Francesco bozza
S.C…., a ricorso dell’Università di Limosani esimé da questo preteso jus prohibendi
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S.C…., a ricorso dell’Università di Limosani esimé da questo preteso jus prohibendi delli Trappeti l’uso proprio delli Cittadini, ed ordinò che fosse lecito a’ medesimi di servirsi di lor ragione,… Ma se il bando, che parlò della sola proibizione di portare l’olive a triturarle negli esteri Trappeti, parlato ancor avesse del jus proibitivo delli Forni; Come il bando apparisce pubblicato nel 1729. Così i trenta anni a die prohibitionis per tirarne l’acquiescenza de’ Vassalli, non sarebbero elassi, perché a’ 14 Giugno 1749 s’istituì dalla Università di Limosani il giudizio nel S.C. per lo permesso di tener i Forni nelle proprie Case, non ostante il vantato jus proibitivo”. In quest’ultima occasione il Barone fece ricorso anche all’inquinamento delle prove, così che “a’ 25 Giugno 1749 (nota: erano trascorsi appena undici giorni dall’azione della Università) comparvero nella Regia Camera alcuni pochi Cittadini (promossi, ed istigati dall’istesso Tali ‘privilegi’, che “i Limosanesi, come originari, godevano in Benevento” (SARNELLI P., op. cit., pag. 224), e probabilmente anche altri ‘diritti’ risultavano “per l’insegnia et iscrittioni che stanno sopra la porta del Borgo di essa città” (CIARLANTI G.V., op. cit., pag. 222). 423 ALLEGAZIONE FORENSE, Per la Università di Limosani contro dell’Illustre Marchese utile Padrone di detta Terra, Napoli 20 Marzo 1760; in Biblioteca Provinciale di Campobasso al n. 2339. Il documento, utile per la ricostruzione della vicenda, contiene anche notizie sulla storia della titolarità del feudo. Come sempre, se ne omette il facile ricorso alla citazione. 268 Signor Marchese), i quali lagnandosi della gabella chiamata della panatica, che la Università esige dalli Venditori del pane, credendo, che detta Gabella si fosse imposta senza regio assenso, e nell’istanza dissero che non erano tenuti ad altro jus proibitivo, se non di portar ad infornar il pane nelli forni feudali, senza esser permesso di tenere, o edificare forni, siccome ab immemorabili si era praticato… In vista della quale istanza furono spedite provvisioni, che si dovessero monire le Parti, e frattanto essendo vero, che la detta gabella si sia imposta senza regio assenso, si dovesse far quella dimettere”. Ed anche se “i Testimoni che si esaminarono non avevano la necessità di deponere del jus prohibendi vantato dal Marchese di Limosani, questi perché erano Cittadini, e Vassalli del Marchese, deposero secondo il medesimo aver già premeditato, per eludere il giudizio istituito nel S.C. giorni 15 prima di proponersi il giudizio nella Regia Camera”. E, siccome “che questa gabella non si è tolta, né più quel promosso giudizio si è proseguito”, risultava evidente, in quel frangente, che “premeva solo al Marchese di far conoscere di essere in questo possesso”. Ma, nonostante “il S.R.C. a 11 Agosto 1750 ordinò, quod facta declaratione in publico parlamento, et per segreta suffragia, an Universitas velit, nec ne litem prosegui cum Illustri Marchione dictae Universitatis, providebitur, et committatur Regiae Audientiae, quod destinet unum ex Regiis Auditoribus pro parlamento praedicto…”, era chiaro che “un tal decreto fu proferito ad oggetto che dall’Illustre Marchese fu opposto, che non potevano gli Amministratori della Università proseguire la lite intentata, senza far precedere il publico parlamento”. Trattavasi, perciò, di un vantaggio appena illusorio poiché la reale situazione era che “dopo varj atti seguì il parlamento al 1 Novembre 1752 col quale con pienezza di voti di 151 Cittadini fu stabilito il proseguimento di detta lite, e sette soli Cittadini furono di sentimento di non doversi la detta lite proseguire”. E neppure della ‘informazione’ “del 1758, avvenuta in occasione della verificazione del solito, se nella Taverna del Marchese si poteva vender pane”, quando, ancora una volta, “egli fè deponere da’ suoi Vassalli di possedere il corpo feudale delli Forni col jus prohibendi”, in quanto “una informazione presa a stenti, ed in frode del giudizio promosso nel S.C. non deve fare specie alcuna, perche è in tempo che il processo era istrutto per proponersi la causa”. Risolta nel 1754 la ‘lite’ sulla “libertate in moliendis oliviis” a proprio favore, le vicende di quella sullo jus proibitivo di costruire i forni si protrassero ancora per alcuni decenni. Era, difatti, essa ancora in piedi il “23 9bre 1788”, quando, “convocatosi publico parlamento”, per 2° argomento doveva discutersi “come pure essendosi dal Sig.r Marchese con provisione del S.R.C. ordinato a Cittadini, che dovessero cuocere il pane nel forno della Camera Marchesale, e non nelli forni che i Cittadini si anno fatto per di loro uso, e comodo, dopo che questa Unità per tale lite avesse disperse più migliara, et oggi per una connivenza delli passati Governanti si vedano i dritti dell’Unità, e Cittadini lesi; per ciò sta bene la lite, che quasi stà a buono termine si prosiegua per rendersi una volta per sempre se competa ò nò a Cittadini di questa Unità il dritto di tenere i forni”. E nel “publico parlamento” del 30 Maggio 1791 al “3° punto” è ancora riproposta la materia della discussione nei seguenti termini: “crediamo anche bene per vantaggio di questa Unità proporre nuovamente alle Sigg.e loro per la conveniente risoluzione, la transazione proposta altra volta trà questa Nostra Unità, e dell’Ill.re Possessore di essa il Sig.r Marchese D. Nicola di Grazia, il quale come sapete, è pronto di cedere intieramente qualunque dritto egli possa avere sopra i Forni, la fabbrica de’ forni medesimi a disposizione, ed in proprietà di questo Publico. Contendandosi egli di avere annualmente in denaro ò in grano una annuale contribuzione in compensa della sua cessione: il perche dicendo di formarsene Istrumento; e si vorrebbe sapere dalle Sig.rie loro qual summa siate pronto a dare, o qual quantità di grano si penza annualmente di dare, dicano ogn’uno il loro sentimento, come meglio pareranno”. E “su d.a proposta è stata ben intesa da tutti i Cittadini congregati ed in unica voce, et nemine descripante hanno riferito, che nel parlamento passato 269 si disse che si fosse formato il piano della pretenzione dal sud.o Sig.e Marchese, come che hora non si e presentato detto piano, niente si è conchiuso lo detto Parlamento del sud.o Terzo punto” 424 . Si trattava, però, di una concessione dopo che “i tre mentuati luoghi Bosco Fiorano, Cese, una col Casale, sono stati ricomprati da Cittadini assoluti per mezzo delle imposizioni sofferte per formare il pieno di ducati quattro mila cinquecento cinquanta oltre delle spese erogate per il corso di anni 30 per mantenere la lite con l’utile Padrone: tale ricompra fu fatta nell’anno 1778. Dopo tale ricompra de luoghi suddetti sono venuti ad abitare in questa Terra diversi Forestieri” 425 . E la si faceva con l’obbiettivo di ottenere l’appoggio del proprio “utile Padrone” nella ‘lite’ contro il Barone di S. Angelo, che, per parte sua, reclamava la divisione ed il distacco della sua quarta parte del feudo di Cascapera 426 . Cosa, che, nonostante tutti gli sforzi, nel 1796, dal de Attellis si ottenne. Per la conoscenza del patrimonio della “Camera Marchesale di questa Terra olim Città de Limusani” si riportano le risultanze del più volte citato ‘Catasto Onciario’ 427 . 424 ASCL, Libro de’ Publici Parlamenti dell’Università di questa Terra di Limosano principiato a dì 22 Giug: 1783, B. 3, f. 3. 425 BOZZA F., op. cit., pag. 226. 426 BOZZA F., op. cit., pag. 249 e seg. 427 ASCL, B. 1, f. 1. Pur se fatto con grafia di difficile interpretazione, si trascrive per la conoscenza delle cose di quel periodo, da uno 'stralcio' del 1670, che "Nell'apprezzo della Terra di Limusani fatto da Dionisio di Bartolomeo (eletto per d.a Regia Camera sotto li 10 di Luglio 1613) fra l'altre è Nota dell'Intrate feudali, che il Barone riceve dalla d.a Terra", e sono: - In primis dalla d.a Terra riceve ducati Settanta l'anno li quali si pagano per la Colta di S. Maria, per la Zecca, e portulania, e per la Cassa dell'Erario, e per una pena incorsa per havere alli Tempi passati dato ricetto al Forascito Angelillo. - La Mastrod'attia, quale quest'anno si è venduta insieme con il trappeto dell'oglio, ducati 60, prima era solito vendersi separata, e si vendeva ducati 90. - La bagliva si è venduta ducati 30, prima si vendeva ducati 60. - La Taverna, e Chianca con due pezzi di Vignali venduti ducati 35, e prima si vendevano ducati 50. - Li proventi, che prima rendevano ducati 50, al presente rendono poco, ò vero niente. - Allo fonte S.ta Maria vi è una Vigna, la quale per l'Assenza del Barone si vende la vendemia ogn'anno, e quando si è venduta venti, e quando 15 ducati; quest'anno si è venduto ducati 8; per coltivare d.a vigna vi è spesa di ducati 4 Inc.a, e si paga di censo ducati 2 alla Chiesa di S.ta M.a Magg.re. - Le rendite di censi per lo solo tenimento di certi Casalini, e territorij, e Vigne d'oliveti, li quali rendono in tutto ducati 6 e tt.a 10 di certo apprezzo per la difesa, e territorio di Cascapera ; l'entrate di essi se divide in tre parti, la metà è della Terra delli Mosani, l'altra mettà spetta mezzo al Barone d'essa, l'altra mettà al Barone di S. Angelo, questa quarta parte del Barone de limosano e feudale, e haverà reso quest'anno tt.i venti. - Vi sono molti pezzi di territorij seminatorij, quali stanno in diversi luoghi, quali quest'anno hanno reso tt.a 30 frà orgio, e grano; tutte queste Intrade soprad.e sono feudali, le quali il Barone riceve dalla soprad.a Terra de limosani. E' nota dell'Intrate burgensatiche delli Territorij, e defese, che il Barone Sadeolis comprò dalla Terra di Limusano con patto de retrovendendo per prezzo di ducati 4350, come appare cautela stipulata per Notar Gio:Vincenzo Cavaliero. I quali sono queste: La mettà della Difesa di cascapera, ch'e soprannominata li Boschi delli Monti, la difesa di Cesa, e della foresta, e della Sala; Territorij tutti bene per seminar vittovaglie, e pascolo d'animali, e li Boschi per esca di Porchi, e per taglio di legname morto; con tutto che questi beni sieno così buoni, quest'anno vi è seminato poco, ò niente; la causa di questo è, che tanti altri Cittadini sono soliti tenere una quantità d'Animali, che bisognano per coltivare detti Territorij, e per consumare li pascoli, come sono bovi per arare la terra, vacche per fave, e pecore, e capre per sonsumare li pascoli, e porci per esca delli boschi; A ora per non vi essere il Barone, e li Cittadini di d.a Terra sono poveri, non vi è chi possa fare la compra di questi animali, e questa e la causa, che la povera Terra non rende le gabelle, ne li pascoli; e detti non rendono l'Intrade, e sim.le la Bagliva, et ogni cosa và mancando, e diminuendo la Terra e li Vassalli ne andrà male in peggio, e questo è quanto dell'entrade burgensatiche. Et seguita con l'infratti Corpi d'entrade: La Giurisdizione de prime, e seconde cause civili, criminali e miste, Item anno ducati sessanta, quali si pagano ogni anno per l'Unità per la Colta di S. Maria, Zecca, e Portulania, et altro; Item il Jus Scannagij, seù rotolaggio; Item la Mastrod'attia; Item il Trappeto; Item la bagliva; Item due forna; Item la taverna, e 270 “L’Ecc.a del Sig.r Marchese Sig.r D. Franc.o di Grazia, utile Padrone d’essa, habitante in Napoli, come Cittadino di q.lla Capitale, Possiede in questa sud.a Terra olim Città de Limusani l’infratti beni allodiali, e Feudali, come in appresso si descrivono, e rivelati dal suo Mag.co Erario, come dalla sua rivela, discussa nell’atto della discussione, alla quale stà tralasciata. Le preventive sue proteste sono. Non di meno costretto a dovere fare d.a rivela, ed essere inteso io sotto in d.o apprezzo, e discussione in ossequio di d.i Regali ordini,…, non con animo di pregiudicare punto alle rag.ni di dett’Immunità di titoli, decreti,, privilegij, e natura feudale, che appartengono ad esso Ill.re Sig.r Marchese, per qualsisia titolo, e causa, e speditamente, come Privilegiato Napoletano, Padre Onusto, e con espressa riserba delle rag.ni, e privilegij sud.i d’avvalersene, e giovarsene così nel petitorio, come nel possessorio, anche sommarissimo nella Liquidaz.ne dell’onciario, e tassa dà farsi come sopra, e non altrimenti, ne d’altro muodo rivela possedere d.o Ill.re Sig.r Marchese nel Territorio, e tenimento di questa sua Terra di Limusano l’infratti beni, ciò è: - Il Bosco Fiorano (nota: a margine è indicato “Si è protestata l’Unità come dal suo foglio, s’acclude”), seù li Monti di tt.a mille in circa, che confina col Feudo di Ferrara, con li beni de Minori Conventuali di S. Franc.o di questa Terra, li Territorij di S. Angelo ed altri Territorij Padronali di questa Terra, vie publiche, ed altri confini, che contiene molta parte del suo Territorio senza alberi, e non atto à semina, per essere valli, e colli infruttiferi, ed inculti, trà fertile in fertile di Ghiande, fida di Erbaggi, e fida à legne morte, levatane la spesa de Guardiani, che devono di continuo giorno, e notte custodirlo, per evitare da danni de tagli di alberi fruttiferi di Ghiande, vigilare che non entrino à pascolare animali non fidati… - La Difesa della Sala (nota: a margine è indicato “Si è protestata l’Unità come dal suo foglio, s’acclude”), seù Casale di tt.a mille, e cinquecento incirca di territorio senza alberi, parte lavorandino per seminarsi, e parte per erbaggi, confina con Territorio di S. Angelo, con Fossaceca, lo fiume biferno, ed altri,… - La Difesa delle Cese (nota: a margine è indicato “Si è protestata l’Unità come dal suo foglio, che s’acclude”) di tt.a duecento sessanta in circa sterparo quasi tutto, per non essere il Territorio atto à semine, serve per erbaggio, confina colla via publica dà due lati, con li beni dell’Arcipretura di S. Maria Mag.re di questa Terra, vallone corrente, ed altri,… - Lo Territorio à Colle Sant’Antuono di tt.a tre in circa,… - Lo Territorio alle Coste della Selva di tt.a otto in circa,… - Lo Territorio à Colle della noce di tt.a quindeci (nota: a margine è indicato “Dicono essere tt.a dieciotto”) in circa,… - Lo Territorio al Colle della Corte alias Taverna di tt.a dieci, in circa,… - Lo Territorio alla Piana delli Spinilli di tt.a dodici in circa,… - L’Ischia Majura, seù piana della Grotta di tt.a dieci in circa,… chianche, con due pezzi di Vignale; Item alcuni censi proprij; Item la parte della Difessa, e Territorio di Cascapera; Item molti pezzi di Territorij siti in diversi luochi convicini di d.a Terra, e li sottoscritti altri Corpi d'Entrade burgensatiche comprati per detto q.m Gio:Batta in tempo viveva dall'Unità di d.a Terra; In primis la mettà della difesa del d.o territorio di Cascapera, Item li boschi delli Monti, e le difese di Cesa, della foresta, e della Sala, e si dichiarò, che per l'espressione delli sudetti Corpi particolari non si fusse fatto pagamento a qualsisiano altri beni, et Intrade, Corpi, giurisdizioni, e come che per il sud.o Regio Tribunale furono venduti in genere con detta Terra, et anche con tutti l'altri beni, Corpi, Intrade, e Giurisdizioni tutte burgensatiche, come feudali descritti, et annotati nell'infratto apprezzo fatto di detta Terra per il q.m Dionisio Di Bartolomeo… De più in d.a Terra il Barone have uno Censo enfiteutico detto il Censo dell'animali, che sono ducati novanta sette, che si ricevono dà 45 particolari debitori, delli quali doi ne sono morti, che pagavano docati sette, e questi sono persi in tutto, quali restano docati 90, che si esigono dà 43 debitori, ò vero Censuali. Tutte queste entrade ho ritrovato…". 271 Delle due Difese della Sala, seù Casale, e Cese, e delli restanti pezzi de Territorij descritti, non si può portare di ciascuno d’essi la rendita particolare, poiche essendo parte di seminatori, e parte inculti, che servono solo per erbaggi, il frutto si ricava inconfuso, ed ingenerale del Teratico, che s’esigge, dà quelli, che ci seminano à rag.ne di tt.a uno, per ogni tumula dieci di grano, ed altre vettovaglie, e biade, che si raccogliono, ed il frutto si ricava dall’erba di d.e due Difese, si esigge non per ragione di Territorio particolare, che si affittassero, e vendessero le sue erbe, mà ingenerale si fidano gl’animali à tanto per cento, restano à libertà de Fidatarij di pascolare in esse due Difese, mentre l’herba degli altri sud.i Territorij, non si vende, per essere demaniali, ma solo sop.a d.i pezzi di Territorij si ricava il sud.o Terratico. - Il Territorio à S. Janno di tt.a cinque in circa,… - Il Territorio del Palazzo sotto la vigna Marchesale, di tt.a trè in circa,… - La Stalla alla porta del Borgo, e la Torre del Baglio, dedotte le spese, per riparo del Tetto, trà imbrici, e Mastria, quando s’affittano,… - Le Grotti sotto le ripe del Palazzo… - Il Palazzo Marchesale non rende cosa alcuna, anzi porta molto dispendio, per l’accomodazione, e ripari annui, che richiede. - Una Nevera, alias Fossa murata per uso di nevera attaccata alle mura di S. Franc.o de minori conventuali, vicino la strada che si dice della Croce Vecchia, di questa non se ne fà uso, si per avere sempre abitato, e per abitare il Sig.r Marchese in Napoli sua Padria, come per non essere fornita di Travi, e Tetto, con che non se ne ricava cosa alcuna. - La vigna Marchesale di trantali dieciotto, non solo non porta alcuna rendita, mà porta di spesa accidente quel poco di vino, che si ricava, il quale si dà in conto delle fatiche all’Uomini, e Donne, nel tempo, che si coltiva d.a Vigna,… - Per cenzi redimibili dà diversi Cittadini annui docati trentuno, grana quarantaquattro, e cavalli quattro,… - Dall’Unità di questa Terra annui redimibili docati trenta,… - Pesi - - Deducendosi il Patrimonio dell’Ill.re Sig.r D. Antonio di Grazia F.llo utrinque del d.o Ill.re Sig.r Marchese, il quale Sig.r D. Antonio si è ordinato Sacerdote dall’Arcivescovo di Benevento, alla di cui Diocesi questa Terra appartiene, come primo Cittadino, qual Patrimonio, che si trova assegnato, e situato sopra questa Terra importa annui ducati quaranta,… - Allo Scirvano, e Razionale della Camera, per lo registro, e conti docati dieci,… - Carta per d.i Conti, Lettere, libri d’esigenza, ed altri bisogni della Camera carlini vinti,… - Oglio per affare della med.ma carlini quindeci,… - Al Camerlengo che và ogni Lunedi in Campobasso à portare lettere al Procaccio, e pigliare quelle che vengono, e per li servizij, che fa al Palazzo, pane un rotolo al giorno à grana due il rotolo, annui ducati sette, e grana trentadue,… - Al med.mo Camerlengo vino una Carafa il giorno, à tornesi trè la Carrafa annui ducati cinque, e grana quarantanove,… - Al med.mo Camerlengo una canna di legno annui carlini dodeci,… - Al med.mo Camerlengo un pajo di scarpe annui carlini dieci,… - Al med.mo Camerlengo carrafe sei d’oglio à grana quindeci la carrafa, annui carlini nove,… - Al med.mo Camerlengo, un letto per uso di d.o, che stanzia al Palazzo per la cura d’esso annui ducati dodeci,… - Per lettere al Procaccio annui carlini venti,… 272 Resta il frutto de beni allodiali, che annui riceve il d.o Ill.re Mio Sig.r Principale, indi. - Beni Feudali, con Giurisdizione - - La Mastrod’attia, la quale stà in demanio, per non esservi chi l’affitta. - La Bagliva delli danni dati. - La Zecca, e Portulania, e Colletta di S. Maria concordata ab antiquo, con l’Unità, la q.le per d.a concordazione, ne corrisponde ogn’anno alla Cam.a Marchesale docati sessanta. - Beni Feudali senza Giurisdizione - - Piazza, e Trappeto, qual trappeto ogn’anno vuole molta spesa di vite, strofine, delfino, chianconi, accomodi di Lettere, tetto, ed altro, oltre il canone di carlini due l’anno alla Chiesa di S. Maria Mag.re. - La Taverna, scannaggio, la quale Taverna ricerca molti ripari di fabbrica, imbrici per lo tetto, che in ciascun anno devono comprarsi per li venti impetuosi, che li trasportano, e fracassano li legnami, che s’infracidano per le piogge, e nevi, e Mastria. - Le due forna, queste ricercano anche le spese di fabbriche, ed accomodazioni, che ogn’anno si ricercano ne tetti, nelle mura, e nel forno stesso, che consumato dal fuoco, ricercano anno per anno riparo, nella lamia, nel suolo, di nuovi mattoni, lisce morte, calce, Mastria, pale consumate dal fuoco, ed altro bisogno per il mantenimento delle proprie cose de forni, e forni sud.i, essendo due situati in due quartieri divisi, Tavole d’Abete per trasportare il pane, che si fanno venire dà paesi lontani, non essendovene in questa Terra, duplicate persone per trasporto di legne, con vitture per cuocere il pane, orzo per d.e Vitture, ed altro, che occorre. - La Pesca del Fiume - La quarta parte dell’affitto della Difesa di Cascapera (nota: risulta annotato al margine “Si è protestata l’Unità, come dal suo foglio s’acclude, onde si rimette alla Reg.a Cam.a per la sua discussione”). 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