Il Documento della Valutazione dei Rischi (dvr)


Con almeno un immobile pubblico da rimuovere troviamo


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Sana15.10.2017
Hajmi446 b.
#17871
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Con almeno un immobile pubblico da rimuovere troviamo:

  • Narni, San Gemini, Montecastrilli, Massa Martana, Todi, Monte Castello di Vibio, Collazzone, Deruta, Montefalco, Campello, Preci, Foligno, Valtopina, Castiglion del Lago e Tuoro.

  • Continua la collaborazione tra INAIL – SSN e Regione UMBRIA per usufruire delle cure anche nelle strutture pubbliche o accreditate



  • Le malattie principali provocate dall'amianto sono:

    • Le malattie principali provocate dall'amianto sono:

    • Asbestosi, mesotelioma, carcinomi polmonari, tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi.

    • L'amianto può rappresentare un rischio anche per i familiari dei lavoratori perché possono respirare le particelle portate a casa con gli abiti da lavoro.

    • Per questi agenti cancerogeni non esiste una "soglia" di sicurezza perciò l'esposizione va evitata (Organizzazione Mondiale della Sanità ‘86).

    • La pericolosità dell'amianto è da considerare in rapporto ai seguenti fattori di rischio:

    • 1) La Friabilità della matrice in cui le fibre sono legate

    • 2) La Percentuale di amianto di un materiale

    • 3) L’Integrità del materiale

    • 4) La Modalità di intervento sui materiali che influiscono sull'inquinamento dell'ambiente.



    Le patologie correlate all'amianto sono determinate dall'inalazione delle fibre, significa quindi verificare la probabilità che queste vengano rilasciate dai materiali e successivamente inalate.

    • Le patologie correlate all'amianto sono determinate dall'inalazione delle fibre, significa quindi verificare la probabilità che queste vengano rilasciate dai materiali e successivamente inalate.

    • Bisogna tenere in considerazione:

    • la natura dei materiali: i più friabili tendono a rilasciare fibre in aria

    • lo stato di degrado dei materiali: quelli più deteriorati rilasciano più facilmente fibre

    • l'accessibilità dei materiali: un materiale confinato è meno a rischio di uno "a vista"

    • la possibilità che questi siano perturbati: se il materiale è disturbato tenderà a rilasciare fibre.



    Dal 1987 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come limite raccomandato per la qualità dell'aria nelle città europee il valore di 1 f/l di amianto. (una fibra di amianto ogni litro d’aria)

    • Dal 1987 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato come limite raccomandato per la qualità dell'aria nelle città europee il valore di 1 f/l di amianto. (una fibra di amianto ogni litro d’aria)

    • A questo corrisponde un rischio di cancro polmonare

    • pari ad 1 caso ogni 100.000 persone

    • Si tratta di un rischio non nullo, ma trascurabile rispetto a tutti gli altri fattori di rischio, anche letali, che qualsiasi individuo è inevitabilmente destinato ad incontrare nel corso di tutta la sua vita.



    Da una tettoia in cemento amianto integra ci si aspetta un valore inferiore a 1 f/l, valore che sale a qualche decina di f/l durante una bonifica di amianto compatto fino a raggiungere qualche migliaio di f/l durante una bonifica di materiali friabili.

    • Da una tettoia in cemento amianto integra ci si aspetta un valore inferiore a 1 f/l, valore che sale a qualche decina di f/l durante una bonifica di amianto compatto fino a raggiungere qualche migliaio di f/l durante una bonifica di materiali friabili.

    • Nelle fabbriche in cui si producevano i materiali contenenti amianto si potevano raggiungere concentrazioni di decine di migliaia di f/l.

    • La normativa italiana detta il limite di esposizione pari a 100 f/l medie su 8h per tutte le tipologie di fibre applicabile alle sole attività di bonifiche, manutenzioni.



    POSSIBILI INTERVENTI:

    • POSSIBILI INTERVENTI:

    • Rimozione: elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono.

    • Comporta un rischio elevato per i lavoratori addetti producendo molti quantitativi di rifiuti speciali da smaltire correttamente.

    • Incapsulamento: è un trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre di amianto, aderisce al supporto con una pellicola di protezione sulla superficie e non produce rifiuto. E' adatto per i materiali poco friabili di tipo cementizio.

    • L’inconveniente è la permanenza nell'edificio del materiale di amianto e la necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione.



    Confinamento: installazione di una barriera a tenuta contro gli urti che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

    • Confinamento: installazione di una barriera a tenuta contro gli urti che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l'amianto rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve essere mantenuta in buone condizioni.

    • Ci sono 3 fasi di analisi delle fibre d'amianto per la bonifica

    • prima dell’intervento, per valutare lo stato dei materiali;

    • nel corso dell’intervento, per accertare il contenuto di fibre di amianto aerodisperse per la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente circostante;

    • alla fine dei lavori, per valutare la restituibilità del sito bonificato.



    La certificazione della restituibilità di ambienti bonificati

    • La certificazione della restituibilità di ambienti bonificati

    • Al termine dei lavori di bonifica, dovranno essere eseguite le operazioni di certificazione di restituibilità degli ambienti bonificati. Tali operazioni, dovranno essere eseguite da funzionari della ASL competente al fine di assicurare che le aree interessate possano essere rioccupate con sicurezza.

    • Le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, sono sottoposte alle disposizioni di cui al D. L 3 aprile 2006, n. 152 nonché alla disciplina specifica relativa all'amianto (D.M. 29 luglio 2004, n. 248).



    Le modalità tecniche con cui effettuare il deposito temporaneo devono essere ricondotte nell'ambito del piano di lavoro e/o progetto di bonifica.

    • Le modalità tecniche con cui effettuare il deposito temporaneo devono essere ricondotte nell'ambito del piano di lavoro e/o progetto di bonifica.

    • Durante il deposito temporaneo e lo stoccaggio, i rifiuti contenenti amianto devono essere raccolti e depositati separatamente da altri rifiuti di diversa natura;

    • Tutti i materiali contaminati con amianto devono essere raccolti in modo appropriato in sacchi omologati con l'etichetta "Attenzione contiene amianto" ed eliminati secondo quanto stabilito dalla legge.

    • I rifiuti di amianto classificati speciali/tossici e nocivi, ai sensi del D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, devono essere destinati esclusivamente allo smaltimento mediante stoccaggio definitivo in discarica controllata.

    • Non è ammissibile alcuna forma di smaltimento se non in discarica controllata.



    I rifiuti di amianto classificati invece come non pericolosi (come ad esempio i materiali da costruzione contenenti amianto in matrici cementizie e resinoidi) possono essere smaltiti direttamente in discarica oppure subire prima dei trattamenti.

    • I rifiuti di amianto classificati invece come non pericolosi (come ad esempio i materiali da costruzione contenenti amianto in matrici cementizie e resinoidi) possono essere smaltiti direttamente in discarica oppure subire prima dei trattamenti.

    • Le discariche che accettano rifiuti contenenti amianto (discariche per rifiuti non pericolosi e discariche per rifiuti pericolosi) devono essere coltivate ricorrendo a sistemi che prevedono la realizzazione di settori o trincee.

    • Le coltivazioni devono essere spaziate in modo da consentire il passaggio degli automezzi senza causare frantumazione dei rifiuti contenenti amianto abbancati.

    • Entro la giornata di conferimento dovrà essere assicurata la ricopertura del rifiuto con uno strato di terreno di almeno 20 cm di spessore.

    • Il terreno e gli eventuali materiali impiegati per copertura giornaliera devono avere consistenza plastica, in modo da adattarsi alla forma e ai volumi dei materiali da ricoprire e da costruire un'adeguata protezione contro la dispersione di fibre.



    I metodi di trattamento dei rifiuti contenenti amianto si possono suddividere in due categorie:

    • I metodi di trattamento dei rifiuti contenenti amianto si possono suddividere in due categorie:

    • 1 - Trattamenti che riducono il rilascio di fibre senza modificare la struttura cristallochimica dell'amianto o modificandola in modo parziale. 

    • (Non sono considerati trattamenti di stabilizzazione-solidificazione il confezionamento in contenitori rigidi o flessibili, nonché i trattamenti usualmente impiegati nel corso delle operazioni di bonifica per la tutela degli operatori e la salvaguardia dell'ambiente.) 

    • L'incapsulamento non modifica il codice originario del rifiuto.



    2 - Trattamenti che modificano completamente la struttura cristallochimica dell'amianto e che quindi annullano la pericolosità connessa ai minerali di amianto.

    • 2 - Trattamenti che modificano completamente la struttura cristallochimica dell'amianto e che quindi annullano la pericolosità connessa ai minerali di amianto.



    Agente Biologico: qualsiasi microrganismo che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;

    • Agente Biologico: qualsiasi microrganismo che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;

    • Gli agenti biologici sono classificati in 4 gruppi in funzione del rischio di infezione:

    • 1. Poche probabilità di causare malattie nell’uomo.

    • 2. Può causare malattie nell’uomo. Senza propagazione nella comunità, contrastandolo con strumenti di profilassi e cura;

    • 3. Può causare gravi malattie in soggetti umani. Può propagarsi nella comunità ma si può contrastare con efficaci misure di profilassi e cura

    • 4. Può causare gravi malattie nell’uomo. Può presentare un rischio di propagazione elevato e di norma non sono disponibili efficaci misure di profilassi e cura.



    FONTI DI PERICOLO

    • FONTI DI PERICOLO

    • La pericolosità di un agente biologico si valuta in base alla infettività, alla patogenicità, alla trasmissibilità ed alla neutralizzabilità.

    • Nell’ambito delle attività di ricerca, la esposizione più probabile ad un agente biologico può avvenire:

    • per ingestione, per inalazione, o attraverso ferite.

      • MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
    • Le attività che comportano il pericolo di esposizione ad agenti biologici debbono essere svolte attuando tutte le misure tecniche, organizzative, procedurali per eliminare o ridurre al minimo il rischio di esposizione



    Le norme impongono:

    • Le norme impongono:

    • di evitare l’utilizzo di agenti biologici nocivi se il tipo di attività lo consente;

    • di ridurre per quanto possibile il numero di addetti esposti al pericolo;

    • di adottare le misure per prevenire o ridurre al minimo la propagazione accidentale all’esterno dell’area di lavoro;

    • di esporre in modo chiaro e visibile i segnali di rischio biologico;

    • di mettere in atto le procedure idonee per il prelievo, la manipolazione e il trattamento dei campioni di origine animale ed umana;

    • di definire le procedure di emergenza in caso di incidente;



    di evitare l’utilizzo di contenitori non idonei e/o sprovvisti di indicazione del contenuto;

    • di evitare l’utilizzo di contenitori non idonei e/o sprovvisti di indicazione del contenuto;

    • di adottare idonee misure igieniche. I servizi igienici debbono essere dotati di doccia calda e fredda, di lavaggi oculari ed antisettici;

    • di controllare i DPI, che siano puliti e disinfettati al termine di ogni ciclo lavorativo.

    • Nella protezione da agenti biologici i DPI usati sono:

    • copricapo, visiera, occhiali, mascherina, sovra-camice, guanti, calzari, grembiule e impermeabile.

    • Deve essere tassativamente vietato fumare, ed assumere cibi e bevande nei luoghi di utilizzo degli agenti biologici.



    Nel caso si verifichino incidenti che possono provocare dispersione nell’ambiente di agenti biologici appartenenti ai gruppi 2, 3 e 4, gli addetti debbono abbandonare immediatamente l‘area ed informare la ASL competente territorialmente, nel più breve tempo possibile in ordine all’evento, alle cause che lo hanno determinato, ed alle misure che si sono adottate, o si intende adottare, per porvi rimedio.

    • Nel caso si verifichino incidenti che possono provocare dispersione nell’ambiente di agenti biologici appartenenti ai gruppi 2, 3 e 4, gli addetti debbono abbandonare immediatamente l‘area ed informare la ASL competente territorialmente, nel più breve tempo possibile in ordine all’evento, alle cause che lo hanno determinato, ed alle misure che si sono adottate, o si intende adottare, per porvi rimedio.

    • Nelle attività che presentano un pericolo da agenti biologici, gli addetti debbono essere adeguatamente informati e formati, in ordine ai:

    • a) rischi per la salute dovuti agli agenti utilizzati;

    • b) alle precauzioni da prendere per evitare l’esposizione;

    • c) alle misure igieniche da osservare;



    d) alla funzione ed il corretto utilizzo dei DPI e degli indumenti da lavoro

    • d) alla funzione ed il corretto utilizzo dei DPI e degli indumenti da lavoro

    • e) alle procedure atte a prevenire il verificarsi di infortuni;

    • f) alle misure da adottare per ridurre al minimo le conseguenze in caso d’infortunio.

    • Nel luogo di lavoro deve essere apposto un cartello visibile che riporti le procedure da eseguire in caso di incidente o infortunio, nonché i numeri di telefono di ambulanza ed ospedale più vicino.

    • I lavoratori esposti al rischio, debbono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, sentito il M. Competente.

    • Le visite mediche periodiche e gli esami clinici e biologici ritenuti necessari, stabilisce le specifiche misure di prevenzione da adottare, come la somministrazione di vaccini.



    Un’atmosfera esplosiva è “una miscela con aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili combustibili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga all’insieme della miscela incombusta”.

    • Un’atmosfera esplosiva è “una miscela con aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili combustibili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo l’accensione, la combustione si propaga all’insieme della miscela incombusta”.

    • Eliminando uno dei tre fattori che scaturiscono l’incendio o l’esplosione si riduce sensibilmente il rischio. I fattori necessari allo sviluppo di un incendio (o esplosione) sono:

    • il comburente (ossigeno)

    • l’innesco (la fiamma o la scintilla)

    • il combustibile (il materiale infiammabile),

    • cioè gli strati, i depositi,

    • i cumuli di polvere di farina,

    • di zucchero, di cereali.



    Il pericolo d’esplosione è strettamente legato ai materiali e alle sostanze trattate all’interno dell’ambiente lavorativo.

    • Il pericolo d’esplosione è strettamente legato ai materiali e alle sostanze trattate all’interno dell’ambiente lavorativo.

    • Affinché vi sia un’esplosione non basta la presenza della miscela combustibile, ma deve aversi una concentrazione di combustibile e comburente compresa entro determinati limiti d’esplodibilità; si parla in questo caso di “percentuale minima e massima” ricavate sperimentalmente e denominate come “Limite Inferiore d’Esplodibilità” (LEL: Lower Esplosive Limit) e “Limite Superiore d’ Esplodibilità” (UEL: Upper Esplosive Limit).

    • L’esplosione avviene solo in determinate condizioni. Essa infatti dipende dalla concentrazione (inferiore al LEL o superiore al UEL), dalla temperatura (superiore o inferiore della T d’infiammabilità), dalla forma granulometrica e della quantità del prodotto messo a reagire. 



    I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE

    • I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE

    • Valutare la possibilità di formazione di atmosfere esplosive

    • Prevenire la formazione di atmosfere esplosive e, se l'attività non lo consente, evitarne l'innesco

    • Classificare le aree in cui possono prodursi atmosfere esplosive



    Utilizzare nelle aree a rischio impianti e strumentazione marchiata "CE ATEX "

    • Utilizzare nelle aree a rischio impianti e strumentazione marchiata "CE ATEX "

    • Segnalare i punti di accesso alle aree a possibile rischio ATEX ed eventualmente dotarli di allarmi di tipo ottico/acustico

    • Ottimizzare la ventilazione naturale o forzata delle aree a rischio ATEX

    • Limitare gli effetti della possibile esplosione mediante misure di protezione costruttive



    REGOLE DA SEGUIRE in ZONE ATEX:

    • REGOLE DA SEGUIRE in ZONE ATEX:

    • MANTENERE L’AMBIENTE DI LAVORO PULITO

    • SEGNALARE IMMEDIATAMENTE PERDITE O FUORIUSCITE DI POLVERE

    • DIVIETO DI PULIZIA CON ARIA COMPRESSA.

    • IMPIEGO DI ASPIRATORI ATEX

    • DIVIETO DI UTILIZZO DI FIAMME LIBERE

    • SE SI OPERA IN ZONE 20 UTILIZZARE SOLO UTENSILI ANTISCINTILLA (martelli, cacciaviti, pinze in Berillio-Cadmio) e ATTREZZATURA MARCATA ATEX

    • IN ZONE 21 e 22 sono AMMESSI UTENSILI IN METALLO (che producono scintille singole)



    Che cos’è lo stress lavoro-correlato?

    • Che cos’è lo stress lavoro-correlato?

    • Lo stress è una condizione, accompagnata

    • da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste

    • o di non essere all’altezza delle aspettative.

    • Lo stress non è una malattia, ma una situazione prolungata

    • di tensione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute



    TECNICHE DI VALUTAZIONE OGGETTIVA

    • TECNICHE DI VALUTAZIONE OGGETTIVA

    • Questa fase prende in esame elementi oggettivi e verificabili quali indicatori di stress lavoro correlato e fattori di rischio attinenti l’organizzazione aziendale. - indici infortunistici, - assenze per malattia, - ricambio del personale, - procedimenti e sanzioni, - segnalazioni del medico competente - funzione e cultura organizzativa - ruolo nell’ambito dell’organizzazione - l’evoluzione e lo sviluppo di carriera, - autonomia decisionale e controllo - rapporti interpersonali al lavoro - interfaccia casa-lavoro - ambiente di lavoro ed attrezzature - pianificazione dei compiti - carichi, ritmi di lavoro - orario di lavoro, turni

    • TECNICHE DI VALUTAZIONE SOGGETTIVA

    • Questa fase si propone di interagire con i lavoratori in maniera diretta, utilizzando questionari o interviste sia personali che di gruppo.



    “il nostro sapere è a vostra disposizione”

    • “il nostro sapere è a vostra disposizione”



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