Comune di francavilla
CARATTERIZZAZIONE GEOLITOLOGICA
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- Scisti e paragneiss biotitico-granatiferi.
- Sabbie grossolane da bruno-chiare a biancastre.
- Argille, argille siltose e silts.
- Depositi continentali bruno-rossastri.
- Dune e sabbie eoliche stabilizzate.
CARATTERIZZAZIONE GEOLITOLOGICA
A seguito delle conoscenze acquisite nelle fasi di indagine geologica, è possibile affermare che il territorio del Comune di Francavilla Angitola è caratterizzato da una molteplicità di tipi litologici.
Infatti, pur essendo in presenza di un'area territoriale piuttosto limitata, si assiste alla presenza di formazioni litologiche eterogenee, che vanno da rocce fra le più antiche della Calabria, costituenti il basamento metamorfico, ai depositi fluviali recenti, di fondovalle. Tale varietà litologica ha determinato una vasta gamma di aspetti strettamente legati alla costituzione geologica, che inevitabilmente pongono tutta una serie di problematiche afferenti al paesaggio ed alla destinazione d'uso dei vari terreni, nonchè ai differenti comportamenti che varie litologie comportano, anche in un ambito morfologico omogeneo. E' possibile comunque raggruppare i terreni affioranti sostanzialmente in due grandi gruppi di litotipi: - Rocce metamorfiche STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 26 - Rocce sedimentarie di origine marina e depositi continentali Le prime rappresentano il substrato cristallino di origine endogena, legato alle grandi fasi di formazione dell'Arco Calabro e costituiscono l’ossatura litologica di tutto il territorio, le seconde sono costituite da svariati terreni legati alle fenomenologie esogene, esplicatesi sulla catena cristallina neoformata, nel corso dei periodi geologici successivi, generalmente in ambiente deposizionale di tipo marino, con un intervallo conclusivo legato a fenomeni continentali subaerei. Il loro carattere è prevalentemente di copertura, come illustra la figura seguente: Fig. 4 – sezioni tratte dalla Carta Geologica Della Calabria scala 1:25.000 Foglio Filadelfia – 1958-62
Le sezioni geologiche di fig. 4 illustrano infatti la prevalenza di spessore del basamento gneissico rispetto alle coperture sedimentarie, che però localmente assumono importanza rilevante (vedi il rilievo su cui sorge
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Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 27 l’abitato di Francavilla, tra il Fiumicello e il Rio Talagone). E’ utile precisare in questa fase che i rapporti geometrici tra i vari litotipi seguono una successione stratigrafica ritenuta "normale", ossia non sono conseguenti a fenomeni tettonici di sovrapposizione, di piegatura o sovrascorrimento, tutti riconducibili a componenti tettoniche tangenziali. La tettonica regionale nell’area presenta uno stile essenzialmente distensivo, in cui prevalgono le componenti di fratture e faglie normali, legate a processi verticali. Qui di seguito verranno adesso esposte in dettaglio le caratteristiche geologiche, litostratigrafiche, di stato fisico, alterazione e degradazione, nonchè di eventuale giacitura preferenziale, di ogni singola formazione geologica. In tale contesto di varietà di tipi litologici si è però ritenuto opportuno, per agevolare la lettura e l'interpretazione, raggruppare alcuni litotipi, separati per quanto attiene l'aspetto stratigrafico e cronologico, in gruppi omogenei per ciò che riguarda le caratteristiche granulometriche ed in relazione al comportamento fisico meccanico, evidenziando, qualora il caso lo ritenesse, le eventuali sfumature tra una formazione omogenea e l'altra. Per essere più precisi, si è preferito seguire un criterio di tipo geologico-applicato e non strettamente litologico-scientifico: ad esempio nel gruppo delle rocce metamorfiche è possibile distinguere varietà litologiche anche a scala dell'affioramento (di alcuni metri) in funzione del diverso grado di metamorfismo. Tale distinzione ha però soltanto un significato esclusivamente scientifico, mentre non ha riflessi particolari sugli aspetti del comportamento geomorfologico e geomeccanico (in considerazione anche della notevole alterazione e degradazione di tali rocce); oppure ad ulteriore esempio sono presenti sul territorio diverse unità sabbiose e/o conglomeratiche, legate a differenti fasi di deposizione cronologica in ambiente marino, tutte riconducibili però a comportamenti geomeccanici più o meno omogenei, dettati dalla intrinseca costituzione granulometrica. STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 28 Scisti e paragneiss biotitico-granatiferi. Queste rocce appartengono al basamento metamorfico Paleozoico identificato a scala regionale con l'unità tettonica Polia-Copanello, in precedenza denominata Unità "Dioritico-Kinzigitica" e sono raggruppabili tra le rocce più antiche del cristallino calabrese. Tale unità, di origine Ercinica o Alpina, ha avuto una sua messa in posto definitiva durante la costruzione dell'edificio a falde Calabro-Peloritano. In un contesto caratterizzato da notevole varietà di litotipi metamorfici di medio-alto grado, prevalgono gli scisti e paragneiss biotitico-granatiferi, con associate metabasiti e frequenti intrusioni filoniane, generalmente concordanti con la scistosità generale, rappresentate da apliti e pegmatiti. Trattasi di rocce sulle quali si sono succeduti diversi eventi metamorfici paleozoici sovrapposti e spesso obliterati tra loro, i quali hanno conferito alla roccia una struttura complessa e non sempre univocamente decifrabile. I diversi eventi metamorfici sovrapposti, nonchè le svariate vicissitudini tettoniche, hanno prodotto una serie di piani di fratturazione, concordanti e/o discordanti con la direzione della scistosità, fino alla formazione di strutture cataclastiche, quando non addirittura milonitiche. L'allentamento meccanico conseguente a tali processi, unitamente all'esposizione ad agenti atmosferici forse molto più aggressivi in passato, in condizioni di clima tipo sub-tropicale, ha aumentato la superficie soggetta alla loro azione, esasperando ed amplificando la prograssiva frantumazione e fratturazione. Ma l'esposizione agli atmosferili ha principalmente indotto dei processi di alterazione chimica. La diffusa alterazione si è essenzialmente esplicata con argillificazione dei costituenti feldspatici, con fenomeni di caolinizzazione ed ossidazione dei costituenti femici, trasformatisi in ossidi di Fe, che hanno conferito in alcuni casi all'ammasso il caratteristico colore rossastro.
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Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 29 Il risultato finale delle condizioni estreme del processo è che tali rocce presentano generalmente una copertura di alterazione, di spessore attorno a 10-20 metri circa, ove il litotipo è pressochè sabbionizzato e degradato, specialmente negli spessori più superficiali, con un netto decadimento delle caratteristiche meccaniche di tale litotipo, paragonabili a quelle di un sabbione più o meno coesivo. Il litotipo mantiene apparentemente le caratteristiche strutturali della roccia madre, come la scistosità, la grana, etc. ma si sgretola ad un semplice contatto. Questa modalità rappresenta le condizioni estreme di stato fisico in cui trovasi il litotipo, prevalenti nell'area, ma è chiaro che esiste tutta una gamma di sfumature della roccia: da più o meno fresca a sabbionizzata, in funzione di diversi fattori, come la presenza di zone depresse, con permanenze idriche ed assenza di erosione superficiale, che consente il mantenimento della coltre arenitica; di contro nei versanti più acclivi prevalgono gli affioramenti di roccia più o meno fresca, anche se fratturata ed allentata. Tale gamma può essere riassunta nei seguenti gruppi, i quali possono rappresentare la successione stratigrafica verticale, dal piano campagna in profondità, ma anche affiorare in senso orizzontale. a) Roccia sabbionizzata Rappresenta le condizioni estreme di alterazione e degradazione prima descritte; trattasi di terreni pressochè incoerenti, con discreto valore dell'angolo di attrito interno, nei quali permangono localmente i filoni e le vene di quarzo, notoriamente più resistente all'alterazione, anche se fratturati e cataclasizzati. Si notano localmente bande argillificate, in funzione della grana originaria della metamorfite. La struttura originaria della roccia può essere visibile o totalmente obliterata, in condizioni di dilavamento e/o debole trasporto in ambiente continentale. Nel sabbione arenitico in alcuni casi si rinvengono grossi blocchi subsferoidali più STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 30 compatti, ma marcati dalla caratteristica esfoliazione cipollare, che evidenzia come l'alterazione vada ad interesare via via i nuclei rocciosi preservati eventualmente dalla fratturazione. b) Roccia fratturata Siamo in una fase intermedia del processo, ove è ancora possibile distinguere cospicue zone o nuclei di roccia fresca; il fenomeno prevalente è rapppresentato dalla fratturazione, che localmente riduce il materiale in una serie di clasti di dimensioni da decimetriche a metriche. Possono essere presenti i materiali di alterazione che tendono ad intasare gli spazi fra le fratture, oppure a formare una "matrice" per i corpi meno alterati. c) Roccia relativamente fresca o poco alterata Di aspetto lapideo, “sonora” alla percussione con martello, presenta sempre fratturazione, più o meno spaziata, che può percorrere eventuali debolezze originarie della roccia, quali intrusioni filoniane, cambiamenti litologici e/o di tipo di metamorfismo. Le tre schemattizzazioni sopradescritte possono quindi trovarsi in senso stratigrafico verticale, dove è possibile assegnare spessori attendibili solo al primo livello, rappresentati da valori da 0 a 20 metri dal p.c., oppure in orizzontale su diversi affioramenti, in funzione anche dell'acclività. Da quanto precedentemente esposto appare chiaro che il comportamento fisico-meccanico e geotecnico delle formazioni metamorfiche dipende essenzialmente dal grado di degradazione dello stesso: se la roccia è fresca e più o meno integra possiede una elevata resistenza all'erosione e buona stabilità; se, come avviene più frequentemente, è alterata e degradata, la resistenza all'erosione è minore, aumenta il grado di permeabilità ed il grado di franosità nelle zone più acclivi. Qui le acque meteoriche possono pertanto penetrare facilmente nel manto degradato ed instaurare meccanismi di circolazione idrica sub-superficiale al contatto
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Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 31 con la roccia più integra. Quest'ultima provoca erosione di granuli e brandelli della coltre allentata, innescando tensioni di assestamento gravitativo, i quali, unitamente a fenomeni di appesantimento per imbibizione a seguito di pioggie prolungate e di cambiamento nel contesto delle pressioni interstiziali, possono generare spinte mobilizzatrici in grado di vincere la resistenza al taglio dei materiali e provocare distacchi franosi nelle porzioni di versante più acclivi. In tale contesto si può sovrapporre l'opera di scalzamento alla base esercitata dall'azione erosiva lineare dei corsi d'acqua, che amplifica il fenomeno. Quest'ultima azione, pur in assenza della coltre regolitica, può provocare anche il crollo di blocchi allentati e fratturati, i quali vengono sollecitati e sbilanciati verso il basso, ad assumere nuove posizioni di equilibrio gravitativo. Principalmente a tali meccanismi di dissesto sono da riferirsi i fenomeni gravitativi superficiali rilevati e cartografati sugli affioramenti metamorfici (vedi carta geomorfologica). I fenomeni di estrema alterazione e degradazione chimico-fisica, con formazione di coperture regolitiche, si osservano principalmente nei settori meno acclivi, le porzioni più fresche si ritrovano invece lungo i talweg erosivi dei fossi principali. Lungo i versanti si assiste a situazioni intermedie, con presenza di coperture superficiali di degradazione, più o meno mobilizzate, locali porzioni a blocchi allentati, o residui affioramenti rocciosi fratturati. Sul basamento roccioso cristallino, di natura metamorfica di medio-alto grado, emerso durante le fasi della costruzione dell'edificio calabro e sottoposto alle fenomenologie continentali ed all'azione degli atmosferili, dopo lunghi periodi geologici riprende la sedimentazione, esplicatasi in diversi cicli sedimentari di trasgressione e regressione, con episodi spesso non rappresentati e/o lacunosi, che determina la formazione dei terreni qui di seguito descritti. STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 32 Sabbie grossolane da bruno-chiare a biancastre. Sono rappresentate essenzialmente da due unità litologiche, piuttosto simili: una del Miocene Medio-Superiore, l'altra del Pliocene Medio- Calabriano , quest’ultima invero presente solo su due modestissime porzioni, al confine Nord con il territorio di Curinga e in località Iocolano. Tale formazione sedimentaria miocenica di tipo sabbioso è da attribuire al ciclo di sedimentazione del Miocene medio; essa affiora diffusamente su tutto il territorio comunale specie verso la parte urbanizzata del paese. I caratteri essenziali sono rappresentati da una granulometria generalmente medio-grossolana e composizione quarzoso-silicea, accompagnata dalla presenza di intercalazioni di arenarie, sia alternate agli strati sabbiosi che in grosse bancate stratificate, la cui incidenza è quantomai variabile. E' presente come già detto su buona parte di tutto il territorio, e si rileva con potenze, in termini di stratificazione, piuttosto variabili, si passa infatti dalle decine di metri delle aree a maggiore erosione, agli oltre cinquanta metri nelle aree dove i fenomeni erosivi hanno trovato minore esplicazione. Localmente inoltre le sabbie presentano livelli cementati di spessore decimetrico dove il cemento è rappresentato da calcare siltitico. Nel complesso, per quanto attiene a queste intercalazioni, non si può parlare di arenarie vere e proprie, ma di un sedimento che sia pur dotato di una certa consistenza è erodibile. Inoltre nel nostro caso, erodibilità e, subordinatamente, permeabilità sono strettamente legate alla maggiore o minore presenza del legante calcareo. La coesione delle sabbie è variabile ed è legata al grado di cementazione (basso a moderato) per cui la resistenza all'erosione varia a sua volta da luogo a luogo. Là dove il grado di coesione è più basso, si hanno scadenti caratteristiche geomeccaniche con conseguente facile disgregabilità e dissestabilità. Trattasi di terreni generalmente con buone proprietà STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 33 meccaniche, ben costipati e con elevati valori dell'angolo di attrito interno. Riguardo le porzioni di arenarie, la loro coesione e conseguente resistenza all'erosione varia in funzione della maggiore o minore presenza del legante calcareo. Dove tale presenza è più ridotta la coesione diminuisce ed è più facile la disgregabilità e l'erodibilità. In alcuni casi a livelli superficiali, causa l'asportazione del legante da parte delle acque di dilavamento, si assiste a fenomeni di disgregazione più accentuati con la tendenza a formare depositi di materiali incoerenti sabbiosi nei compluvi o ai piedi di scarpate sub-verticali. Sulle stesse inoltre localmente si possono notare distacchi di blocchi arenacei per allentamento su superfici preesistenti. A questa unità vanno riferiti i calcari evaporatici bianco giallastri, rinvenuti in porzioni territoriali limitate e in affioramenti ristretti. Secondo alcuni autori questo complesso sedimentario sarebbe databile al Miocene superiore, e dovrebbe porsi in successione stratigrafica nel ciclo di sedimentazione delle trasgressioni Mioceniche come termine superiore rispetto alle sabbie precedentemente descritte. Si tratta di una formazione a composizione prevalentemente calcarea, con livelli di materiale molto sottile, argillificato, definibile in termini granulometrici come silt e argilla siltosa. Si presenta generalmente di colore biancastro; spesso, ove i processi erosivi non sono stati aggressivi e in funzione del maggior grado di cementazione, assume consistenza quasi lapidea; di contro, dove il processo erosivo ha avuto maggiore possibilità di azione, il calcare si presenta a volte disgregato, a sabbia molto fine o argilla. E’ pertanto da classificarsi pertanto come roccia semicoerente, il cui comportamento va valutato soprattutto anche in funzione della possibilità che sia soggetto a fenomeni di debole carsismo, come ad esempio in località Drago, dove sono rinvenibili alcune situazioni riconducibili a tali fenomenologie. STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 34 Argille, argille siltose e silts. Questo litotipo, rappresentato da una sola unità cronologica di epoca Pliocene Medio, è ben rappresentato sul territorio, anche se affiora sostanzialmente in due zone ben definite: a NE dell’abitato di Francavilla e nel settore territoriale meridionale, in località Cannalia. Litologicamente sono rappresentate da argille, argille siltose e silts, di colore bruno-chiaro, con intercalazioni di grosse bancate di marne calcaree, oppure in sottili strati di sabbie grossolane. Hanno le tipiche caratteristiche dei terreni pelitici, ossia granulometria finissima e scarsa permeabilità. Tali terreni argillosi sono da classificarsi nell'ambito dei materiali semicoerenti o pseudocoerenti, nei quali sia la coesione che l'angolo d'attrito, per lo più basso, contribuiscono alle caratteristiche geotecniche, definibili da discrete a scarse, in stretta dipendenza con il contenuto d'acqua. Nelle aree pianeggianti, asportando la coltre superficiale imbibita e plastica, possono rappresentare dei terreni di fondazione accettabili, ma in presenza anche di deboli pendenze possono essere soggette a fenomeni di rigonfiamento e/o di cedimento, se non di creep, con lento e costante scivolamento della coltre superficiale. Nei periodi di maggiore piovosità inoltre le zone più acclivi sono soggette a notevoli fenomeni di dilavamento con formazione di colate di fango. Purtroppo l'acqua può trasformare notevolmente questi terreni, modificando sensibilmente la loro coesione e rendendoli viscosi, plastici e facilmente compressibili. In generale trattasi di terreni con bassi valori di capacità portante e scarsa resistenza all'erosione, poco utilizzabili dal punto di vista urbanistico, da indagare con precisione localmente e da sottoporre ad idonee indagini di laboratorio, in fase di attuazione dei singoli interventi edilizi. Sono frequenti in questa formazione i dissesti idrogeologici, sia di tipo gravitativo, che per fenomeni di soliflusso, erosione lineare e di sponda. Lo spessore dell'unità è variabile e può superare anche 80 metri.
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Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 35 In alcune aree il litotipo affiora sotto forma di sottili e sporadici lembi di copertura residuale, con caratteristiche geomeccaniche da verificare puntualmente; in alcune di tali aree lo spessore può comunque essere talmente ridotto da consigliare l'asportazione totale, per un eventuale utilizzo edificatorio delle stesse.
Siamo in presenza di litotipi sedimentari, di origine continentale, a differenza dei precedenti di origine marina, costituiti da una singola unità del Quaternario (Pleistocene). Sono rappresentati granulometricamente da conglomerati, conglomerati sabbiosi e sabbie, in matrice fine, limosa, localmente argillosa, con funzione di debole legante. I termini prettamente conglomeratici presentano ciottoli da arrotondati a subangolari di rocce cristallino-metamorfiche in matrice sabbiosa. Sono terreni piuttosto diffusi sul territorio e generalmente marcano con ampi affioramenti le zone più elevate e terrazzate e gli eventuali lembi residuali delle stesse; in genere si tratta di antiche superfici di abrasione marina, successivamente interessate da sedimentazione in ambiente continentale. Tali depositi sono permeabili, moderatamente costipati e presentano una resistenza all'erosione da
bassa a moderata; quest'ultima è principalmente in funzione della giacitura del litotipo. Poichè essi occupano aree terrazzate, sub-pianeggianti o a modesta pendenza, anche se morfologicamente elevate, i fenomeni erosivi si limitano alle fasce marginali lungo le scarpate. Negli affioramenti su versanti i fenomeni erosivi aumentano, con slegamento della compagine e notevoli processi gravitativi. In alcuni casi però il grado di costipamento è comunque tale da consentire sui versanti assetti morfologici anche ardui. Tali depositi spesso sono presenti anche sotto forma di sottili e sporadici lembi residuali, che ricoprono generalmente il substrato metamorfico o STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 36 localmente gli altri terreni. Nella Carta Geologica si è ritenuto opportuno distinguere tali affioramenti, in virtù della loro estensione e presenza nel territorio. Questa distinzione è importante poichè consente di apprezzare la variazione verticale della permeabilità tra tali depositi, generalmente permeabili, ed il substrato sottostante, a permeabilità minore. Tale differenza, nell'ambito di spessori limitati o di lembi poco estesi della coltre, è suscettibile di innescare processi di dissesto, quando le acque penetrate in profondità sono costrette a rallentare e/o a scorrere su un substrato poco permeabile, favorendo la mobilizzazione delle masse soprastanti nel caso in cui le tensioni mobilizzatrici riescano a vincere la resistenza al taglio dei materiali, oppure inneschino sovrapressioni interstiziali che superano la stabilità geotecnica degli stessi. Nel caso in cui tali sottili e sporadici lembi sono sovrapposti al basamento metamorfico alterato e degradato diventa abbastanza arduo distinguerli dalla coltre regolitica di alterazione, con la quale è possibile che ci sia un passaggio graduale e sfumato. Tale distinzione non ha comunque alcun riflesso sul significato dei processi di cui in precedenza, nel senso che la costituzione granulometrica è simile, ed identico è il processo di sovrapposizione di strati a diversa permeabilità. La potenza di tali depositi non è mai elevata, non superando generalmente i 10 metri circa.
Nel territorio di Francavilla Angitola, sul settore occidentale, in corrispondenza del versante a sud di Filadelfia sono stati riconosciuti e cartografati tre affioramenti di tali depositi, legati a processi esogeni continentali geologicamente piuttosto recenti, uno dei quali coincidenti
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Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 37 parzialmente con i dissesti rilevati dal P.A.I.. Sono infatti depositi dell'Olocene, costituiti da materiali caotici eterogenei, incoerenti e scarsamente addensati, con caratteri geomeccanici generalmente scadenti, da evitare come terreni di fondazione. Sono sedimenti poco consolidati, facilmente erodibili e disgregabili. Il loro comportamento nei confronti della stabilità è infatti variabile, ed essi non offrono garanzie in tal senso, se non in condizioni morfologiche favorevoli, mentre sui versanti più acclivi tendono con il tempo ad essere erosi e trasportati a valle dalle acque superficiali. Inoltre, dove la pendenza supera valori del 30% possono essere sede di fenomeni franosi quiescenti o attivi. I caratteri summenzionati sono verificabili nelle condizioni più estreme strettamente dipendenti e legati a fenomeni di tipo gravitativo avvenuti in passato, nell'ambito dei quali non è più possibile riconoscere l'originaria superficie o zona di distacco, ne l'unità litologica di appartenenza, stante la composizione eterogenea e caotica, conseguente ai diversi episodi gravitativi e/o di blando trasporto continentale.
In questa categoria sono stati compresi i prodotti di soliflussione e di dilavamento, i prodotti di conoidi di deiezione, i prodotti alluvionali parzialmente fissati dalla vegetazione e/o artificialmente. Questi terreni sono in genere legati a processi morfologici evolutivi recenti: infatti nelle porzioni territoriali più depresse si traducono in piccole conoidi di deiezione e/o in ristrette fasce di depositi alluvionali in senso stretto, mentre nella zone morfologicamente più elevate sono rappresentate da detriti costituiti in genere da prodotti di soliflussione e dilavamento e da coperture conseguenti all’alterazione della parte più superficiale dei litotipi.
Si tratta di terreni eterogenei sia dal punto di vista genetico che dal punto di vista strutturale, poco addensati e facilmente disgregabili, sono STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 38 molto permeabili per porosità; la loro stabilità varia in funzione delle caratteristiche morfologiche ma generalmente non offrono garanzie se non
in condizioni morfologiche particolarmente favorevoli; le
caratteristiche geomeccaniche sono per lo più scadenti. I prodotti di soliflussione e dilavamento, pur presentando caratteristiche simili ai detriti di frana, rappresentano dei depositi meglio organizzati, non legati ad estremi processi gravitativi, ma ai processi da essi stessi rappresentati. Sono infatti terreni a matrice da sabbiosa ad argillosa, con schegge e ciottoli, generati dai detriti mobilizzati dall'erosione fluviale ed eluviale delle pendici circostanti e poi depositati in compluvi o in aree a ridotta pendenza; sono depositi permeabili che localmente ricoprono le formazioni argillose o contengono essi stessi bande o lenti di argilla; facilmente sono sede di falda freatica. In alcuni casi tali depositi offrono garanzie di stabilità maggiori, in virtù del ridimensionamento dei processi legati alla loro genesi, sempre però in porzioni territoriali a bassa acclività. Nelle porzioni più depresse, in prossimità dei fondivalle dove un importante contributo alla loro genesi può essere stato quello di tipo alluvionale, si rinvengono prodotti alluvionali parzialmente fissati dalla vegetazione e/o artificialmente e prodotti di conoidi di deiezione I primi si evidenziano come materiali più organizzati granulometricamente, a giacitura tabulare. Sono presenti soprattutto dove le condizioni morfologiche (allargamento del letto del fiume o del corso d'acqua) ne ha consentito il deposito, durante episodi alluvionali parossistici, in corrispondenza di grandi anse dei corsi d'acqua, magari successivamente fissati dalla vegetazione. Sono rappresentati prevalentemente nel settore sud-occidentale, ciottolosi nei fondivalle stretti, più sabbiosi-limosi, con lenti e bande ciottolose e/o argillose nei fondivalle più larghi. Spesso hanno caratterisitche simili alle STUDIO DI GEOLOGIA Dr. Gianfranco L’ABBATE Via L. Sturzo, 17 FILADELFIA (VV) Tel. 0968/724681 - 339/2821295. E mail labbate.g@libero.it
Relazione geomorfologica STUDIO COMPONENTE GEOLOGICA P.S.C. Francavilla Angitola (VV) 39 unità precedenti, ossia sono depositi caotici con granulometria assortita che va dalla sabbia fine sino ai grossi blocchi gneissici trasportati dalle acque, che in tale porzione territoriale possiedono notevole capacità erosiva e di trasporto, in funzione dell'elevata pendenza media dei letti fluviali. Alcuni lembi giacciono in configurazione pianeggante e sono parzialmente preservati dalle acque. In quest'ultimo caso tali depositi offrono garanzie di stabilità maggiori. Essi rientrano nell'ambito dei materiali clastici incoerenti, dotati di buon valore dell'angolo di attrito interno, strettamente legato alla granulometria del deposito, e coesione nulla; in quest'ultimo caso pertanto, pur nell'ambito dei limiti propri del deposito, grazie alle favorevoli caratteristiche morfologiche superficiali esso può godere di una buona condizione geostatica. I secondi (prodotti di conoidi di deiezione) si riscontrano prevalentemente nel settore occidentale, allo sbocco di vallecole minori sulle aree alluvionali ed hanno caratteristiche granulometriche del tutto simili ai precedenti, tranne che una maggiore caoticizzazione dei sedimenti e pertanto un minor grado di organizzazione e di selezione del materiale trasportato.
Si rinvengono soltanto in una limitata porzione territoriale, all’estremo lembo occidentale, in corrispondenza della parte iniziale della piana litorale. Sono rappresentati dai tipici depositi di litorale, di natura prettamente sabbiosa, con
morfologia perfettamente tabulare, sufficientemente distanti dalla linea di costa (> 1 Km). Possiedono generalmente buone proprietà geomeccaniche.
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