Piano regolatore generale norme tecniche di attuazione


Capitolo 20   L'intervento ecologico-ambientale..............................................................................................................60


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Capitolo 20   L'intervento ecologico-ambientale..............................................................................................................60

 

 



Articolo 98        Unità di intervento ecologico – ambientale (U.e.a.) ...................................................................................60

 

Articolo 99        Strumenti di attuazione del Piano di tutela e riqualificazione dell'ambiente e del paesaggio periurbani ...60



 

Articolo 100      Criteri per il corretto inserimento ambientale degli edifici.........................................................................61

 

Articolo 101      Criteri di edificazione a ridotto impatto ambientale ...................................................................................61



 

 

 

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Capitolo 21   Norme finali ..................................................................................................................................................63

 

 



Articolo 102      Modalità di presentazione dei progetti .......................................................................................................63

 

Articolo 103      Rispetto e decoro dell' ambiente urbano e del paesaggio ...........................................................................63



 

Articolo 104      Deroghe ......................................................................................................................................................63

 

 

 



 

 

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TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI 

 

 



 

Capitolo 1   Oggetto ed elaborati del Piano 

 

 



Articolo 1  –  Oggetto del Piano 

 

1. Il Piano Regolatore Generale del Comune di Cesano Boscone (di seguito, Piano) disciplina le 



attività di trasformazione fisica e funzionale, di rilevanza urbanistica ed edilizia  del territorio 

comunale; determina le relazioni territoriali con i comuni confinanti; regola le condizioni 

urbanistiche per lo sviluppo delle attività commerciali

 

 

Articolo 2 – Valenza paesistica del Piano 

 

1. Il Piano individua e disciplina, in scala di maggior dettaglio, gli elementi e disposizioni per la 

tutela del paesaggio e dell'ambiente del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ( di 

seguito, PTPC) e del Piano Territoriale di Coordinamento ( di seguito, PTC ) del Parco Regione 

Agricolo Sud Milano ( di seguito, Parco Sud ), riferiti al territorio del Comune; individua e 

disciplina ulteriori elementi di valenza ambientale, in coerenza con gli indirizzi del PTPR. 

Il Piano è pertanto preordinato alla richiesta di riconoscimento di atti a valenza di       maggiore 

definizione paesistica, ai sensi dell'art. 6 delle Norme del Piano Territoriale Paesistico Regionale 

(di seguito PTPR). 

 

2. Sono preordinate ad assumere specifica valenza paesistica le Norme che riguardano il Sistema 



ambientale di cui al Titolo VI delle presenti Norme.      

 

3.Le aree e gli elementi individuati nella tavola p2 "Piano di tutela e riqualificazione dell'ambiente 



e del paesaggio periurbani", sono considerati siti sensibili ai fini della tutela del paesaggio, ai sensi 

degli articoli 24 e 26 delle Norme del PTPR; i progetti di trasformazione relativi a tali siti sono 

soggetti a giudizio di impatto paesistico ai sensi degli articoli 29 e 30 delle Norme del PTPR. 

 

Articolo 3  –  Elaborati del Piano 

 

1. Il Piano Regolatore Generale è costituito dagli elaborati e dalle tavole qui elencati.  



 

2. Elaborati prescrittivi 

Norme Tecniche di Attuazione (di seguito Norme) 

Tavole di progetto: 

•  Tavola p1  :    Schema strutturale   

 

 

 



 

scala  1 : 5.000 

•  Tavola p2  :    Piano di tutela e riqualificazione dell'ambiente 

e del paesaggio periurbani   

 

 

 



scala  1 : 5.000 

•  Tavola p3  :    Azzonamento   

 

 

 



 

 

scala  1 : 5.000 



•  Tavola p3a

  

:   Azzonamento, quadrante 1   



 

 

 



scala  1 : 2.000 

•  Tavola p3b

  

:   Azzonamento, quadrante 2   



 

 

 



scala  1 : 2.000 

•  Tavola p4  :    Zone territoriali omogenee ex d.l. 1444/68   

 

scala  1 : 5.000 



 

 

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•  Tavola p5  :    Modalità di intervento 

 

 

 



 

scala  1 : 1.000 

 

3. Elaborati indicativi 



Schemi progettuali degli Ambiti di progettazione urbanistica unitaria  

Schede progettuali delle Unità d'intervento ecologico-ambientale (U.e.a.) e dei Siti di  

riqualificazione ambientale e paesistica  

 

4. Elaborati gestionali 



Piano dei servizi (PdS): 

•  Relazione e criteri di attuazione 

•  Schede  

•  Tavola 

pds 

        scala 



 



5.000 

 

5. Elaborati analitico - descrittivi 



Relazione generale 

Estratti della pianificazione sovracomunale 

Tavole delle analisi e dello stato di fatto: 

•  Tavola a1 : Inquadramento territoriale e sintesi delle previsioni  

 urbanistiche dei comuni confinanti: 

 

 



 

scala  1 : 10.000 

•  Tavola a2 : Prescrizioni ambientali della pianificazione sovracomunale  

 e vincoli di legge  

 

 

 



 

 

scala  1 : 5.000 



•  Tavola a3 : Stato di fatto - destinazione d'uso prevalente degli edifici 

scala  1 : 5.000 

•  Tavola a4 : Stato di fatto - altezze degli edifici 

 

 



 

scala  1 : 5.000 

•  Tavola a5 : Stato di fatto - Fognatura ed elettrodotti 

 

 



scala  1 : 5.000 

 

La tavola a2 rileva lo stato delle disposizioni e dei vincoli che derivano dalla pianificazione 

sovracomunale e pertanto ha valore prescrittivo. 

 

Articolo 4  –  Caratteri ed efficacia degli elaborati 

 

1. La disciplina di Piano è definita dall'insieme delle disposizioni normative di natura 



regolamentare e dagli elaborati grafici  contenuti negli elaborati prescrittivi di cui al precedente 

articolo 3. 

 

2. In caso di contrasto tra prescrizione normativa ed elaborato grafico, prevalgono le indicazioni 



delle NTA; in caso di non perfetta corrispondenza tra elaborati grafici prevale quello a scala di 

maggior dettaglio. 

 

3. Gli elaborati indicativi descrivono in forma grafica e descrittiva gli obiettivi progettuali la cui 



definizione puntuale è demandata ai Piani e ai progetti attuativi.  

 

4. Gli elaborati gestionali hanno valore programmatico ed attuativo e come tali sono soggetti a 



periodici aggiornamenti. 

 

5. Gli elaborati analitico–descrittivi costituiscono la base motivazionale delle scelte di Piano. 



 

 


 

 

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Capitolo 2   Parametri e classificazioni 

 

 

Articolo 5  –  Parametri  



 

1. S



=  

Superficie  d’Ambito (mq) 

Corrisponde alla superficie dell’Ambito di progettazione urbanistica unitaria e comprende la 

superficie territoriale e le altre superfici, destinate ad interventi di viabilità primaria e relative 

fasce di rispetto, ecc.; la S



a  

è individuata sulle tavole di azzonamento del Piano da apposito segno 

grafico (tracciolino) che ne definisce il perimetro. 

 

2. S



t

  =  

Superficie  territoriale (mq) 

E’ la superficie complessiva di un’area di intervento (di pianificazione attuativa) comprensiva 

delle aree edificabili e di quelle destinate all’urbanizzazione primaria e secondaria. Sono escluse 

dalla S



t

 le aree e gli spazi compresi in essa che siano già pubblici. 

La S

t

  

è individuata sulle tavole di azzonamento del Piano da apposito segno grafico (tracciolino) 

che  definisce il perimetro dei Piani attuativi o dei comparti di attuazione all'interno degli Ambiti

.

 

 



3. S

f

 =  

Superficie  fondiaria (mq) 

Corrisponde alla superficie di pertinenza degli edifici al netto delle aree per urbanizzazione 

primaria e secondaria 

 

4. S



l

 =  

Superficie  lorda (mq) 

Indica la somma delle superfici di tutti i piani fuori ed entro terra, misurate al lordo di tutti gli 

elementi verticali (murature, ecc.); lo spessore dei muri di tamponamento esterno qualora 

superiore a 30 cm. é considerata convenzionalmente pari a 30 cm, indipendentemente dalla 

dimensione effettiva. 

Dal computo della superficie lorda sono esclusi i vani e gli spazi di cui al secondo comma 

dell’articolo 8. 

Nelle zone destinate alle attività produttive, sono escluse dal calcolo della S



l

 le tettoie aperte su tre 

lati, in misura non superiore al 20% della S

l

 ammessa. 

Ai fini del calcolo della S



l

 per insediamenti commerciali, non sono computate le aree a 

disposizione dei consumatori così come definite dall’art. 38.3  comma  2 del Regolamento 

Regionale n. 3/2000 che disciplina la materia  del  commercio.   

 

5. S



=  

Superficie coperta (mq) 

Misura la superficie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale delle parti edificate fuori terra 

delimitate dalle superfici esterne delle murature perimetrali, ivi compresi i porticati e le tettoie 

aperte, quando poggianti sul terreno per mezzo di piloni, pareti o altro; sono escluse le parti 

aggettanti aperte, come balconi, sporti di gronda e simili e le autorimesse che rientrano nei limiti 

della legge n° 122 del 1989. 

 

6. S



p

 =  

Superficie a standard (mq) 

Corrisponde alla dotazione, espressa in mq., di aree e spazi pubblici e/o di uso pubblico. 

 

7. V



 =  

Volume (mc) 

Al fine del computo della capacità insediativa del Piano e delle altre verifiche di legge, il volume 

degli edifici è determinato moltiplicando convenzionalmente la S

l

 per l'altezza virtuale di 3 metri. 



 

 

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8. C



u

 =  

Carico urbanistico 

Esprime il fabbisogno di parcheggi pubblici e privati, indotto dalle diverse destinazioni d'uso. 

 

9. H



 =  

Altezza massima di un fabbricato  

Indica l'altezza massima di un fabbricato: l’altezza di un fabbricato è misurata dallo spiccato del 

marciapiede all'intradosso del solaio di copertura dell'ultimo piano abitabile o al colmo esterno del 

tetto qualora il sottotetto abbia un'altezza media ponderale superiore a ml 1,80. 

 

10. N



p

 =  

Numero massimo di piani 

Indica il numero massimo di piani abitabili nelle zone residenziali o agibili nelle altre zone, 

realizzabili in ciascuna zona; il sottotetto o mansarda abitabile è indicato con la sigla + st.  

Esclusa la zona A, è possibile realizzare una quota della S



l

 ammissibile, pari al 30% della S



l

 

dell'ultimo piano, ad un piano superiore a quello indicato dalle Norme per ciascuna zona, in 



deroga all'altezza massima. 

Il recupero dei sottotetti a fini abitativi non determina la formazione di un nuovo piano ma deve 

essere rispettata, ove indicata, l'altezza massima di zona. 

 

 



Articolo  6  –  Indici  

 

1. I



=  

Indice  di  edificabilità  territoriale  (mq./mq.) 

Definisce la superficie lorda edificabile per ogni metro quadrato di superficie territoriale 

 

2. I



f

 =  

Indice  di  edificabilità  fondiaria  (mq./mq.) 

Definisce la superficie lorda edificabile per ogni metro quadrato di superficie fondiaria. 

 

3. I



c

 =  

Indice di copertura 

Esprime il rapporto tra superficie coperta S



 dell’edificio e superficie fondiaria S



f

 

 

 



Articolo 7  –  Distanze 

 

1. Distanze minime tra fabbricati 



All'interno del Perimetro del Centro storico le distanze minime tra fabbricati non possono essere 

inferiori a quelle intercorrenti fra i volumi edificati preesistenti. Nei nuovi edifici ricadenti in altre 

zone, ad eccezione della zona omogenea "C" è prescritta in tutti i casi la distanza minima assoluta 

di mt. 10,00 tra pareti finestrate o porzioni di pareti finestrate e pareti di edifici antistanti. Nelle 

zone "C" è altresì prescritta, tra pareti finestrate di edifici antistanti, la distanza minima pari 

all'altezza del fabbricato più alto; la norma si applica anche quando una sola parete sia finestrata, 

qualora gli edifici si fronteggino per uno sviluppo superiore a ml. 12,00.   

 

2. Distanze minime dei fabbricati dai confini di proprietà 



Tutte le nuove costruzioni osserveranno, dal confine di proprietà, una distanza pari alla metà 

dell'altezza reale del fabbricato, come definita al comma 9 del precedente articolo 5, con un 

minimo assoluto di ml. 5. 

Sono ammesse distanze inferiori nel caso di intervento urbanistico preventivo con previsione 

planivolumetrica. 


 

 

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È ammessa la costruzione in aderenza del confine di proprietà se preesiste parete o porzione di 

parete in confine senza finestra, o previo accordo trascritto nella Conservatoria dei registri 

immobiliari tra i confinanti; la nuova costruzione potrà superare l'altezza dell'edificio a confine, 

nei limiti dell'altezza massima e del numero massimo di piani prescritti per la zona. 

Nelle zone A e B è ammessa la sopraelevazione di un solo piano, alla medesima distanza dai 

confini di proprietà dei volumi sottostanti, nel rispetto delle altre prescrizioni di zona.  

La realizzazione di eventuali vedute relativamente alle sopraelevazioni saranno consentite solo in 

caso di accordo fra privati mediante la stipula di atti debitamente registrati e trascritti presso i 

pubblici registri. 

  

3. Distanze minime dei fabbricati dalle strade 



In tutte le zone edificabili, escluse le zone A e B, gli edifici rispetteranno le seguenti distanze 

minime dalle strade, in rapporto alla larghezza delle stesse: 

 

ml.     5,00   da strade di larghezza inferiore a ml. 7; 



ml.     7,50   da strade di larghezza compresa tra ml. 7 e ml. 15; 

ml. 


    

10,00   da strade di larghezza superiore a ml. 15. 

 

Ai fini della presente norma si fa riferimento al confine fisico del sedime stradale, comprendendo 



dunque in esso le sue pertinenze e i complementi infrastrutturali e di arredo quali piste ciclabili, 

alberature, marciapiedi, aiuole, ecc. 

Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei commi 1 e 3 di questo articolo, nel caso di 

intervento urbanistico preventivo con previsione planivolumetrica. 

Per gli ampliamenti e le sopraelevazioni degli edifici esistenti nelle zone B sono ammesse distanze 

inferiori a quelle indicate nel presente comma, in allineamento all'edificio oggetto di ampliamento 

o sopraelevazione. 

Se a confine esiste parete o porzione di parete non finestrata, le nuove costruzioni potranno 

mantenere lo stesso allineamento dell'edificio esistente. 

Le soprelevazioni, come definite al precedente comma 2, potranno osservare la medesima distanza 

dei volumi preesistenti. 

 

4. Distanze minime dei fabbricati dalle strade nelle zone A e B



 

Nella zona A è ammessa l'edificazione sul fronte strada o l'allineamento con gli edifici esistenti. 

Nella zona B gli edifici rispetteranno le seguenti distanze minime dalle strade, in rapporto alla 

larghezza delle stesse: 

 

ml.  5,00 da strade di larghezza inferiore a ml. 15; 



ml.  7,50 da strade di larghezza superiore a ml. 15 

 

5. Distanze boxes auto dai confini di proprietà e relative altezze. 



La costruzione dei boxes in superficie è ammessa sul confine di proprietà senza vincolo di distanze 

dall'edificio confinante e dall'edificio all'interno del lotto. 

L'altezza dei boxes, in superficie, dalla quota marciapiede all'estradosso della soletta di copertura non dovrà 

superare i ml. 2,50. 

La costruzione dei boxes seminterrati è ammessa sul confine di proprietà e sull'allineamento del confine 

stradale, emergenti dal terreno non più di ml. 1,50 con possibilità di copertura dello spazio di manovra e 

sovrastante copertura obbligatoria di terreno di coltivo di almeno cm. 40 adeguatamente piantumate.   

I boxes interrati dovranno prevedere la copertura dello spazio di manovra e dovranno essere ricoperti con 

terreno coltivo di almeno cm. 40 e vegetazione. 

L'altezza netta dei boxes in superficie, seminterrati ed interrati non dovrà essere inferiore a mt. 2,00. 

E' assolutamente vietato l'utilizzo dei boxes ad uso diverso da ricovero automezzi. 


 

 

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Articolo 8  –  Norme per il computo dell'edificabilità 

 

1. Ai fini del calcolo dell'edificabilità per il rispetto degli indici di zona, la dimensione delle nuove 



costruzioni è espressa in metri quadrati di superficie lorda S

l

 dei vari piani abitabili o agibili, come 

definita all'articolo 5. 

 

2. Sono esclusi dal calcolo della superficie lorda: 



•  i locali soggetti a vincolo d'uso pubblico; 

•  I locali di uso comune condominiale nella misura massima pari a mq. 100,00.   

Per la realizzazione dei locali di uso comune condominiale il richiedente, oltre al permesso di 

costruire o analogo titolo, dovrà presentare, prima del rilascio del certificato di agibilità o 

contestualmente alla richiesta dello stesso, atto unilaterale d'obbligo, debitamente registrato e 

trascritto presso i pubblici uffici, che certifichi la proprietà condominiale dei locali e ne vincoli 

l'uso ad attività prettamente condominiali da disciplinare all'interno del regolamento di 

condominio. 

•  i vani tecnici quali locali caldaie, immondezzai, cabine elettriche, depositi biciclette, ecc.; 

•  i vani ascensori ed i vani scale; 

•  i portici aperti sia all’uso pubblico che privato; 

•  le autorimesse degli edifici di cui sono pertinenza; 

•  le cantine e i locali accessori che non presentino condizioni di abitabilità o agibilità, come 

definite dal Regolamento Edilizio e abbiano un rapporto di aeroilluminazione inferiore a 

1/30. 

•  le superfici dei sottotetti con altezza media ponderale  inferiore a ml 1,80. 



 

3. Ai fini del calcolo della S



l

, lo spessore dei tamponamenti esterni, qualora sia superiore a cm. 30, 

è convenzionalmente definito in cm. 30. 

 

 



Articolo 9  –  Destinazioni d'uso e relativo carico urbanistico 

 

1. Le categorie di destinazioni d'uso sono le seguenti:  



•  Residenziale (abitazioni, residence e abitazioni collettive) 

•  Ricettiva (alberghi) 

•  Commerciale 

•  Direzionale 

•  Servizi 

•  Spettacolo, Sport e tempo libero 

•  Produttiva (produzione e movimentazione di merci)  

•  Agricola 

 

2. La destinazione d'uso commerciale è suddivisa in quattro tipologie distributive: 



•  Grande distribuzione  

•  Media distribuzione 

•  Esercizi di vicinato 

•  Commercio all'ingrosso 

 


 

 

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3. Il Piano inoltre prevede la categoria: "destinazioni d'uso non compatibili con la residenza" come 

insieme delle destinazioni d'uso che comportano: 

•  l'emissione di rumori con intensità e modalità in contrasto con le prescrizioni del Piano 

acustico per le zone residenziali; 

•  rischi per la sicurezza e la salute dei residenti. 

 

4. Per ogni destinazione d'uso non commerciale il Piano specifica il carico urbanistico, espresso in 



parcheggi pubblici e privati. 

 

5. Per la destinazione d'uso commerciale, articolata nelle diverse tipologie distributive, il Piano 



individua il carico urbanistico in termini di aree a standard e dotazioni minime di aree a parcheggi 

nei termini indicati dall'articolo 11. 

 

6. Nella zona A si procede alla sola verifica dei posti auto di pertinenza dei nuovi edifici. 



 

 


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