Francesco bozza
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particulari’, ma riaffidano la decisione
amministrativa agli ‘intendenti’, quasi che fossero dei feudatari ‘moderni’, il rapporto tra il titolare di un feudo e la sua “Universitas civium Terre” sarà caratterizzato sempre da una forte conflittualità e da scontri violenti. Una volta che il punto dell’equilibrio tra le forze risulta essere stato nettamente spostato a favore del ‘dominus loci’, lo sbandamento politico (e, per la concomitanza dello scisma d’occidente, anche religioso) durante il lungo periodo che va dalla morte di Re Roberto (1343) e l’arrivo degli Aragonesi (1442) contribuirà non poco a rendere, pure per il futuro, più faticoso lo sforzo della “Universitas” di riappropriarsi del suo ruolo e di recuperare la sua funzione di punto di riferimento e di difesa degli interessi dei ‘particulari’. Alfonso d’Aragona (1442-1458) e, maggiormente, il suo successore Ferrante I (1458-1494), per porre un certo freno all’esagerato potere dei feudatari, tentarono di favorire l’azione di rivendica dell’ “Universitas”. Fu, con molta probabilità, proprio allora che venne formulata dai ‘capifochi’ della ‘Terra’ di Limosano, “cohadunati in publico Parlamento”, la prima stesura de “li loro Capitoli e Privilegi”, che serviranno per porre un certo argine allo 409 Registri della Cancelleria Angioina (in seguito solo RCA), Vol. XII, pag. 225, n. 188; Vol. XIV, pag. 148, n. 112. 410 RCA, Vol. XII, pag. 46, n. 96. 411 RCA, Vol. VIII, pag. 12, n. 73. 412 RCA, Vol. XIII, pag. 95, n. 220. 258 strapotere del loro “utile Signore e Padrone” 413 . Dei loro miglioramenti, nelle edizioni del 1613 e del 1670, è stato già accennato nel precedente paragrafo. Ma, dal momento che quella dei sovrani Aragonesi, più che una vera riforma di sistema, fu solo il tentativo egoista fatto per limitare il forte potere (e le congiure) di una classe baronale scalpitante e non per rimettere la decisione amministrativa alla “Universitas civium”, essa fu di assai scarsa efficacia e quasi di nessun vantaggio per quest’ultima. Ed, inoltre, si dimostrò cosa di stagione assai breve, in quanto il ‘panfeudalesimo’ del periodo vicereale riportò nettamente a favore del feudatario la condizione di una ‘Terra’. La lettura dei documenti notarili fa in genere registrare per la seconda metà del XVI secolo un fortissimo indebitamento sia dei ‘baroni’ (e, per questi, la spiegazione potrebbe ricondursi alla vita dispendiosa condotta nella Capitale) che delle “Universitas”, le quali, per parte loro, si vedono ridotte a ricorrere annualmente a ‘prestiti’ “per le Carestie et penurie delli anni passati et per li passati fiscali et per lo peso delli soldati de presidio contra forasciti”. La situazione della “Universitas civium” di Limosano era diventata, lo si è già visto, così drammatica da risultare, il 19 Gennaio 1596, indebitata per 7164 ducati circa. Tanto che dovette “assegnare in pagamento a Don Ottavio vettovaglie (nota: grano, orzo e legumi), beni mobili ed animali” per oltre 2800 ducati e, per 4350 ducati, vendere “cum pacto de retrovendendo” la sua “parte di Cascapera, la Selva delli Monti collo Vallo di Cicco, lo quarto della Sala, lo quarto delle Cese e lo quarto della Foresta”. Si era pervenuti ad un punto tale che essa non riusciva più a difendersi dagli attacchi, che le venivano mossi da tutte le parti, se è vero che in una “Protestatio pro Universitate limosanj contra M.cum Jo(ann).em Thomam de Stefano, Reg.m Perceptorem… extraordinarium Reg.e Cam.e Summ.e pro parte J(oan).nis de paschale dicte terre limosanj sind(ic).i pro presenti anno”, del “17 7bris 1615”, quest’ultimo “… vulgari sermone dicit come avendo lo detto Com.rio et Compagno asportato et pigliato molti Animali somarini, Matarazzi, lenzole, piumacci coperte sacconi rame, bronzo, piatti vocali, quartari, et altre robbe in quantità che non se ne sape il numero” 414 . Il quadro della pesantezza della situazione risulta assai evidente da una “Fede del Stato, in chè vive la Terra di Limosano” 415 , con la quale “Si fa piena, ed indubitabile fede per Noi sottoscritti odierni Sindico, et eletti della Terra di Limosano in Provincia di Contado di Molise obbedire all’ord.e del Sig.re Percettore, precedente altro di S.E., come questa Unità non ha altro Corpo d’entrata, se non che alcuni pochi terraggi di grano, et altre vettovaglie ascend.ti alla summa di tt. 80 (nota: poi corretto a 100) dà fertile in fertile, il prezzo dè quali serve per spese estraordinarie, cioè Prov.ne di Cancelliere, di Predicatori, franchigie di Soldati, Orologio, Corrieri Reggij, spese di squadre di Campagna, che al spesso ci ricapitano, et altri esiti, che possono occorrere; Di maniera che questa Unità pred.a per non havere altro corpo d’entrata, tutti li seguenti debiti soddisfa e paga con l’imposizione che anno per anno si fa inter Cives per aes, et libram ratione bonorum iuxta Catastum, che si forma ogn’anno, e sono: - Alla R.a Corte, et Reggij Assegnatari per li 42 carlini a fuoco per cento trent’otto fuochi, et mezzo anno 581.3.10 - Per li grana cinque (nota: corretto a 6) a fuoco il Mese per la Cavalleria 413 Con una ‘Protestatio’ del 31 Agosto 1703 (ASC, Protocolli notarili, Notaio VENTRESCA Gennaro della piazza di Lucito) “plures cives” di Limosano reclamavano ancora che il Governatore non presenziasse ai loro consigli e pubblici parlamenti, tanto da invalidare l’elezione di venti giorni prima degli “homines ad reggimento” della Terra. 414 ASC, Fondo AMOROSO, Protocolli Notarili del Notaio COVATTA Domenico di Limosano. 415 ASC, Fondo AMOROSO, Memoriale ovvero Repertorio di antiche scritture, Zibaldone secondo, pag. 74. Evidente l’andamento recessivo del numero degli abitanti che fa registrare solo 138 fuochi. Con atto notarile del 22 Febbraio 1617 si dichiarava “che d.a Un.tà è di fuochi cento cinquanta in circa”. 259 anno 82.4. -- - Per li cavalli dodici a fuoco il mese per le squadre di Campagna anno 16.2.16 - Per li cavalli otto a fuoco per la squadra supranumeraria il Mese, che anno sommano 14.0.14 - Alla R.a Corte per li carlini 25 per soldo del Batt.e a piede agiudicatosi la med.a mese per mese anno 17.2.10 - Provisione di santario, che affitta detta esigenza anno 100.-. -- - Provisione dell’esattore, che esigge d.a imposizione 40.-. -- - Al Sig.r Francesco di Grazia Patrone di questa Terra pred.a per antica vendita di Zecca, Portulania, et colta di S. Maria 60.0.00 Che sommano in tutto 912.3.10 Per la qual summa per soddisfare detti Creditori si butta l’imposizione inter Cives per aes, et per libram ratione bonorum iuxta Catastum, e questo è il Stato, in che vive questa Unità, e per chiarezza di ciò n’habbiamo fatta scrivere la presente per mano del sottoscritto nostro ordinario C.allio signata, et formata di nostre proprie mani, e roborata con il solito sigillo dell’Unità. In Limosano li di Marzo 1683 Da inserirsi più le sud.e altre partite - Alla d.a R.a Corte per la metà delle franchigie dè Soldati da pagarsi tanna tanna 16.1.05 Che in tutto fanno docati 928.4.15” Nel rapporto con il proprio “Utile Signore e Padrone”, da tale condizione di sofferenza, che costringeva la “Universitas Civium”, che “per soddisfare detti Creditori butta l’imposizione inter Cives per aes, et per libram ratione bonorum iuxta Catastum”, a subire supinamente ogni tipo di vessazioni ed ingiustizie, il XVII secolo fa registrare, con il riappropriarsi da parte dei ‘particulari’ di un minimo di consapevolezza civica, il passaggio, quando non ad una ribellione vera e propria, quantomeno ad una reazione di forte litigiosità. E’ quanto sembra evidenziare il documento del 7 Luglio 1652 416 , che, facendo di certo seguito ad un’azione di forza da parte dell’Università di Limosano ed a più che probabili moti rivoltosi da parte dei ‘cives’, riportava le cose a favore del ‘dominus’. Con esso “Achillis Rumone Campiclari, volens exequi servata forma infratte Commissionis de ordine mag.ci Pirri Vincentij Lebboffo Regio Percettore et omni miliori via, posuit et Induxit Joannem Battam Corvinellum Terre Limosani Procuratorem Mag.ci Dottoris Jacobi Campanile Baronis eiusdem Terre Limosani,…, in veram,…, et expeditam possessionem infrattorum feudorum, scilicet il Bosco Fiorano, Cascapera, La Sala, Le Cese et Foresta, ac etiam reintegratione q.rum centum et vigenti debitorum ab Universitate Terre p.tte Limosani, scilicet La Colta de Santa Maria, Zecca, Portulania Camera riservata, et altre”. Il testo, non sempre comprensibile, ed il “tenor p.tte Commissionis est” che “Pirro Vincentio Lebboffo Regius Percettor Provincie Comitatus Molisij, et ad infratta per Regiam Cameram Sommarie specialiter deputatus Mag.co Achille Rumone nostro Commissario, in significare qualmente per il Mag.co Dottor Jacovo Campanile Barone di questa Terra dellimosani adversum le pretendenze dell’Unità di detta Terra per li Corpi d.entrate, come Boschi, Herbaggi, Feudi, Cese, et altro che per d.o Barone si possede in d.a Terra, et teritorij d’essa come anco per l’annui d.ti cento vinti che dall’istessa Unità se li rende per la Colta di Santa Maria, Zecca, Portolania, Camera riservata, et altri, et per la Bonatenenza che dall’Unità si pretende, manisole parti si ottenne decreto, quod prestita obbligatione per essersene fatta d.a Camera pro parte dicti Baroni de solvendo quiquid fuorio Iudicatum pro causa p.tta tollatur Sequestrum, et spedite le debite provvisioni à noi 416 ASC, Fondo Protocolli Notarili, Notaio DE LUCA Carlantonio della piazza di Ripalimosani. 260 dirette, alle quali si diede eseq.ni. Al presente ciò non ostante essendosi di nuovo impossessata l’Unità di d.i Beni, et contro la forma di d.a Provvis.ne et ordini nostri, di nuovo si è comparso in d.a Reg.a Camera per parte di d.o Mag.co Barone, et fatta istanza ordinaria à d.a Unità che per osservanza di d.e provvisioni spedite a beneficio di d.o Comparente, che con effetto non lo molestino, ne faccino molestare, et che non lo turbono dalla Possessione di percepire d.i annui entrate et frutto di d.i Corpi et cossì l’osservino et altrimenti in caso contrario si commette à noi medesimo, acciò così lo faccia osservare sumptibus contravenihientibus, et pigliarne del tutto diligente informatione, acciò costito di d.a Contraventione siano castigati per lo che per d.a Regia Camera sotto li quindici di giugno del corrente anno in Banca di Donato Scognamiglio in virtù di Provvisioni di essa, à noi diretta, ne stà ordinato l’osservanza di d.a promanata provisione à Beneficio di d.o Mag.co Barone spedita, in virtù della quale debbia subbito fare levare ogni sequestro stante l’obbligo fatto, et dovessimo pigliare informat.ne contro li contravenienti per la d.a inosservanza à spese de Contravenienti, quale presa dovessimo mandare in essa Regia Camera, ut decet in potere di d.o Mag.co Ill.mo ad finem providendi. Et perche da noi è stata presa d.a Inf.e dalla quale costa la Contravvenzione di d.a Regia Provis.ne pertanto citra pregiudicio delle pene incorse per essa Unità, e suoi del Governo vi dicemo, et commettemo che debbiate reintegrare a Beneficio del d.o Mag.co Barone non solo li d.i anni cento vinti per le sud.e Cause, che se li devono dalla Unità, ma anco li sotto scritti Beni, et frutti di essi, ponendoli in possesso come vero, et legittimo Patrone, come per sempre prima è stato, il tutto in eseq.ne delle d.e Regie Provisioni con stipularne seu farne stipulato atto Publico, et così… Dato nelli Mosano li sei di luglio mille sei cento cinquantadoi… li dicti anni duc.ti cento vinti; Il Bosco Fiorano, la Sala, le Cese, et Foreste (et Cascapera)… Id est rettus Joannes Batta Corvinella d.e Terre limosani Procurator d.i Mag.ci Baronis ut supra in dictam possessionem et reintegrationem inducto… et apprehendit Corporale, Pacifica, quieta et expedita possessione ut supra in di.s feudis di.s Procurator nomine d.i Mag.ci Baronis singulatim deambulando, ramo collidendo, et multa alia facienda, que aliter Corporalis Possessionis p.tte denotat…”. L’Università e li ‘particulari’ in quell’occasione non si fecero affatto intimorire e non si arresero. Ed, anzi, con la ‘procura’ del 28 Ottobre 1655 417 , intesero far capire che totale doveva diventare lo scontro per “vertere lites, differentias… cum m.co Jacobo Campanile, Barone p.tte Terre, et Januario Campanile eius filio super petitionibus fattis contra eos… et signanter” su quella della ricompra dei corpi feudali alienati “et sunt la selva detta di fiorano, Casal di Cascapera, la defensa della foresta, la defensa delle Cese, la defensa della Sala. Per il pag.to della bonateneza del territorio alli Pozzillo, et Collo di S. Antonio. Per li animali pecorini et bovini per spatio di vent’anni. Per il pag.to della Camera reservata per spatio di anni trentisei a rag.e di duc.ti 50 l’ano. Per la bonat.a del palazzo novo fatto con laverci incorporato sei case di part.i; per la vigna, forna, tappeto, Taverna, et Massaria..., et per le altre caose…”. Lo scontro durò diversi anni senza esclusione di colpi. A parte la posizione, si era già all’11 Febbraio 1669, dei “costituiti Lattanzio Luciano, Salvator Minicuccio, Nicolaus Covatta, Aloisius Marc’Antonio, Cianne de Tata, Thomas de Amico, Berardinus Bagnolo, Jacobus Gravino, Donatus Frosolone, Dom.cus Bagnolo, Dom.cus de Thomaso, Franciscus Marinaccio, Joseph Gio:Cola, Dom.cus Santone, Io.es Piciucco, Fran.cus de Vendera, Angelus de Vendera, Jo.es Angelus Matteo, Dom.cus de Angelillo, Silvester Sabetta, Fran.cus Angeli Russo, Jo.es Ant.us Fattorino, Dom.cus de Tata, Jo.es Ant.us de Orlando, Annibal Corvinella, Jo.es Pascariello, Vincentius de 417 ASC, Fondo Protocolli Notarili, Notaio DI BARTOLOMEO Francesco della piazza di Ripalimosani 261 Vendera, Jo.es Berardinus Romano, Jo.es Carolus Covatta, Carolus Longo, Micarius Mottola, Vincentius de Alena, Alesanter Covatta, Pompeus Capillo, Carolus Sabetta, Jo.es Minicuccio, Tomas Marc’Antonio, Dom.cus de Abramo, Jonnes Luciano, Jo.es Petrus Parato, Pascus Antonius Gravino, Fran.cus Marc’Antonio Dom.cus Greco, Berardinus Fracasso, Jonne Carrello et Fran.cus de Amico, omnes cives particolari, et habitatores Terre Limosani”, i quali, visibilmente contrari al “Governo di detta Terra in questo present’anno per mala volontà particolare che have con il Sig.r Barone” ed ancor di più all’ascesa di Gio:Ant.o del Gobbo, “erano convenuti con d.o Sig.re che ogni volta che se li restituivano duecento cinquanta docati per il prezzo d’una defensa detta la foresta, che d.o Sig.re ci la restituiva senza lite alcuna”. Sono nella risposta del giorno dopo, 12 Febbraio 1669, il dramma e le condizioni dell’Università, quando “ad preces factas per franciscum Antonium Greco Sindicum hodiernum p.tte terre Limosani, per Jo.em Carolum Longo, Petrum del ferraro, et Jacobum de Luca electos ad Consilium, et Gubernum p.tte terre pro p.nti anno, personaliter accessimus… in platea publica ante domum Rev.di D.i Donati Covatta Archipresbiteri Sante Marie d.e terre ubi invenimus Ill.rem Dominum Januarium Campanile Baronem terre p.tte, et dum ibi essemus requisivimus pro inf.to actu conficiendo p.ttum Ill.em Dominum Januarium, et p.tti predominati Sindicus et electi nos requisiverunt quia p.ntem actum exequi deberemus in vulgari sermone descriptum pro maiori facti intelligentia et est tenoris seguentis. La Università della Terra di Limosano, et per essa l’hodierno Sindico fran.co Ant.o Greco, et Gio:Carlo Longo, Pietro del ferraro, et Giacomo di Luca eletti, presentiscono che il Sig.r Gennaro Campanile Barone di essa habbia fatto ragunare una quantità di gente di d.a terra nel suo Palazzo, et ragunati si è lasciato intendere si d.o Sig.re Barone, come anco altri suoi familiari che have una quantità di grano d’India, et altro grano buono, et tutto volerlo distribuire alle d.e genti ragunati purche le d.e genti si sottoscrivessero ad un memoriale del tenor seguente. In primis che d.e gente dichiarino per la lite vertita per il passato fra d.a Unità, et d.o Sig.r Barone non s’habbia da innovare, ne disperderci cosa nulla, ma che s’habbia d’attendere alla lite della foresta solo, et non ad altre defense et pretent.ni che può havere la d.a Unità, il tutto in grandissimo preiud.io di d.a Unità, come anco per la Cerqua tagliata da M.ro Pietro, che non s’habbia da spendere un Cavallo, et anco per il sindicato d’Alesandro Covatta olim M.rod’atti, et Donato fracasso olim Luogot.te similmente che non ci s’habbia da spendere cosa nulla similmente in grand.mo preiud.o di d.a Unità, et contro le Reg.e Parag.che, et perche non è stato per vero zelo di soccorrere alli d.i poveri Cittad.ni lo d.o grano tralasciando l’alterazione di prezzo del d.o grano d’Indio più di quello vale et l’ha comprato ma perche hoggi conosca che la d.a povertà si ritrova in grand.me necessità nel vivere, è andato sudducendoli con d.o grano non solo per farsi fare d.a dichiarazione et altre particolarità che si contiene in d.o memoriale fatto da Gio:Carlo Covatta, Pompeo Capillo, con altri, quali sono andati sudducendo gran quantità di d.ti Cittadini non solo fuora delle loro Case, mà anco dentro le proprie loro Case con prometterli del d.o grano, acciò si fossero firmati in d.o memoriale, et ciò sia vero non essere stato vero amore verso d.ti poveri Cittadini in somministrarli di d.o grano per il loro vitto, si conosce, che essendoci andati alcuni part.ri Cittadini con supplichevole parole, acciò l’havesse distribuito un poco del d.o grano, et obbligatione alla restitut.ne di esso a suo tempo, li furono risposti dal d.o Sig.r Barone, che si sottoscrivessero in d.o Memoriale, et s’havessero pigliato il grano, et come che d.i part.ri Cittad.ni conobbero che d.o Memoriale non era cosa giusta, et in grand.mo pregiud.o di d.a Unità, non si volsero sottoscrivere, furono dal d.o Sig.r Barone con viliss.me parole ingiuriati, et di più ritrovandosi alcuni part.ri Cittad.ni di d.a terra inquisiti à d.o Sig.r Barone, et essendoli andati ad impetrare gratia per d.a loro inquisit.ne, li furono risposti, si dal d.o Sig.r Barone, come anco da Gio:Carlo Covatta suo familiare, che si fussero sottoscritti al detto Memoriale, 262 che volentieri li faceva la gratia di d.a loro Inquisit.ne, similmente molte di d.e persone stimulate dalla necessità del vivere andorno al luoco dove si distribuiva d.o grano, et essendo richiesti se volevano grano che avessero fatto conf.e all’altri, et perche la maggior parte di esse sono persone Idiote che non conducevano, ne tam poco quello che facevano si sono firmati in d.o Memoriale con un segno di Croce solo, et non altro senza esserli specificato il contenuto di d.o Memoriale, e perche d.e persone che hanno fatto d.o segno di Croce s’immaginavano che d.o segno era per l’obbliganza di d.o grano conf.e si vede da alcuni di d.ti part.ri che hanno avuto del d.o grano con patto che si fussero firmati conf.e all’altri et essendo stati chiamati alla dirma di d.o Memoriale, non ci sono andati perche hanno inteso che d.a firma consistente in un segno di Croce non sia per l’obbliganza di d.o grano, ma serv.ne di grand.mo preiud.o di d.a Unità, et vedendo questo d.o Sig.r Barone subito l’ha mandato ripigliarlo d.o grano, similmente essendoci andate alcune povere Donne acciò l’havesse distribuito un poco di grano per il loro Vitto li sono state risposte si da d.o Sig.r Barone come anco da quelli che havevano la cura di distribuire d.o grano che ci fussero andati li lor mariti, et quelle che non havevano mariti, che ci fussero andati li loro primogeniti che ci l’havrebbe dato affinché d.ti huomini si fussero firmati in d.o Memoriale, similmente come Alesandro di Sebastiano tiene docati trenta del d.o Sig.r Barone da restituirsi in fine anni conf.e appare per obbliganza et essendo richiesto il d.o Alesando à firmare in d.o Memoriale, non ci s’ha voluto passare et hora viene forzato alla restituz.ne di d.ti denari, il tutto per non haver voluto firmare in d.o Memoriale, del quale si conosce non essere vera compass.ne della povertà conf.e hanno rappresentato alli d.i Cittadini ma più presto per arrivare a qualche suo buon fine, et il tutto in grand.mo preiud.io di d.a Unità, del quale d.a Unità se ne protesta si contro chi è andato sudducendo d.i Cittadini à favore di d.o Sig.re come anco contro d.o Sig.r Barone, et contro tutti d.i Cittadini sottoscritti à simile et altre cause che siano in pregiud.io di d.a Unità…”. Al che, parodiando in certo qual modo il Pilato del Vangelo, il Campanile si limitò a rispondere “che quanto s’è detto et esposto da d.i del Governo, non è punto di verità, ma quello che d.o Barone ha fatto, ha fatto per vero zelo et per agiutare la povertà, et vuole dare quanto have per agiutare li poveri conf.e have fatto per il passato” 418 . I documenti non riportano come si concluse la vicenda. Ma è certo che la famiglia dei Campanile in meno di due anni vendette (o fu costretta a vendere?) il feudo. Sulla considerazione, in cui si tenne la “Universitas civium” di Limosano dal ‘Mastro di Campo’ Don Domenico Robustella e dai suoi familiari, la dice lunga la singolare esclusione, di cui già si riferì, degli “homines ad gubernum” dalla “censuazione et concordia” per la terminazione, che si tenne il 25 Settembre 1672, del confine con S. Angelo. Il XVIII secolo, oltre che dai tentativi da parte della “Universitas” per la ‘ricompra’ dei ‘corpi’ feudali, che si concluse con quella loro ‘censuazione’, di cui si riferirà altrove, con gli atti, assai significativi per lo spirito che li improntava circa la pratica attuazione di esigenze di un certo ‘socialismo’ diffuso, fortemente innovativo e di gran lunga anticipatore rispetto ai tempi, del 31 Dicembre 1796 e del 30 Aprile 1797, che, tra l’altro, fece sì che arrivassero a Limosano per abitarvi numerosi ‘forastieri’ con le rispettive famiglie, è caratterizzato dagli scontri relativi alle pretese, tanto assurde quanto per nulla lungimiranti, da parte del ‘Padrone Download 5.01 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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