Microsoft Word dipignano 01 Relazione illustrativa 11 6 14. doc
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- Dipignano assume un valore più basso rispetto a quello provinciale. Popolazione per classe d’età – Censimento 2011 Classi di età 0-14
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- Tasso di attività 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 62,91 30,50 46,27 Provincia di Cosenza
- Tasso di disoccupazione 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 18,19 33,76 23,46 Provincia di Cosenza
- Tasso disoccupazione giovanile 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 57,14 75,44 63,87 Provincia di Cosenza
La demografia delle imprese Il 2010 si è chiuso con un buon risultato per il sistema delle imprese italiane. Alla fine dell ‟anno, il bilancio anagrafico tra le aziende nate e quelle che hanno cessato l ‟attività ha fatto registrare un aumento di 72.530 unità, in crescita dell ’1,2% rispetto all’anno precedente. L ‟agricoltura continua a registrare una riduzione numerica delle imprese (- 13.431 unità), legata più alle continue modificazioni nell ’uso del territorio agricolo - destinato ad attività di edilizia residenziale e/o turistica o ad attività legate allo sviluppo di infrastrutture e logistica – che a processi di razionalizzazione e accorpamento tra imprese. La manifattura evidenzia un saldo complessivamente negativo per 2.061 unità. Come accennato, le note più interessanti dal punto di vista delle dinamiche di ampliamento della base imprenditoriale, vengono dai servizi. Il commercio, pur crescendo lievemente al disotto della media generale (+1,1%), presenta il saldo settoriale più elevato in valore assoluto (+16.975 unità, il 71% delle quali nel comparto delle vendite al dettaglio). Rilevante è anche il contributo del comparto turistico (servizi di DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 117 ristorazione e alloggio) che cresce di 13.029 unità, pari ad un aumento dello stock del 3,5%. Subito dopo, però, spiccano i progressi delle attività professionali scientifiche e tecniche (+7.694 unità, il 4,2% in più rispetto al 2009), delle attività immobiliari (+6.200 unità), del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+5.689 unità, pari ad un incremento dello stock del 3,85%) e dei servizi di informazione e comunicazione (3.379 le imprese in più, pari ad un aumento del 2,78% in termini relativi). Tra le imprese artigiane, sono solo sette i settori – tutti nei servizi - che fanno registrare una variazione percentuale annua dello stock positiva e due che, pur facendo registrare una variazione negativa, restano al di sopra del valore medio nazionale (-0,34%). Nel corso del 2010 le iscrizioni delle imprese nel registro della Camera di Commercio della provincia di Cosenza mostrano un decremento rispetto all ’anno precedente (-177), che si somma ad un più accentuato decremento delle cancellazioni (-657). A fine 2010 le imprese registrate nel territorio provinciale cosentino mostrano un incremento rispetto all’anno precedente pari a 861 unità. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 118 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 119 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 120 Alla fine del 2011 la provincia di Cosenza registra circa 66.451 imprese, circa 1/3 del totale regionale, collocandosi al 28° posto della graduatoria decrescente nazionale. La base imprenditoriale registra infatti ancora un valore positivo, seppur in calo, rilevando un tasso di evoluzione dell’1,1% (1,7 il dato precedente e - 0,13% quello prima ancora), questo fa si che la provincia calabrese si collochi in 24-esima posizione nella graduatoria nazionale. Tale risultato è da attribuire ad un tasso di natalità imprenditoriale, 7%, in linea col livello medio italiano e ad un tasso di mortalità imprenditoriale più contenuto rispetto alla media del Paese (86° posto). Il sistema produttivo è strutturalmente parcellizzato in piccole unità costituite prevalentemente da ditte individuali (64,9%) ed a carattere artigianale (20,1%). La composizione settoriale delle attività economiche si discosta dal profilo medio calabrese per un maggiore equilibrio tra i settori produttivi. Predominano, infatti, il commercio (29,1%), quota per la quale Cosenza è 13-esima tra le province italiane, e l'agricoltura (18,4%) in misura ampiamente superiore alle rispettive medie nazionali, tuttavia il settore industriale appare radicato sia nel comparto edile (13,3%) che in quello manifatturiero (7,8%). La densità imprenditoriale ogni 100 abitanti (9), anche se è in linea alla media regionale, rimane comunque al di sotto sia del dato a livello del Mezzogiorno (9,7) sia di quello nazionale (10,3); per tale indicatore, infatti, Cosenza è al 87° posto nella graduatoria delle province italiane. Infine con 338strutture è la prima in ambito regionale per numero di esercizi alberghieri e 26- esima a livello nazionale. Il mercato del lavoro La profonda recessione globale, innescata dalla grave crisi finanziaria, che dalla fine del 2008 ha investito tutti i paesi avanzati ha determinato, né poteva essere diversamente, un forte peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro: la contrazione della domanda di beni e servizi si è tradotta in una riduzione progressiva del fabbisogno di manodopera, e questo, a sua volta, ha fatto salire i livelli assoluti e relativi della DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 121 disoccupazione Sono le economie avanzate, in particolare europee, a soffrire maggiormente le difficoltà legate alla crisi economica, anche a causa del fatto che in questi paesi, la dinamica dei consumi interni è rimasta debole. Alla fine dello scorso anno solo negli Stati Uniti il prodotto interno lordo era ritornato ai livelli pre-crisi, mentre in Gran Bretagna, in Giappone e nell’area dell’euro l’attività economica restava al di sotto di quei livelli. Dunque, l’impatto sul mercato del lavoro della recessione del 2008-2009 sembra prolungarsi oltre la ripresa, della domanda e dei livelli produttivi, già iniziata, sia pure con effetti meno marcati. Nel 2010 nei 27 Paesi dell’Unione europea, la mancanza di lavoro ha coinvolto, quasi 23,1 milioni di persone, oltre 1,6 milioni in più rispetto all’anno precedente (+7,6%), quando la recessione del 2008-2009 aveva già creato quasi 4,7 milioni di disoccupati (+27,8%). Al pari delle altre economie anche quella italiana ha scontato gli effetti della crisi internazionale, per cui, pur con intensità più attenuata rispetto a quanto avvenuto nel 2009, la situazione del mercato del lavoro ha ancora mostrato segnali di difficoltà nel corso del 2010. Naturalmente, in tutti i paesi vi sono divergenze nell’impatto territoriale della crisi; nel caso italiano tali considerazioni tendono però ad applicarsi in misura maggiore dato che il disequilibrio territoriale è una caratteristica strutturale del nostro mercato del lavoro. Inoltre, le tendenze degli ultimi anni evidenziavano come il divario fra le regioni del Sud e quelle del Nord si stesse acuendo. Focalizzando l’attenzione sulla Calabria, l’analisi del mercato del lavoro viene basata soprattutto sui principali indicatori dell’occupazione, effettuando un confronto a livello territoriale, con i contesti limitrofi e rispetto alle dinamiche nazionali. Dall’analisi degli ultimi dati sui principali indicatori di sintesi, emerge che il tasso di occupazione sia in Italia (dal 57,5% del 2009 al 56,9% del 2010) sia in Calabria (dal 43,1% del 2009 al 42,2% del 2010) ha registrato un tendenziale rallentamento di circa un punto percentuale. Nella classifica delle regioni italiane con tassi occupazionali più contenuti, la Calabria con un valore pari al 42,2% è penultima, superata dalla sola Campania con il 39,9%. La disaggregazione territoriale dei dati regionali consente di analizzare e valutare meglio l’andamento del mercato del lavoro all’interno delle cinque province calabresi. Cominciando dall’analisi del tasso di attività, ossia quell’indicatore ottenuto mettendo in relazione la forza lavoro e la popolazione in età lavorativa, per la provincia di Cosenza si registra un valore pari a 47,9% nel 2010. Dal confronto territoriale, anche per quest’ anno la provincia calabrese che presenta la migliore performance è Catanzaro; difatti si nota un aumento della partecipazione della popolazione catanzarese al mercato del lavoro con un tasso di attività pari al 51,6%, e a seguire Cosenza (47,9%), Vibo Valentia (47,7%), Reggio Calabria (47,4%) ed, infine, Crotone (42,4%) la quale presenta il tasso di attività più contenuto della regione. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 122 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 123 Durante il 2011 la situazione occupazionale, in controtendenza rispetto allo scorso anno, segna una live diminuzione del tasso di disoccupazione. I disoccupati assorbono, infatti, il 12,3% (prima il 12,5%) delle forze lavoro, con un divario di circa 4 punti percentuali rispetto al tasso medio nazionale che vale alla provincia cosentina il 29° posto nella graduatoria decrescente. Il tasso di occupazione (42,7%), viceversa, pur in linea con la media regionale, si attesta su livelli ampiamente inferiori alla percentuale media nazionale (56,9%). La DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 124 distribuzione degli occupati in base al settore di attività evidenzia la grande incidenza del settore agricolo, in calo, 11,6% di gran lunga superiore al dato medio nazionale e nona migliore performance nazionale. Non buona la percentuale di imprese che assumeranno per il 2012, 14,9%, 46-esimo valore in graduatoria. L’internazionalizzazione Nel 2010 il volume del commercio mondiale di beni e servizi è salito del 12,4%, recuperando completamente il pesante calo del 2009 (-10,9 %) e ritornando sui livelli massimi del 2008. La ripresa degli scambi è stata particolarmente rapida nelle economie emergenti, soprattutto in quelle asiatiche. I prezzi delle materie prime hanno segnato cospicui aumenti, più intensi a partire dalla scorsa estate, riflettendo, oltre ad attese di miglioramento dell’attività produttiva, anche tensioni dal lato dell’offerta. La ripresa economica e i rialzi dei corsi delle materie prime hanno determinato un nuovo ampliarsi degli squilibri di parte corrente delle bilance dei pagamenti, ponendo fine alla temporanea riduzione dovuta in larga misura agli effetti della recessione. Il recupero degli scambi ha interessato soprattutto i beni, che tendono a essere più sensibili al ciclo economico rispetto ai servizi; in particolare, le esportazioni mondiali di beni durevoli, più severamente colpite dalla crisi nel 2009, sono cresciute di circa il 70% a prezzi correnti in dollari, a fronte del 22 in termini nominali per l’insieme dei beni, contribuendo per oltre un quinto allo sviluppo dei flussi complessivi. Il commercio di servizi, che rappresenta circa un quarto di quello di beni, è risalito meno rapidamente (8 %). Nel 2011, la provincia cosentina ha esportato merci per circa 71,4 milioni di euro (-5,3milioni di euro rispetto al 2010 e -12,5 rispetto al 2009) (in modo particolare verso paesi europei e specie quelli appartenenti all’Unione Europea (72,6%)) che non coprono tuttavia gli oltre 174 milioni di euro di importazioni registrate (prevalentemente dall’ Europa, 79,8%), determinando un deficit nella bilancia commerciale di 103,2 milioni di DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 125 euro. L'imprenditoria locale è quasi totalmente domestic-oriented e scarsamente vocata all'internazionalizzazione. La propensione all'export (0,7) è, infatti, tra le più basse d'Italia (105°), anche il tasso di apertura (2,5) rileva una delle performance più contenute nel contesto delle province (104°). Nella graduatoria del valore delle principali merci esportate troviamo nelle prime quattro posizioni prodotti legati all'agricoltura con oltre il 61% del totale; mentre i beni maggiormente importati sono gli componenti elettronici, carne elaborata e prodotti dell’ industria lattiero-casearia. Oltre ai principali paesi europei, tra i mercati dove vengono collocate le esportazioni, emergono Stati Uniti e Giappone, mentre i più importanti paesi importatori sono Germania e Spagna. Competitività del territorio Sul versante infrastrutturale, Cosenza palesa un notevole ritardo rispetto alle altre realtà del Paese. Il valore che assume l'indicatore generale è pari a 59,9 nel 2011 (fatta pari a 100 la media Italia) e colloca la provincia all' 82° posto in Italia. La scomposizione dell'indicatore generale nelle due sue componenti principali (economica e sociale) non mostra differenziazioni dall'andamento generale. Il valore assunto dall'indice di dotazione delle infrastrutture economiche (56,8 nel 2011) pone la provincia all'81° posto nel contesto nazionale, mentre quello delle infrastrutture sociali, 67,3 , esprimendo comunque un deficit significativo, colloca Cosenza al 71° posto in Italia. L'analisi delle singole categorie permette di evidenziare valori degli indicatori che risultano inferiori a 100. Costituiscono un'eccezione a questo trend le strade, il cui valore (111,8) è superiore anche alla media dell'Italia meridionale e le ferrovie (108,4). Le infrastrutture puntuali appaiono, tuttavia, fortemente sottodimensionate: le attrezzature portuali rappresentano, infatti, 1/7 circa del livello medio di dotazione rilevato per le province, mentre quelle aeroportuali hanno valore dell’indicatore pari a zero. In aumento anche per il 2011 il rapporto tra le sofferenze e gli impieghi della clientela ordinaria ( 10,1). Resta elevato, anche se in calo, il numero di protesti in rapporto alla popolazione che porta Cosenza dalla 13-esima posizione fra le province alla 21-esima. Inoltre è 20-esima fra le province per numero di imprese con procedure concorsuali in atto. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 126 La dotazione delle infrastrutture sociali si mantiene sempre al di sotto dei valori medi italiani denunciando una carenza che caratterizza, ad eccezione di alcune situazioni, tutta la regione: fatta uguale a 100 la media italiana l'indice di dotazione delle infrastrutture sociali è 67,3, con l'unico risultato più vicino al resto d'Italia costituito dalle strutture per l'istruzione le quali mostrano un indice di dotazione di 84,5 (86,5 nel 2001). Restano inferiori ai valori presentati dalla macro-ripartizione e dall'Italia intera il numero di delitti (3.140) denunciati ogni 100.000 abitanti. Dati rassicuranti emergono dall’ analisi del numero di incidenti stradali sia in relazione agli abitanti che alle vetture circolati: 108° posto per entrambi. E’ infine la 103-esima provincia per percentuale di decessi per tumori sul totale dei decessi, la 49-esima per numero di suicidi compiuti, ma sale dalla 75-esima alla 18-esima posizione per percentuale di decessi di bambini con meno di un anno. Non appaiano tra i migliori i risultati degli indicatori della qualità della vita presentati per Cosenza, infatti, il piazzamento migliore nel contesto delle province italiane Cosenza lo ottiene da Legambiente, che colloca la provincia al 48° posto in Italia. Un piazzamento più arretrato (96° posto) è confermato da Il Sole 24 Ore, mentre ottiene un 83° secondo l'indicatore de Italia Oggi. Il 70,3% dei comuni della provincia è sottoposto a problemi di carattere insediativo. Da segnalare infine la scarsa vocazione della provincia alla differenziazione nella raccolta dei rifiuti, appena il 14,1%,92° valore nazionale. Dati comunali L’indice di dipendenza viene considerato un indicatore di rilevanza economica e sociale. Il numeratore è composto dalla popolazione che, a causa dell’età, si ritiene essere non autonoma - cioè dipendente - e il denominatore dalla fascia di popolazione che, essendo in attività, dovrebbe provvedere al suo sostentamento. DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 127 E’ un indicatore che risente della struttura economica della popolazione: il dato che si riferisce a Dipignano assume un valore più basso rispetto a quello provinciale. Popolazione per classe d’età – Censimento 2011 Classi di età 0-14 15-64 65+ Dipignano 650 3.060 730 Provincia di Cosenza 95.554 479.918 138.558 Tab. 1 – Indice di dipendenza (Istat 2001 – Ns elaborazioni su dati Censimento 2011) Indice di dipendenza 2001 Indice di dipendenza 2011 Dipignano 44,30 45,09 Provincia 49,08 48,78 L’indice di vecchiaia (che stima il grado di invecchiamento della popolazione) per Dipignano è inferiore al dato provinciale e, quindi, conferma la presenza di una popolazione relativamente più giovane, ma che sta progressivamente e rapidamente invecchiando. Tab. 2– Indice di vecchiaia (Istat 2001 – Ns elaborazioni su dati Censimento 2011) Indice di vecchiaia 2001 Indice di vecchiaia 2011 Dipignano 86,25 112,30 Provincia 109,05 145 La condizione occupazionale (cfr. ISTAT 2001) di Dipignano è critica rispetto alla media provinciale e rapportata alla popolazione residente, il tasso di attività complessiva è circa del 46,27. Il tasso di disoccupazione giovanile è di cinque percentuali superiori e quello generale di due punti rispetto a quelli provinciale. Tasso di attività 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 62,91 30,50 46,27 Provincia di Cosenza 55,71 31,79 43,32 DOCUMENTO PRELIMINARE - P IANO S TRUTTURALE C OM UNALE (PSC) DI D IPIGNANO (CS) - 2013 128 Tasso di disoccupazione 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 18,19 33,76 23,46 Provincia di Cosenza 18,39 30,92 23,10 Tasso di occupazione 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 51,47 20,20 35,42 Provincia di Cosenza 45,46 21,96 33,39 Anche la disoccupazione giovanile soprattutto per le donne è leggermente superiore al dato provinciale, di per sé già altro rispetto alla media nazionale. Tasso disoccupazione giovanile 2001 Maschi Femmine Totale Dipignano 57,14 75,44 63,87 Provincia di Cosenza 53,22 66,16 58,48 Occupati per classe di età 2001 15-19 20-29 30-54 55 e più Totale Dipignano 8 186 895 151 1.240 Provincia di Cosenza 1.581 30.742 145.860 28.273 206.456 I settori economici che occupano più persone sono quello industriale e soprattutto delle altre attività. In particolare si nota come nel settore industriale l’occupazione sia qasi totalmente maschile, anche a livello provinciale. Gli spostamenti avvengono per lo più fuori dal comune. Download Do'stlaringiz bilan baham: |
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