Francesco bozza
Covatta, e Pasquale Jamonaco
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Covatta, e Pasquale Jamonaco attuali Governanti dell’Unità di questa Terra di Limosano… da una parte e l’infrascritti Cittadini Capicuochi di questa anzid.a Terra di Limosano, gli nomi dei quali in appresso si descriveranno… dall’altra parte… volendo esse Parti ridurre ad effetto quanto nel Reg.o Assenso si prescrive,…, hanno gli Riferiti Mag.ci Rappresentanti nel nome di questa med.ma Unità conceduto in enfiteusi perpetuo, e per titolo di detta Concessione… hanno dato agl’infratti Cittadini qui presenti, ed accettanti… tanto la porzione del Bosco Fiorano, quanto delle Cese, Selvitella, e Coste nella quantità sop.a indicata,… sapendosi ben vero da sopradetti Cittadini Capifuochi, e da ciascuno di essi rispettivamente gli di loro rispettivi fini, e confini delle di loro rispettive porzioni, nei quali sono, siccome si ritrova ognuno di essi nell’attuale, reale, e corporale possesso” 445 . Come i sogni, che anticipano la realtà ed assai spesso la precorrono solamente, debbono sempre rimanere nella sfera della poesia in cui si fanno e, quando vogliono uscirne, sono destinati ad essere del tutto dimenticati, così anche la “ripartizione” dei Corpi feudali fatta dai limosanesi, che altro non fu che un bellissimo sogno, ma pur anche e sempre un sogno, era destinata a fallire ed a rimanere solo un episodio. 444 ASC, Protocolli Notarili, Notaio CORVINELLI Melchise(dech) della piazza di Limosano. 445 ASC, Protocolli Notarili, Notaio CORVINELLI Melchise(dech) della piazza di Limosano. 304 Difatti, meno di quarant’anni dopo, era il 14 Giugno del 1834, alla presenza questa volta di ben due Notai, Corvinelli Fortunato e Lucito Giuseppantonio, tra il Sindaco Don Domenico Robustella ed i “capi di famiglia” (ben 257 ‘partitari’, dei quali risultano, come già allora, indicati i rispettivi nomi) “si è devenuto alla stipula del presente atto. In virtù del quale tutti i Capi di famiglia… hanno rinunciato a favore del Comune di Limosano,…, tutti i dritti, ragioni ed azioni loro competenti, tanto nelle quote proprie ricevute nella divisione, quanto nelle altre da loro acquistate, e pervenute per qualsiasi titolo,… Questa cessione, e rinuncia s’intende fatta sotto li seguenti patti, e condizioni. 1°. Che tutti i quotisti rinuncianti restano condonati dalle pene cui avessero potuto incorrere per lo avvenuto sboscamento, di cui se ne ignorano gli autori. 2°. Che dal venturo anno mille ottocento trentacinque 1835 in poi essi restano esonerati, e disobbligati dal Canone che si corrispondeva al Comune, e dal Contributo Fondiario. 3°. Che essi rinuncianti… goderanno l’uso Civico dopo ripristinato a bosco per le sole legne morte, siccome lo godevano prima della divisione, e che i Cittadini sono preferiti nel pascolo, cassata la stretta difesa, a qualunque forestiere,… 4°. Finalmente restano aperte le seguenti strade ciò è quella di sopra detta del lago Majuro che conduce a Cascapera. Quella del mezzo detta del brecciaro, che conduce a Monte Marconi. E quella di sotto detta del Fonte del Fico, che conduce all’inforcatura, o sia ai limiti del tenimento di Limosano, e l’ex Feudo di Ferrara, per le quali è permesso il passaggio anche con ogni specie di animali,… (…). Tutte le altre strade esistenti dentro la tenuta di Fiorano, capricciosamente fatte da quotisti per loro comodo particolare restano chiuse espressamente al passaggio degli animali: i contravventori saranno puniti ai termini della Legge. (…)”. Ma nel breve volgere di circa trent’anni si erano vissuti mutamenti grandi. Quei cambiamenti che fanno voltare pagina alla Storia. E che tolgono ogni spazio alla sopravvivenza dei sogni e della poesia. Uno di tali mutamenti dipendeva dal fatto che, siccome "nelle porzioni rispettive ricadute a ciascun Cittadino, non si ebbe l'avvedutezza di porvi i termini lapidei, ma i confini furon distinti con alcuni segni apposti alle querce; queste nella ricordevole epoca del 1799 (nota: quando il Bosco venne incendiato), furono tutte recise, perciò oggi tutto è confusione, e ogni Cittadino ignora i confini della sua porzione toccatagli in sorte" 446 . 446 ASC, Atti demaniali di Limosano, B. 1, f. 2. Da una 'comunicazione' del 12 Febbraio 1813 "al Sig.r Intendente di Molise", dalla quale risulta "come che il libro d'esazione contiene il nome di tanti individui, de' quali alcuni sono assenti da più anni dal Comune, talché non se ne ha notizia; altri morti senza eredi; ed altri finalmente mandati nella grande armata di Spagna, più non sono tornati. Or costoro godevano la loro porzione, e oggi l'han rimasta derelitta, senza che il Comune ne facci veruno introito. (…). Dippiù la divisione, e censuaz.e del Bosco sud.o fu fatta nell'anno 1795 e 1796. (…) Si stima assolutamente necessario di limitare con termini lapidei tutte le porzioni toccate nella divisione a' rispettivi cittadini, e questa dovrebbe farsi a spese del Comune, che annualmente ne introita il censo dal nominato Bosco Fiorano". La distruzione, durante i fatti del 1799, degli antichi documenti è confermata dalla seguente dichiarazione del 17 Febbraio 1826, con cui "il Signor Don Gaetano Amoroso del fu Francescantonio, ex Notaio,… essendo stato richiesto per parte del Reverendo Don Emiliano Corvinelli attuale Arciprete di questa Chiesa sotto il titolo di Santa Maria Maggiore di questo Comune di Limosano, di attestare, se dalla Scheda antica del fu Notar Scipione di Ambrosio di Limosano, che si era conservata ed amministrata sempre da esso costituto Notar Amoroso sino all'anno millesettecentonovantanove, 1799, in cui fu saccheggiato la di lui casa,…, così esso costituito Don Gaetano Amoroso ha dichiarato… di non esservi, non solo la detta Scheda antica del detto fu Notar Scipione d'Ambrosio di Limosano, ma bensì quelle di varj altri Notari antichi, quella del fu suo padre, e quella sua propria,… (che) furono sempre da esso costituito ex Notaio conservate ed amministrate, cioè quella del fu Notar di Ambrosio sino all'anno millesettecentonovantanove, 1799, in cui fu dispersa, e le altre…". 305 Così la “Universitas civium” non più si chiamava Università o Unità; era diventata la “Comune”. E i ‘Capifuochi’ erano diventati i “capi di famiglia”. Ma non era la stessa cosa. Quei mutamenti avevano comportato che, col diventare più ‘moderni’, i limosanesi si erano fatti più egoisti, più diffidenti, più rivolti a se stessi. Ma meno rispettosi dei bisogni altrui. Da ultimo e per concludere, non può non registrarsi, accanto ad una 'partecipazione' fuori dell'ordinario, uno spirito di contestazione, quando non di vera ribellione, continuo nel tempo fatto di secoli, assai forte tra i limosanesi. Traeva esso origine dal fatto che quella di Limosano fu, sempre e da sempre, area di fermenti particolarmente vivaci, tanto di laici che di alcuni preti, i quali assai spesso si trovarono ad essere coinvolti in movimenti anche non ortodossi quanto a dottrina. E' documentabile, a partire dal periodo della 'riforma' (per i precedenti, pur se le contestazioni furono forti ed al riguardo basti solo pensare a Pietro del Morrone) e sino ancora al XX secolo, la nutrita presenza di 'protestanti'. 7.3 - Il patrimonio della "Universitas civium" Testimonianza concreta di una organizzazione in senso ed in direzione comunitaria o, più propriamente, 'uni(versi)taria' della gestione delle disponibilità, di formazione assai antica e, comunque, da attribuire a periodo non più tardi di quello medievale, relative al patrimonio fondiario, che per Limosano era consistente di molto e che rientrava interamente dentro la linea di quel 'confine', di cui già è stato riferito, è il "distinto notamento di tutti i corpi demaniali, che si posseggono da questa Commune, che sono come siegue 447 447 ASC, Atti demaniali di Limosano, B. 1, f. 1. Una ricostruzione storica dei fatti che interessarono Cascapera si ha dalla seguente comunicazione datata 23 Febbraio 1808 (ASC, Atti demaniali, B. 1, f. 2): "In vista degl'ordini generali co' quali vengono incaricati i Sindaci di ciascun Commune nel procurare i mezzi di far conoscere per via de' loro Avvocati le Cause de' rispettivi Communi contro l'ex Feudatario, mi veggo nel dovere di ripeterle quanto con altra mia umilissima le umiliai, delineandole il quadro d'una lite, che questo Commune crede molto giusta, e proficua rimettere in Campo contro l'ex=Marchese de Attellis della limitrofa Terra di S. Angelo, e contro D. Aniello de Grazia ex=Marchese di questa Commune di Limosano. Il quadro esatto della lite è, come siegue. Prima del 1742 questa Università di Limosano corrispondeva alli preaccennati ex=Feudatarj de Attellis, e de Grazia duc: 10 per cadauno in ciascun anno, per la Difesa di un vasto Terreno denominato Cascapera. Essendosi formato lo stato Discusso dalla passata Reg.a Cam.a nell'anno 1742 si ordinò, che li due anzid.i ex=Feudatarj fra 'l termine di mesi tre, avessero esibito il titolo, per cui si esigevano li d.i ducati 10 per ciascuno. In progresso da circa anni 25 fù mossa la lite in d.a abolita Re.a Cam.a dall'attuale ex=Feudatario di S. Angelo, d'accordo forsi con quello di Limosano contro questa Università, cercando oltre la parte delle rendite della mentovata Difesa di Cascapera, anche la divisione di d.o Corpo, pretendendo che la metà fusse di questa Università, l'altra metà di amendue essi ex=Possessori. Fabbricati diversi atti, fù ordinato dalla R.a Cam.a che si riconoscesse la sud.a Difesa di Cascapera, se era suscettibile di comoda divisione. Fù creduta tale, e fù divisa di fatto provisoriam.e per ordine della stessa R.a Cam.a, che ordinò contemporaneamente che i Cittadini di Limosano non potessero esser rimossi dalla Colonia, non potersi mutare la superficie del Luogo, riserbandosi a questa Università e Cittadini l'uso del pascolo; come anche la giurisdiz.e a questa di Limosano;… Nella divisione la quarta parte, e la migliore fu assegnata all'ex=Possessore di S. Angelo, dal quale, subito posto in possesso, furono i Coloni di Limosano con violenza esclusi dall'uso della Colonia, e spogliati anche de' terreni ridotti ad uso di semina da' medesimi, che furono e sono seminati da Cittadini di S. Angelo. Di questa violenza,…, se ne tenne ricorso in d.a Reg.a Cam.a in dove… fù decretato, che il ricolto ed i frutti si depositassero penes tertium; contro del quale decreto se ne produssero capi di nullità dall'attuale ex=Possessore di S. Angelo, il quale temendone forse la sollecita discussione, fè tagliare i seminati non giunti al perfetto maturo; ed in tale posizione è rimasta la causa, la quale rimase deserta per manovre di chi allora regolava gl'affari di questo Pubblico, e che forse badò più a riempirsi la propria tasca, che a difendere i giusti dritti della Padria, giusta la pubblica voce. Ora… si crede opportuno rimetterlo in piedi per non far rimanere sospeso un'affare di tanto rimarco, che ha non poco pregiudicato al dritto di Colonia, e di Pascolo di questa Commune,… e per tale pendenza si è destinato in 306 Bosco Fiorano terreno frattoso Tomoli 800 Pascipascolo in d.o Bosco " 130 Cese terreno seminatorio " 250 Selvitella terreno seminatorio " 050 Questi anzid.i tre corpi demaniali si trovano da più anni divisi, e censiti a Cittadini, e danno di rendita annua ducati 290 certa, e non decimale. 1230 Cascapera terreno seminatorio Tomoli 500 500 Questo Demanio si affitta anno per anno a Cittadini. In questo anno stà affittato per d.i 300. La Sala territorio seminat.o Tomoli 1000 1000 Questo Corpo demaniale si coltiva da Cittadini, e da questa Commune se ne esigge la rendita annua a terraggio, cioè in ogni dieci tomoli di prodotto si esigge un tomolo. Altri demanj sparsi in diversi luoghi tutti terreni seminatorj, la di cui rendita si esigge a terraggio come sopra Tomoli 1500 1500 In unum tutti i terreni Demaniali di questa Commune sono Tomoli 4230" A parte la vicenda, lunga appena poco meno di due secoli, della "vendita cum pacto de retrovendendo" prime e, poi, della 'ricompra', nel tempo, dei corpi feudali, del cui trovarsi nel possesso della "Universitas civium Terre Limosani" sembra pressocché impossibile la ricostruzione (pur se il far parte di 'corpi' unici porta ad ipotizzarne l'iniziale formarsi intorno a 'Casali' sparsi); a parte questo e senza considerare neppure le 'indebite' appropriazioni da parte di 'Cittadini' rivoluzionari (i quali si muovevano secondo una logica 'individualista' e brigantesca), che alla data (20 Marzo 1808) del "notamento" ne avevano ridotta di parecchio la consistenza (la Sala dai "mille cinquecento tomoli in circa" era passata ai soli "tomoli 1000"), va comunque detto che la disponibilità del patrimonio fondiario che faceva capo a Napoli l'Avvocato Sig.r D. Antonio de Giacomo". Dalla "Allegazione Forense" di quest'ultimo, datata 25 Gennaio 1810 (ASC, Atti demaniali, B. 1, f. 2), si ricavano le notizie più antiche della storia di Cascapera. Sulla conclusione della vicenda fa piena luce l'atto stipulato il 29 Dicembre 1820 "avanti di noi Giuseppantonio Lucito fu Francesco, Notajo", al quale furono presenti "Il Signor Don Vincenzo Lucito fu Libero, Farmacista ed attuale Sindaco di questo suddetto Comune… e… il Signor Serafino Minotti di Palmo, Proprietario e Sindaco attuale del limitrofo Comune di Santangelo limosano…". Con esso "i comparenti… hanno dichiarato… che il detto Comune di Santangelolimosano essendo stato reintegrato sin dall'anno milleottocentodiciassette di una quarta parte del territorio di Cascapera, e di tomoli cento di terreno allo Spiracolo, posseduti da Limosano, quali fondi l'aveva dati in pegno sin dalli ventiquattro Luglio millecinquecentonovantanove per ducati centosessanta, D. 160.00, e che a ventinove Novembre del seguente anno milleseicento aveva ceduto in paga a questo medesimo Comune per ducati centottantuno, D. 181.00, fra capitali ed interessi, col patto della ricompera in perpetuo, secondo la sentenza della Commissione Feudale emanata a diciassette Agosto milleottocentodieci, e registrata in Napoli li diciotto Ottobre di detto anno,…, eseguita la prima volta dal Commissario del Re ripartitore de' Demanj in questa Provincia, ed indi questa esecuzione dietro i reclami di questo Comune di Limosano approvata dalla Regia Corte de' Conti con sua sentenza de' Ventotto Novembre milleottocentosedici, e registrata in Napoli… li dodeci Aprile milleottocentodiciassette…, ed approvata ancora da Sua Maestà a quattro Marzo di detto anno, come dagli atti sistenti nell'Intendenza della Provincia di Molise, l'istesso Comune di Santangelolimosano, rimase in vigore di detta sentenza condannato a restituire al Comune di Limosano li suddetti ducati centottantuno, prezzo di detto dazione. Avendo ora il detto Comune di Santangelolimosano soddisfatto, e pagato a questo Comune di Limosano l'enunciata somma di ducati centottantuno,…, perciò dietro tale soddisfazione questo Comune di Limosano ne fa col presente atto ampla e finale quitanza… Intendendosi insomma cessati, ed annullati li due istrumenti suddetti del millecinquecentonovantanove e milleseicento per quanto riguarda la soddisfazione, e restituzione de suddetti ducati centottantuno prezzo della dazione". 307 quella istituzione era notevole. Così come, in ogni caso di formazione antica, erano ingenti i quantitativi dei "territorij" di tutte le altre 'istituzioni'. Un quadro generale della situazione complessiva viene fuori dal seguente "Verbale" 448 , che però, perché redatto quando erano avvenuti già diversi cambiamenti ed 'attacchi' e quando la "Universitas" già era stata trasformata in "Comune", consente solo una idea relativamente precisa e puntuale sulla gestione dei relativi patrimoni: "Oggi che sono li tre del Mese di Ottobre del mille ottocento undici in Limosano. Io qui sottoscritto Secret.o del Sig.r Commss.o del Re incaricato della divisione dè demanj…, avendo fatto riunire nella mia presenza il Decurionato di questo pred.o Comune l'ho invitato a formarmi lo stato, e la descrizione di tutti i demanj ex-Feudali, Eclesiastici, e Comunali esistenti nel tenimento di questo predetto Comune; ed esso prestandosi a tale invito mi ha formato lo stato richiesto nel seguente modo. Territorj ex-Feudali - L'unico territorio ex-Feudale è il quarto di Cascapera, che colla sentenza della Commissione Feudale del 17 Agosto 1810 è stato dichiarato di pertinenza del Marchese di Grazia. Questo territorio… si è ritrovato di tomoli duecentoottanta, e sei misure. I Cittadini in forza della rammentata sentenza vi rappresentano i pieni, e commodi usi civici, … La sua natura è tutta coltivatoria, e li coloni sono l'istessi Cittadini di Limosani, che li posseggono da tempo immemorabile coll'obbligo di corrispondere il solo terraggio in ragione di decima al Marchese… Territorj Ecclesiastici - Nel tenimento di Limosano vi sono molti terreni appartenenti ai Soppressi Monisteri di S. Francesco e de' PP. Celestini,… Questi terreni sono tutti coltivatori, e nello stato presente parte di essi trovansi censiti a diversi Cittadini,…, e parte si danno ad affitto temporaneo…, eccettuata una vigna, un territorio ed un giardino adjacente al Monistero di S. Francesco,… Non si sa precisa origine di tutti, ma vi è tradizione, che il locale di Monte Marconi fu dato in dote al Monistero di S. Francesco nella sua fondazione dal Comune di Limosano… Gli abitanti di Limosani vi hanno esercitato, e tutta via vi esercitano i diritti Civici di pascere, ed acquare, eccettuatane le vigne, ed altri territorj chiusi. - Vi sono benanche i terreni appartenenti alle due Parrocchie di S. Maria, e S. Stefano, ma essi sono in parte censiti, ed in parte posseduti da Coloni perpetui inamovibili,… - Vi sono inoltre i terreni della Badia di S. Michele di jus Padronato del Sig.r Giuseppe Chiovitti del Comune di Gildone,…, i quali quantunque siano soggetti al pascolo dei Cittadini, sono però tutti occupati dà coloni perpetui, che ne corrispondono il censo in grano al Censuario generale di d.i fondi Sig.r Domenico Fiorucci. - Vi sono anche i terreni del Padronato Laicale sotto il titolo di S. Giovambattista appartenente al Sig.r Saverio Covatta di questo Comune. (…). - Vi sono pure i terreni appartenenti al Beneficio di S. Silvestro, alle Cappelle del Rosario, e Sacramento, alla Commenda di Malta, ed al Beneficio di S. Antonio di Vienna,…, e dell'istessa natura sono i terreni del Pio Ospedale. Territorj Comunali - Il Comune di Limosano possiede un vasto demanio Comunale. Questo demanio parte è coltivatorio, e parte boscoso. Il coltivatorio è diviso in terreno di antica coltura, e terreni di nuova coltura. Il primo è posto a scacchi in molti luoghi del tenimento, ed in mezzo alle proprietà de' Luoghi Pii, e de' particolari. Ve ne sono però quattro pezzi grandi riuniti in tre soli locali, cioè il quarto di Cascapera, la Sala, la Foresta, e la metà di Monte marconi. Fra tutti questi territorj Comunali ve ne sono molti lamosi, ed incolti per la loro sterilità. La loro estensione… ascende a tomoli cinque mila cento ottantasei, e tre quarti, cioè mille 448 ASC, Atti demaniali di Limosano, B. 1, f. 2. 308 cento sessanta sei, ed una misura di prima, duemila settantuno e mezzo di seconda, e mille ottocento quarantotto, ed undici misure di terza classe. (…). Essi però sono posseduti d'antichi Coloni sotto la corrisposta dell'ottava del ricolto ne' luoghi siti meno un miglio distante dall'abitato, e della decima ne' luoghi posti a distanza maggiore. Alcuni di essi li posseggono a titolo di compra fattane d'altri Cittadini, altri si trovano averli acquistati o coll'occupazione, mentre erano incolti, o colla divoluzione, a cui si era dato luogo, coll'esserne stata da altri abbandonata la coltura per lo spazio di un triennio. In varj luoghi vi sono delle Massarie a fabrica per ricetto degli animali, ed in varj altri vi sono delle migliorie di vigne, ed oliveti. - Il secondo consiste ne tre locali denominati le Cese, la Selvitella, e le Coste. 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