l’utilizzazione del criterio dell’agente modello quale agente ideale in grado di svolgere al meglio il compito affidatogli; in questo giudizio si deve tener conto non solo di quanto l’agente concreto ha percepito, ma altresì di quanto l'agente modello avrebbe dovuto percepire valutando anche le possibilità di aggravamento di un evento dannoso in atto che non possano essere ragionevolmente escluse. →
CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IVª PENALE - CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IVª PENALE - SENTENZA 16761/2010 RILIEVO SENTENZA: 6) La prevedibilità dell'evento dannoso, ai fini dell'accertamento dell'elemento soggettivo del reato, va compiuto utilizzando anche le leggi scientifiche pertinenti, se esistenti; in mancanza di leggi sviluppo di eventi naturali calamitosi l'accertamento della prevedibilità dell’evento va compiuto in relazione alla verifica della concreta possibilità che un evento dannoso possa verificarsi e non secondo criteri di elevata credibilità razionale ferma restando la distinzione con il principio di precauzione che prescinde dalla concretezza del rischio. →
CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IVª PENALE - CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IVª PENALE - SENTENZA 16761/2010 RILIEVO SENTENZA: l'evento dannoso sia prevedibile ma altresì che lo stesso sia evitabile dall'agente con l'adozione delle regole cautelari idonee a tal fine (cd. comportamento alternativo lecito), non potendo essere soggettivamente ascritto per colpa un evento che, con valutazione ex ante, non avrebbe potuto comunque essere evitato.
CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - SENTENZA 19507/2013 precedente sentenza. RILIEVO SENTENZA: Si perviene a questa sentenza a seguito del giudizio di rinvio disposto dalla precedente sentenza della Corte di Cassazione 16761/2010 - appena esaminata - che aveva ritenuto sussistere la responsabilità del Sindaco. Si ribadisce come per la prevedibilità di un evento debba tenersi conto dell’esperienza del passato senza tuttavia trascurare le possibilità di evoluzione del fenomeno, ipotizzando quindi poteva comportare”. Sotto il profilo scientifico va correttamente valutata l’ulteriore circostanza della qualificazione del Comune di Sarno come zona ad alto rischio di frane e valanghe nel piano comunale di protezione civile del 1995. →
CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - SENTENZA 19507/2013 ricostruzione degli accadimenti effettuata dalla Corte di Appello di Napoli in base alla quale veniva statuita la responsabilità del Sindaco per omicidio colposo con riguardo all’ampia diffusione del fenomeno, alla sua maggiore estensione rilevabile dalla pluralità delle colate, alla presenza di accompagnato gli eventi precedentemente verificatesi, le condizioni meteorologiche avverse persistenti ed il fatto che già nel pomeriggio il fango aveva raggiunto alcune abitazioni o travolto persone, rendendo necessari sgombri, elementi tutti chiaramente sintomatici di uno sviluppo disastroso del fenomeno in atto. →
CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - CORTE CASSAZIONE - SEZIONE IIIª PENALE - SENTENZA 19507/2013 anche il comportamento tenuto dal Sindaco in relazione agli spostamenti che evidenziano una condotta “improntata ad impreparazione e superficialità”, giacché il Sindaco si era erroneamente spostato sul territorio per effettuare sopralluoghi di competenza degli organi tecnici,
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