Studio di fattibilità per la fusione dei Comuni di
Analisi della composizione delle entrate
Download 391.11 Kb. Pdf ko'rish
|
Analisi della composizione delle entrate. Lo studio mette anche sotto questo profilo “le mani avanti”: si considerano dati di bilancio non omogenei (2011 consuntivo – 2012 preventivo) e inevitabilmente “l’aver considerato le due diverse tipologie di bilancio non è irrilevante sui risultati dell’analisi….” Si evidenzia l’incertezza del gettito Imu 2013, si presentano semplicemente senz’altro commentare i grafici con i gettiti dell’addizionale Irpef. I due bilanci (previsione e consuntivo) sono strutturalmente diversi, soprattutto per alcune voci tipicamente finanziarie; per tale motivo è risultato opportuno esaminarli entrambi. Per quanto attiene al gettito IMU è accoglibile l’indicazione che l’importo è presunto essendo relativo ai dati del I° previsionale nel quale l’imposizione è stata applicata. Si propone la modifica dello studio di fattibilità al cap. 4.2.a. Analisi della composizione delle spese. Nella sostanza l’entità e la tipologia di spesa di ciascuno dei sei comuni pare rispetti proporzionalmente l’entità della popolazione e l’estensione territoriale. L’analisi che ne viene fatta ha scopo puramente espositivo e conoscitivo, ma è la totalizzazione che dovrà essere confrontata con la spesa complessiva ancorché presunta e sulla base della organizzazione che si prevedere di dare complessivamente al nuovo Ente. “Il confronto con gli elementi riguardanti la suddivisione per funzioni delle spese correnti e risultati finali dell’ipotesi di fusione (non si trova o non è di agevole individuazione il numero corrispondente ai suddetti risultati finali), lo studio afferma, presenta omogeneità con altre analisi sulla composizione dei bilanci comunali”. Quali altre analisi??? Quali altri comuni??? Non si arriva ad alcuna valutazione ponderata sulla base delle mere considerazioni esposte nello studio. L’analisi della spesa è stata confrontata con altri comuni aventi caratteristiche dimensionali. In tal senso non si sono allegati, per economicità documentale, i documenti esaminati, relativi ad altri studi di fattibilità rinvenibili anche sui siti internet. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Gli indicatori finanziari. L’analisi sul grado di autonomia finanziaria porta a considerare che il consolidamento dei sei comuni farà ottenere un buon risultato grazie all’ottima performance del comune di Costa e a seguire Villanova, Pincara e Villamarzana, che soccorrono le peggiori posizioni di Arquà e Frassinelle. La bontà dell’esito sopra indicato si ripete anche riguardo agli indici di autonomia tributaria e di dipendenza erariale che non vengono però analizzati e spiegati nel dettaglio per una migliore comprensione da parte dei “non addetti ai lavori”: cosa è capitato a Costa che ha subito un notevole decremento dei trasferimenti erariali dal 2011 al 2012? I grafici in questione sono una “fotografia” della situazione attuale che non necessita di ulteriori commenti. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Pressione fiscale locale e restituzione erariale pro capite. Questa analisi ci fa sapere “qual è il prezzo pagato dai cittadini per usufruire dei servizi forniti dall’Amministrazione”. Dal grafico predisposto, i cittadini di Arquà hanno subito nel biennio 2011/2012 un carico fiscale = costo per i servizi utilizzati, in media di circa € 550,00. Villamarzana ha raggiunto € 700,00=. I due estremi livellano in arrivo nel consolidato, a circa € 580,00. Cosa significa?? I cittadini di Arquà col nuovo Ente dovranno pagare di più? I cittadini di Frassinelle risparmieranno? Il livellamento della pressione tributaria deriva quindi dall’applicazione di nuove aliquote Imu, nuove tariffe, omogenee ovvero identiche per tutti i cittadini del nuovo Ente? Le aliquote Imu per le varie tipologie di immobili subiranno in vista del livellamento generale delle entrate tributarie a loro volta assestamenti sulla media (1^casa di Arquà passerà dallo 0,4% allo 0,45%? Altri immobili e aree di Arquà passerà dallo 0,76% allo 0,82?). Il costo raccolta rifiuti abitazioni per i residenti ora di Arquà passerà dall’attuale € 1,14/m a 1,50?? L’addizionale Irpef sempre per i cittadini di Arquà passerà dall’attuale 0,5% alla livellata 0,7%? Ci soccorra lo studio in queste considerazioni. O lascia alle successive scelte politico/amministrative del futuro Consiglio Comunale? L’osservazione è pertinente e uno dei compiti del nuovo ente è costituito dall’allineamento delle varie imposte/aliquote/tariffe. In tal senso una delle ipotesi possibili prevede di utilizzare parte delle economie derivanti dalla fusione per livellare al ribasso questi livelli fiscali. La modifica allo studio di fattibilità è stata proposta dall’osservazione n. 1. Capitolo quinto Possibili effetti sulla fusione Lo studio dichiara senza mezzi termini che gli effetti della fusione sulle attività economiche, intesi immagino quali “vantaggi, benefici, facilitazioni, La fusione non può essere la soluzione a tutti i mali dei comuni: sicuramente renderà più semplice l’operato di alcune categorie Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 126 opportunità, ecc…” SONO ABBASTANZA RIDOTTI! Non quantifica e del resto come può fare??? Sta nel vago, nel probabile, nel prudenziale, non dà rassicurazione alcuna che la fusione sia la strada giusta per avviare lo sviluppo economico nelle nostre zone! Totalmente IRRILEVANTI e quindi non ci si può aspettare alcun beneficio dagli stessi, gli interventi sulle norme di programmazione commerciale, artigianato e servizio oggetto di liberalizzazione e quindi non più sottoposti alle scelte programmatiche degli amministratori pubblici. Quanto alle attività future di promozione territoriale in un ottica di collaborazione con le associazioni di categoria, lo studio rimette alla voglia in tal senso dei futuri amministratori. professionali (libere professioni tecniche) che potranno disporre di una normativa omogenea in sei contesti oggi differenziati. La modifica allo studio di fattibilità è contenuta nel punto 2.3 dello studio di fattibilità. Riorganizzazione delle strutture comunali E’ avvilente che lo Studio in questa parte evidenzi che “un vero e proprio confronto dovrebbe tener conto delle modalità con cui vengono erogati i servizi nei diversi comuni…” ma allora a che serve lo Studio se non è in grado di pervenire a una conclusione in quanto il DOVREBBE, palesa che non è stato fatto?? Chi DOVREBBE informarsi delle modalità con cui vengono erogati i servizi nei diversi comuni??? Visto quindi che non vi sono dati “reali e concreti” sulla modalità di gestione di ogni attuale comune da prendere a base per le valutazioni da farsi, se non ci sono dati sostanziali, di cosa stiamo parlando? Il riferimento alle esternalizzazioni per i servizi e le attività ivi indicati, e alla loro importanza nell’ambito della gestione dell’Ente, viene dato per scontato specificando di cosa si tratta ma non c’è alcun suggerimento circa la procedura consigliata per realizzarle! Anzi più sotto si fa presente che nel Veneto vi sono molteplicità di forme e utilizzo delle gestioni associate che coinvolgono la quasi totalità dei Comuni e delle Comunità Montane della nostra Regione che non si avvalgono affatto dello strumento della Fusione!! Lo studio confronta la nostra realtà con i comuni di Piazzola sul Brenta, Conselve, Torri di Quartesolo... “sostanzialmente simili per le caratteristiche territoriali e sociali..” ma “diverse le modalità di erogazione dei servizi”…. Ma di cosa stiamo parlando??? E per concludere su questi aspetti, a pagina 56, 4 capoverso, notiamo una frase di fondamentale importanza: “queste motivazioni (ovvero praticamente tutte e sole le criticità rilevate nel corso dello studio) inducono a ritenere che una riorganizzazione delle strutture comunali che saranno coinvolte nella fusione devono essere oggetto di un’attenta e circostanziata valutazione proprio da parte degli amministratori e del management locale in quanto non vi sono schemi applicabili tout court; il benchmarking può dare utili valutazioni ma non risolve il problema”. La riorganizzazione della struttura comunale sarà frutto di scelte politiche rispetto alle quali lo studio di fattibilità ha dato delle indicazioni prendendo spunti da contesti analoghi (ipotesi di benchmarking). L’analisi delle strutture dei comuni ha dimostrato delle peculiarità non presenti in altri comuni (es. presenza consistente di personale tecnico esecutivo). Partendo dall’analisi di queste particolarità e recepite le indicazioni politiche degli amministratori di Civitanova Polesine si potrà formulare una ipotesi concreta di struttura comunale. Lo studio sostiene la fattibilità della riorganizzazione. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Effetti sul bilancio e sui trasferimenti statali. Lo studio non si sbilancia riguardo agli effetti che la fusione porterà in termini di risparmi: infatti li menziona “possibili”, cita necessariamente le “stime”… Non vi è traccia del termine “certo” o “sicuro” in tutto il lavoro fatto. E quindi il risparmio “stimato”, “possibile”, “ipotetico” viene quantificato in € 300.000,00 (€ 50.000,00/ anno per comune: lo studio non ha avuto modo di individuare nelle pieghe dei bilanci dei sei comuni l’esistenza eventuale di “sprechi” o deliberate mancate entrate, o possibili rimodulazioni delle spese? Perché non specificare la considerazione che le scelte politiche notoriamente influiscono su talune scelte di spesa?). E si dovrebbero aggiungere i maggiori trasferimenti statali di cui all’art. 20 della L. 135/2012 che però dovranno sottostare al limite degli stanziamenti previsti. E se non viene stanziato nulla? Possiamo permetterci di scartare questa ipotesi?? Lo studio inoltre rinvia alle continue modifiche normative che impediscono di stimare anche i contributi ordinari…. Tra un paio di giorni forse l’Italia avrà un nuovo governo. Le forze politiche di maggior peso sbandierano e dovranno concretizzare se andranno al potere, la revisione della “spending review” nel tentativo di dare una spinta alla ripresa economica attraverso nuovi investimenti strutturali degli Enti o la ripresa di quelli interrotti. Potrebbe venire a cadere uno dei motivi sui quali si fonda la pretesa necessità di dare luogo alla fusione di cui stiamo trattando: i Comuni potranno tornare ad avere più ampia libertà di La studio si sbilancia in una quantificazione delle possibili economie stimate in via prudenziale. In aggiunta alle economie sono stati quantificati i possibili trasferimenti dello stato mentre non è stato possibile quantificare gli ulteriori trasferimenti della Regione in quanto mancano ancora i relativi provvedimenti. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 127 manovra in completa autonomia nell’utilizzo dei fondi a loro disposizione!! A onor del vero siamo anche qui in una situazione di ipotesi ma la distanza tra tutte quelle formulate nello studio riguardo alla fusione e quest’ultima è incolmabile e allo stato e specie in momenti di crisi meglio sarebbe gestire il “piccolo sicuro” che imbarcarsi nel “grande incerto” come ci viene illustrato dello studio! Effetti sull’offerta dei servizi. Lo studio suggerisce ai futuri amministratori che i servizi dovranno raggiungere l’utenza debole capillarmente mentre l’utenza forte potrà continuare a utilizzare il proprio mezzo di trasporto!!! E’ apprezzabile il suggerimento: ma il cittadino vuole sapere ora qual’é il progetto di gestione che la futura amministrazione attuerà! Riprendendo le considerazioni fatte in precedenza, le scuole rimarranno dislocate come lo sono ora? I servizi ad esse correlati varranno mantenuti, o saranno rivisitati e redistribuiti in modo che parte della nuova cittadinanza dovrà spostarsi per usufruirne? Idem per la sanità. E i servizi cosiddetti tecnici, vedranno sicuramente un miglioramento rispetto alla richiesta dell’utenza o per il fatto che il tecnico comunale che oggi apre 2 mattine a settimana (esempio) con 2.000 cittadini, domani aprirà 6 mattine con 12.000 cittadini??? Ecc… E in chiusura di questo argomento lo Studio ribalta completamente le affermazioni espresse e riportate a pagina 7 del presente documento: mentre prima “le criticità organizzative non derivano dall’incapacità di amministrare”, ora “il fallimento delle esperienze associative in Veneto come nel resto d’Italia, non dipende dalla distanza fisica di certi servizi dalle abitazioni degli utenti, ma dal modo in cui vengono gestiti e dalla volontà politica di perseguire l’obiettivo delle gestioni associate”. Provo a tradurre: a) Se le cose vanno male non è colpa dell’amministratore; b) Se le cose non funzionano ovvero vanno male, è colpa dell’amministratore. Mi scuso della brutalità e della mia pochezza espositiva, ma cortesemente ditemi se ho capito bene!! La distinzione tra i servizi erogati a livello di sportello polifunzionale rispetto al servizio centralizzato è già stato sopra illustrato. Le affermazioni contenute all’interno dello studio non sono in contraddizione in quanto le criticità organizzative fanno riferimento al contesto dei piccoli comuni, dove vi sono obiettive difficoltà ad amministrare dovute essenzialmente alla carenza degli organici, mentre la seconda affermazione – fallimento delle esperienze associative – attiene alle motivazioni che hanno condotto ai (pochi) casi di scioglimento delle gestioni associate. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Capitolo sesto Informazione ai cittadini del progetto di unificazione dei territori comunali interessati. In questo capitolo si spiegano come debba procedere l’iter che porterà all’indizione del Referendum. Vanno bene tutti gli strumenti di divulgazione e informazione, i momenti di incontro, che non devono perdere di vista il loro obiettivo principale: spiegare alla cittadinanza in cosa consiste la fusione avendo cura, in un’ottica di salvaguardia degli interessi attuali dei cittadini non solo economici ma associativi, di tradizione, memoria e identità, di far capire maggiormente quelle che sono le criticità, le difficoltà, le incertezze, le previsioni che potrebbero risultare errate, gli scenari di vita quotidiana con cui si confronteranno se il progetto dovesse avere un seguito. In secondo luogo occorre sollecitare con ogni mezzo i cittadini alla formulazione di proposte e progettualità di cui far tesoro per l’organizzazione del loro futuro, raccogliere le loro manifestazioni di disagio e le loro necessità. Non si limiti il promotore del progetto a orientare lo sguardo sul luccichio della “carrozzeria” che a lui piace tanto… la macchina potrebbe in futuro anche costarci di più di quanto ci costa ora!! Chi può negarlo!!! Devo precisare riguardo al paragrafo sul “target di riferimento”: “l’attenzione particolare” non è arrivata a tutti i Consiglieri su iniziativa spontanea dei sindaci promotori. L’incontro del 13/12/12 è stato stimolato da alcune minoranze, le cui richieste di chiarimenti e delucidazioni hanno visto la loro evasione solo dopo sollecito! L’informazione ai cittadini è stata attuata in modo capillare con l’invio presso ciascuna abitazione di due volantini informativi, le assemblee pubbliche (una per ogni comune), il sito internet appositamente dedicato, i numerosi comunicati stampa, gli articoli di giornale, i servizi dei media (radio, tv, ecc.). Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Capitolo settimo Conclusioni Il modello di governance. Lo studio mette bene in evidenza il decisivo effetto della fusione, anche se vorrebbe circoscriverlo al solo livello di “percezione”: L’osservazione pur essendo condivisibile per la parte che attiene alla riduzione della rappresentanza politica non tiene conto che già dalla prossima tornata elettorale, anche Allegati – A.7 Le osservazioni al progetto di fusione dopo la I° fase di adozione 128 1. “scompaiono gli organismi che rappresentano l’autonomia e l’indipendenza del comune stesso”; 2. “si perde in rappresentatività, si perde in capacità di tutela della propria realtà, dei propri interessi individuali e collettivi”. Non si tratta, non per tutti, di mera percezione!! Già ora, in ciascun singolo comune le distanze tra cittadini e amministratori sono notevoli, immaginiamoci nel momento in cui ci sarà un Sindaco con sei volte tanta la cittadinanza. Ma c’è il rischio di veder sparire la tradizione, l’identità, la memoria, la storia, il sano orgoglio campanilistico che non vuole portare all’appiattimento più generale che la globalizzazione sta causando. C’è il rischio che il controllo politico oltre che amministrativo già difficili, si riduca ulteriormente. L’accentramento e la creazione di una entità grande come per tutte le realtà socio economiche di maggiori dimensioni, non è garanzia di sburocratizzazione ne di snellimento delle procedure ne di efficienza delle attività di controllo. E’ sicuro invece che a una realtà grande corrispondono grandi problemi. Non si capisce come si debba in fretta e furia pervenire alla fusione con tutte le incertezze spiegate nello studio di fattibilità senza prima tentare forma più snelle e meno invasive sulla popolazione, di forme alternative di organizzazione condivisa dei servizi!! Ne lo studio ci mette in condizioni di poter confrontare i risultati ipotizzati in termini di risparmi di spesa ed efficienze organizzative con l’alternativa ipotesi di Unione di Comuni, o di Convenzioni spinte! Spunti di riflessione: finora gli amministratori sono stati scelti per conoscenza diretta. Con le nuove elezioni i candidati saranno anche solo in parte, per ciascuna singola ex-cittadinanza, persone del tutto sconosciute. L’adozione dell’assetto organizzativo istituzionale del nuovo Ente, la costituzione e le funzioni che si attribuiranno alle Municipalità o altre forme di rappresentanza decentrata e le relative modalità di istituzione e gestione spetta solo al nuovo Consiglio Comunale. Lo studio non da indicazioni sulla scelta migliore, si limita solamente a dire che una volta adottato qualsivoglia strumento lo si dovrà poi monitorare!! Suggerisce la “flessibilità quale valore positivo per portare in futuro a ripensare e riadattare le scelte che si compiono oggi”. Ma cosa sottintende tale affermazione: oltre a tutte le incertezze cui si andrà sicuramente incontro con l’avvio della fusione ve ne saranno ulteriori in futuro?? Lo si da per certo: “fin d’ora è bene essere consapevoli che un processo come quello della fusione avrà effetti impossibili da immaginare che porranno gli amministratori nella condizione di ripensare alle numerose soluzioni che oggi appaiono ideali” e che gli amministratori potranno dover rivedere. Ma, scusate anche solo ipotizzare tutto ciò, vuol dire che si è certi che gli effetti prodotti dalla soluzioni che saranno adottate oggi saranno SOLO NEGATIVI. Altrimenti se tutto andrà bene e lo prevedo sin d’ora, per quale motivo suggerire di prepararci ad un peggio eventuale futuro proprio per la scelta verso la fusione che ci apprestiamo ora a fare? senza la fusione, questa verrà ridotta di circa il 50%. La perdita, inevitabile e voluta delle “sedie” politiche locali verrebe in parte compensata, gratuitamente, dall’istituzione delle municipalità. Le distanze tra cittadini e amministrazione non si misura sulla base del rapporto eletti/cittadini: ci sono amministratori di molte città capoluogo percepiti dai propri cittadini come molto vicini alle loro problematiche. È altresì condivisibile che l’accentramento e la creazione di una grande entità non è sinonimo di snellimento; è vero, però, che strutture troppo piccole non saranno più in grado di gestire le future incombenze. Le ipotesi di Unioni o convenzioni spinte (?) non generano le economie e le efficienze della fusione; tale affermazione è facilmente desumibile da tutte le analisi svolte finora dai vari soggetti che si sono occupati della tematica. Si ritiene che dette considerazioni non comportino una modifica allo studio di fattibilità. Peculiarità dell’ipotesi di fusione. Lo studio afferma: i comuni che si fondono PERDONO IDENTITA’ E AUTONOMIA, ma poi si rafforzano con istituzione di altre formule di decentramento. Difficile comunque immaginare che il livello di Identità e Autonomia dei “vecchi” comuni vengano mantenuti!! Anzi la fusione segna il primo passo per la loro sparizione totale, per la definizione stessa del termine che ci indica il processo che si vuole attivare!! Lo studio che stiamo leggendo, ci fa sapere che la rappresentanza può essere mantenuta: - con riferimento agli attuali confini comunali: sarà sufficiente per far si che i cittadini conservino “il senso di appartenenza” al vecchio comune pur sapendo che è morto?? Si è alla ricerca spasmodica di una mediazione: con la fusione i vecchi comuni sono destinati a sparire, Download 391.11 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
Ma'lumotlar bazasi mualliflik huquqi bilan himoyalangan ©fayllar.org 2024
ma'muriyatiga murojaat qiling
ma'muriyatiga murojaat qiling