Consorzio Commerciale Naturale
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- Bu sahifa navigatsiya:
- CASA VACANZA ALBERGO
- Vetrina Interattiva 32" - 42" a Video Proiezione
- FIORIERA 1:10
- OROLOGI 1:20
- CESTINI PORTARIFIUTI 1:10
- STENDARDO 1:20
- DOCUMENTAZIONE ALLEGATA Arte a Collesano
- ITINERARIO STORICO NEL CENTRO URBANO
AGRITURISMI DENOMINAZIONE SEDE
TIPOLOGIA Arione di Sperandeo Giuseppa c.da Pozzetti Ricezione e somministrazione Franzò Giuseppe c.da Chiusilla Ricezione e somministrazione Pucci Donatella c.da Gargi di cenere Ricezione e somministrazione Invidita Sandra c.da S. Anastasia Ricezione, vendita prodotti agricoli, fattoria didattica Cangelosi Matteo c.da Tabarani Ricezione e
somministrazione Mandra Chiusilla di Franzò Giuseppe c.da Chiusilla Ricezione e somministrazione Ilardo Lorenzo c.da Favara Ricezione e somministrazione Pucci di Benischi Alvise c.da Gargi di Cenere Ricezione e somministrazione
DENOMINAZIONE SEDE
TIPOLOGIA L’Antico podere del nonno di Ortolano Fabrizia c.da Pozzetti
Casena Mongerrati di Messina Maria Concetta c.da Mangiatoria
DENOMINAZIONE SEDE
TIPOLOGIA Di Gaudio Antonio (Sealtur snc) c.da Drinzi Paropo di Federico Gianfranco c.da Favara
L’Agrumendo di Scortino D c.da Gennara
CASA VACANZA ALBERGO DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA Ecotenca srl c.da Bartuccelli
DENOMINAZIONE SEDE
TIPOLOGIA Invidiata Grazia c.da S. Anastasia
Lo Curto Antonino c.sa S. Agata Caseificio e macelleria rurale Dispenza Illuminato Via Palermo, 131
Azienda Cirrito c.da Gianbardaro
PRODUTTORI AGRICOLI DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA Russo Angela Via Isnello Miele Dispenza Gandolfo c.da Croce Prodotti ortofrutticoli Gulioso Matteo c.da Pozzetti Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic. Inzinna Salvatore c.da Ventisalme/pozzetti Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic Messina Pietro c.da Ventisalme Uova
Installazione a soffitto
Vetrina Interattiva 32" / 42"
Composta da: 1 x Videoproiettore 1 x Personal Computer 1 x Scheda acquisizione Video 1 x Telecamera Infrarosso 1 x Illuminatore Infrarosso (Opz.) 1 x Schermo retroproiezione 1 x Software gestione touch.
Vetrina interattiva da Retrovetrina
Installazione
Display Touch Screen da Retrovetrina CPU Dual Core T2130 RAM 1024 Mb, HDD 80 GB Lettore Combo, Scheda Wireless Dimensioni: 432 x 363 x 80 mm
3 DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001 MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI FIORIERA 1:10 TIPOLOGIA MODELLO SCALA
1° 2° A B ø 26 ø 28,5
C 5
2° ø 100
7 33 40 ø 41 Prospetto 2203.000 Sezione - Esploso Descrizione Fioriera formata da elementi in ghisa UNI EN 1561, il tutto corrispondente per forma, misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte integrante. La fioriera è composta come segue: 1°) da un piedistallo in ghisa alto cm 7, diametro inferiore cm 41, superiore cm 26, a forma tronco conica con il lato a forma di onda, dotato di un foro (B) (diam. cm 2,0) per il drenaggio dell'acqua e di tre fori (C) (diam. cm1,4) per il fissaggio al suolo con murature o tirafondi. Il piedistallo viene fissato alla vasca (2°) con tre viti (A) M10 in acciaio inox; 2°) da una vasca in ghisa con funzione di fiorera alta cm 33, a forma tronco conica (diametro superiore cm 100, inferiore cm 28,5) con il lato a forma di onda, dotata nella parte superiore di un anello (spessore cm 5). L'altezza totale della fioriera è di cm 40, il diametro cm 100. Il volume contenuto dalla vasca è di dm 3 115, ed il peso totale è circa Kg. 134. Protezione delle superfici in ghisa La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco; una mano applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico. 4 DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001 MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI OROLOGI 1:20 TIPOLOGIA MODELLO SCALA
2° F A B C D E B C A b c c b a 90 61,5
2° a 60 R 37 5,5
1° 46 F 16 12,8
16 12,8
Ø 1,2 71 77 2205.000 Esploso
Fianco Cassa orologio Esploso Prospetto Descrizione Orologio su mensola in fusione di ghisa UNI EN 1561 e alluminio UNI 4514, il tutto corrispondente per forma, misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte integrante. L'orologio è composto come segue: 1°) da una mensola sporgente cm. 46 alta cm. 60, con raggio di curvatura di cm. 37. La mensola è decorata da otto scanalature lungo il tronco curvo (spessore cm. 5,5) e da due cubi con pigna liscia; il cubo inferiore è decorato a sua volta con rosette, nella sua parte alta si delinea l'innesto per la cassa dell' orolo- gio; il cubo superiore è dotato di una piastra quadrata (lato cm. 16) opportunamente sagomata, tale piastra è munita di 4 fori Ø1,2 con interasse di cm. 12,8 per il fissaggio a muro. La mensola è ottenuta da un'unica fusione di ghisa. 2°) da una cassa orologio alta cm. 71, larga cm. 61,5, composta da i seguenti elementi: D - un telaio centrale in fusione di alluminio, fissato alla mensola con due viti M10 in acciaio inox (a); F - una corona in fusione di alluminio, decorata da dieci spicchi e fissata al telaio centrale; A- due cornici circolari esterne in fusione di alluminio, decorate da piccole borchie sulla circonferenza e fissate alla cassa ognuna con quattro viti M6 (b); B - due schermi protettivi in materiale plastico traspa- rente (PMMA); C - due quadranti segna tempo con numerazione in stile romano, realizzati in materiale plastico color bianco opalino (PMMA) completi ognuno di meccani- smo al quarzo, lancette segna ore e minuti e viti di fissaggio in ottone (c); E - una scatola in materiale plastico contenente il dispositivo elettronico che consente la ricezione e il sincronismo via radio con automatica variazione del- l'ora legale e solare. L'alimentazione avviene tramite speciali batterie al litio che ne garantiscono il funzio- namento per diversi anni. L'altezza totale dell'orologio è di cm. 90, la sporgenza massima è di cm. 77.
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fo- sfato di zinco; una mano applicata per immersione di primer sinteti- co a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico. La protezione delle superfici in alluminio è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: sabbiatura; una mano di primer epossidico bicomponente una mano a finire di smalto alchidico.
6 DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001 MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI CESTINI PORTARIFIUTI 1:10 TIPOLOGIA MODELLO SCALA
14 33 ø 15 ø 3,3 ø 6
ø 11,5 53,5
A 2° B C a b c d e 7,5 1° 2274.000 93 44 31 Descrizione Cestino portarifiuti in fusione di ghisa sferoidale UNI EN 1563, acciaio FE 360 UNI 7810 e lamiera di ferro zincata a caldo UNI EN ISO 1461, il tutto corrispondente per forma misure e modanature varie al disegno che del progetto fa parte integrante. Il cestino portarifiuti è composto come segue: 1°) da una struttura porta cesto, realizzata da una colonnina (A) in ghisa sferoidale, alta cm.33, con alla base una flangia (diam. cm. 15), un corpo centrale (diam. cm. 6), sormontato da una scozia e un toro (a) (diam. cm. 11,5), e una parte superiore formata da un cubo (b) ed un elemento decorativo a forma di pigna (c); un tubo (B) in acciaio (diam. cm. 3,3) piegato e fuso unitamente all'elemento A, completo di due boccole (d) per il fissaggio del cesto tramite due viti M8; due elementi (C) in fusione di ghisa, a forma di cubo (lato cm. 5), saldati al tubo B, sui lati interni vi sono due boccole (e) per il fissaggio al cesto tramite due viti M8; 2°) da un cesto realizzato in lamiera di ferro zincato, spessore 15/10, alto cm.53,5 diametro cm. 30; il fondo del cesto è dotato di fori per consentire all'acqua di defluire. L'altezza del cestino è di cm. 93, la larghezza massima di cm.44, la muratura (fusa unitamente all'elemento A) è alta cm.14. Il volume di rifiuti che può essere contenuto è di litri 37.
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fo- sfato di zinco; una mano applicata per immersione di primer sinteti- co a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico. La protezione delle superfici in lamiera zincata è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: una mano di primer epossidico bicomponente; una mano a finire di smalto alchidico. FIANCO PROSPETTO ESPLOSO 7 DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001 MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI STENDARDO 1:20 TIPOLOGIA MODELLO SCALA
85,5 ø 3,3
109 79 85,5 ø 3,3 8 M8 ø 4,8 M6 13 275 225
50 1° 1° 2° 2° 3° 3° 4° 4° 5° 5° 6° A ø 7 ø 14 B C D E
b F F 14 230
105 101
71 91
Prospetto Esploso
Descrizione Stendardo formato da elementi in ghisa UNI EN 1561 e acciaio FE 510 UNI 7810, il tutto corrispondente per forma, misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte integrante. Lo stendardo è composto come segue: 1°) da due elementi di base in ghisa alti cm 13, a forma tronco conica (diam. inferiore cm 14, superiore cm 7), decorati nella parte centrale e superiore da venti piccole scana- lature (A). Ogni elemento viene fissato al tubo portante 4° tramite un grano M6; 2°) da due elementi intermedi in ghisa alti cm 8, con funzione di raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo inferiore 5°. Gli elementi sono a forma di cubo, decorati sulle facce anteriore e posteriore da rosette (B) e sulla faccia esterna da una piccola sfera; 3°) da due elementi terminali in ghisa alti cm 14, con funzione di raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo superiore 5°. Gli elementi sono per la parte inferiore a forma di cubo, decorati sulle facce anteriore e posteriore da rosette (C) e sulla faccia esterna da una piccola sfera. La parte superiore degli elementi è composta da una sfera con- tenuta da otto spicchi (D); 4°) da due tubi portanti alti cm 275 (diam. cm 4,8) in acciaio zincato a caldo UNI EN ISO 1461, di cui cm 50 andranno cementati nei plinti di fondazione (F). Ogni tubo è predi- sposto di due attacchi per il sostegno del pannello pubblicitario; 5°) da due tubi in acciaio zincato a caldo UNI EN ISO 1461 lunghi cm 85,5 (diam. cm 3,3). Ogni tubo è predisposto di due attacchi per il fissaggio del pannello pubblicitario; 6°) da un pannello pubblicitario composto da: un telaio esterno (E) alto cm 109, lungo cm 79, realiz zato con profilato angolare (mm 40 x 20 x 5) di acciaio zincato a caldo UNI EN ISO 1461, dotato di attacchi per il fissaggio ai tubi di sostegno 4° e 5°; un telaio interno alto cm 107,5, lungo cm 77,5, realizza to in profilato piatto (mm 30 x 5) di acciaio zincato a caldo; da un pannello in lamiera zincata (spess. 2 mm), alto cm 106, lungo cm 76, fissato con 14 viti M6 in acciaio inox fra i due telai in acciaio. Il pannello pubblicitario viene fissato ai sostegni con 8 viti M8 in acciaio inox (a). Lo spazio pubblicitario utile è: altezza cm 101, lunghezza cm 71.
L'altezza totale dello stendardo è di cm 230, la lunghezza cm 105 e l'interasse fra i sostegni cm 91. Protezione delle superfici in ghisa e acciaio zincato La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraver- so le seguenti fasi: sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco; una mano applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico. La protezione delle superfici in acciaio zincato è da ottenersi attraverso le seguenti fasi: una mano di primer epossidico bicomponente; una mano a finire di smalto alchidico. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA Arte a Collesano La cittadina di Collesano rappresenta, sicuramente per ogni visitatore, il posto ideale per chi vuole vivere la natura,
per un
relax tranquillo e rilassante, addentrarsi nel fascino delle testimonianze culturali, monumentali, artistiche, religiose e sportive e, scoprire il gusto dei prodotti tipici e gastronomici locali. Inoltre, vivere le intense emozioni delle feste religiose, delle manifestazioni tradizionali e di svago. Il territorio di Collesano, porta naturale del Parco delle Madonie, unisce quindi, l’incanto dei suoi luoghi, del paesaggio naturale, con il fascino della sua ricchezza storica, artistica, monumentale, scultorea e pittorica. Il territorio di Collesano concede momenti di vera suggestione e fa rivivere in ogni punto uno scampolo del nostro passato e della nostra storia. Altro elemento distintivo sono i suoi abitanti, cordiali, premurosi con gli ospiti.
ITINERARIO STORICO NEL CENTRO URBANO La prima consistenza urbana del paese si ebbe in epoca normanna e si sviluppo attorno al Castello con l’antico quartiere “Bavarino”. In questo quartiere sono ubicati: il Castello, purtroppo oggi rimangono poche tracce dell’impianto originario e la Chiesa S. Maria La Vecchia titolata inizialmente a S. Nicolò di Bari, primo Santo Patrono di Collesano dopo la conquista Normanna. Collesano durante il ‘400 vive un periodo di espansione economica ed urbanistica. Nel 1451 i Francescani Conventuali si trasferirono nel nuovo convento con annessa la chiesa crollata definitivamente nel secolo scorso. Nello stesso periodo si costruisce la Chiesa di S. Giacomo, con la sua Piazza Grande e alla fine del secolo iniziarono i lavori della nuova Chiesa Madre: la Basilica minore di S. Pietro. Il Monastero benedettino di S. Caterina fondato col contributo di Giovanni De Jorno, fu costruito all’inizio del ‘500 ma, purtroppo nel 1976 crollò la chiesa di S. Caterina, mentre il complesso monastico è stato riadattato a Scuola Elementare (Via Tommaso Villa). Intorno alla metà del ‘500 fu costruito il Convento di San Domenico (oggi il palazzo è sede municipale) e alla fine del ‘600 lo sviluppo urbanistico collesanese è tracciata: il Castello e le adiacenze del convento di S. Domenico. Con la costruzione del convento e la chiesa di S. Maria di Gesù, 1612, in zona periferia, secondo la tradizione Francescana, si delimita definitivamente l’impianto urbanistico. Su via Roma emerge il Municipio, ex Convento Domenicano, costruito col sostegno della Contessa Susanna Gonzaga, moglie di Pietro Cardona, all’interno è significativa la visita
alla “Sala dei Sindaci” con un tavolo in legno intarsiato dedicato alle Vittime della mafia, di recente ristruttirazione. La stessa struttura al primo piano, adiacente al Municipio, con ingresso dalla parte destra, ospita da qualche anno il “Museo Targa Florio” che raccoglie immagini, foto inedite, documenti e cimeli della più antica gara del mondo, su strada, che tanto onore ha dato a Collesano e alla Sicilia. Attiguo al palazzo municipale la Chiesa dell’Annunziata Nuova o del Rosario. La chiesa a pianta centrale con una sola navata con 8 cappelle laterali e un tiburio di forma esagonale. All’interno è conservato, all’entrata, la tomba monumentale marmorea del Conte Antonio Ventimiglia, della moglie Alvira Moncada e della figlia Costanza datate 1460 e nella parte inferiore, la tomba del Conte Pietro Cardona. Fra le altre opere d’arte in essa custodite di pregevole interesse è il quadro della “Madonna del Rosario” del primo ’600, attribuibile allo Zoppo di Gangi e la tela di buona fattura della “Circoncisione” (1634) del pittore locale Giovanni Giacomo
Lo Varchi
(1606 - 1683). la Fontana Quattro Cannoli costruita sul finire del 1876 dall’Ing. Diliberto D’Anna, sull’omonima piazza, di forma circolare con 4 cannelle, nella parte centrale un basamento a tronco di cono è rialzato da un putto metallico poggiante su un grosso pesce nell’atto di suonare un corno. La Basilica di S. Pietro, o chiesa Madre, per il suo patrimonio artistico- storico è sicuramente una delle più importanti chiese delle Madonie, e seconda, per dimensione, solo a quella di Cefalù. La pianta della chiesa è a 3 navate, ampia la navata centrale e minori le due laterali, sorrette da 14 colonne di base poligonale. Rappresenta un segno architettonico caratteristico del paese la bellissima scalinata su P.zza Duomo. L’ingresso originario era quello laterale destro sormontato da un portale gotico–catalano prospiciente su P.zza Plebiscito (u chianu da misericordia), nella quale insiste, fissata alla navata laterale della chiesa, la Torre di Guardia sicuramente del periodo normanno, come testimonia l’elegante bifora dallo stile duecentesco. La torre che ha subito diversi interventi, venne utilizzata come torre campanaria fino al 1912. La costruzione della chiesa ebbe inizio alla fine del ’400, e venne completata solo nel 1548. Le tre navate sono coperte da un tetto ligneo a capriate, decorato. Nel 1652 venne rifatto il prospetto della chiesa che rimarrà fino ai primi anni del ‘900. I cambiamenti effettivi avvenuti nella facciata sono la presenza delle due nuove torri campanarie che superano una per lato il prospetto. Nel 1985 nelle due piccole nicchie della parete del primo ordine, vengono poste due statue in bronzo che raffigurano i Santi Basiliani nativi di Collesano: Saba e Macario, vissuti intorno all’anno 1000. Del primo periodo permangono la statua della Madonna della Presentazione al tempio (1546) nella nicchia a sinistra e la tribuna marmorea della Cappella del Sacramento. Un bassorilievo raffigurante i dodici Apostoli forse di scuola gaginiana, ai lati del Tabernacolo e un’Acquasantiera datata inizio ’500. Attaccato alla navata centrale, sospeso a mezz'aria, il complesso ligneo intagliato del Crocifisso della Provvidenza, un esemplare unico in Sicilia per la sua laboriosità e ricchezza di rilievo, realizzato da G. Di Marzo e Vincenzo Pernaci, maestri intagliatori e da Sillaro per la parte pitturata. Mostra un motivo a candeliere con bracci reggi-dolenti in cui poggiano le sculture della Madonna e di S. Giovanni, centralmente il Crocifisso inserito in una croce dai capicroce gigliati. È dipinta la figura del Risorto sull'avello scoperchiato e nei bracci e nei capicroce sono tracciate le figure dei profeti Geremia, Isaia e David e dei Padri della Chiesa Gregorio Magno, Agostino, e Ambrogio. Nella parte finale si riscontra la data 1555 e la firma del pittore. Inoltre, troviamo le statue lignee di S. Giovanni Battista e di S. Rocco. Accanto all’ingresso è situata una Portantina settecentesca. Il Fonte Battesimale marmoreo, situato a destra entrando, è datato 1651 da Antonino Ardizzone. Spicca per la sua particolare forma il Porta Ostensorio Quaresimale del XIX sec. , opera di notevole pregio è il Ciborio Marmoreo nella navata destra attribuito a Domenico Gagini. Accanto al Ciborio realizzato dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei il Paliotto dell’altare maggiore. l’Organo di Antonino La Valle, di eccellente fattura è realizzato nel seicento, la parte frontale decorata con 13 pannelli ad opera del pittore Geronimo Lombardo. Fa mostra sul presbiterio il Coro ligneo, composto da 40 stalli ed attribuito a Jacopo Mangio e alle maestranze locali, alla fine del ‘500. Due imponenti statue, attribuite a Giuseppe Li Volsi, raffiguranti gli Apostoli Pietro e Paolo, sono ubicate nei basamenti dell’arco trionfale. Mentre sono state pitturate da Vazzano (lo Zoppo di Gangi) i grandi affreschi che riportano le storie dei Santi Pietro e Paolo presenti nel cappellone e di alcune storie della vita di Cristo riprodotte nella volta. Nella navata di sinistra troviamo la Cappella oggi dedicata alla Madonna dei Miracoli. La costruzione ha avuto inizio nel 1632 e, poi, è stata decorata con affreschi e stucchi dal collesanese Giuseppe G. Lo Varchi. Questa cappella contiene, anche, una cassa di legno con pennellate oro in cui sono custodite le reliquie dei SS. Martiri: Marco, Giacinto e Balilla, traslate intorno al 1660. Nel 1846 venne trasferita la tela dell’Annunciazione, nota come il Quadro della Madonna dei Miracoli patrona e avvocata del paese. Nel ‘600 vennero aperte dieci Cappelle lungo le due navate laterali, murate nel secondo dopoguerra per motivi di stabilità dell’edificio. L’ex Chiesa di S. Giacomo, (patrono di Collesano fino al 1641) oggi è adibita a manifestazioni culturali e religiose dopo il completamento del restauro. La struttura la cui costruzione risale intorno al 1470 realizzata con il sostegno dei Cardona, conti di Collesano, subì il crollo della navata sinistra. A questo complesso è fissata in un piano sottostante la fontana dei “Due Cannoli” ricostruita nel 1876 con progetto dell’Ing. Diliberto D’Anna. La Chiesa dei SS Sebastiano e Fabiano, chiamata del Collegio (delle figlie della Croce) è la più antica chiesa costruita fuori le mura del quartiere Bavarino, si presenta con una sola navata con quattro cappelle laterali dedicate al Crocifisso, a S. Sebastiano, a S. Michele Arcangelo e alla Madonna col Bambino tra S. Giovanni della Croce e S. Teresa d’Avila. Nella parte absidale, è collocata una grande tela datata 1688 che riproduce nella parte alta, la Sacra Famiglia e in basso (come era nel ‘600) l’abitato di Collesano (prima del terribile terremoto del 1693). Inoltre, al suo interno, accoglie la vara del “Cristo nell’Urna” che viene portata in processione durante il Venerdì Santo. Risale al periodo normanno (1140) la Chiesa di S. Maria la Vecchia, essa, ha un impianto a tre navate, inizialmente titolata a S. Pietro, successivamente dal ‘300 dedicata a Maria Assunta. La facciata della Chiesa è caratterizzata dall’originale arco acuto di età normanna e dalla torre è caratterizzata dalla policroma guglia maiolicata a testimonianza della
tradizione dell’arte ceramica collesanese. I circa 4000 mattoni policromi sono disposti uno sopra l’altro, con un particolare sistema ad incastro e sono stati ideati e prodotti proprio dalle fornaci locali nel ‘600 e provenienti dalla chiesa di S. Giovanni Battista, crollata intorno al 1932. Intorno al ‘600, sono state apportate trasformazioni del presbiterio, con una presenza di affreschi e decorazioni di stucchi rappresentanti la storia della Vergine Assunta, a cura di Giovanni Lo Varchi. All’interno sono presenti la scultura lignea policroma della Vergine Assunta realizzata nel XVI sec. di interessante lavorazione e una splendida statua in marmo della Madonna col bambino attribuita al Gagini (1516). La cappella di destra è dedicata a S. Lucia martire (protettrice degli occhi). Ogni 13 dicembre e per tradizione al termine della Santa Messa vengono offerti “gli occhialeddi”, biscotti a forma di occhiali e preparata la cuccia. La cappella di sinistra è dedicata al Crocifisso. In prossimità della Chiesa, una piccola via conduce tra i ruderi del Castello, di origine normanna, che nel periodo di splendore, ebbe diversi proprietari: Nel 1194 i normanni, lo cedettero al vescovato di Palermo per poi passare ai Cicala, ai Ventimiglia, ai Cardona, gli Aragona e ai Moncada. Sotto il dominio di quest’ultima famiglia, il castello ebbe un periodo di grande splendore culturale e teatrale per le rappresentazioni, spesso a carattere religioso, messe in scena dall’Accademia degli Offuscati. Purtroppo a causa del terremoto dell’11 gennaio 1693 viene reso inutilizzabile. Oggi rimangono solo qualche brandello delle mura perimetrali e poche tracce dell’impianto urbanistico. Dalla Piazza Rosario Gallo (dedicata allo storico collesanese) attraversando Via Collegio, arriviamo “u stazzuni” antico quartiere di S. Francesco che, nel ‘600 era sede di numerose officine di ceramisti; apprezzate la fattura e le decorazioni dei manufatti in tutta la Sicilia. Sono in fase di restauro le antiche fornaci, e in ristrutturazione le strutture che ospiteranno il Museo della Ceramica. Nella parte opposta del paese, la Chiesa di S. Maria di Gesù con annesso il Convento dei Frati Minori Osservanti Riformati. Fu fatta costruire nel 1611 da Maria Aragona e moglie di Francesco Moncada Conte di Collesano con l’annesso Convento. Aveva in tutto 32 stanze e un chiostro circondato da 12 colonne di pietra, nei capitelli delle colonne sono scolpiti gli stemmi dei devoti, che parteciparono alle spese. Dopo il 1866, anche il convento dei Frati Minori venne chiuso e l’edificio passò prima al demanio dello Stato e poi al Comune che lo adibì prima a caserma, poi a carcere ed oggi a biblioteca. Recentemente il chiostro è stato restaurato e viene usato per mostre ed eventi culturali. Il prospetto della chiesa e la pavimentazione sono stati rifatti nel 1950. L’interno della chiesa è ad una sola navata, e presenta 6 altari laterali. Fra le opere d’arte in essa custodite il Quadro della Porziuncola, la tela è datata 1625 di Gaspare Buzzata. L’altare maggiore scolpito in legno e con intarsi in madreperla custodisce un artistico Tabernacolo. Il Crocifisso, opera scultorea lignea, è ubicata nella cappella in fondo a sinistra dell’unica navata della Chiesa di S. Maria di Gesù (con annesso complesso conventuale dei Frati Minori Osservanti Riformati). Il Crocifisso, vera e propria opera d’arte è stata scolpita e pitturata nel 1635 da Fra’ Umile da Petralia (1600-1639), il cui vero nome è Giovanni Francesco Pintorno. L’opera a tutto tondo presenta una singolarità: il volto del Cristo a seconda da dove viene osservato (con particolare interesse), presenta tre espressioni differenti: agonizzante da sinistra, sorridente al centro e morto a destra. Il SS. Crocifisso è anche compatrono locale sin dal 1635. I festeggiamenti del SS. Crocifisso si svolgono nei giorni 13 e 14 settembre. La manifestazione religiosa viene curata dal Comitato omonimo con la direzione del rettore della Chiesa di S. Maria di Gesù e con il patrocinio del comune di Collesano. Dal lato opposto vi è l’altare della Madonna della Visitazione con l’immagine marmorea della vergine scolpita dal palermitano Carlo Aprile. I Domenicani si stabilirono a Collesano, attorno alla metà del ‘400 e presero possesso della chiesa dell’Annunziata Vecchia, ubicata in prossimità del cimitero. Nel corso dei secoli, questa struttura, fu curata da tre ordini religiosi (Domenicani, Carmelitani e Cappuccini). Oggi versa in uno stato rovinoso ed è priva di arredi sacri, anche se la Chiesa possedeva un ricco patrimonio di opere d’arte che, dopo la sua chiusura al culto, è stato trasportato in altre chiese di Collesano, anche il famoso quadro di Maria SS.ma dei Miracoli ritoccato dal collesanese G. G. Lo Varco nel 1643. Dell’Annunziata Vecchia, si ricorda per una serie di eventi che la tradizione locale identifica come i miracoli di Maria Santissima, (poi patrona di Collesano), a partire dal 27 aprile 1571. L’8 Settembre 1641 fu solennemente confermata e proclamata dai Giurati, dal Clero e dal popolo MARIA SS. DEI MIRACOLI celeste PATRONA di Collesano né è testimonianza un atto pubblico del notaio Pietro Tortoreti del 29 Giugno 1643. La tela dell’effigie miracolosa, nel 1926, fu definitivamente trasferita dalla chiesa dei Cappuccini o Madonna dei Miracoli, alla Chiesa Madre. Suggeriamo anche, una visita all’antica Abbazia di Pedale, una delle più antiche abbazie della Sicilia, fondata nel 1130 dai monaci basiliani, ai quali subentrarono i Benedettini tra il 1310-1347. Il complesso monastico, oggi ridotto in abbandono, ha una pianta quadrangolare con corte interna. La cappella presenta un portale ad arco acuto e all’interno, unico elemento rilevante un ciborio in pietra con lo stemma dei Cardona.
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