Xxxv n° 4 8 Aprile 2012 € 1,00
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- Rino Spedicato retinopera salento
- Ermanna Salamanna Nella foto un momento dell’incontro inaugurale del laboratorio L’intervento dei relatori mesagne
- Er. Sa. mesagne
- Gruppo Volontariato Vincenziano volontariato vincenziano
- “Gioisca il cuore di chi cerca il Signore!” Inaugurato lo sportello della Banca del tempo È
Antonio Debonis mesagne Convegno pubblico organizzato dall’Azione Cattolica delle parrocchie cittadine Educare alla pace e alla legalità partendo dai giovani S i è concluso il 30 marzo il 1° Labo- ratorio di Progettazione Sociale “In Rete” sul tema Progettazione Socia- le: strumento di cambiamento e di coesio- ne sociale Il Laboratorio, promosso dall’Associazio- ne Retinopera Salento Onlus, ha ottenuto il patrocinio e la collaborazione del CSV Poiesis (Centro Servizi al Volontariato del- la Provincia di Brindisi). Gli otto incontri del percorso formativo si sono svolti presso la Scuola Media Sta- tale “A. Manzoni” di San Pancrazio Salen- tino. I relatori sono stati scelti in base alla loro competenza unita all’esperienza nel vo- lontariato organizzato e nel Terzo Setto- re. I loro nomi: Ugo Calò (Berretti Verdi); Filippo Melillo (ARCI Ragazzi); Gianni Stasi (Segno del Mediterraneo); Suor Ele- na Romano (Pasquaro Onlus); Gianluca Carbonara (Direttore CSV Poiesis); Irene Milone (Consorzio Nuvola); Carmen Di Coste (Resp. Gruppo Progettazione Socia- le - Consorzio Nuvola) Lo scopo di questo laboratorio è stato quello di offrire ai numerosi partecipanti strumenti di conoscenza in grado di af- frontare e superare le difficoltà della pro- gettazione sociale e della successiva ren- dicontazione. Infatti, gli incontri iniziali avevano mes- so in evidenza il fatto che i volontari e le associazioni hanno idee brillanti e spunti interessanti per attività sociali da svolgere nei diversi ambiti in cui operano utiliz- zando i bandi all’uopo destinati. I problemi, iniziano quando si ritrovano a dover scrivere un progetto e soprattutto a rendicontare quanto fatto. Ma il Laboratorio non è stato solo un approfondimento “tecnico” per orientar- si tra bandi e formulari, è stato essenzial- mente un percorso culturale e valoriale, durante il quale i volontari partecipanti in rappresentanza di diverse associazioni dei Comuni di San Pancrazio Salentino, San Donaci, Cellino, San Pietro, Torre, Erchie, Oria, Mesagne e Brindisi, hanno fatto una stimolante esperienza di cono- scenza umana e di progettazione in rete, scoprendo o riscoprendo che è possibi- le una modalità di intervento nel sociale partendo dal basso, dai valori e dalle com- petenze diffuse. I partecipanti al Laboratorio hanno avu- to l’opportunità di approfondire temi e modalità di intervento e con i gruppi di lavoro hanno fatto piccole esperienze di “progettazione in rete”. Al termine del Laboratorio si può affer- mare che fare progettazione sociale si- gnifica veramente promuovere lo svilup- po del volontariato e delle sue azioni in risposta ai bisogni delle comunità locali; significa sostenere il cambiamento delle nostre comunità potenziando e innovan- do le risposte di solidarietà; significa so- stenere l`aggregazione delle reti per favo- rire processi di infrastrutturazione sociale e cambiamenti culturali e sociali delle no- stre comunità aumentando la coesione sociale e la solidarietà. L’auspicio di Retinopera, che ha promos- so l’iniziativa, è quello che in questi tempi difficili, si possa favorire a tutti i livelli la collaborazione tra organismi di diversa natura, perchè, facendo tesoro dell’esor- tazione di Don Tonino Bello, occorre co- struire insieme la speranza, progettare insieme il futuro, gioire insieme per i ri- sultati conseguiti, sacrificarsi insieme ... “da soli non si cammina più”. Rino Spedicato retinopera salento Iniziativa a San Pancrazio Progettazione sociale in rete S i è svolto a Mesagne, il 28 genna- io scorso, nell’Auditorium del Ca- stello Normanno-Svevo, l’incontro “Cristiani e società civile: partecipazione e corresponsabilità”. L’iniziativa è nata da un progetto della Commissione per il Territorio che opera in seno alla Vicaria di Mesagne e che ha inteso attualizzare gli insegnamenti del Sinodo che invitano, nelle Propositiones sul laicato, a “promuovere una più con- sapevole opera educativa perché i Cri- stiani siano aiutati […]a formarsi criteri di giudizio radicati nella fede ed orientati al bene comune.” Don Pietro De Punzio, vicario fora- neo ha condotto l’incontro i cui relatori sono stati Giancarlo Canuto e Domenico Magrì,e i lavori coordinati da Lucio Sco- nosciuto. L’esigenza di un confronto con la so- cietà civile, con gli amministratori, con le associazioni di volontariato attive nel territorio, nasce dalla consapevolezza che i Cristiani devono vivere nel mondo da cittadini del Vangelo, non da spetta- tori esterni e passivi, ma da protagonisti corresponsabili. Troppo spesso, si è sottolineato, piut- tosto che testimoniare il Vangelo attiva- mente con scelte coraggiose ed aperte, i Cristiani si uniformano ad atteggiamen- ti di apatia, sfiducia e, ancor peggio, di omertà, avallando cosi cattive condotte sociali che fanno della disobbedienza e della violazione delle regole quasi una prassi giustificata dai più. Forte il richiamo alla realtà locale, la cui recrudescenza di atti di criminalità e violenza degli ultimi tempi, non può la- sciare indifferente alcun ambito sociale, siano esse le istituzioni, siano i tanti cit- tadini onesti, sia la Chiesa. Le comunità parrocchiali avvertono l’urgenza di interventi educativi rivolti ai piccoli, ai giovani ed alle famiglie, per- ché, unitamente a tutti i comparti socia- li, scuola, istituzioni, forze dell’ordine, si progettino e si attuino piani di lavoro che sradichino quei mali che deturpano la bellezza del territorio e ledono la mo- ralità ed il senso religioso del popolo cri- stiano.
Ermanna Salamanna Nella foto un momento dell’incontro inaugurale del laboratorio L’intervento dei relatori mesagne In vicaria
D ue eventi che sanno di “novità” nella Parrocchia Mater Domini a Mesagne nel mese di Marzo. Una “notte di preghiera” ha caratte- rizzato il cammino penitenziale della Quaresima, come fortemente voluto ed incoraggiato dal parroco, don Giuseppe Pendinelli. Se ogni giovedì sera è normalmente ca- ratterizzato dall’Adorazione Eucaristica, questa volta la comunità intera, giovani, famiglie, coppie, rappresentanti di as- sociazioni, operatori pastorali, si sono ritrovati nel cuore della notte per vivere una forte esperienza di comunità oran- te nel periodo Quaresimale, tempo forte dell’anno liturgico. Con un sistema di turnazione, la co- munità ha vegliato Gesù Eucarestia, sia con la preghiera corale sia ritagliandosi, all’occorrenza, spazi di silenzio e pre- ghiera intima. Qualcuno è riuscito a so- stare nel Santuario per l’intera notte e, va segnalato, tra questi alcuni giovani. Giovani che, nella comunità “Mater Domini”, stanno percorrendo un cam- mino di Azione Cattolica e che in questo periodo sono impegnati nel percorso formativo sul vivere la vita come “rispo- sta d’amore”. Su questo tema si è svolto un significa- tivo incontro di testimonianza sul discer- nimento nella vita di ognuno a ricercare la propria vocazione. “Ospiti” del gruppo giovani sono sta- ti Anna Rita Lamendola, consacrata nell’Ordo Virginum dal 2005 e presidente Diocesana dell’Apostolato della Preghie- ra; don Antonio Santacroce, Vicario Par- rocchiale nella Parrocchia SS. Marco e Caterina a Cellino San Marco e Assisten- te diocesano dell’ACR ed una coppia di sposi della parrocchia impegnati anche nella catechesi di Iniziazione Cristiana. In un’accogliente e serena atmosfera i giovani si sono confrontati con i “te- stimoni” con domande relative alla vita consacrata, alla vocazione sacerdota- le ed al matrimonio- sacramento come scelta di vita.
A Materdomini
9 Associazioni & Movimenti 9 8 aprile 2012 S i è svolto Domenica 18 marzo a Brin- disi, presso il teatro della Parrocchia S.Vito martire, il IV Convegno Dioce- sano del Rinnnovamento nello Spirito San- to, che ha avuto per tema: “Gioisca il cuore di chi cerca il Signore” (Sal 105,3b). Sono intervenuti S.E. l’Arcivescovo, Mons. Rocco Talucci, che ha tenuto il saluto d’apertu- ra, Luciana Leone, responsabile editoria- le nazionale delle “Edizioni RnS”, che ha relazionato su Eb 13,15, padre Giuseppe Cascardi, religioso passionista di Man- duria, che ha guidato il Roveto Ardente e presieduto l’Eucaristia, e i WakeUp Gospel Project, uno dei migliori gruppi italiani di musica gospel. È il 40° del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia! In questo tempo speciale di grazia si è collocato il conve- gno, che ha rappresentato un evento giubilare di fede e di comunione ecclesiale, un’occasione privilegiata per riaf- fermare una spiritualità carismatica sempre più autenti- camente vissuta e gioiosamente incarnata. La vera gioia, è stato ricordato nella presentazione, richiamando le parole di Benedetto XVI, è sentire Dio nella nostra vita, lascian- doci visitare e riempire dal mistero grande del suo amore, manifestato in Cristo Gesù: “La vera gioia non è un sempli- ce stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita. Chi ha incontrato veramente Cristo, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono mai to- gliere!” (Benedetto XVI, Angelus III Domenica di Avvento “Gaudete”, 11 dicembre 2011). In questa prospettiva, il tema della gioia spirituale si rifà alla missione specifica del Rinnovamento nello Spirito San- to, che è la missione costitutiva della Chiesa, quella di edu- care alla vita buona del Vangelo, promovendo un’autentica vita spirituale, cioè un’esistenza secondo lo Spirito. Parten- do dalla riscoperta della grazia del battesimo, che ci rende liberi dalla schiavitù del peccato e capaci di amare Dio e i fratelli con lo stesso amore di Cristo, possiamo camminare in una vita nuova, caratterizzata dal frutto dello Spirito, di cui la gioia è una delle manifestazioni. L’Arcivescovo, riprendendo l’invito alla gioia espresso dal salmista, ha descritto il valore ed il significato della gio- ia interiore, che diviene “una dimensione permanente in chi vive l’intimità con Dio, sapendo cogliere i segni del suo amore nella ferialità della propria esistenza e nell’abbando- no fiducioso alla sua volontà”. Ma c’è anche la prospettiva di Dio, la gioia indicibile del suo cuore, che si manifesta quan- do l’uomo, cercato in maniera appassionata e con premura instancabile, si lascia avvolgere dalla sua tenerezza e speri- menta la forza salvifica e liberante del suo amore. “Il Signo- re esulterà di gioia per te”, dice il profeta Sofonia, “ti rinno- verà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa” (Sof 3,17b-18a). Luciana Leone si è soffermata nel suo in- segnamento sulla preghiera di lode, “che più immediatamente riconosce che Dio è Dio e gli rende gloria perché Egli è” (CCC n. 2639), risultando per sua stessa natu- ra un sacrifico perfetto di gioia, in quanto completamente disinteressata ed esclusi- vamente concentrata su Dio. Dopo aver sottolineato la dimensione personale e comunitaria della preghiera, facendo riferimento a numerosi testi pa- tristici, ha posto l’attenzione su quella mis- sionaria e sociale: “La preghiera, vissuta nel cenacolo, prepara la missione ed abi- lita all’evangelizzazione del mondo attuale che, pur segnato profondamente dai processi di secolariz- zazione, ha più che mai fame e sete di amore e verità, risul- tando così capace di costruire una società nuova, fondata sulla cultura di Pentecoste”. Chi prega, costruisce la storia, non solo quella personale, ma anche quella dell’umanità intera, secondo il disegno di Dio!
Il convegno, in ogni sua parte, attraverso modalità diverse di lode, è stato fortemente caratterizzato dalla gioia, susci- tata ed alimentata dallo Spirito del Signore Gesù, che è di- venuta nel suo crescendo la gioia di un popolo che celebra il suo Nome, essendosi pienamente realizzata la promessa profetica rivelata nella preghiera comunitaria della sessio- ne mattutina: “Voi mi invocherete e ricorrerete a me ed io vi esaudirò; mi cercherete e mi troverete, perché mi cerche- rete con tutto il cuore. Mi lascerò trovare da voi!”(Ger 29, 12-14a).
Lode a te Signore, perchè forte è il tuo amore per noi e la tua fedeltà dura per sempre! Ferruccio Libardo A ria di festa, sabato 17 marzo, al Centro Sociale “S. Vincenzo”. Per alcune ore, dalle 10,00 alle 15,00, i vari ambienti del centro si sono animati in modo particolare per la compresenza di fratelli migranti, delle Fi- glie della Carità e dei Volontari Vincenziani. In sintonia con le celebrazioni in onore di Santa Luisa di Marillac (15 marzo), fondatrice della Congregazione delle Figlie della Carità, e a quasi un anno di distanza dall’at- tivazione del Centro, è stata programmata, all’insegna dell’amicizia e della fratellanza, questa giornata per condi- videre momenti di gioia e di allegria. Constatato che nel Centro si è realizzato, nel corso dei mesi, un processo di socializzazione e di amicizia tra ope- ratori e fruitori dei servizi, si è pensato bene di destinare una giornata ad un incontro collettivo per confrontarsi e per divertirsi. Alle 10,00 tutti i partecipanti si sono riuniti nel teatro dell’Istituto per presentarsi e per esprimersi sulla propria condizione e sui rapporti instaurati con il Centro Sociale. In apertura, la superiora, Suor Giovanna Fanuli, dopo aver ringraziato tutti i presenti per la loro partecipazione, ha illustrato le motivazioni dell’apertura del Centro, sot- tolineando che alla base della sua funzionalità devono ri- scontrarsi correttezza e rispetto reciproco. Poco dopo si è passati ad informarsi sui Paesi di provenienza degli ospi- ti e sulla loro esperienza in Italia. In riferimento ai Paesi rappresentati numerosi i giovani provenienti dall’Africa centrale (Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio, Mali). Altri, anche questi in buon numero, venuti dall’Europa orientale (Bulgaria, Romania) Presenti, tra gli altri, alcuni giovani del Corno d’Africa (Somalia, Eritrea), un giovane dello Sri Lanka, uno della Francia ed uno della Germania. Tutti i fratelli accolti hanno espresso parole di grande soddisfa- zione per i servizi loro riservati dal Centro Sociale: docce, guarda- roba, alfabetizzazione della lingua italiana. Gli stessi hanno evi- denziato l’affettuosa e familiare accoglienza che ricevono di volta in volta dalle suore e dai volontari. Vivo è risultato poi l’apprezza- mento per le attività teatrali attualmente in svolgimento. A seguire, alcuni giovani hanno rivolto, in varie lingue, un ringra- ziamento a Dio per tutto ciò che ci concede. Allo stesso modo, in diverse lingue, è stato declamato il tesato “Ho un sogno” di Martin Luther King. Si è passati ad ascoltare e ad eseguire musiche e canti italiani e stranieri. Verso le 12.30 la festa è stata allietata dalla presenza di Don Adria- no Miglietta, Parroco della Cattedrale, e, poco dopo, dalla visita di S.E. Mons Rocco Talucci. L’Arcivescovo, ribadendo il principio che si è tutti fratelli in quanto figli dello stesso Padre, ha espresso il suo compiacimento per l’iniziativa in corso. Più tardi tutti insieme ci si è recati nel refettorio dell’Istituto per partecipare, in letizia e in armonia, alla fase conviviale. Il pranzo si è svolto in un clima di gioia e di familiarità. Le varie portate sono state adeguatamente gustate. A riprova i tanti bis. Poi, tutti in giar- dino per un buon caffè. A conclusione della giornata, ci si è riuniti nuovamente nel teatro dell’Istituto per le risonanze dell’evento. Ai fratelli presenti è stato donato un sacchetto artigianale contenente alcuni capi di bian- cheria intima. L’incontro, caratterizzato da momenti di forti emozioni, ha avuto, senza dubbio, un senso profondo: “essere attenti gli uni agli altri”. E non è poco.
Presso il centro sociale “S.Vincenzo” di Brindisi Una giornata vissuta in amicizia e fraternità rinnovamento nello spirito Celebrato il 18 marzo il 4° Convegno diocesano “Gioisca il cuore di chi cerca il Signore!” Inaugurato lo sportello della Banca del tempo È stato inaugurato sabato 24 marzo, ad Ostuni, lo sportello della “Banca del tempo - Kairòs….. vivi il tem-po”. La sede della “Banca del tempo” ha sede presso i locali del Centro di Cultura “Do- nato Cirignola”, in corso Mazzini n. 18, nei pressi di Piazza della Libertà La manifestazione, organizzata dalla lo- cale sede della “Banca del tempo” e dal Comune, ha visto gli inter-venti del sin- daco di Ostuni, Domenico Tanzarella e del prof. Emanuele Pace dell’Università di Firenze. L’iniziativa della Banca del tempo è sca- turita dall’Associazione “Amici della Bi- blioteca diocesana pubblica - Raffaele Ferrigno” di Ostuni che ha portato gli aderenti a stipulare l’atto notarile di co- stituzione e il relativo regolamento L’associazione “Kairòs…..vivi il tempo” non ha scopo di lucro ed è un luogo dove sono privilegiate le rela-zioni umane, dove ogni persona può essere soggetto del dare e del ricevere, in un rapporto di reciprocità e di mutuo aiuto. Questo mira a far crescere la cultura della soli- darietà e le occasioni di incontro fra le persone e a farle uscire dall’isolamento.
Parrocchie & Associazioni 10 8 aprile 2012 eSPeRIeNZe Una giornata di fraternità della Parrocchia Cattedrale a Laureto di Fasano Noi e “la famiglia: il lavoro e la festa” L o scorso 18 marzo, IV domenica di Quaresima, numerose famiglie della Cattedrale di Brindisi (circa 220 per- sone, 59 famiglie) hanno raccolto l’invito del loro Parroco, don Adriano Miglietta, di voler trascorrere una giornata in fraternità pres- so la Casa del Sole a Laureto di Fasano, per riflettere, pregare e condividere le proprie esperienze sul tema “La Famiglia: il lavoro e la festa”. L’argomento è quello scelto da Papa Benedetto XVI in occasione del VII incontro mondiale delle famiglie, in programma a Mi- lano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi. In un clima di festa, accompagnatati da una bella giornata di primavera, assolata e ven- tilata, verso le ore 10,00 del mattino il folto gruppo era pressoché interamente giunto alla località indicata per l’incontro. I volon- tari del Gruppo Famiglie Giovani della Cat- tedrale si sono subito messi a servizio dei fratelli per organizzare quelli che sarebbero stati poi i gruppi di confronto sul tema og- getto di discussione, traendo spunto da una presentazione in power point e da un video che ritraeva l’esperienza di una giovane cop- pia arrivata a coronare il proprio sogno di genitorialità dopo una lunga attesa (i bambi- ni e i ragazzi invece, aiutati dagli accompa- gnatori, hanno seguito un percorso parallelo tra giochi e riflessioni). In una società globalizzata e sempre in con- tinua trasformazione quale equilibrio, quale conciliazione è possibile tra famiglia, lavoro e festa? Quali difficoltà comunicative e sociali si devono affrontare per fare della famiglia un luogo di crescita umana e cristiana? Quali scelte facciamo perché la famiglia sia spazio per crescere in sapienza e grazia di Dio? Quali sono i nuovi stili di vita per la famiglia di oggi tra lavoro e festa e come sono sentiti nella nostra famiglia la domenica e l’incon- tro con il Signore risorto? Quali valori impa- rano i nostri figli dal nostro modo di vivere? Come viviamo lo stile della domenica nella nostra famiglia? Sentiamo la domenica come un tempo con e per gli altri? Cosa impedisce di vivere la domenica come giorno del Si- gnore?
Naturalmente queste domande sono ser- vite quale spunto di riflessione. Da questa sono emerse alcune considerazioni tra cui l’estremo bisogno di una maggiore coeren- za nel comportamento degli adulti, quale esempio per i figli; il paradosso per cui alla precarietà del lavoro, da un lato, si contrap- pone la dilatazione del tempo dedicato allo stesso, costituendo di fatto proprio il lavoro un elemento disgregante nella vita della fa- miglia, perché le sottrae anche i pochi mo- menti di comunione e di serenità nell’arco di una settimana scandita dai vari impegni da rispettare; ben lontano, quindi, dalla fina- lità che la nostra Costituzione ha inteso at- tribuirgli quale strumento atto a garantire un’esistenza libera e dignitosa per l’uomo e per la propria famiglia. Il paradosso, più pre- cisamente, sta proprio nel fatto che mentre il lavoro non c’è, se si desidera creare e man- tenere una propria famiglia si è costretti a lavorare accettando tutto quel che viene, alle condizioni imposte dal mercato che spesso chiede di lavorare anche la domenica e nei giorni di festa. L’uomo viene così fagocitato dal lavoro e finisce col vivere in funzione di questo, perdendo il senso della propria cen- tralità. Se, da una parte, il tempo della festività, la domenica, per molte famiglie, è ancora con- siderato un momento della settimana in cui potersi riunire con i propri cari, andare a visi- tare quei parenti e amici che non si ha il tem- po di andare a trovare durante la settimana, o l’occasione per una gita con la famiglia, ed anche il momento in cui accogliere con gio- ia l’invito del Signore ad andarLo a trovare nella Sua Casa, nella messa domenicale per una ricarica spirituale; dall’altra, molte altre famiglie trascorrono, invece, la domenica separate perché debbono lavorare, o perché la festività è considerata solo come tempo da dedicare allo svago personale, all’evasione, quale fuga dallo stress quotidiano. In un tempo in cui i mezzi di comunicazio- ne, il computer, internet ed i social network danno un apparente senso di amicizia e di vicinanza collettiva, in realtà tendono ad isolare l’individuo all’interno delle proprie mura domestiche, e rendono spesso oltre- modo difficile, se non impossibile, per i pro- pri congiunti comprendere gli stati d’animo e le problematiche che il vivere quotidiano comporta, ciascuno in relazione alla propria fascia d’età. Il tema è senz’altro stimolante, vi sarebbe tanto da condividere, da confrontare, forse troppo considerato il poco tempo a disposi- zione. Malgrado ciò, e pur considerando che per la maggior parte delle persone che han- no aderito all’invito, non vi era stata occasio- ne di affrontare l’argomento in precedenza, il dibattito non è mancato in ciascuno dei quattro gruppi, tanti quanti erano quelli in cui sono state suddivise le famiglie. Un momento molto intenso e suggestivo è stato quello della celebrazione della San- ta Messa, all’aperto, nell’assolato piazzale antistante la Casa di accoglienza, con i tanti bambini ed i loro genitori raccolti in semi- cerchio intorno al Celebrante, uniti tutti dal comune intento di pregare per la Famiglia. E’ stata, quindi, la volta del pranzo, dove, tra un canto e l’altro, si è assistito ad una vera e propria gara di solidarietà e di condivisio- ne e con tanta buona volontà si è riusciti a garantire un pasto a ciascuno. Sempre in allegria si è trascorso il primo pomeriggio, animato da simpatici giochi di gruppo per le famiglie, che hanno visto coin- volti in prima persona proprio i genitori, e questo li ha resi sicuramente più divertenti, specie agli occhi dei rispettivi figli. Insomma, una domenica questa che in fon- do ci ha dato la possibilità di riflettere sulla necessità di riappropriarci del tempo della festa nella famiglia e per la famiglia. Una festa, questa, sicuramente da ripetere come occasione per la famiglia di stare insie- me e di stare insieme alle altre famiglie della Comunità.
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