varie ordinanze del Dipartimento per la Protezione Civile. Tali normative, pur instaurando prassi più spedite e funzionali per gli interventi da realizzare, costituiscono strumenti-tampone dettati dall’emergenza, privi di un’ottica strategica complessiva.
Ci vogliono le successive gravi alluvioni del Ci vogliono le successive gravi alluvioni del Piemonte nel ‘94, della Versilia nel ‘96, di Sarno nel ‘98 per arrivare al D.L. 11 giugno 1998, n° 180 “Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania” che, dopo gli eventi di Sarno, introduce l’obbligo, per le Autorità di Bacino, di delimitare le aree a rischio idrogeologico e di redigere Piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e misure di prevenzione per le aree a rischio, oltre a piani di emergenza gestiti dagli organi della Protezione Civile.
Il decreto prevede che nelle aree a rischio idrogeologico le Regioni debbano individuare le infrastrutture ed i manufatti di ogni tipo che determinano rischi idrogeologici, per i quali i soggetti proprietari possono accedere alle misure di incentivazione allo scopo di adeguare a rischio le attività produttive e le abitazioni private.
DPCM 29.09.1998 DPCM 29.09.1998 A seguito dell’emanazione della legge 267/1998 - di conversione del citato decreto 180/1998 - in considerazione dell’estremo ritardo nella redazione dei Piani di bacino, con il DPCM 29.09.1998, lo Stato fissa, quale termine ultimo per la redazione dei PAI, il 30 giugno 1999, mentre sono fissate al 30 giugno 2001 ed al 30 giugno 2002 le scadenze per l’adozione e l’approvazione. Si conferma che tali Piani debbano contenere in particolare : l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico; l’adozione di idonee misure di salvaguardia delle persone e delle infrastrutture presenti.
D.L. 12 ottobre 2000, n. 279 D.L. 12 ottobre 2000, n. 279 Il successivo D.L. 12 ottobre 2000, n. 279 “Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di calamità naturali” viene emanato dopo il disastro di Soverato, in Calabria. previste dal D.L. 180/98 ad aree ricomprese in un limite maggiore rispetto a laghi, fiumi ed altri corsi d’acqua (150 mt.) e ad aree con probabilità di inondazione corrispondente alla piena con tempo di ritorno minore (200 anni).
La legge 11.12.2000,n° 365 La legge 11.12.2000,n° 365 Con la legge 365/2000 - di conversione del D.L. 12.10.2000, n° 279 - si stabilisce la necessità della convocazione da parte delle Regioni di una Conferenza Programmatica con lo scopo di assicurare la necessaria coerenza tra pianificazione territoriale e pianificazione di bacino. Alla Conferenza programmatica partecipano rappresentanti delle Province, dei Comuni e delle Autorità di bacino che esprimono pareri sul progetto di piano.
ed integrato a seguito della conferenza programmatica, viene adottato come “Piano stralcio” dal Comitato Istituzionale
La legge 365/2000 prevede anche una attività straordinaria di sorveglianza e ricognizione
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