Francesco bozza
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- A. M. D. G. DILEXIT DECOREM DOMUS TUAE FP AN. AD ANGELILLI ARCHIP. LIMUSANOR A.N.R.S. MDCCLV
- Sacru hoc opus privato aere extructu Angela barbati Nicolao Del Vecchio stabili conubio iuncta Philippi et Anaemae Gobbi filia nepos benemeritis T. Ev. Ab. Dominici
- La sua costruzione risale ad oltre mille anni fa
- TERREMOTUS
- Mandante Em.o Archiep.o Ursino, Parochus Ioseph. del Gobbo proprio
Ducati 226:06 Ne è venuto fuori un quadro fatto solo di schizzi, a tratti appena abbozzato e che non consente di cogliere che solo pochi aspetti, e statici, di una realtà caratterizzata dalla crudezza e dalla essenzialità. Da essa, in cui reazioni al condizionamento del religioso sul sociale hanno, però, già iniziato a mettere in discussione il profondo senso del comunitarismo partecipato, stanno partendo quei processi storici, che, per strade diverse e nel lungo periodo, sfoceranno nell'individualismo delle democrazie verticali. Per manutenzioni e riparazioni, che ne ridimensionarono ruolo e 'pregio' artistico, alla fabbrica della Chiesa si intervenne nel tempo con lavori finanziati dapprima dal generoso spontaneismo della 'Universitas civium', che mise a disposizione, sempre e secondo la possibilità di ognuno, mezzi e forza lavoro, e, poi, da un potere democratico così accentrato da sopprimere, con le difficoltà e le lungaggini burocratiche, tutte le scelte partecipative. La facciata, definita superiormente da un frontone basso il cui timpano è arricchito da un festone ricurvo a forte rilievo e caratterizzata da un austero finestrone e da una croce in pietra, è, così come provano le lettere incise sul rigoroso portale 83 , databile ai primi anni della seconda metà del '700, periodo, nel quale è documentabile un discreto intervento voluto dall'Arciprete Angelilli. Nel secolo seguente i guasti, cui non fu estraneo il sisma del 26 luglio 1805, all'edificio della Chiesa si erano fatti di nuovo assai ingenti se è vero che "debbono ripararsi i due muri laterali 81 "La sudetta Chiesa Arcipretale esigge le Decime per antica ed immemorabile consuetudine nel seguente modo. - Per cadaun bove due tomola di grano, e mezzo tt.o d'orzo, alla misura di Benevento. - Per cadaun giovenco la mettà di detto grano ed orzo. - Per cadaun capo fuoco artista (gli 'artisti' erano "num. diecessette") carlini tre. - Per cadaun capo fuoco non artista ("non artisti num. quaranta sei") carlini due. - Per cadauna Donna vedova ("vedove n. sette") grani cinque. Se pure accadesse che venisse qual che famiglia à fare abitazione nell'anted.a Terra di Limusani, deve pagar la decima à questa Chiesa, e non alla Parrocchiale di S: Stefano, è per essere in essa T.ra due Chiese curate, le q.li non formano distretto, ò rione, che tra esse vi fosse distinzione, sono però divise in famiglie, e quelle che sono sottomesse a questa Chiesa Arcip.le sono le seguenti" famiglie (e dei rispettivi 'capi fuoco' vengono riportati i cognomi) n° 33 e Case n. 92. 82 Riportiamo, per curiosità e per capire antiche costumanze, alcuni di tali 'emolumenti': - Per ogni Battesimo una Cannela, e pure due grani; - Per ogni benediz.e post partum un'altra cannela o due grani; - Per l'aspersione dell'Acqua Santa nelle Case in d.o giorno (sabato santo) ... ovi n° sessanta; - Per ogni processo, che si fa per l'ordinando (sacerdote) carlini dieci; - Per ogni Matrimonio esigge come siegue: - per li pubblicationi esigge una gallina - per la Fede - per la Messa - per il Fazzoletto - per le due candele - Per ogni Defunto d'un anno carlini cinque, e mezza libera di cera; - Per ogni Defunto sino alli sette anni inclusive carl: sette, e mezza libera di cera; - Per ogni Defunto, da ott'anni in sù inclusive carl. venti e lib: tre di cera. Esistevano, inoltre, molti altri complicati 'diritti Parrocchiali', stabiliti dai "Decreti dell'Esequie". 83 L'iscrizione, su due righi, è la seguente: A. M. D. G. DILEXIT DECOREM DOMUS TUAE FP AN. AD ANGELILLI ARCHIP. LIMUSANOR A.N.R.S. MDCCLV 55 cadenti con un altare, non che il muro del Coro anche cadente". E la burocrazia del nuovo sistema centralizzato, portato dai 'francesi', contribuiva da parte sua ad aggravare la situazione; tanto che, dopo circa un trentennio, "i due muri laterali nella Chiesa di S. Maria Maggiore sono aperti, e strapiombati, per cui le piogge penetrano dentro la Chiesa sudetta; egualmente accade nel muro del Coro, non che sull'altare, che è interdetto per le piogge, che vi cadono sopra, essendone perciò distaccato tutto l'intonaco" 84 . E, nel 1865, si rendevano ancora necessari "urgenti accomodi da eseguirsi in questo Campanile della Chiesa matrice di S. Maria" 85 . Ma la unificazione, nel 1809, delle due parrocchie limosanesi 86 e la conseguente scelta, che veniva da lontano, di privilegiare la Chiesa di S. Stefano avevano, già e di molto, ridimensionato il ruolo della "olim Episcopalis, et nunc Archipresbyteralis et Parochialis ecclesie Sancte Marie de Limosano". Nel 1928 si eseguirono "lavori alla covertina alla chiesa di Santa Maria" e tinteggiatura per complessive L. 1786,00. E dal preventivo, del 31 Maggio 1931, "per modifiche e restauri nella Chiesa di S.ta Maria in Limosano", redatto da Carmine Antonio Pollice di Limosano, risultano necessari i seguenti lavori per complessive L. 11.876,00. - Pavimentazione dell'area compresa nella nave, portico orchestrale, abside e spazio tra gli intercoloni, con piastrelle di cemento tipo marmette su massetto idraulico; - Gradino in marmo sulla linea della balaustra; - Balaustra in legno con colonnine tornite base e davanzali a cassero; - Spostamento dell'Altare maggiore con rimpiazzo di elementi in marmo; - Pietra di taglio per base colonne: - Dado gravinato, cornice cesellata con doppio toro e listello, scorza e guscio; - Dado gravinato, cornice con toro e listello più guscio. I lavori descritti si fecero; e, come quelli del secolo precedente, che ne avevano cambiato l'ingresso, contribuirono ulteriormente a modificare non poco l'interno della struttura. E quello stesso anno si eseguirono interventi di restauro anche alla statua della Madonna del Rosario, che un questionario 87 , databile tra il 1937 ed il '39, dice essere "scolpita in legno dal Colombo". Molto probabilmente fu in tale occasione che andò distrutta una iscrizione "all'altare del SS. Rosario", il cui testo, che si riporta fedelmente da una riproduzione assai 84 ASC, Intendenza di Molise, B. 175, f. 10. Da uno Stato delle riparazioni che abbisognano alle Chiese del 7 Gennaio 1834. 85 ASC, Prefettura II Serie, Limosano, B. 7, f. 30. 86 Le due parrocchie vennero unificate con Decreto di Gioacchino Napoleone Re delle Due Sicilie dell'8 Maggio e con Bolla Arcivescovile del 29 Luglio 1809. Del 'Regio Decreto' se ne riporta il testo: "Visto il rapporto del n.ro Gran Giudice Ministro della Giustizia, e del Culto, abbiamo decretato, e decretiamo quanto segue Artic.o 1°. L'Arcipretura Curata di S. Maria Maggiore del Comune di Limosano, in Diocesi di Benevento, resta abolita. Artic.o 2°. Le due Parrocchie di d.a Comune si riducano ad una sola, e l'abbia l'attuale Parroco, col titolo di Arciprete. Artic.o 3°. Il Prete Tiberio Aronne di Morcone, approvato nell'ultimo concorso per detta Arcipretura, sia tenuto presente per altre Parrocchie o beneficj Ecclesiastici. Artic.o 4°. L'attuale Parroco, il quale percepirà le rendite della dimessa Arcipretura, è obbligato a tenere due Economi Curati nelle due Chiese, coll'assegnamento che sta prescritto negli Ordini Generali, con ripartirsi fra il Parroco, e l'Economo il peso delle Messe. Ed è pur tenuto il Parroco al mantenimento delle due Chiese. Artic.o 5°. La prestazione di un tomolo di grano, e di un quarto d'orzo per ogni Bue aratorio, resta suppressa. Artic.o 6°. Il nostro Gran Giudice Ministro della Giustizia, e del Culto, ed il Ministro delle Finanze sono incaricati della esecuzione del presente Decreto. Napoli, 8 Maggio 1809". F.to 87 APL, Documenti sparsi. 56 incerta ed approssimativa in APL, era: "Sacru hoc opus privato aere extructu Angela barbati Nicolao Del Vecchio stabili conubio iuncta Philippi et Anaemae Gobbi filia nepos benemeritis T. Ev. Ab. Dominici Ant Gobbi pietate ac doctrina nulli secundi quae ultimu gentis suae nuper vita fructi adhuc lucet in devoti animi signii Virg.e Dei P.ae S.S. Rosarii dicat et post Erat Mem.ae madat A.R.S. MDCCI. XXVII." Per il prosieguo del tempo sono documentabili ancora tra il 1965 ed il 1968 ulteriori, ma non gli ultimi, lavori di sistemazione alla copertura della Chiesa. 2.2 - La 'Parrocchiale', "seu Rectoria", Chiesa di S. Stefano Protomartire E' posta nella parte più alta del centro abitato, la "Chiesa di S. Stefano sita in Via Igino Petrone" [tale solo recentemente, essendo in passato 'Via S. (o, meglio, Don) Andrea'], "Chiesa parrocchiale ad una navata di media grandezza. La sua costruzione risale ad oltre mille anni fa" 88 e, quindi, almeno al IX-X secolo. Si dirà in seguito dell'organizzazione architettonica dell'edificio, che era anticamente assai diversa dall'attuale. Circa la collocazione nel tempo della sua prima costruzione propendiamo per una tale ipotesi di datazione, che la vuole antica di oltre un millennio, più che per quella proposta da chi, quando scrive che la Chiesa "costituisce un buon esempio di architettura dell'ultimo scorcio del secolo XIII - inizi del successivo, ma soltanto per alcuni elementi particolari come il portale e la bifora della sacrestia, facilmente associabili, per forme e tipi di lavorazione, ad esperienze di scultura architettonica del medio Molise, soprattutto della zona di Boiano..." 89 , la vorrebbe edificata in epoca di molto posteriore. 88 ASCL, B. 23, f. 122. 89 MARINO L., art. cit., pag. 256. Il Marino cita anche TROMBETTA A., Arte medioevale nel Molise, Campobasso 1971, pag. 159 e 160. 57 Particolare del Portale rivolto verso est della Chiesa di S. Stefano. Già l'elenco di "queste (che) sonno le reliquie de' la chiesa... de s.to Stephano", che si trova nello "Stato delle anime dall'anno 1579 all'anno 1635" 90 , per i riferimenti a fatti (infanzia, crocifissione ed ascensione del Cristo al cielo) narrati nei Vangeli, e ad episodi della vita di diversi Apostoli (Pietro, Paolo, Andrea, Bartolomeo e Tommaso) e di alcuni Martiri del primo Cristianesimo, pur nella semplicità di una fede spontanea, ma antica, induce a collocare ad epoca alto medievale questa Chiesa, con le relative strutture per il culto, di Limosano. Ne riportiamo la parte che più interessa: - Dela preta dove casco del sangue del nostro Salvatore Jh.su X.to - Del ligno dela croce s.ta del n.ro Salvatore Jh.su X.to - Dela preta dove pose li piedi il n.ro Salvatore Jh.su X.to quando sagliò al cielo - Del latte della gloriosa virgine maria - Dela manna che uscì da li gloriusi corpi de s.ti apostoli, pietro et paulo - Del legno dove pendette lo gloriuso s.to andrea ap.lo - Dele reliquie de esso s.cto andrea ap.lo - Dele reliquie de s.cto Bar.meo ap.lo 90 L'elenco, conservato in APL, trova molte conferme anche nel SYNODICON Dioecesanum S. Beneventanae Ecclesie, Benevento 1723, Pars II, pag. 651. Esse (e ci si limita alle significative) sono: - 3. Bartolomeo Apost. Pochi frammenti, e ceneri uniti - 7. Donato Vesc., e Mart. Un pezzetto d'osso - 12. Pane della Cena del Signore Diversi pezzetti - 13. Pietra del S. Sepolcro Un pezzetto - 14. Pietro, e Paolo Apostoli Pezzetti, e frammenti della Manna uscita da loro corpi - 16. Tommaso Apost. Un pezzo d'osso di deto 58 - Dela manu de s.to thomaso ap.lo - Dele reliquie del protomartire s.to Stefano - Deli carboni de s.to laurenzo - Dele reliquie de s.cto Donato :ep.o, et martire - Dele reliquie de s.ta lucia, et de s.ta cecilia Tali reliquie erano conservate, stando al citato Synodicon, in una "cassetta di Ebano con cristalli, guarnita di argento, con sette vasi". Ed, ancora nel 1880 (vedasi, in APL, le "Breve ed esatte risposte al libro di Istruzione riguardante lo stato materiale e spirituale della Parrocchia di Santo Stefano di Limosano", ordinato dal Card. Siciliano Rende), si custodivano "dentro casse ben chiuse e suggellati e con molta decenza". Pur non volendo dar eccessivo credito ad elementi legati alla sola manifestazione di 'fede' e, perciò, non verificabili né razionalmente e né criticamente, va comunque detto che, in aggiunta alle evidenti emergenze di derivazione 'monastica' riscontrabili nei pochi conci 'originari' ancora visibili nel corpo di fabbrica, la struttura è caratterizzata: 1) da una posizione della Chiesa contigua e di fronte al 'Palazzo' marchesale, residenza, forse sin dall'epoca longogarda, del gastaldus e, sicuramente dal periodo normanno, di quel comes, che per Limosano viene da un ramo della stessa famiglia dei 'de Molisio', che detiene il 'Comitatus Molisii'; 2) dai riferimenti ad uno stile architettonico [ma, oltre al portale ed alla bifora della sacrestia databili, contrariamente a quanto pretende il Marino, ad epoca alto medievale, andrebbero analizzate le due acquasantiere e la mensola posta vicino all'altare maggiore (ma, fino alla metà circa del XX secolo, ne esistevano ancora due) sostenuta da una colonna lavorata ed avente una base scolpita con intagli e con disegni geometrici di pregevolissima fattura] riscontrabile nelle zone del Molise centrale, per diversi secoli 'posseduto' da esponenti di una stessa 'casata', comune sia a Bojano che a Limosano; 3) dalle forti analogie (esposizione ad oriente della porta principale, cunicoli di collegamento ricavati nel 'tufo' ed architettura negativa), pur nell'evidente intento di contrasto, con la 'Cattedrale' di S. Maria. E sono questi tutti elementi che portano ad ipotizzare la prima costruzione dell'edificio, al più tardi, durante il X secolo e, secondo un documento in APL, "sui ruderi di una chiesa antichissima". Ma sempre in epoca posteriore alla 'cattedrale' e, comunque, come riferimento di aggregazione religiosa e sociale di quella parte dell'insediamento più alta, più nuova e, in seguito, più ricca. La facile associabililità della Chiesa alla residenza del 'dominus', che in modo assai singolare unisce entrambe e le rende quasi una struttura unica, farebbe pensare a quel complesso come la residenza di un 'conte', che contemporaneamente ricopre anche la carica vescovile. Tale ipotesi è verificata non solo dalla contemporanea presenza, cui già altrove si accennava, nel 1132 a Limosano di un vescovo Gregorio, nella Cattedrale di S. Maria, e di un secondo vescovo, Hugo(ne) 'de Molisio', ma, e maggiormente, da quella lapide, visibile nel 1743, posta "sopra l'arcotrave dell'antica porta, in mezzo, e sotto l'arco di pietra, infra detto arco, et arcotrave, lavorato detto arco, come sopra, con cornicioni e fogliami, (e costituita da) un antica pietra di piano, ab antiquo lavorata sul piano tra l'arcotrave, e cornicioni dell'arco suddetto, con iscrizzione antica intagliata, e scolpita a scalpello, e puntillo, in mezzo della quale, vi è un fogliame a guisa d'una rosa, ...; e come che per l'antichità, (la) maggior parte di detta iscrizzione, e sue lettere son corrose dalle acque, e dal tempo, che non si possono leggere; ... e poi... han trovato con tutta la chiarezza essere giusta la... letteratura ricavata puntualmente dalla suddetta lapide, et iscrizzione" 91 , ed il cui testo era: 91 ASC, Fondo Protocolli Notarili, Not. Amoroso F.Antonio di Limosano, atto dell'11 luglio 1743. 59 Una prima insopprimibile certezza, tra le poche, che emergono dalle lettere, "corrose dalle acque, e dal tempo", di quella lapide, di cui al presente non rimane che il solo ricordo, è che, così come l'altra di S. Maria Maggiore, pure la Chiesa di S. Stefano fu "Ecc(lesia) Episcopalis" e venne "aedif(icata)" dai cittadini di una "urbis (= città)". Una seconda certezza è che anche contro di essa, così come già per la Cattedrale di S. Maria, si abbatterono i terremoti che interessarono l'abitato di Limosano. E così è quasi certamente che già ad una ri-consacrazione della Chiesa, dopo i lavori di ripristino e di riparazione dei guasti provocati dai gravi fenomeni tellurici del 1294 e del 1305, fa riferimento il documento (v. nota 24) quando riferisce che "... sta in essa chiesa la bulla dela consecratione dela chiesa, consecrata per lo Ill.mo et D.no Pandulfo Arcep.o de Benevento nell'anno 1321, alli 13 del mese de settembre...". Di lì a poco "Arnaldo, Arcep.o de ben.to, successor del s.dicto Arcep.o Pandulfo have confirmato la s.dicta consecratione... nell'anno 1330 lo secundo de augusto". Ed inoltre "lo medesimo p.to Arnaldo, ecc.mo Arcep.o have dato le gr.e, et indulg.e al altar ch' se dice de andrea, de cola de andrea; a fo domandate, pero lo loco, et le indulg.e al s.dicto ecc.mo per suo devotione ch' teneva allo glorioso Igino m.a, da uno chiamato Ugone iudice, inteso da papa benedicto XII nell'anno 1336". 60 Materiale, di raffinata fattura, riutilizzato nei rifacimenti della Chiesa di S. Stefano Questa serie di episodi, che non contraddice all'ipotesi di un vescovo auto nominatosi tale, va inquadrata in un periodo di tempo, il primo quarantennio del secolo XIV, nel quale Limosano significativamente vive una intensa attività sia nelle opere pubbliche, come la costruzione del Convento francescano e la riallocazione del monastero dei Celestini, che nella difesa del suo territorio dagli attacchi degli "uomini della Terra di Trivento i quali, istigati da uno spirito diabolico, portarono via molti animali e li bruciarono, tagliarono alberi e sradicarono i termini per mezzo dei quali si distingue il territorio dal territorio della stessa Terra di Trivento (homines Terre Triventi qui diabolico spiritu instigati,..., plura animalia abstulerunt nec non commiserunt ignem, arbores inciderunt et terminos per quos distinguitur territorium a territorio dicte Terre Triventi contra Deum et iustitiam evulserunt)". Il TERREMOTUS, tuttavia, cui fa riferimento la lapide apposta, quasi certamente, in occasione della ri-consacrazione della Chiesa avvenuta SUB ANN- (Incarnationis) D(omini). (Jesu) XR(ist)I 156- e dopo la ri-AEDIF(icatio) HUIUS ECC(lesie). EPISCOPALIS finanziata esclusivamente (e la circostanza per cui è necessario un periodo di tempo assai lungo ne lascia intravvedere le grandi difficoltà) dai cittadini URBIS li=Musanorum, è con ogni probabilità quello, assai devastante e distruttivo, del 5 dicembre 1456. Anche se "l'altar maggiore" era stato consacrato già da diverso tempo come lascia pensare il fatto che "in essa chiesa sta la bulla dela consecratione de l'altar maggiore, lo quale lo consacrò lo episcopo de trittivero, nomine io: bap.ta nellanno 1510, a li quattro de aprile". Negli 'Inventari' del 1687 e del 1701 e, soprattutto, nell'altro, più dettagliato, del 1713 troviamo notizie assai preziose sulla 'originaria' consistenza architettonica, diversa da quella attuale e del tutto particolare, dell'edificio 92 . 92 Nella prima parte vengono privilegiati i due inventari più antichi, in quanto riportano informazioni 'migliori' dal punto di vista storico; successivamente, e perché più descrittivo, si preferisce il testo dell'inventario del 1713. Ad ogni buon conto e perché si possano cogliere le differenze, quasi certamente frutto delle trasformazioni imposte dal Card. Orsini, riportiamo qui di seguito anche l'altra descrizione. "Sono in essa Chiesa tre navi à proportione con Archi di Pietre lavorate quattro per parte. Vi sono Cappelle num.o due, Altari num.o 3 in questa maniera, nella nave di mezzo nel suo corpo vi è l'altare maggiore collocato 61 "La suddetta Chiesa Parroc.le sotto il tit.o di S. Stefano è posta nella parte più alta della Terra di Limosano appresso la strada detta di D. Andrea, (e confina) da un lato con li beni del Barone di essa Terra, nomine (nel 1687) Francesco di Grazia, e dall'altro della Confraternità del SS.mo e dall'altri lati l'Ospedale... Fu consegrata (non essendoci memoria di edificatione) dal Rev.mo Arcivescovo di Benevento nomine Pandulfo l'anno 1321 alli 13 del mese di settembre; come anco fu consegrato l'altare maggiore dal Rev.mo Vescovo di Tertiveri nomine Gio: Battista l'anno 1510 alli 4 del mese di aprile. Si entra in d.a Chiesa per due porte formate ad arco di pietra ben lavorata, a fogliami. Alla magg.re Si ascende in essa per otto grada di pietra. cioe cinque da fuora e tre da dentro. Si vede composta di tre navi, tutte colle soffitte dipinte, ed in mezzo la grande vi e un quadro dell'Incoronat.ne di N.ra Sig.ra. Dette navi sono sotenute da sei pilastri di fabrica, e nep.mi, così nell'una come nell'altra parte, vi sono le fonti per l'Acqua santa fatta a conca di pietra ben lavorate e sop.a detta porta dalla parte di fuori, vi e un Nicchio nel quale sono dipinte le effigg.e della B.V. de Santi Stefano, Lorenzo, e due Angeli, ed a drittura d'essa sommità del muro vi sta eretta la Croce di ferro. Alla porta minore, che riguarda la parte orientale si ascende per undici gradi di pietra da una parte, e tre dall'altra, e si giunge ad in un'atrio posto avanti d'essa porta qual'è mezzo coverto, e mezzo scoverto. A man di dentro, sono intonacati, e dealbati e q.lli di fuora incrostati, e parim.te inbiancati, e tutta Chiesa e coverta d'Imbrici con romanella a torno. Ne i muri laterali, vi sono due sedie confesionali ammovibili di legno,... E nel pilastro vicino l'Alt.e magg.re nel Corno del Vangelo vi sta il pulpito ben condizionato col suo Capocielo intagliato, e Crocefisso, dove si ascende per scala di legno fatta a lumaca. Entrato la porta magg.re sud.a a man sinistra vedesi la fonte Battesimale...; sopra d.o fonte vi è un Tribuna di fabrica lavorata a stucco ben fatta, quale viene sostenuta da i due muri sotto un Amia con arco avanti, di dentro con la scoltura indorata, dove nello mezzo sta situata la statua della B.ma Vergine di tutto rilievo dorata, à man destra vi stà la statua di tutto rilievo d'orata di S.to Stefano Protomartire, alla sinistra S. Lorenzo Martire ambedue d'orate. Alla man sinistra in un'altra nave in capite vi è situata la Cappella del SS.mo Sacramento Confraternita con la Custodia e Baldacchino di stucco d'orata all'uso antico con pittura intorno con la suffitta. Nel mezzo della muraglia di essa nave vi è la Cappella dedicata a S. Michele Arcangelo de' iure Patronato della Famiglia del Dottor Gio: Ant.o del Gobbo con Scoltura di semplice legname con quattro colonne, dove anco vi è la statua del glorioso S. Donato Martire; a man destra dell'Altare maggiore nell'altra nave vi è l'altare dedicato a S. Pietro Apostolo con il quadro della B.ma Vergine con l'anime del Purgatorio. Nel mezzo di essa nave vi è il Choro. Nell'ultimo angolo di essa nave vi è l'altare dedicato a S. Gio: Battista. La suddetta Chiesa non have dote assegnata per la sua reparatione, mà occorrendo, si procurano elemosine da' Parrocchiani, e per la fabrica nella spesa di consideratione, deve contribuire l'Università, ed il simile per le suppellettili con la contributione anco dell'Arciprete di essa Chiesa. ... tiene il suo pavimento di mattoni ma non del tutto piano, mentre in mezzo vi sono sei gradi di pietra, ed è lunga palmi 60, e larga palmi 35. Da dietro al pulpito si saglie al Coro, che stà proprio sopra l'atrio della porta s.a accennata, al q.le si entra per una porta tutta dipinta con cancelli avanti colla sua soffitta di tavole dipinte, e pavim.to di mattoni, ed è lungo palmi 18 e largo palmi 10, in mezzo di cui vi è un leggio di legno dipinto fisso, e con armario sotto, ed intorno vi sono i sedili di legno colle lor spalliere. ... ed a destra entrasi nella sagrestia con scendere cinque gradi di pietra, ed è lunga palmi 30; e larga p... (illeggibile). Si ascende al campanile per scala di fabbrica, che tengono 24 gradi: ed è lungo o sia alto palmi 45 in c.a, coverto a quattroacque con croce di ferro nella sommità; e con quattro finestroni d'onde pendono quattro campane". Di esse una, di rotola 30, ancora non veniva benedetta nel 1701, mentre le altre tre risultavano benedette dall'Orsini l'8 luglio del 1693. Ed erano: una, di cantara 8, del 1669 del M.ro Gio:Angelo Marinelli di Agnone; una, di cantara 7, del 1583 del M. Donato Antonio di Capracotta; una, di rotola 20, "senza segni e senza lettere". Molto stranamente, però, il documento del 1713 riferisce che le campane sono solo tre. 62 laterali, e da un Colonnetto, ove posano i dui anchi di essa Tribuna e nel muro di dietro di detto Fonte vi e dipinto S. Giov: Batta battizzante Giesù, e nell'altro muro, vi sono scritte le seguenti parole Mandante Em.o Archiep.o Ursino, Parochus Ioseph. del Gobbo proprio Download 5.01 Kb. Do'stlaringiz bilan baham: |
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