un territorio. Per questo lavoro specifico il primo passaggio è ottenere una omogeinizzazione dei differenti usi del suolo in singole classi. Il raggruppamento è stato ottenuto attraverso il seguente schema logico: CLASSE CLASSIFICAZIONE DI III LIVELLO DELL CORINE LAND COVER 2006 1 AGROMOSAICI Colture intensive, Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti, Oliveti, Seminativi, Seminitavi in aree non irrigue, Vigneti, Frutteti e frutti minori 2 AGROMOSAICI COMPLESSI Colture temporanee associate a colture permanenti, Sistemi colturali e particellari permanenti 3 PRATI STABILI Prati e pascoli, Aree a pascolo naturale e praterie d'alta quota 4 SPAZI APERTI CON O SENZA VEGETAZIONE Aree a vegetazione rada, aree percorse da incendi, rocce, Zone aperte con vegetazione rada o assente, Rocce nude, falesie, rupi, affioramenti 5 CESPUGLIETI E VEGETAZIONE SCLEROFILA Aree a vegetazione sclerofilia 6 RIMBOSCHIMENTI,VEGETAZIONE BOSCHIVA ED ARBUSTIVA IN EVOLUZIONE Macchia alta, Aree agroforestali, Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 7 BOSCHI Boschi misti di conifere e latifoglie a prevalenza di pini montani e oromediterranei, Boschi a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero e laricio, pino silvestre, pino loricato) , Boschi a prevalenza di faggio, Boschi a prevalenza di castagno, Boschi a prevalenza di leccio e/o sughera. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 81 8 ZONE UMIDE 9 CORSI D’ACQUA E SPIAGGE 10 TERRITORI URBANIZZATI Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado, Tessuto urbano continuo, Aree estrattive, Aree portuali, Aree sportive e ricreative, Aree industriali o commerciali, Aeroporti, Il grado di naturalità ambientale delle singole componenti così individuate è stato definito attraverso la ponderazione degli elementi con la tecnica della matrice del confronto a coppie senza gradazione, in grado di ridurre gli errori di giudizio e di attribuzione dei pesi ai valori ecologici. Poiché i valori così ottenuti non hanno un significato in termini assoluti essi sono stati successivamente normalizzati, al fine di ottenere un valore numerico relativo, variabile tra 0 (assenza di naturalità); 0,5 ( medio grado di naturalità); 1 (massimo grado di naturalità). In sintesi il meccanismo è costituito da: PESO DEGLI ELEMENTI: In questo confronto semplificato alle coppie di indicatori (i,j) vengono dati dei giudizi semplici in una matrice di confronto delle utilità degli indicatori posti su righe e colonne. Gli elementi a ij della matrice del confronto a coppie valgono: 1 utilità (i) > utilità (j) 0,5 utilità (i) = utilità (j) 0 utilità (i) < utilità (j) Nella matrice di confronto vale inoltre a ii = 1 , a ij =1 – a ji . Alla fine il peso è dato dalla sommatoria della riga diviso la sommatoria di tutti i valori delle righe. P j = ∑ a ij / ∑ ∑ a ij = S r / S tot(riga) I valori sono stati poi normalizzati attraverso l’equazione PESI = P j / P jmax. Il valore così ottenuto è stato definito come indice di naturalità, e indicato come In. Di seguito si riporta la matrice di confronto a coppie senza gradazione per visualizzare la pesatura degli elementi ed il loro rapporto: Il secondo passaggio è stato pesare l’indice precedentemente ottenuto in relazione alla superficie del biotopo in questione, sempre normalizzato in base 1, definito come Si. a ij n n n J = 1 J = 1 i = 1 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 82 Quindi il valore finale dell’indice di naturalità è dato da: I valori così ottenuti sono stati raggruppati in 4 range: • 0 – 0,05 bassa naturalità • 0,05 – 0,5 media naturalità • 0,5 – 0,8 medio alta naturalità • 0,8 – 1 alta naturalità Successivamente tali informazioni sono state spazializzate attraverso l’uso della tecnologia GIS, restituendo una carta dell’Indice della Naturalità. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 83 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 84 La fase finale è stata la restituzione di una Carta di sovrapposzione dei fattori di rischio e dell’Indice di Naturalità distribuiti sul territorio.. Si sono considerati come causa di vulnerabilità ambientali i possibili effetti dell’inquinamento (acustico, chimico, atmosferico, idrico…), gli effetti da disturbo antropico rilevando in particolare le aree urbanizzate, la presenza di aree industriali, siti inquinati, infrastruttre impattanti sull’ambiente, discariche, cave, aree percorse dal fuoco, scarichi idrici, centrali elettriche, siti contaminati, infrastrutture nonchè le aree individuate dalllo stralcio PAI come possibili cause di vulnerabilità restituendo un primo indice dei possibili fattori di vulnerabilità che saranno poi approfonditi e pesati in fase di Rapporto Ambientale. I fattori di rischio, una volta individuati, sono stati sovrapposti alla carta dell’Indice della Naturalità per poter effettuare un’analisi visiva delle possibili interferenze. Anche in questo caso le informazioni sono state spazializzate e riportate in una specifica carta delle vulnerabilità attraverso l’uso della tecnologia GIS. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 85 Identificazione e valutazione dei rischi PAI dell’Adb Regione Calabria Il Piano Stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico (PAI) previsto dal DL 180/98, è finalizzato alla valutazione del rischio di frana ed alluvione ai quali la Regione Calabria, per la sua specificità territoriale ha aggiunto quello dell’erosione costiera. Il Piano, ha valore sovra-ordinatorio sulla strumentazione urbanistica locale; ciò significa che, a partire dagli elaborati del PAI di pertinenza di ciascun Comune, occorre procedere a recepirne le indicazioni nel PSC. La Calabria è una realtà caratterizzata da un territorio montuoso rappresentato da un 44% montagna, 49% collina, 7% pianura, da un reticolo idrografico costituito da 1002 corsi d’acqua con superficie > di 0.5 Kmq, da 409 centri urbani e da 739 Km di costa, suddivisi in 13 aree – programma identificate da condizioni morfologiche ed idrografiche differenti; condizioni non assunte come limite, ma come una vera risorsa capace d’imprimere al territorio identità ambientale e paesaggistica.Da alcune indagini di piano, si evidenzia con chiarezza che i territori già vulnerati, oggetto di alluvioni e di tragedie negli anni ’50, sono stati urbanizzati e modificati, spesso anche a seguito dell’urbanistica pianificata. Soprattutto a partire dagli anni ’70 si è assistito ad un progressivo degrado del suolo in Calabria sotto tutti gli aspetti: il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera sono gli ambiti più evidenti. In figura sono riportate le perimetrazioni connesse al rischio frana e al rischio idraulico proposte dal Piano Assetto Idrogeologico dall’Autorità di Bacino della Regione Calabria. Il PSC andrà a recepire integralmente detti elementi, indirizzando le scelte sulla base del principio di precauzione e di sicurezza da rischio di carattere idrogeologico. Nelle finalità del Piano, le situazioni di rischio vengono raggruppate, ai fini delle programmazione degli interventi, in tre categorie: - rischio di frana; - rischio d'inondazione; - rischio di erosione costiera Per ciascuna categoria di rischio, in conformità al DPCM 29 settembre 1998, sono definiti quattro livelli: - R4 - rischio molto elevato: quando esistono condizioni che determinano la possibilità di perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; danni gravi agli edifici e alle infrastrutture; danni gravi alle attività socio- economiche; - R3 - rischio elevato: quando esiste la possibilità di danni a persone o beni; danni funzionali ad edifici e infrastrutture che ne comportino l'inagibilità; interruzione di attività socio-economiche; - R2 - rischio medio: quando esistono condizioni che determinano la possibilità di danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale senza pregiudizio diretto per l’incolumità delle persone e senza comprometterne l’agibilità e la funzionalità delle attività economiche; - R1 - rischio basso: per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono limitati DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 86 PAI Calabria – Piano di gestione del Rischio Alluvione DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 87 PAI Calabria – Carta Inventario dei centri abitati instabili – Cartografia e Classificazione dei fenomeni franosi PAI Calabria – Carta Inventario delle frane e delle relative aree a rischio – Perimetrazione delle aree a rischio e/o pericolo di frana DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 88 Rischio sismico Nella concezione moderna difendere il territorio dagli effetti del sisma significa prevenirne o mitigarne gli effetti negativi sulla vita umana e dei suoi insediamenti, infrastrutture e beni culturali e ambientali, intervenendo sui fattori di rischio che universalmente vengono identificati con la pericolosità sismica di base (Pb), la pericolosità sismica locale (Pl), la vulnerabilità (V) e l’esposizione (E). Si definisce rischio sismico (R) la stima delle perdite complessive (volume edilizio, vite umane, beni economici, valori culturali) che a causa delle azioni di un evento sismico potranno interessare, in un dato periodo di tempo, una determinata area. In altre parole, per rischio si intende la probabilità che venga raggiunto un prefissato livello di perdita in un certo intervallo di tempo . Tale perdita è identificata solitamente nel costo da sostenere per riportare il sistema danneggiato alle condizioni che esso aveva prima dell’evento sismico. La valutazione in un’area dell’esistenza di condizioni di rischio sismico è legata alla stima di tre parametri fondamentali: la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione. La pericolosità sismica (Pb, Pl) dipende dall’evento e dalle caratteristiche geologiche dell’area nella quale si manifesta: maggiore è il numero di eventi e la loro intensità tanto maggiore è la pericolosità dell’area geografica. La vulnerabilità (V) è invece definita come la propensione di una struttura a subire danni a causa di un dato terremoto. Infine, l’esposizione (E) è riferita al tipo, alla quantità ed al valore dei beni e delle attività presenti sul territorio. E’ possibile, a questo punto, introdurre una relazione che concettualmente individui il rischio sismico: Rischio Sismico = Pericolosità x Vulnerabilità x Esposizione Al fine di approcciare al problema della stima della pericolosità su larga scala è possibile servirsi della Mappa di Pericolosità Sismica elaborata dal Dipartimento di Protezione Civile (2014). DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 89 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 90 La regione Calabria, secondo lo studio effettuato dal Dipartimento della protezione civile riguardante la classificazione sismica al 2012, registra per la maggior parte del territorio il livello di pericolosità più alto, livello di pericolosità 1 ovvero livello di pericolosità più alto. Dipartimento della protezione civile_ Classificazione sismica al 2014 La Regione, ai sensi del punto a) del comma 2 dell’art. 94 del D.L. 31 marzo 1998, n 112, deve provvedere alla classifica sismica del territorio individuando le zone a differente pericolosità sismica di base e per le stesse deve caratterizzare il livello di pericolosità di base, come esplicitato nell’ordinanza 3274/2002. Nelle more della classificazione, resta fissato il principio che attraverso lo studio delle variazioni locali di pericolosità, di vulnerabilità delle strutture, di vulnerabilità urbana e di esposizione, secondo le metodologie più avanzate della microzonazione sismica integrata nella pianificazione urbanistica e territoriale, gli strumenti di pianificazione a qualsiasi livello devono perseguire la conoscenza del rischio sismico ed attuare tutti i possibili criteri di scelta ovvero gli interventi finalizzati alla prevenzione e riduzione dello stesso, secondo un approccio graduale e programmato alle varie scale e ai vari livelli di pianificazione, sulla base di quanto stabilito nelle “Linee guida della pianificazione regionale”. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 91 Rischio sismico PTCP _ TAV QC.04 Il territorio di Dipignano, all’interno del PTCP di Reggio Calabria, ricade per l’intero territorio comunale in Zona 1 ovvero livello di pericolosità alto. La pericolosità sismica locale comporta l’individuazione degli scenari di pericolosità opportunamente caratterizzati. Al fine di pervenire a considerazioni di carattere quantitativo sulla pericolosità sismica è necessario ricorrere ad accurati rilevamenti geologici mirati alla costruzione del modello geologico tecnico, ai sensi di quanto richiesto dal DPR 554/98. Su tali basi verranno preliminarmente distinte: Situazioni in cui gli effetti temibili sono rappresentati da rotture superficiali per faglie, da instabilità dei pendii, da invasione del mare per maremoto. In questi casi il livello di pericolosità è tale da precludere nell’area stessa l’espansione urbana mentre nei casi in cui l’area dovesse essere sede di strutture antropiche impone la necessità di adottare interventi di messa in sicurezza o di delocalizzazione. Situazioni in cui gli effetti attesi possono essere rappresentati da fenomeni di densificazione e/o liquefazione dei terreni. In queste aree il fenomeno può costituire fattore preclusivo o limitativo per la scelta dell’area esposta ai fini dell’espansione urbana. Dove tale destinazione d’uso non può essere evitata essa deve essere DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 92 legata alla verifica di assenza di situazioni preclusive o di condizioni con limitazioni gravose per il peso tecnico economico degli interventi necessari per conseguire la fattibilità degli interventi di piano (bonifica e miglioramento delle caratteristiche tecniche dei terreni, strutture ausiliarie di fondazione,….) La verifica è effettuata con le indagini specifiche in uso. Situazioni in cui gli effetti sono di amplificazione dell’azione sismica. Condizione che non genera preclusioni ma scelte limitative che si associano ad una più gravosa azione sismica di progetto. Le indagini di microzonazione sismica (MS), sperimentate in diverse regioni e a diversi livelli, rendono possibile la definizione di pericolosità locale, di vulnerabilità e di esposizione, e, in definitiva di definire una graduatoria di aree a rischio sismico omogeneo su cui possono essere calibrati i criteri d’uso del territorio e gli interventi idonei a evitare o minimizzare gli effetti avversi del terremoto. La scelta di tali criteri richiede che venga valutata la pericolosità di base ma anche le pericolosità geologiche, geotecniche e morfologiche locali, nonché le condizioni del patrimonio edilizio esistente. Per il territorio di Dipignano si propone la microzonazione sismica che segue: DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 93 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 94 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 95 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 96 |
Ma'lumotlar bazasi mualliflik huquqi bilan himoyalangan ©fayllar.org 2024
ma'muriyatiga murojaat qiling
ma'muriyatiga murojaat qiling