Xxxv n° 4 8 Aprile 2012 € 1,00
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- Un fiore per non dimenticare E
- Daniela Negro 25 marzo
marcia della fede Centinaia i ragazzi presenti al tradizionale appuntamento della vigilia delle Palme Giovani cristiani, siate sempre lieti nel Signore La Chiesa S.M. del Casale gremita di giovani che si preparano alla Marcia con un momento di preghiera Vita Diocesana 4 8 aprile 2012 esequie La nuova edizione italiana presentata dal direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano Per umanizzare la morte e annunciare la speranza della risurrezione S alutiamo con grande favore la II edizio- ne italiana del Rito delle Esequie. La Conferenza Episcopale Italiana, dopo l’edizione del 1974 (fin’ora in uso) che traduceva l’editio typica del 1969, ha curato questa nuova edizione nella fedeltà al Con- cilio Ecumenico Vaticano II, ottemperando precisamente al dettato della Sacrosanctum
1 riguardante le norme per l’adat- tamento liturgico. Dopo la recognitio della Congregazione per il Culto Divino e la Disci- plina dei Sacramenti e la sua approvazione (23.VII.2010), essa è pubblicata come secon- da versione italiana dell’editio typica dell’Or- do Exsequiarum 2 ed è da considerarsi tipica per la lingua italiana. Pubblicata e diffusa in queste ultime settimane, è stata presentata ufficialmente a Roma il 2 marzo u.s.. Può es- sere da subito adoperata nelle nostre comu- nità e diventerà obbligatoria a partire dal 2 novembre 2012. Si attendeva da tempo, colma le esigenze di adattamento che via via si sono evidenziate nella prassi pastorale a partire dall’edizione del 1974, attesta ancora una volta la bontà degli
menico Vaticano II, apre più puntualmente all’intelligenza e al discernimento pastorale nella preparazione e nella cele- brazione delle esequie cristiane. Una celebrazione che deve essere, anch’essa, nelle variegate circostanze nelle quali oggi si vive l’evento della morte, vera evangelizzazione del nucleo vitale della fede cristiana: la risurrezione di Cristo. La nuova edizione del Rito delle Esequie giunge in un conte- sto culturale ed ecclesiale caratterizzato da significativi muta- menti 3 e porta in sé l’esperienza pastorale maturata nei qua- si quarant’anni dalla prima edizione. La Conferenza Episcopale Italiana porge alle nostre Chiese questa II edizione del Rito delle Esequie dicendo che essa: - “offre una più ampia e articolata proposta rituale a partire dal primo incontro con la famiglia, appresa la notizia della morte, fino alla tumulazione del feretro; - presenta una traduzione rinnovata dei testi di preghiera riportati nella editio typica, secondo le indicazioni dell’Istru- zione Liturgiam authenticam, delle letture bibliche e dei Salmi secondo la nuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana; - integra i testi delle monizioni e delle preghiere presenti nella prima edizione con nuove proposte, attente alle diver- se situazioni; - risponde con apposite indicazioni a nuove situazioni pa- storali, in particolare per quanto concerne la questione della cremazione dei corpi; - provvede a suggerire nuove melodie per alcune parti della celebrazione” 4 . Con questo adattamento, senza soluzione di continuità, la Chiesa continua ad attestare il valore dei tempi e dei luoghi della celebrazione in un contesto sociale particolarmente propenso a privatizzare l’esperienza del morire e a occultare i segni della sepoltura e del lutto 5 . D’altra parte, nel nostro mondo, registriamo altresì una sorta di spettacolarizzazione della morte ad opera dei mez- zi della comunicazione sociale che, quasi con spietatezza, ci racconta e ci mette sotto gli occhi quotidianamente morti violente per cause naturali o per patologie umane, per inci- denti provocati o per violenze subìte. Si è inoltre consapevoli della molteplicità delle situazioni nelle quali oggi si vive e si muore per via della mobilità diffusa o dell’isolamento degli anziani nelle case di cura e negli ospedali, del tentativo di esorcizzare la morte o di occultarla ai piccoli - si dice - perché anche i grandi se ne possano sottrarre. Contesti, condizioni e paure che i Vescovi Italiani giudicano situazioni sociali che rendono ancor più angosciosa l’esperienza della morte, ma che recano con sé anche una profonda domanda di prossimi- tà solidale e aprono a un’autentica ricerca di senso 6 . Di fronte a tutto ciò la Chiesa è più che mai sollecitata a pro- porre un cammino di fede, scandito a tappe mediante celebra- zioni comunitarie, per aiutare ad affrontare nella fede e nella speranza l’ora del distacco e a riscoprire il senso cristiano del vivere e del morire 7 . Viene, pertanto, ribadita l’esigenza della partecipazione della comunità cristiana, attraverso la presenza del sacerdote e il servizio di ministri che, con particolare sensibilità umana e spirituale e adeguata formazione liturgica, si pongono ac- canto a chi è stato colpito da un lutto per offrire il conforto della fede o la solidarietà fraterna 8 . E, quasi con disincanto, ancorata all’unica verità che at- traversa e rinnova la storia, la Chiesa fa sentire la sua umile voce con le parole e i gesti della ritualità esequiale, riaffer- mando che la liturgia cristiana dei funerali è celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore 9 . Così, anche attraverso l’adattamento liturgico del Rito delle Esequie le comunità cristiane si lasciano educare (plasmare) dalla risurrezione di Cristo non soltanto per la vita buona del Vangelo su questa terra, ma anche per divenire capaci, in ciascun discepolo, di morire in Cristo. E, d’altra parte, con la liturgia cristiana delle esequie, la Chiesa annuncia la dif-
che vengono coinvolti nella solidarietà umana del lutto e del dolore. A ben leggere, nelle integrazioni e nell’arricchimento che è stato apportato in questa II edizione italiana del Rito del- le Esequie c’è una spiccata attenzione all’uomo, alla persona che muore, a coloro che ne sono coinvolti nella parentela e nell’amicizia e, c’è insieme una vigile cura pastorale perché la comunità cristiana non smetta di annunciare la speranza della risurrezione. La nostra accoglienza a questo libro liturgico, non può dunque esaurirsi in una sbrigativa sbirciata alle novità. Esso deve sollecitare una nuova attenzione pastorale al momen- to più solenne della vita umana: la morte. Anche nel caso in cui la celebrazione esequiale si richiedesse prima o dopo la cremazione del corpo. Le esequie in caso di cremazione han- no i lori schemi nell’ appendice del libro, perché evidente- mente potrebbero riguardare o le grandi città o i casi di mor- te all’estero. E anche per sottolineare la preferenza da parte della Chiesa cattolica per la sepoltura dei corpi. Nella nostra regione Puglia e soprattutto nelle nostre Chiese fatte di pic- coli centri potrà essere davvero una remota possibilità. Per questi casi il libro liturgico offre diversi programmi rituali appunto nell’Appendice suddivisa in tre capitoli per altret- tante modalità celebrative spazio-temporali rispetto alla cre- mazione del corpo 10 . Esorto i reverendi confratelli parroci e tutti i ministri chia- mati a presiedere le celebrazioni esequiali a prestare atten- zione sia all’importante Presentazione della CEI alla nuova edizione del Rito delle Esequie, sia alle Precisazioni 11 degli
stessi Vescovi Italiani che nella I edizione risultavano poste in corsivo alla fine delle Premesse generali. In esse vi sono le direttive pastorali e le indi- cazioni che rimandano a situazioni pastorali particolari 12 . Nella Parte Prima del Rito delle Esequie, precisamente nel I capitolo, è da valorizzare la ricchezza pastorale proposta per la visita
13 con la particolare attenzione alla chiusura della bara 14 . Altrettante possi- bilità per una articolata presenza della comu- nità accanto alla famiglia colpita dal lutto. Viene inoltre data una migliore organicità alla conclusione della celebrazione esequia- le. Sia che tutta la celebrazione si concluda in chiesa, sia che l’ultima raccomandazione e il commiato si svolgano al cimitero, al termine della Celebrazione Eucaristica o della Litur- gia della Parola, colui che presiede imparti- sce la benedizione. Aggiungerà Benediciamo
quale compirà l’ultima raccomandazione e il commiato al cimitero 15 . Meritano attenzione gli adattamenti testuali (nelle possibi- lità celebrative e nei momenti particolari) e la varietà di testi per la preghiera e melodie per la celebrazione esequiale 16 . Notevole è inoltre il corredo artistico di questo Rituale con le illustrazioni generali e particolari della Porta della Preghiera di L. Scorzelli, benedetta da Papa Paolo VI il 29.VI.1972 per la Basilica Vaticana. Il linguaggio e la ritualità, adattati particolarmente alle nuove situazioni delle persone e della società nelle quali le nostre comunità devono annunciare la morte del Signore
che deve sempre manifestarsi quale culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù 17
don Antonio Valentino 1 CONCILIO VAT.II, Sacrosanctum Concilium, Costituzione sulla sacra liturgia (=SC), 37-39. 2 RITUALE ROMANO RIFORMATO A NORMA DEI DECRETI DEL CONCILIO VATICANO II E PROMULGATO DA PAPA PAOLO VI, Rito delle esequie, CEI, LEV 2011, p. 10. 3 Ibidem,CEI, Presentazione, 2, p. 12. 4 Ibidem, 3, p. 12. 5 Ibidem, 4, p. 13. 6 Ibidem, 2, p. 12. 7 Ibidem, 2, p. 12. 8 Ibidem, 5, pp. 13. 9 Ibidem, Premesse generali, 1, p. 17. 10 Ibidem, Appendice,165-191, pp. 203-237. 11 Ibidem, pp. 29.30. 12 Di rilievo è il n. 2 delle suddette Precisazioni che evidenzia non solo una opportunità ma, in alcune circostanze, una vera e propria urgenza ai nostri giorni: “Possono presentarsi situazioni pastorali nelle quali è opportuno, o addirittura doveroso, tralasciare la celebrazione della Messa e ordinare il rito rito esequiale in forma di Liturgia della Parola. La celebrazione eucaristica rimane esclusa il giovedì santo e in quei giorni che non la prevedono (venerdì e sabato santo)”, p. 29.
13 Ibidem, 26-29, pp. 35-43. 14 Ibidem, 42-46, pp. 59-62. 15 Ibidem, 86-87, p. 108. 16 Ibidem, Appendice, pp. 247-365. 17 SC, 10. Vita Diocesana 5 8 aprile 2012 Pubblicazione periodica Reg. Tribunale Brindisi n. 259 del 6/6/1978 Proprietario-Editore Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Direttore Responsabile: Angelo Sconosciuto Coordinatore di Redazione: Giovanni Morelli Hanno collaborato: Daniela Negro, Mario Gioia, Max Frigione Questo numero è stato chiuso in redazione alle ore 20 del 31 marzo 2012 Direzione: Piazza Duomo, 12 - Brindisi Tel. 340/2684464 - Fax 0831/524296
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Il 24° di episcopato con un pensiero alle coppie in difficoltà «La Chiesa diocesana vi è vicina» D omenica 25 marzo la Chiesa diocesana di Brindisi- Ostuni si è stretta con affetto intorno al suo Pastore, l’Arcivescovo Rocco Talucci, nel 24° anniversario del- la sua consacrazione episcopale. Era il 25 marzo del 1988, infatti, quando Mons. Talucci fu consacrato vescovo, nella Concattedrale di Venosa, dal card. Bernardin Gantin, all’epoca Prefetto della Congregazione dei Vescovi. Per ricordare tale importante anniversario, Mons. Talucci ha presieduto la celebrazione eucaristica nel Santuario “S. Maria Madre della Chiesa”, a Jaddico. Per questa occasione, l’Arcivescovo ha voluto rivolgere il suo pensiero e la sua attenzione, principalmente alle coppie che vivono “situazioni particolari”, alle quali lo stesso Mons. Talucci ha scritto una lettera (vedi Fermento n° 12/2011). Il senso di questa sua vicinanza, è stato espresso nel corso dell’omelia, durante la quale Mons. Arcivescovo, rivolgendo- si alle coppie in “situazioni particolari” ha detto: «Non spetta a noi eliminare le vostre difficoltà, ma sta a noi saper condi- videre con voi una fraternità grande». E poi, l’invito rivolto ai parroci e alle comunità cristiane: questa rinnovata attenzio- ne «vuole essere l’inizio, per le parrocchie, di un nuovo cam- mino, perché, se siamo pronti a stare vicino alle coppie che si preparano al matrimonio, o a coloro che presentano i loro bambini per i sacramenti dell’iniziazione cristiana, altrettan- to dobbiamo essere vicini a quelle coppie che si vengono a trovare nelle difficoltà, che a volte sono più grandi di loro». Ed ha spiegato che «se è facile individuare il povero a cui manca il pane quotidiano, o ricnonscere chi soffre perché manca la salute», occorre essere attenti alle sofferenze spesso segrete, che toccano il cuore dell’uomo. E che non appaiono all’esterno per timore del giudizio. «Se ci educhiamo a saper comprendere le ansie degli altri – ha esortato l’Arcivescovo -, non solo non giudicheremo, ma continueremo ad amare. C’è un altro modo per far vedere Gesù a chi lo chiede. Quando la folla lo seguiva e chiedeva da mangiare, Gesù disse agli Apo- stoli “Date voi stessi da mangiare”. Allo stesso modo, Gesù sembra dire a tutti i cristiani “fate vedere voi Dio”, voi che l’avete incontrato, lo vedete e lo sentite vicino». In questo modo, il cristiano saprà trasmetterete agli altri l’amore ricevuto da Dio e sarà capace di comprensione. Quella stessa comprensione che l’Arcivescovo chiede alle coppie in “situazioni particolari”. Quando si fanno discorsi sulla famiglia, infatti, non si può limitare il tutto al fatto di potere o meno ricevere la comunione eucaristica. «Occorre invece comprendere, che esiste una comunione con Dio fat- ta di preghiera e di speranza che fa sentire l’anelito di Dio, che vede le difficoltà. C’è una comunione di carità, sia quan- do la riceviamo sia quando la facciamo agli altri. C’è un’alle- anza anche con il mondo della povertà. C’è una comunione educativa che i genitori possono portare avanti per educare alla fede i propri figli perché sentano questa comunione con Dio in attesa di superare le difficoltà senza giudicare niente e nessuno». Richiamando la Settimana Santa ormai vicina, Mons. Ta- lucci ha affermato che «nella passione del Cristo c’è spazio anche per la nostra passione e nella sua resurrezione c’è spa- zio per la nostra speranza, per la nostra vita nuova nell’amo- re. Non possiamo non guardare alla Vergine Santa, un mo- dello di fedeltà, la donna obbediente alla Parola, colei che sul Calvario si è lasciata attirare dal Figlio suo crocifisso ma dopo tre giorni l’ha contemplato risorto. Nella sofferenza del Cristo la sua sofferenza, nella gioia del Cristo la sua gioia, la gioia di tutti noi». L’omelia si è conclusa con la promessa di un rinnovato im- pegno nelle parrocchie per essere fisicamente vicini alle fa- miglie che sono in difficoltà, in modo tale da poterle incon- trare, conoscersi, approfondire». Al termine della celebrazione alla quale hanno partecipa- to un gran numero di fedeli, Mons. Arcivescovo ha salutato i presenti e le famiglie nel salone del Santuario. Download 0.88 Mb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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